Letteratura teatrale
La sera dopo (al cenacolo)
Silvano Trevisani
Libro: Libro in brossura
editore: Macabor
anno edizione: 2025
pagine: 104
"La sera dopo (al Cenacolo) è un dramma evangelico in due atti – ma infibrato come il frutto, il dono di una modernità totalmente fuori del tempo: e in uno spazio che è quello dei luoghi sacri, certo, eppure ci abita, ci reclama comunque e ovunque il cuore, perché la casa della preghiera diventa essa stessa della fede; tempio e teatro, povera casa o dimora dei ricchi... di umiltà.[…] Silvano Trevisani processa in fondo gli apostoli, i primi discepoli di Gesù – o meglio induce essi stessi a processarsi (e la genialità è di avere in fondo immaginato, stoicamente sublimato come Pubblico Ministero proprio una fiera e povera Donna: “Sono vedova e vengo da Efraim”...). E dunque ripercorre, condensa in due parti due snodi essenziali del nostro eterno Evangelio, di testimonianza e di Fede. E lo fa da par suo, come un rito estremo, denudato di immensa sincerità". (dall’introduzione di Plinio Perilli).
I giganti della montagna
Luigi Pirandello
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Efesto
anno edizione: 2025
pagine: 106
Ultima opera e incompiuta, terzo pannello del trittico sul mito, estremo esempio di teatro epico-collettivo: "I giganti della montagna" costituisce – in uno – il testamento artistico e politico di Pirandello. In esso possiamo infatti assistere a quello scontro decisivo che, dal libro VII di Repubblica infino a oggi, contrappone artisti o letterati o filosofi («la loro ridicola epopea dell’azione», com’ebbe a dire uno che di quella epopea rimase vittima, dopo essere stato carnefice) al volgo, al popolo – fantasmatiche figure – e a coloro che li manovrano. Da un canto ci sono Cotrone e gli Scalognati (il retrait du politique) più la compagnia della Contessa (la suddetta epopea che continua); dall’altro, il popolo e i Giganti (il loro impero della forza, il loro pachidermico trapestio). Tra i primi e i secondi – che nella Storia puntualmente si ripresentano – mai è corso buon sangue. O meglio: il problema è proprio questo: che, di tra loro, il sangue continua a correre – a scorrere. Con uno scritto di Alberto Savinio
Miseria e nobiltà
Eduardo Scarpetta
Libro: Libro in brossura
editore: SBS Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 216
Pubblicata nel 1888, "Miseria e nobiltà" è più di una commedia: è il ritratto di un'epoca, dove la fame si traveste da eleganza e la necessità diventa inganno. Con ironia tagliente, Eduardo Scarpetta racconta le contraddizioni della società in un testo che ancora oggi conserva intatta la sua forza. Rappresentata innumerevoli volte nei teatri e resa immortale dal cinema, questa pièce è diventata un classico. SBS Edizioni la ripropone per omaggiare la Regione Campania, ospite del Salone Internazionale del Libro di Torino 2025, confermandone il valore intramontabile. Questa edizione include la prefazione di Antonio Grosso, regista e attore teatrale napoletano, che ha avuto l'onore di portarla in scena, mantenendone vivo il legame con la tradizione.
Giobbe. La paziente speranza
Nevio Spadoni
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2025
pagine: 84
Il nuovo lavoro del poeta drammaturgo ravennate Nevio Spadoni ha l’introduzione di Gian Ruggero Manzoni. Non si tratta di una traduzione del libro biblico, ma una ripresa delle tematiche esistenziali in esso contenute, che hanno come protagonista sì il Giobbe biblico, ma che sono gli interrogativi di sempre di tutti gli esseri razionali: Perché il male? Perché soffre l’innocente? Qual è il senso dell’esistere nel mondo? Il testo in prosa poetica nel dialetto delle Ville Unite (Ravenna) con italiano a fronte, si dipana in tre momenti: gli interrogativi di Giobbe rivolti a Dio, la risposta di Dio, la conclusione rassegnata di Giobbe. Il testo si presta forse ad una rappresentazione, come il commediante shakespeariano sul palcoscenico della vita.
Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi
Bernardino Bonzani, Monica Morini
Libro: Libro in brossura
editore: Corsiero Editore
anno edizione: 2025
pagine: 64
A un uomo che domanda come si possa prevenire la guerra, Virginia Woolf, nel libro "Le tre ghinee", risponde: «Occorre narrare biografie». Quasi a suggerire che, nell’imminenza di una guerra e perciò di migliaia di morti, l’antidoto migliore è quello di raccontare delle storie di vita, dell’unicità insostituibile di quelle vite, patrimoni che possono essere perduti per sempre. Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio, Ettore. Vederli spuntare dietro ai salici, dai campi, tutti e sette con le falci sulle spalle, pronti a srotolare il loro miracolo di umanità. Il testo teatrale "Cuori di terra. Memoria per i sette fratelli Cervi" è uno spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica. Ha debuttato nel 2003 nella rassegna “Il Paese dei Raccontatori” e ha all’attivo centinaia di rappresentazioni in tutta Italia fino alla Svizzera e continua a vivere nei teatri e nei festival per un pubblico adulto e per le nuove generazioni.
Nuda preghiera (atto unico)
Emilio Rentocchini
Libro: Libro in brossura
editore: Book Editore
anno edizione: 2025
pagine: 80
In questo pezzo teatrale di Emilio Rentocchini, dove i protagonisti che animano la scena sono due vecchi amanti (Lui e Lei) che si ritrovano in una stanza spoglia a parlare di eventi accaduti nel passato o che nel passato non sono avvenuti, ma potrebbero ancora avvenire (“Due voci. / In una stanza nuda. / Che rovistano le morte cose. / E uccidono il silenzio col respiro”) (…) viene a formarsi il sospetto che entrambi questi due personaggi possano essere morti, o meglio, che lo spazio all’interno del quale sono collocati possa essere interpretabile come una zona limite, una specie di linea di confine simile a quella che separa la veglia dal sonno o, appunto, la vita dalla morte. L’opera è un tentativo di esprimere ciò che di piú difficile vi è da afferrare e da rendere in parole, ossia il sentimento dell’amore; e di questa difficoltà si mostra consapevole soprattutto la protagonista femminile di Nuda preghiera quando chiede: “Come si fa a scrivere l’amore?” a cui fa seguito la battuta di Lui che completa la domanda aggiungendone un’altra ancora piú vasta: “A dire la vita?”. Come ogni atto unico che si rispetti, anche in questa pièce la materia drammatica è tutta concentrata intorno a una crisi. Ma è una crisi che viene superata nel momento stesso in cui viene evocata e le parole che i due protagonisti si dicono sono in grado di rimarginare qualunque ferita e capaci di prospettare il futuro, proprio perché concepite nel loro insieme alla maniera di un inno, un inno all’amore. E se, come altrove ha rilevato Rentocchini, “agli anni non puoi domandare / di non essere passati per sempre”, nella scrittura si può chieder loro di farlo, proprio perché chi la pratica compie un’esperienza al limite, simile a quella che i due protagonisti di Nuda preghiera stanno vivendo. (Dalla nota di Daniele Benati)
Castlar
Angelo Lamberti
Libro: Libro in brossura
editore: Gilgamesh Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 112
"Castlar" ci trasporta in un universo sospeso tra realismo e visione surreale, in cui la quotidianità di un piccolo paese della pianura padana diventa lo specchio vivace dell'Italia intera. Personaggi come Fonte e Tardo, Dobra e Balbuzio, il Dottore e Don Luigi, tessono una trama di dialoghi ora esilaranti, ora intrisi di umanità, mentre le voci di Mascagni e Verdi risuonano sullo sfondo. Le epoche storiche si succedono: dal fascismo e i suoi riti grotteschi alla ricostruzione postbellica, fino allo slancio del boom economico, e ogni passaggio è segnato da vicende che intrecciano ironia, malinconia e profonda riflessione. Angelo Lamberti rende vive le atmosfere di Castel d'Ario (MN), detto familiarmente Castlar, e fa risuonare il fascino dei dialetti, delle partite a briscola, delle schermaglie in osteria e di un senso di comunità capace di forgiare complicità e leggenda. Con grazia e sagacia, la pièce dipinge un affresco corale in cui si ride e, allo stesso tempo, ci si interroga sulla vita, la morte, la fede e il destino. A emergere è l'autenticità di gesti e parole, capaci di restituire sulla scena personaggi in bilico tra l'assurdo e la tenerezza delle piccole cose. "Castlar" è uno splendido esempio di teatro popolare che non rinuncia a uno sguardo poetico, offrendoci un gioiello narrativo dove verità e fantasia convivono con freschezza e passione, come in un brindisi corale che unisce riso e commozione. Tra i tavoli dell'osteria e il sagrato di una chiesa di paese, si accendono battibecchi e complicità, riflessioni sottili e slanci poetici, in un intreccio che sa di vita autentica e di teatro universale. Un invito a immergersi in un racconto epico-minimo, ironico e barocco, che fonde il fermento popolare con la suggestione del melodramma, lasciandoci un ricordo intenso e un sorriso malinconico.
Civico 33. Nuove storie
Emanuela Panatta
Libro: Libro in brossura
editore: Seri
anno edizione: 2025
pagine: 172
Civico 33 è una raccolta di monologhi di personaggi femminili accattivanti e variopinti pensati per la messa in scena teatrale. L'arrabbiata, l'idealista, la crocerossina, l'alternativa, la precaria, l'innamorata, la golosa e l'arrivista fanno di Civico 33 nuove storie un crocevia dell'universo femminile in cui le donne si raccontano in chiave tragicomica. Piccoli episodi di quotidianità da uno, mille e centomila, legati da un quesito esistenziale comune: Se è vero che la donna è arrivata da una costola dell'uomo, perché siamo noi a doverci rompere sempre le ossa per loro? Quasi tutte si lamentano della precarietà dell'amore, e del lavoro. Si sentono incomprese, abbandonate e disilluse, ma non hanno perso la voglia di lottare. I loro sfoghi sono filippiche isteriche alternate con barlumi di ottimismo. Gli uomini hanno smesso da tempo di essere cavalieri. Dopo aver rinunciato al sogno di una vita in due, si ritrovano a dover convivere con se stesse, con i loro fallimenti, le loro paure e le loro speranze.
La pazienza (Statevi zitti! I mille se ne vanno)
Ninni Matera
Libro: Libro in brossura
editore: Il Convivio
anno edizione: 2025
pagine: 88
"Ninni Matera, con leggerezza, qualche sorriso e qualche malinconia, dipinge colorati quadretti di un paese degli anni '60; di un paese qualsiasi, quasi completamente abbandonato dai giovani, ma vivo e vegeto per una comunità che guarda con sospetto e preoccupazione al proprio futuro e non si fida degli eventuali nuovi arrivati, rigettando ogni tentativo di integrazione. Ne risulta che, mentre si va formando la famosa ricucitura tra nord e sud, gli abitanti di questo paese continuano a perdere fiducia nelle buone intenzioni dei forestieri sino a nominarli con l'appellativo di "mille" che per loro diventa un sinonimo di traditore". (Dalla prefazione di Luca Gigante)
La malia della voce
Carlo Gozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2025
pagine: 272
La malia della voce (1774) è uno dei più singolari e interessanti testi di ispirazione spagnola di Carlo Gozzi. Scritto per l’attrice feticcio del drammaturgo, Teodora Ricci, fa parte, insieme a La principessa filosofa (1772) e a I due fratelli nimici (1773), di un trittico particolarmente suggestivo e affascinante in cui l’autore esplora l’amore e l’ambizione, ma anche la disperazione e la caparbietà. La malia della voce, in particolare, si addentra in una declinazione del sentimento amoroso quasi inedita nella tradizione occidentale: non l’amore nato dalla contemplazione della donna, ma quello sorto dal solo ascolto della sua voce. Attorno a questo nucleo argomentale, Gozzi costruisce un testo in cui le due coppie regie, che dovevano naturalmente costituirsi a soddisfazione dei mutui sentimenti dei protagonisti e delle necessità della ragione di stato, si vedono messe a rischio a causa dell’ostinazione della protagonista nel non rivelare la propria identità, il che mette in moto una serie di fraintendimenti che si risolvono felicemente solo nelle ultimissime scene del dramma. Nel 2006, in occasione delle celebrazioni del secondo centenario della morte di Carlo Gozzi (1720-1806), la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia ha messo a disposizione degli studiosi il Fondo Gozzi, l’archivio familiare rinvenuto nella villa patrizia di Pasiano di Pordenone e da poco acquisito. Ricco di novemilacinquecento carte manoscritte – per buona parte stese di suo pugno dal minore dei fratelli Gozzi –, esso conserva di Carlo numerosi testi preparatori, finora del tutto ignoti, di opere edite e numerosi testi inediti: commedie, atti unici, programmi coreografici, componimenti poetici, traduzioni, interventi polemici, saggi, scritture amministrative. La ricchezza, la qualità e la novità dei materiali è tale da costringere a riaprire il cantiere degli studi gozziani. È quanto si propone questa edizione nazionale, che intende offrire i testi noti e ignoti di Carlo Gozzi in edizioni criticamente accertate, corredate dalle redazioni preparatorie e debitamente commentate.