Anicia (Roma): Apprendere e progettare. Supporti didattici
E se le parole non bastano? Il comportamento non verbale dell'insegnante in classe
Federica Caccioppola
Libro: Libro rilegato
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 144
Cosa rende un insegnante un buon insegnante? Come si fa a valutare (e ad auto-valutarsi come) un buon insegnante? E, ancora, buoni insegnanti si nasce o si diventa? Al fine di rispondere a questi interrogativi il volume prende in esame la comunicazione non verbale dell’insegnante in classe, approfondendo le principali linee di tendenza nazionali e internazionali alla base della letteratura teorica e di ricerca. La tesi di fondo è che il non verbale sia di pari importanza rispetto al verbale, e che il modo di comunicare non possa prescindere dal suo contenuto. Come è stato ampiamente dimostrato dalla letteratura riportata all’interno del testo, azioni definite “non verbali”, quali guardare negli occhi i propri studenti, avvicinarsi o sorridere, non solo migliorano il clima di classe, ma incidono anche sugli apprendimenti. La video-osservazione è proposta quale pratica valutativa finalizzata alla rilevazione del comportamento non verbale dell’insegnante in classe e allo sviluppo della riflessività docente.
Il metodo teatrico. Educazione. Formazione. Scuola
Emanuele Faina
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 224
Il metodo teatrico® è uno stile laboratoriale che parte dall'assunto che ogni processo di educazione, autoeducazione, formazione e didattica scaturisca dalla comunicazione consapevole. È uno strumento di lavoro fondamentale per chi opera nella scuola e, più in generale, per tutti coloro che, a vario titolo e livello, si rapportano "con l'altro". Utilizzando alcune specifiche metodologie dell'arte del teatro, costruisce competenze, soft skills che spaziano dalla gestualità cosciente all'educazione alla vocalità, dalla micro e macromimica alla disciplina espressiva delle emozioni. Questo libro è il risultato di vent'anni di riflessione e sperimentazione del Gruppo Eleusis, che dal 1999 propone uno sguardo alternativo sull'educazione e la formazione di bambini, ragazzi, adulti, docenti, professionisti della comunicazione e della relazione. E proprio la relazione è l'argomento del libro, la lente con cui osservare la scuola e il mondo della formazione in genere, senza pretesa di trovare soluzioni univoche, o di dare risposte definitive, ma dando spunti di riflessione e ipotesi operative per affrontare le sfide inderogabili che la nostra epoca ci pone.
Valutare senza invalsi si può. Muri a secco e colate di cemento
Renata Puleo
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 133
Da oltre dieci anni l'Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Scolastico, INVALSI, grazie a innumerevoli provvedimenti legislativi e al conferimento statutario come Istituto di ricerca di rango pubblico, somministra-prove standardizzate censuarie a tutta la platea scolastica, oggi, con un interesse particolare per la prima infanzia, nell'ottica della precoce validazione delle competenze. Questo attivismo sta schiacciando qualsiasi pratica di valutazione operata dai docenti nell'ambito della relazione educativa, nei contesti di lavoro, nelle classi. Si consolida anche nella opinione comune la convinzione che non esiste di fatto nella scuola italiana una cultura della valutazione che non sia autoreferenziale e dunque, inaffidabile. Inaffidabile soprattutto per le richieste del mercato del lavoro. Il "missmatch", il disallineamento, fra domanda e offerta di opportunità di lavoro viene considerato una responsabilità della scuola, causata dal vecchio impianto disciplinare e dalla sua debolezza nelle pratiche di valutazione. La riflessione proposta in questo testo intende sottolineare il forte legame fra questa impostazione e gli interessi del mondo economico-finanziario rivolti alla formazione dei soggetti, nel mantenimento di un ruolo egemonico nella attuale società della conoscenza. Una ripresa di protagonismo da parte degli insegnanti è ancora possibile. Occorre esplorare i retroterra ideologici alla base della valutazione cosiddetta oggettiva, standardizzata, orientata alla rilevazione delle "skills" funzionali al mercato, occorre ridare valore alle pratiche che quotidianamente gli insegnanti utilizzano come "feedback" del loro lavoro con gli alunni.
Valutare le competenze trasversali in alternanza scuola-lavoro. Modelli e strumenti
Concetta Tino, Valentina Grion
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 142
Ha senso scrivere un libro dedicato all'ASL, oggi, in Italia? Riteniamo che le alterne vicende subite dalla legge sull'estensione dell'ASL a tutti gli indirizzi della scuola secondaria di secondo grado non possano oscurare il profondo valore formativo del lavoro, non solo in senso professionalizzante, ma anche come forma di cittadinanza e motivo di realizzazione della persona. Tanto più nell'ambito di un paese che ha dedicato al lavoro il primo articolo della propria Costituzione repubblicana. D'altra parte, quando il lavoro entra nella scuola, è necessario che il suo potere formativo venga valutato e certificato attraverso forme e modalità proprie della scuola e dei saperi scolastici. Il lavoro di ricerca biennale qui presentato è stato focalizzato, prima, sulla rilevazione degli apprendimenti percepiti in ASL da docenti e studenti di dieci regioni italiane, poi, sulla sperimentazione di processi valutativi delle soft skill acquisibili nell'ambito dell'ASL. La pubblicazione del lavoro realizzato ha lo scopo di proporre a insegnanti, educatori, responsabili aziendali alcuni possibili percorsi di valutazione delle soft skill acquisite in ASL, attraverso forme di valutazione partecipata e conseguente progressiva assunzione di consapevolezze di quanto e come raggiunto, da parte degli studenti.
Processi didattici per una nuova scuola democratica
Giuseppe Spadafora
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 160
Il tema della didattica e, in particolare, della didattica per competenze sta diventando uno dei nodi cruciali della ricerca educativa e delle politiche scolastiche europee e mondiali contemporanee. In questo lavoro l'autore, sviluppando un lungo percorso di ricerca epistemologica nell'ambito pedagogico-didattico, ispirato soprattutto dalla teoria pedagogico-didattica di John Dewey, analizza il rapporto tra i processi didattici e la progettazione di un possibile nuovo modello di scuola democratica. L'idea è quella di esplorare una didattica sistemica che si ibridi con le dimensioni della governance scolastica e con alcune questioni centrali della didattica per competenze. Il risultato è una riflessione complessiva sull'organico rapporto tra i processi didattici fondati sul paradigma delle scienze dell'educazione e un modello di scuola di qualità di tutti e di ciascuno fondato sul rapporto tra le possibilità di sviluppo di un progetto di vita di ogni studente per scoprire e definire il suo talento e l'affermazione del merito, inteso come riconoscimento valutativo delle differenze uniche e irripetibili degli studenti all'interno della classe. Un tale possibile modello di scuola, da considerare un nuovo "laboratorio" per la democrazia e l'equità sociale all'interno della società globale contemporanea, non può che confrontarsi con una nuova figura di insegnante, autoriflessivo e progettista della formazione unica e irripetibile di ogni studente, e del dirigente scolastico, inteso come leader educativo responsabile soprattutto della dimensione didattico-culturale dell'organizzazione scolastica. Una scuola, forse un'utopia, che sia espressione di un chiaro diritto al successo formativo, e, quindi, di una possibile democrazia come "forma di vita" e "diritto alla felicità" di ogni cittadino.
Questioni di letteratura giovanile
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 189
Il saggio, promosso dal Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile, raccoglie, opportunamente aggiornati e ampliati, alcuni dei più significativi articoli apparsi nel tempo sulla rivista «Pagine giovani», all’interno dei suoi corposi dossier. Composti in un organico quadro, i vari contributi riprendono e dibattono alcune questioni cruciali della disciplina, quali il suo statuto epistemologico e la sua collocazione all’interno delle scienze dell’educazione. Quindi, snodandosi attraverso un articolato itinerario critico e informativo, puntualizzano il ruolo salvifico della lettura in riferimento a situazioni di svantaggio socio-culturale, focalizzano varie problematiche della scrittura per ragazzi, ritornano su alcuni generi narrativi (giallo, fantascienza, fantasy), riprendono e aggiornano la critica di due classici della letteratura per la gioventù (Salgari e London), per poi dilatare lo sguardo critico al fumetto, ormai consolidato linguaggio misto, iconico-verbale, ma anch’esso non privo di nodi problematici.
Formazione professionale, didattica accademica. Concetti, intersezioni, applicazioni
Rocco Marcello Postiglione
Libro: Libro rilegato
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2018
pagine: 176
Lavoro, adulti, università. Grandi sfide per l’educazione e la pedagogia. Si cerca qui, in primis, di sistemare le definizioni concettuali di quel versante del mercato del lavoro che è la formazione professionale, mettendo in luce le proprietà fondamentali della nozione principale di cui si occupa: la qualifica professionale. Una serie di schemi concettuali, chiarificano il funzionamento di questi ambiti delle società umane e offrono spunti per un’analisi delle politiche formative che tengono conto di dati e informazioni statistiche ed euristiche esistenti ma non si fermano a essi: l’intento è anzi di favorire l’avvio di indagini empiriche su basi ipotetiche più solide e la costruzione di set di dati in grado di integrare quelli oggi disponibili. In secondo luogo, si affronta un’intersezione tra le più importanti e feconde: quella tra formazione professionale e vita adulta. Si tratterà soprattutto di definire differenzialmente l’educazione degli adulti come campo di studio, e di intendere a quali fenomeni e a quali pratiche concrete esso si rivolga e possa contribuire. Rifiutando quell’identificazione tra studi di educazione degli adulti e metodologia didattica delle attività formative rivolte ad adulti, che prevale nella letteratura sul tema. Si prova a ripartire ab imis, identificando i fenomeni e, tramite la loro definizione, si mostra l’estensione e la problematicità di un campo di studi che interroga la frontiera aperta dell’umano in questo crinale tra intelligenze meccanizzate e collettive e fragili individualità. Infine, si tenta un’applicazione di quanto elaborato al caso della didattica accademica. Campo interessante quant’altro mai per i pedagogisti, messi alla prova più dura: mostrare coerenza tra quanto professano e quanto realizzano. La sfida è di applicare dottrine e teorie sull’insegnamento, sulla formazione e sull’educazione, a quanto si fa e si realizza concretamente nell’attività quotidiana con gli studenti. Senza compromessi che attenuino la forza teoretica e metodologica dei concetti, e senza velleitarismi che ne metterebbero a rischio la preparazione agli studi, al lavoro, alla vita. Assumendo infine, come punto d’attacco concreto e come terreno di proposta, il tirocinio, vero banco di prova per i corsi di studio pedagogici.
Metacooperative learning. Percorso di ricerca e didattica nella scuola dell'infanzia
Nicoletta Rosati
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2018
pagine: 221
Il testo descrive l'azione di sperimentazione del cooperative learning secondo i principi della didattica metacognitiva, che costituisce un interessante campo di ricerca soprattutto se questo connubio viene praticato con i bambini della scuola dell'infanzia di quattro-cinque anni. Viene qui evidenziata anche una riflessione sullo stato della ricerca riguardante l'applicazione della metacognizione nella didattica e l'uso del cooperative learning non soltanto come strategia inclusiva, ma anche come strumento di promozione di una reale costruzione della conoscenza condivisa e socializzata. Il cooperative learning è progettato, praticato e verificato in unione alle strategie proprie della didattica metacognitiva. L'autrice sperimenta questa nuova metodologia composita nel contesto della scuola dell'infanzia. Ciò ha comportato l'indagine di un ambito complesso, le cui numerose variabili sono portate a conoscenza dello studioso: dalla rilevazione delle funzioni metacognitive dei bambini alla promozione della motivazione all'apprendimento; dalla rilevazione di eventuali criticità nell'apprendimento alla progettazione di interventi didattici metacooperativi di supporto, dalla preparazione degli insegnanti a usare, in ottica metacognitiva, il cooperative learning alla strutturazione di attività ludiformi, rispondenti agli obiettivi della ricerca. Vengono, infine, descritte alcune attività didattiche da un punto di vista meta-cooperativo, riproducibili nei diversi contesti organizzativi della scuola dell'infanzia e applicabili ai vari campi di esperienza.
Il nido a gocce. Percorsi educativi nei primi anni di vita dei bambini
Raffaele Santilli, Diana Penso
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2018
pagine: 159
Un sintetico resoconto delle pratiche educative con i bambini, troppo spesso portate avanti in maniera automatica o distratta, ci viene in aiuto per consentire, a chi se ne occupa quotidianamente, di rifarsi a consigli e suggerimenti espressi con poche parole ed espressioni semplici ma maturate in tanti anni di esperienza e di riflessioni.
A.T. Work. Ambito territoriale 2 a lavoro. La «formazione periferica» al centro della professionalità docente
Libro: Libro rilegato
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2018
pagine: 272
Perché una “formazione periferica”? Perché spesso è dalla periferia che viene il docente di “trincea”, quello che si misura costantemente con le condizioni che di fatto più si oppongono al processo di insegnamento-apprendimento: svantaggio sociale, deprivazione culturale, rischio e marginalità. La formazione richiesta al docente “periferico” è complessa, multi-composita nei modelli e nei metodi da utilizzare e, soprattutto, sembra richiedere competenze trasversali, relazionali, psicologiche e pedagogiche oltre quelle di didattica generale e disciplinare. Il docente di periferia deve avere una propria “attrezzatura” che oggi più che mai non si limita alle pur necessarie capacità di insegnare una o più materie o ambiti disciplinari, ma molto più ha a che fare con la gestione di dinamiche relazionali, per le quali appare indispensabile padroneggiare modelli pedagogicamente orientati e a essi metodologicamente ancorati. Prefazione di Luigi Berlinguer.
Progettare, programmare e valutare l'attività formativa
Emilio Lastrucci
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2017
pagine: 320
Mantenendo pressoché immutata l’architettura e la scansione tematica delle edizioni precedenti, nonché la sua finalità precipua di guida metodologica alla programmazione per obiettivi – introdotta da una discussione critica adeguatamente approfondita delle questioni-chiave che ne costituiscono il sostrato teoretico-problematico –, questa terza edizione di "Progettare, programmare e valutare l’attività formativa" è stata completamente aggiornata nel complesso dei riferimenti al quadro normativo, alla letteratura scientifica, al processo di evoluzione storica del nostro sistema scolastico-formativo e agli sviluppi maturati nell’ultimo decennio nell’elaborazione di modelli teorico-metodologici e di tecniche e strumentari operativi utili alla programmazione.
Il profilo del dirigente scolastico nei Paesi dell'Unione Europea
Pietro Boccia
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2017
pagine: 160
In quasi tutti i Paesi dell’Unione europea, il ruolo dei capi delle istituzioni scolastiche sta cambiando. Le nuove sfide educative e formative della società globale e complessa richiedono, infatti, da parte di chi dirige un istituto scolastico, elevate conoscenze e collaudate competenze. Il nuovo profilo del capo d’istituto (Dirigente scolastico) a livello europeo, deve, perciò, propendere ad un consapevole autoriconoscimento di un ruolo di attore e protagonista, in un vasto scenario, che la governance della scuola autonoma, per una sussidiarietà verticale (Stato, U.E. e OCSE-PISA), raccomanda e ne richiede un riscontro. Un capo d’istituto dovrebbe, dunque, acquisire e possedere consapevolezza e responsabilità nell'espletare tale funzione; dovrebbe, anzi, essere in grado non solo di prospettare soluzioni attendibili ed efficaci ai complessi problemi della società della conoscenza, ma anche assecondare, con una gestione accorta ed equilibrata delle risorse materiali e umane, i percorsi scolastici e i processi di apprendimento, funzionali al successo scolastico e formativo delle nuove generazioni.