Libri di Renata Puleo
Cos'è un libro? Sull'oblio della lettura nell'era digitale
Anna Angelucci, Renata Puleo
Libro: Libro in brossura
editore: Giovanni Fioriti Editore
anno edizione: 2021
pagine: 52
Il piccolo testo cartaceo che tenete fra le mani racchiude un atto di amore per il libro. Oggetto tecnologico perfetto, tanto da essere ben poco mutato nel tempo, il libro porta con sé la più straordinaria avventura umana: la lettura. Alla pratica del leggere, in silenzio o ad alta voce, per sé o per altri, è connesso l'esercizio della parola come discorso incarnato. Anna Angelucci e Renata Puleo, da educatrici e persone di scuola, conoscono pregi, pericoli e lusinghe della tecnologia digitale e, comprendendo la portata politica e sociale del suo uso, ci allertano intorno al furto e alla violazione che piattaforme, app e social media stanno operando sulla lingua e sul suo più importante supporto, il libro.
Dita per leggere. Tatto, vista, udito: il corpo nell'apprendimento della letto-scrittura
Caterina Angelotti, Renata Puleo
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2021
pagine: 223
Corpo e mente, corpo e lingua, lingua e pensiero: connessioni fisiche che rischiano di essere oscurate nel XXI secolo dalla preponderanza della virtualità digitale, mentre la lingua viene colonizzata dalla comunicazione veloce dei social e dall'uso delle piattaforme. La dimensione temporale, la necessità di un tempo disteso per l'apprendimento e per la valutazione delle performances, per il formarsi del pensiero critico, per coltivare la lettura e la scrittura come esperienze fondamentali nella crescita personale, è al cuore della riflessione delle autrici. La strategia "Dita Per Leggere", ideata da Caterina Angelotti come ampio repertorio di pratiche didattiche per l'apprendimento della letto-scrittura, si inserisce nel quadro della vasta problematica della Lingua Materna. Prefazione di Roberto Imperiale.
Valutare senza invalsi si può. Muri a secco e colate di cemento
Renata Puleo
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2019
pagine: 133
Da oltre dieci anni l'Istituto Nazionale di Valutazione del Sistema Scolastico, INVALSI, grazie a innumerevoli provvedimenti legislativi e al conferimento statutario come Istituto di ricerca di rango pubblico, somministra-prove standardizzate censuarie a tutta la platea scolastica, oggi, con un interesse particolare per la prima infanzia, nell'ottica della precoce validazione delle competenze. Questo attivismo sta schiacciando qualsiasi pratica di valutazione operata dai docenti nell'ambito della relazione educativa, nei contesti di lavoro, nelle classi. Si consolida anche nella opinione comune la convinzione che non esiste di fatto nella scuola italiana una cultura della valutazione che non sia autoreferenziale e dunque, inaffidabile. Inaffidabile soprattutto per le richieste del mercato del lavoro. Il "missmatch", il disallineamento, fra domanda e offerta di opportunità di lavoro viene considerato una responsabilità della scuola, causata dal vecchio impianto disciplinare e dalla sua debolezza nelle pratiche di valutazione. La riflessione proposta in questo testo intende sottolineare il forte legame fra questa impostazione e gli interessi del mondo economico-finanziario rivolti alla formazione dei soggetti, nel mantenimento di un ruolo egemonico nella attuale società della conoscenza. Una ripresa di protagonismo da parte degli insegnanti è ancora possibile. Occorre esplorare i retroterra ideologici alla base della valutazione cosiddetta oggettiva, standardizzata, orientata alla rilevazione delle "skills" funzionali al mercato, occorre ridare valore alle pratiche che quotidianamente gli insegnanti utilizzano come "feedback" del loro lavoro con gli alunni.

