Storia
Vita e morte del Cile. Diario di un sociologo. Luglio-settembre 1973
Alain Touraine
Libro: Libro in brossura
editore: Pgreco
anno edizione: 2025
pagine: 302
Il 21 luglio 1973 Alain Touraine arriva a Santiago del Cile e inizia a tenere un diario sociologico: non solo un resoconto quotidiano, ma uno strumento di riflessione profonda su un Paese che conosce bene, dove ha vissuto e lavorato a lungo. Il diario intreccia impressioni immediate con un’analisi lucida delle dinamiche sociali, dello Stato, del sistema politico e dei movimenti cileni e latinoamericani. Settimana dopo settimana, Touraine registra l’avvicinarsi di una crisi che, sebbene prevista, lo sorprende nella forma e nella violenza con cui esplode. Dopo il colpo di Stato dell’11 settembre 1973, mentre vive nell’angoscia per amici scomparsi o incarcerati, l’autore si confronta con le cause profonde della caduta del governo Allende e con la brutalità del nuovo regime militare. In questo diario intenso e drammatico, riflessione personale le analisi socio-politica si fondono in una testimonianza unica su uno dei momenti più drammatici della storia contemporanea cilena.
Roulette nucleare. Da Cernobyl' a Zaporižžja, i rischi nucleari in tempo di guerra
Serhii Plokhy
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 264
Il 24 febbraio 2022, a poche ore dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, una colonna di mezzi blindati russi si impossessava dell’impianto nucleare di Cernobyl’. L’azione militare colse di sorpresa la comunità internazionale e precipitò il mondo nello sgomento. Il sequestro si protrasse per oltre un mese; trentacinque giorni durante i quali il personale della centrale si ritrovò a operare sotto la costante minaccia delle armi. In quelle settimane, gli uomini e le donne di Cernobyl’ furono costretti a compiere scelte di vita o di morte, decidendo se collaborare con gli occupanti o se, al contrario, ribellarsi, tentare di fuggire, magari sabotare l’impianto. Solo grazie alla loro dedizione e determinazione, si riuscì a evitare un nuovo disastro nucleare. Non era la prima volta che Cernobyl’ finiva al centro della storia. Già nel 1986 era stata teatro del più grave incidente atomico mai avvenuto. Tracciando un parallelo tra quell’evento e i fatti più recenti, Serhii Plokhy – tra i massimi storici della Guerra Fredda e della storia ucraina – consegna una profonda indagine sui rischi e le fragilità degli impianti nucleari in tempo di guerra che unisce storia e attualità. In un quadro geopolitico sempre più incandescente, dobbiamo infatti affrontare una nuova realtà: oggi nel mondo esistono 440 centrali nucleari e il loro numero sembra destinato ad aumentare. Il conflitto russo-ucraino ha già coinvolto due impianti nucleari – oltre a Cernobyl’, una situazione ancora più pericolosa si sviluppò in quegli stessi mesi del 2022 nel sud dell’Ucraina, presso la centrale di Zaporižžja, la più grande in Europa – e molti altri restano vulnerabili. La vicenda delle donne e degli uomini di Cernobyl’ raccontata in questo libro è quindi qualcosa di più di un episodio della storia recente. È una riflessione potente e un monito urgente per il nostro domani.
Il prezzo della pace. Quando finisce una guerra
Paolo Mieli
Libro: Libro rilegato
editore: Rizzoli
anno edizione: 2025
pagine: 304
«Si fa presto a dire pace. Quando finisce una guerra, restano irrisolti innumerevoli problemi generati di norma da dettagli trascurati per ragioni di necessità. Anche quando è ben chiaro il confine che divide i vincitori dagli sconfitti, a chi sarà assegnato l'alloro per aver combattuto dalla parte del bene e chi sarà invece dannato come un'incarnazione del male.» Niente di più attuale, verrebbe da dire. Ed è per questo che Paolo Mieli si impegna a tracciare in queste pagine un percorso che dalla storia antica alla più recente inquadra i meccanismi (spesso imperscrutabili, subdoli, addirittura violenti) della pacificazione post-conflitto. Nella convinzione, come scrive l'autore, che quando si tratta di «fare la pace» «un buon ripasso, ancorché per sua natura disomogeneo, può esserci più utile delle improvvisazioni. Delle pur auspicabili sospensioni dei combattimenti. Destinate a reggere per un tempo breve, e a covare nuovi conflitti». Così dalla Grecia antica al Medio Oriente, dall'Italia post-bellica all'Unione Sovietica, Mieli ci offre una panoramica avveduta e selezionata sui casi più emblematici di «paci che non lo erano», di conflitti mai sopiti, di rivisitazioni storiche (o di storture, a volte) delle figure dei vinti e dei vincitori. Sempre nel solco del magistero di Renzo De Felice, cui è dedicato il saggio conclusivo, che, scrive Mieli, «mi ha insegnato a diffidare delle "verità rivelate", a mettere in discussione la versione ufficiale degli accadimenti passati. Versione utile a far tornare i conti, a corroborare i giudizi sul presente».
La città divisa. L'oblio nella memoria di Atene
Nicole Loraux
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2025
pagine: 464
In questo libro, che è il suo capolavoro, la grande antichista francese Nicole Loraux ha cercato di ripensare da capo la polis greca, questo modello prestigioso di tutta la tradizione politica occidentale. La scoperta di Loraux è che a fondare la città greca non sono né la libertà, né l’unità, né la comunità, ma qualcosa come un paradossale legame attraverso la divisione. Si tratta, cioè, di ripensare Atene sotto il segno della stasis, della guerra intestina, che divide e insanguina non solo la città, ma anche l’oikos, la famiglia. La guerra civile non è solo rottura e anomia, ma costituisce il legame politico segreto che anima e segna profondamente la vita e le istituzioni della democrazia greca, dal giuramento all’amnistia, dalla vendetta alla riconciliazione. Una città divisa deve essere infatti capace tanto di ricordare che di dimenticare. E a poco a poco, come in ogni grande libro di storia, l’analisi del passato permette di guardare in una nuova luce le divisioni e i conflitti, la memoria e la smemoratezza della società in cui viviamo. "Che la città sia una famiglia è cosa assodata. Bisognerebbe tuttavia determinare in quale momento questa famiglia manifesti la propria essenza nel modo più compiuto: nell’istante in cui l’odio si trasforma in riconciliazione o in quello della lotta accanita che mette i parenti contro i parenti. La «famiglia» è latente nella città – e l’asprezza della stasis la porta semplicemente alla luce? Oppure, nella dimensione familiare della città, bisogna vedere un modello (un ideale, forse un sogno) concepito per porre rimedio a quella malattia che è la guerra civile? Dobbiamo provare a pensare, con i greci, la guerra nella famiglia. Affermare che la città è una stirpe: la guerra civile sarà allora l’elemento che la rivela. Fare della città un oikos: all’orizzonte della guerra civile si profilerà allora una festa di riconciliazione. Ammettere infine che la tensione tra queste due operazioni non è di quelle che si risolvono."
Immortalità e funerali laici
Dino Mengozzi
Libro
editore: C&P Adver Effigi
anno edizione: 2025
pagine: 416
Il passaggio. Storie e persone attraverso il Canale di Sicilia
Alberto Sciortino
Libro: Libro in brossura
editore: Navarra Editore
anno edizione: 2025
pagine: 408
Nell'epoca contemporanea, i movimenti tra le sponde opposte del Mediterraneo hanno assunto un carattere di massa, nel quale le rotte dei migranti si confondono con quelle del turismo e del commercio. Nonostante a volte si affermi il contrario, la geografia non conosce confini "naturali". il testo ripercorre una storia millenaria di relazioni, anche conflittuali, ma che alla fine confermano che ogni frontiera è anche passaggio. I confini sono sempre disegnati dagli esseri umani, perché dal punto di vista della natura non vi è nulla che possa costituire un confine: né le due sponde di uno stesso fiume, né quelle di uno stesso mare, né la cresta di una catena montuosa. Il Mediterraneo è spesso come confine, ed altresì come ponte e, anche nei momenti più bui, nei quali le strategie contrapposte diffondono l'idea di una presenza "nemica" di là dal mare, le motivazioni dello scambio e dell'incontro non si interrompono mai. Oggi più che mai, occorre rendersi conto che cercare di regolare le frontiere con decreti e blocchi, non rappresenta la migliore risposta alla complessità.
Abecedario di Montemiletto (Avellino). Genealogia e toponomastica del Castrum ex Abbazia di San Pietro del Monte Aperto
Arturo Bascetta
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2025
È vero. Nelle altre parti d'Italia i beni venivano valutati dal fisco, mentre nel Regno di Napoli si procedette su dichiarazioni di parte, con tutti gli inconvenienti (dichiarazioni orali con rivele fasulle, diminuzione della consistenza dei propri beni, negazione addirittura di possederne) che tale sistema comportava. I catasti comunali, teoricamente, avrebbero dovuto servire alle amministrazioni locali per una equa tassazione, che, al contrario, molto spesso veniva fatta gravare artificiosamente addirittura sui meno abbienti. Era necessario per ovviare a questi veri e propri soprusi che i dichiaranti indicassero tutti i beni stabili, le entrate annue di ciascun cittadino e dei conviventi. I nobili dovevano rivelare i beni posseduti nella propria terra e anche quelli in cui abitano con la famiglia e con i congiunti, facendone una breve, chiara e distinta sintesi sul margine della rivela (autodenuncia). Fine del Catasto Onciario era quello che il povero non fosse sottoposto a tasse esorbitanti e che il ricco pagasse secondo i suoi reali possedimenti. In base a questo principio i sudditi vengono tassati non solo per il possesso dei beni immobili, ma anche singolarmente per le industrie che possiedono, commercio, mestiere o arte che esercitano. Dunque, oltre all'imposta patrimoniale, restava in vigore anche la vecchia imposta personale. Infatti il focatico, l'imposta del nucleo familiare dovuto da ogni focolare, venne sostituito dal testatico, l'imposta pro capite a quota fissa, pagato da tutti coloro che non vivevano nobilmente, cioè solo da coloro che si dedicavano al lavoro manuale. Un'indagine investigativa condotta su cittadini, congiunti e conviventi, attraverso una breve, chiara e distinta sintesi sui beni immobili, e sull'attività esercitata, sulle tasse - com'è stato scritto - caratteristiche che non escludono la vivezza della enunciazione formale e la passionalità del piglio giornalistico, ogni volta che occorra, per annodare e poi snodare un sistema complesso, articolato, che appare ripetitivo e impossibile a studiarsi, che fornisce dati quasi mai letti e trascritti prima, per portare a conoscenza di noi un atro pezzo di storia mai scritta, senza entrare nel merito di punti problematici, come nello stile delle pubblicazioni promosse da questa amministrazione. Il programma della ABE, con la pubblicazione sul Catasto di Montemiletto e Montaperto, e di tanti altri volumi, ci fa entrare sempre di più nella storia di tasse e balzelli, fornendoci un lunghissimo elenco dei residenti di ogni singolo paese, dei nostri e di quelli a noi vicini. Questo aiuta i cittadini di oggi a scoprire i nomi, i mestieri e le arti dei propri antenati: l'albero genealogico di tre secoli fa! Il merito va soprattutto ad Arturo Bascetta, che si è sobbarcato, con perizia e volentieri, l'immane lavoro di una collana aperta a più collaboratori, come già abbiamo visto per i volumi pubblicati. È la meravigliosa documentazione del Catasto Onciario portata alla conoscenza diretta degli eredi di quei nonni. Interventi, studi e note di chi, con proprie capacità, intelligenza e amore per la storia locale, ha messo su carta la vera riscoperta essenziale delle radici e della storia. Che è poi la strada percorsa in questi anni da chi, come noi, ama la memoria storica di Montemiletto e del Principato Ultra. Florindo Garofalo Presidente Pro Loco «Mons Militum».
Castelfranci, il castelluccio di Baiano. Dal feudo dei franchi del milite Radulfo al borgo con la tela del Vigilante e i fabbricatori di organi
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2025
pagine: 144
Bascetta si immerge nel profondo dei primi secoli dopo Cristo, fra vici e pagi delle colonie di Liguri Bebiani, disperse qua e là sulla dorsale dell'Appennino Napoletano. Parte da questi primi insediamenti coloniali, fra cittadelle tardo romane, da Cerreto Sannita a Grumento di Lucania, e spazia alla ricerca di una corrispondenza logica fra le antiche e vicine Castello dei Franchi e Monte Mariano di Boiano dei Mariani e le nuove Castelfranci di Boiano e Monte Marano rifondate dai Lombardi nel 1093, che a volte sembrano combaciare, altre volte allontanarsi completamente nei secoli. A suo dire dalla prima sarebbe nata l'altra, risalendo quei popoli il fiume Calore dal Sannio Antico di Telese al Beneventano. Ecco ripresentarsi, una dietro l'altra, le vicende dei Franchi e dei Normanni. L'arrivo dei Mariani e la convivenza con culti in opposizione al Papa portò presto allo scontro, allontanando il Pontifex Giovanni, giunto da Bisanzio, in direzione di Sala Consilina, da dove presero a risalire i monti, rifondando Conza e la sua diocesi, sottomessa al Principato. Con "Castelfranci" Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della verde Irpinia. Il pezzo forte feudale resta quello di Bayrano, precedente e vicina a Castelfranci di Bojano, che ha a che fare con Elia dei Balbano, quando Bayrano fu disabitata con la distruzione di Giffoni. E rieccoci in Demanio Regio, nella Contea di M.Marano del Comes Elia Gesualdo di Bayrano, lontano dalla Contea arianese del Conte Giordano, con la produzione della seta fra S.Magno Alter di Pietra Pizzuta e Pinna Sancti Menna. Ora ci sono i Balbano, da Apice a Calabritto, poi riparte la Contea a Conza, fino al sequestro dei feudi di Castelfranci all'arrivo degli Svevi, quando Baiano era degli imperiali di Giffoni. Mancava un exursus su Angioini, la tassa del Focolare e il Bajuolo del comune per la via Saba Major di Cassano, e sulle tasse minori per la coniazione di moneta, adoha, stipendio per i lupari, per l'addizionale e la guerra. Questa, sembra voler dire Bascetta, è la storia di Castelfranci, Baiano, Bagnoli e Mons Maranus, che ricompaiono fra le terre del Rescritto Angioino, non è una favola, non è una passeggiata banale descritta dai viaggiatori occasionali. Questo scritto è un impegno serio, nello Stato dei Della Marra con sede a Serino, insieme a Volturara, fino a quando Castelfranci e Baiano tornano nello Stato di Montemarano, sotto i Naccarelli, e poi con i Marchesi di Mirabella, fra il 1600 e il 1700. Il volume termina con un passaggio sull'Ottocento, con la vita politica e amministrativa, le professioni, i mestieri, e i primi elettori, scelti fra commercianti e artigiani del nuovo borgo. È, questa, la vera storia di Castelfranci, un piccolo borgo con l'immenso quadro del Vigilante, le chiese e gli organi musicali costruiti dai migliori maestri di tutto il Regno.
Adolfo Omodeo fra attualismo e storicismo
Gennaro Sasso
Libro: Libro in brossura
editore: Scuola Normale Superiore
anno edizione: 2025
pagine: 304
Il libro ricostruisce la ricerca storiografica di Omodeo, dagli studi sul Cristianesimo antico a quelli sul Risorgimento italiano e sull’Età della restaurazione in Francia, cercando di far emergere la coerenza della riflessione filosofica, che sottende la ricerca storica, attinta all’idealismo attuale di Giovanni Gentile e allo storicismo assoluto di Benedetto Croce. Due filosofie che non si disposero in fasi successive della sua vita, ma si intrecciarono in una storiografia che, per questo aspetto, non ha riscontri in quella italiana maturata negli stessi anni. Il libro vorrebbe anche rivendicare l’importanza di un grande storico sul quale, per varie ragioni, è caduta negli anni l’ombra grave della dimenticanza.
Il granduca Cosimo I de’ Medici e il programma politico dinastico nel complesso di San Lorenzo a Firenze
Libro: Libro in brossura
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2025
pagine: 212
Il volume raccoglie contributi interdisciplinari che restituiscono la composita articolazione della committenza di Cosimo I de' Medici nel complesso laurenziano, fornendo nuove chiavi interpretative e originali riletture di episodi centrali nel dibattito storiografico che ruota intorno ad alcuni dei maggiori protagonisti del Rinascimento maturo: da Michelangelo a Pontormo; da Vasari a Vincenzo Borghini. La Basilica di San Lorenzo a Firenze ha rappresentato per Cosimo I una ragione di continuità con il ramo principale della famiglia Medici, il luogo dove perpetuare la politica dinastica iniziata dai suoi predecessori. Si offre dunque un panorama aggiornato di temi di grande rilievo, che attraversano la seconda metà del XVI secolo prefigurando al contempo iniziative che saranno ulteriormente sviluppate dai granduchi medicei nei due secoli successivi.
Sviluppo e ambiente. Per una storia dell’Antropocene
Simone Neri Serneri
Libro: Libro in brossura
editore: Firenze University Press
anno edizione: 2025
pagine: 59
La crisi climatica è la manifestazione più eclatante della nostra epoca storica, l'Antropocene, in cui l'impatto delle società antropiche sul sistema Terra sta compromettendo le condizioni ambientali che hanno reso possibile la comparsa delle civiltà umane. Come si è giunti alle contraddizioni di questo tempo presente, nel quale sviluppo socio-economico e assetti ambientali sono profondamente connessi ma radicalmente in tensione? Il testo ripercorre le vicende e i processi che negli ultimi quattro, cinque secoli hanno alimentato un eccezionale sviluppo delle società umane attraverso una altrettanto eccezionale trasformazione degli ecosistemi, muovendo dallo 'scambio colombiano' del XVI secolo, per giungere fino alla 'Grande accelerazione' novecentesca e globale nell'uso delle risorse, attraverso il ricorso alla 'foresta sotterranea' e agli 'acri fantasma' di fine Settecento.
I briganti nel Parco d’Abruzzo tra storia e leggenda
Romano Visci
Libro: Libro in brossura
editore: Ianieri
anno edizione: 2025
pagine: 292
I protagonisti di queste pagine sono i capi briganti: uomini dai volti nascosti da folte barbe e avvolti in pelli grezze, che di notte scendevano silenziosi dai boschi e dalle montagne del Parco Nazionale d'Abruzzo per affrontare il nemico di turno. Figure quasi romanzesche, spesso portatrici di molteplici esistenze, che nel corso dei secoli si misero a capo di bande armate – generalmente composte da contadini senza terra, pastori, mercenari ed ex soldati – dedite al saccheggio, all'estorsione e alle rapine, ma anche capaci di competere con le truppe regolari. Capi carismatici della lotta antispagnola, delle insurrezioni popolari del 1799, della resistenza antifrancese e, più tardi, del brigantaggio di massa antiunitario: personaggi leggendari che riemergono in tutta la loro complessità e contraddizione. Numerosi libri, documenti d'archivio, lettere, riviste e giornali sono stati esaminati per realizzare questo lavoro, che intende offrire un modesto contributo alla divulgazione di aspetti ancora poco conosciuti del fenomeno, permettendo di comprenderne meglio la natura e le diverse anime, dall'inizio fino alla sua fine. Il Parco Nazionale d'Abruzzo fu il teatro in cui il brigantaggio conobbe il suo massimo sviluppo e resistette più a lungo. Le vicende raccontate offrono un viaggio nella storia di un territorio ancora poco esplorato, nel quale – attraverso l'intreccio delle vite dei protagonisti, ricche di sfumature – emergono sorprendenti analogie con la realtà contemporanea. Prefazione di Stefano Pallotta.

