Storia
Il muro di Berlino e la cortina di ferro
Massimo Ferrari Zumbini
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 82
II muro divideva Berlino e faceva parte della «Cortina di ferro» che divideva in due tutta l'Europa. Questo libro riassume tutta la storia, anche con molte (e in parte rare) immagini dell'epoca. Perché tutti i regimi comunisti hanno costruito queste barriere, dove le guardie sparavano e uccidevano chi voleva fuggire? Perché i muri erano due e cos'era la «striscia della morte»? Quante le vittime e quali le fughe più incredibili (anche via mare)? Come funzionava l'accordo segreto per la vendita dei prigionieri politici? Come e perché è crollato? A Berlino il muro non c'è più. Ma dove è finito? E infine: come riuscire oggi a «vedere» dov'era il muro?
La città divisa. L'oblio nella memoria di Atene
Nicole Loraux
Libro: Libro in brossura
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2025
pagine: 464
In questo libro, che è il suo capolavoro, la grande antichista francese Nicole Loraux ha cercato di ripensare da capo la polis greca, questo modello prestigioso di tutta la tradizione politica occidentale. La scoperta di Loraux è che a fondare la città greca non sono né la libertà, né l’unità, né la comunità, ma qualcosa come un paradossale legame attraverso la divisione. Si tratta, cioè, di ripensare Atene sotto il segno della stasis, della guerra intestina, che divide e insanguina non solo la città, ma anche l’oikos, la famiglia. La guerra civile non è solo rottura e anomia, ma costituisce il legame politico segreto che anima e segna profondamente la vita e le istituzioni della democrazia greca, dal giuramento all’amnistia, dalla vendetta alla riconciliazione. Una città divisa deve essere infatti capace tanto di ricordare che di dimenticare. E a poco a poco, come in ogni grande libro di storia, l’analisi del passato permette di guardare in una nuova luce le divisioni e i conflitti, la memoria e la smemoratezza della società in cui viviamo. "Che la città sia una famiglia è cosa assodata. Bisognerebbe tuttavia determinare in quale momento questa famiglia manifesti la propria essenza nel modo più compiuto: nell’istante in cui l’odio si trasforma in riconciliazione o in quello della lotta accanita che mette i parenti contro i parenti. La «famiglia» è latente nella città – e l’asprezza della stasis la porta semplicemente alla luce? Oppure, nella dimensione familiare della città, bisogna vedere un modello (un ideale, forse un sogno) concepito per porre rimedio a quella malattia che è la guerra civile? Dobbiamo provare a pensare, con i greci, la guerra nella famiglia. Affermare che la città è una stirpe: la guerra civile sarà allora l’elemento che la rivela. Fare della città un oikos: all’orizzonte della guerra civile si profilerà allora una festa di riconciliazione. Ammettere infine che la tensione tra queste due operazioni non è di quelle che si risolvono."
Immortalità e funerali laici. Etica individuale e collettiva nell'Italia contemporanea
Dino Mengozzi
Libro
editore: C&P Adver Effigi
anno edizione: 2025
pagine: 416
Custodire l'umano. Voci dall'Ucraina
Libro: Libro in brossura
editore: Itaca (Castel Bolognese)
anno edizione: 2025
pagine: 256
Il 24 febbraio 2022 la Russia invadeva il territorio ucraino: era l'inizio di una «guerra insensata» (Leone XIV) tuttora in corso. Questo libro ci porta dentro la drammaticità di storie di persone molto diverse tra loro, ma accomunate dalla decisione consapevole di voler resistere e di dover agire. Ascoltando le loro voci, si vede con orrore l'abisso del male, ma anche la possibilità di opporsi al male, di continuare a vivere, costruire, educare e amare, di assumersi la responsabilità del presente per assicurare un futuro ai propri figli e al proprio popolo. Fatti talora apparentemente piccoli, ma in essi si vede quanto sia profondo l'abisso di bene che è nel cuore dell'uomo. La disponibilità di tanti a dare la vita per l'Ucraina provoca ciascuno a chiedersi: «Io per cosa darei la vita? Esiste qualcosa che valga così tanto?» (Luca Trippetti) e a riscoprire che cos'è l'uomo, il valore di tutto ciò di cui noi, cittadini del mondo "libero", abbiamo la possibilità di godere. «Dopo i bombardamen-ti, accogliere il mattino, essere vivi, è già un dono. Le persone vivono la vita come un regalo e la pren-dono sul serio. Non ci si sente stanchi della vita, non si è sazi del bene: si capisce che il bene è qualcosa che va conquistato con decisione» (Tetiana Oharkova). Così si costruisce la pace.
Il passaggio. Storie e persone attraverso il Canale di Sicilia
Alberto Sciortino
Libro: Libro in brossura
editore: Navarra Editore
anno edizione: 2025
pagine: 408
Nell'epoca contemporanea, i movimenti tra le sponde opposte del Mediterraneo hanno assunto un carattere di massa, nel quale le rotte dei migranti si confondono con quelle del turismo e del commercio. Nonostante a volte si affermi il contrario, la geografia non conosce confini "naturali". il testo ripercorre una storia millenaria di relazioni, anche conflittuali, ma che alla fine confermano che ogni frontiera è anche passaggio. I confini sono sempre disegnati dagli esseri umani, perché dal punto di vista della natura non vi è nulla che possa costituire un confine: né le due sponde di uno stesso fiume, né quelle di uno stesso mare, né la cresta di una catena montuosa. Il Mediterraneo è spesso come confine, ed altresì come ponte e, anche nei momenti più bui, nei quali le strategie contrapposte diffondono l'idea di una presenza "nemica" di là dal mare, le motivazioni dello scambio e dell'incontro non si interrompono mai. Oggi più che mai, occorre rendersi conto che cercare di regolare le frontiere con decreti e blocchi, non rappresenta la migliore risposta alla complessità.
Brescia contemporanea. Uomini, istituzioni, economia e società
Mario Taccolini
Libro: Libro in brossura
editore: Morcelliana
anno edizione: 2025
pagine: 464
Questo libro dedicato a Brescia contemporanea si articola in tre sezioni – uomini, istituzioni, economia e società – e si colloca nell'ambito di studi sul cattolicesimo sociale bresciano, avviati già nella seconda metà degli anni Cinquanta e sviluppatisi rapidamente con un crescente ricorso a fonti archivistiche che hanno innovato la ricerca. Queste indagini hanno avuto ulteriore impulso nell'ultimo scorcio del Novecento e ancor più in epoca recente, quando la storiografia relativa all'età contemporanea ha messo al centro nuovi campi di analisi, come il rapporto tra cultura cattolica e identità bresciana. Una connessione che si configura non soltanto come un tratto peculiare della vicenda storica locale, ma come elemento di specificità nel più ampio panorama nazionale. Elemento che assume ulteriore originalità nel percorso delineato da Mario Taccolini, condotto approfondendo le biografie di protagonisti della storia bresciana del '900, e attraverso di loro un denso e articolato orizzonte storiografico, mettendo anche in luce altre interazioni, come il rapporto tra Chiesa ed economia, che hanno esercitato un'influenza determinante nella costruzione di dinamiche sociali e istituzionali di lungo periodo e che invitano a future ricerche.
La luna si oscurò. 25 aprile 1945. Testimonianze sullo scoppio del Forte di Corrubio
Carlo Battistella, Luisa Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 190
Durante la ritirata dell'esercito tedesco, in Valpolicella, provincia di Verona, viene fatta saltare una polveriera per non lasciare armi e munizioni agli alleati che stanno arrivando. Un'intera frazione viene rasa al suolo, muoiono decine di civili e militari, anche a chilometri di distanza, a causa dello spostamento d'aria e dei massi scagliati in ogni dove. Il libro descrive, grazie alle testimonianze di alcuni sopravvissuti, gli avvenimenti dei giorni precedenti e i ricordi personali della tragedia. Descrive anche, incredibilmente, il clima di amicizia che si era venuto creando fra gli abitanti del posto e alcuni militari tedeschi.
Potentati, poveri e presenze religiose nel Duecento nelle Alpi Cozie
Libro: Libro in brossura
editore: LAReditore
anno edizione: 2025
pagine: 416
Il libro, corredato da una straordinaria documentazione edita per la prima volta, presenta le vicende delle alte valli del Chisone e della Dora e degli uomini e delle donne che qui vivevano dall'inizio del secondo millennio fino a tutto il Duecento e segue i mutamenti politici, ecclesiastici e sociali intervenuti, che saranno decisivi per tutti gli assetti successivi. La popolazione di contadini, pastori, artigiani e minatori cresce quanto mai e le liste degli estimi tramandano cognomi e nomi. E vari attori si contendono e spartiscono il potere sul territorio e sulle persone: nobili laici quali i Delfini, i Savoia, il maresciallo Oberto Auruç, ed enti religiosi come l'abbazia benedettina di Santa Maria a Pinerolo, la prevostura regolare dei canonici di San Lorenzo a Oulx, i Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme a Chiomonte. Progressivamente i più forti – Delfini e Savoia – marginalizzano gli altri e allargano e affermano la propria signoria eminente entro confini territoriali che diventano stabili. Anche il paesaggio muta con il sorgere di tanti nuovi nuclei abitativi, l'elevazione di castelli e casaforti signorili, le costruzioni di chiese, il disboscamento e la messa a coltura o l'estensione a pascolo di tutte le terre utili fino alle più marginali, l'attivazione del percorso della strada reale della Val Chisone che si aggiunge alle più battute strade di Francia e di Provenza della Val Dora, il formarsi di reti di sentieri che arrivano fino agli alpeggi più alti, le derivazioni di acque per i mulini. Prende forma anche una presenza ecclesiastica frazionata in monasteri, pievi, canonicati, priorati e parrocchie. E a fine Duecento si ha la prima notizia del movimento valdese che compare a Perosa e pressoché subito si espande e si radica nella Val Chisone e nelle altre valli e resiste alla repressione.
Abecedario di Montemiletto (Avellino). Genealogia e toponomastica del Castrum ex Abbazia di San Pietro del Monte Aperto
Arturo Bascetta
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2025
È vero. Nelle altre parti d'Italia i beni venivano valutati dal fisco, mentre nel Regno di Napoli si procedette su dichiarazioni di parte, con tutti gli inconvenienti (dichiarazioni orali con rivele fasulle, diminuzione della consistenza dei propri beni, negazione addirittura di possederne) che tale sistema comportava. I catasti comunali, teoricamente, avrebbero dovuto servire alle amministrazioni locali per una equa tassazione, che, al contrario, molto spesso veniva fatta gravare artificiosamente addirittura sui meno abbienti. Era necessario per ovviare a questi veri e propri soprusi che i dichiaranti indicassero tutti i beni stabili, le entrate annue di ciascun cittadino e dei conviventi. I nobili dovevano rivelare i beni posseduti nella propria terra e anche quelli in cui abitano con la famiglia e con i congiunti, facendone una breve, chiara e distinta sintesi sul margine della rivela (autodenuncia). Fine del Catasto Onciario era quello che il povero non fosse sottoposto a tasse esorbitanti e che il ricco pagasse secondo i suoi reali possedimenti. In base a questo principio i sudditi vengono tassati non solo per il possesso dei beni immobili, ma anche singolarmente per le industrie che possiedono, commercio, mestiere o arte che esercitano. Dunque, oltre all'imposta patrimoniale, restava in vigore anche la vecchia imposta personale. Infatti il focatico, l'imposta del nucleo familiare dovuto da ogni focolare, venne sostituito dal testatico, l'imposta pro capite a quota fissa, pagato da tutti coloro che non vivevano nobilmente, cioè solo da coloro che si dedicavano al lavoro manuale. Un'indagine investigativa condotta su cittadini, congiunti e conviventi, attraverso una breve, chiara e distinta sintesi sui beni immobili, e sull'attività esercitata, sulle tasse - com'è stato scritto - caratteristiche che non escludono la vivezza della enunciazione formale e la passionalità del piglio giornalistico, ogni volta che occorra, per annodare e poi snodare un sistema complesso, articolato, che appare ripetitivo e impossibile a studiarsi, che fornisce dati quasi mai letti e trascritti prima, per portare a conoscenza di noi un atro pezzo di storia mai scritta, senza entrare nel merito di punti problematici, come nello stile delle pubblicazioni promosse da questa amministrazione. Il programma della ABE, con la pubblicazione sul Catasto di Montemiletto e Montaperto, e di tanti altri volumi, ci fa entrare sempre di più nella storia di tasse e balzelli, fornendoci un lunghissimo elenco dei residenti di ogni singolo paese, dei nostri e di quelli a noi vicini. Questo aiuta i cittadini di oggi a scoprire i nomi, i mestieri e le arti dei propri antenati: l'albero genealogico di tre secoli fa! Il merito va soprattutto ad Arturo Bascetta, che si è sobbarcato, con perizia e volentieri, l'immane lavoro di una collana aperta a più collaboratori, come già abbiamo visto per i volumi pubblicati. È la meravigliosa documentazione del Catasto Onciario portata alla conoscenza diretta degli eredi di quei nonni. Interventi, studi e note di chi, con proprie capacità, intelligenza e amore per la storia locale, ha messo su carta la vera riscoperta essenziale delle radici e della storia. Che è poi la strada percorsa in questi anni da chi, come noi, ama la memoria storica di Montemiletto e del Principato Ultra. Florindo Garofalo Presidente Pro Loco «Mons Militum».
Castelfranci, il castelluccio di Baiano. Dal feudo dei franchi del milite Radulfo al borgo con la tela del Vigilante e i fabbricatori di organi
Arturo Bascetta
Libro: Libro in brossura
editore: ABE
anno edizione: 2025
pagine: 144
Bascetta si immerge nel profondo dei primi secoli dopo Cristo, fra vici e pagi delle colonie di Liguri Bebiani, disperse qua e là sulla dorsale dell'Appennino Napoletano. Parte da questi primi insediamenti coloniali, fra cittadelle tardo romane, da Cerreto Sannita a Grumento di Lucania, e spazia alla ricerca di una corrispondenza logica fra le antiche e vicine Castello dei Franchi e Monte Mariano di Boiano dei Mariani e le nuove Castelfranci di Boiano e Monte Marano rifondate dai Lombardi nel 1093, che a volte sembrano combaciare, altre volte allontanarsi completamente nei secoli. A suo dire dalla prima sarebbe nata l'altra, risalendo quei popoli il fiume Calore dal Sannio Antico di Telese al Beneventano. Ecco ripresentarsi, una dietro l'altra, le vicende dei Franchi e dei Normanni. L'arrivo dei Mariani e la convivenza con culti in opposizione al Papa portò presto allo scontro, allontanando il Pontifex Giovanni, giunto da Bisanzio, in direzione di Sala Consilina, da dove presero a risalire i monti, rifondando Conza e la sua diocesi, sottomessa al Principato. Con "Castelfranci" Arturo Bascetta, da topo di biblioteca qual è, ci consente di accedere a importanti documenti del nostro passato dei quali si sentiva la mancanza. E, nel contempo, le sue ricerche sono una vera e propria miniera di notizie indirizzate alla conoscenza e alla comprensione dei nodi più complessi della vicenda umana e politica della verde Irpinia. Il pezzo forte feudale resta quello di Bayrano, precedente e vicina a Castelfranci di Bojano, che ha a che fare con Elia dei Balbano, quando Bayrano fu disabitata con la distruzione di Giffoni. E rieccoci in Demanio Regio, nella Contea di M.Marano del Comes Elia Gesualdo di Bayrano, lontano dalla Contea arianese del Conte Giordano, con la produzione della seta fra S.Magno Alter di Pietra Pizzuta e Pinna Sancti Menna. Ora ci sono i Balbano, da Apice a Calabritto, poi riparte la Contea a Conza, fino al sequestro dei feudi di Castelfranci all'arrivo degli Svevi, quando Baiano era degli imperiali di Giffoni. Mancava un exursus su Angioini, la tassa del Focolare e il Bajuolo del comune per la via Saba Major di Cassano, e sulle tasse minori per la coniazione di moneta, adoha, stipendio per i lupari, per l'addizionale e la guerra. Questa, sembra voler dire Bascetta, è la storia di Castelfranci, Baiano, Bagnoli e Mons Maranus, che ricompaiono fra le terre del Rescritto Angioino, non è una favola, non è una passeggiata banale descritta dai viaggiatori occasionali. Questo scritto è un impegno serio, nello Stato dei Della Marra con sede a Serino, insieme a Volturara, fino a quando Castelfranci e Baiano tornano nello Stato di Montemarano, sotto i Naccarelli, e poi con i Marchesi di Mirabella, fra il 1600 e il 1700. Il volume termina con un passaggio sull'Ottocento, con la vita politica e amministrativa, le professioni, i mestieri, e i primi elettori, scelti fra commercianti e artigiani del nuovo borgo. È, questa, la vera storia di Castelfranci, un piccolo borgo con l'immenso quadro del Vigilante, le chiese e gli organi musicali costruiti dai migliori maestri di tutto il Regno.
Serva Italia
Danilo Cagno
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 270
Il Sommo Poeta Dante definì già nel 1300 la nostra povera Patria, "Serva", quando era ben lontana dall'essere considerata la nazione che oggi è diventata. Già nelle terzine della Divina Commedia, infatti, appariva come il nostro paese fosse un pavido e debole territorio, diviso in mille rivoli di poteri e servo di mille padroni locali e forestieri, senza ormai più una sua valenza concreta di indipendenza e sussistenza. E come Dante la cantò nel lontano secolo XIV, dal XXI ed attuale secolo si manifesta il racconto di un cantore moderno, che si suol dir giornalista, che attraversa gli ultimi decenni a braccetto con il suo illustre maestro di vita e di penna, giornalista anch'egli, che lo ispira e coadiuva nell'arduo percorso di scoperta dei più biechi momenti vissuti nella storia recente del nostro "bel paese".
Fammiluce. Apricena, i briganti e la storia
Michele Guerra
Libro: Libro in brossura
editore: Youcanprint
anno edizione: 2025
pagine: 230
Il 1860, oltre alla nascita dell'Italia unita, vide anche il sorgere del Brigantaggio, o meglio, quello che verrà chiamato il "Grande Brigantaggio", per la dimensione che assumerà. Il Brigantaggio post unitario però è, ancora e purtroppo, un indefinito oggetto di studio nella sua completezza perché fu un fenomeno pieno di sfumature e particolari, che sarebbe impossibile generalizzarne una definizione. Infatti, fu molto più complesso di come è stato descritto, soprattutto perché non è esistito un solo Grande Brigantaggio, ma tante piccole realtà locali con le loro peculiari dinamiche e caratteristiche. Questo libro ne vuole dare una diversa chiave di lettura, partendo dal racconto della storia di una delle comitive di briganti che sorsero in Capitanata in quel periodo, la Banda di Apricena, cercando di collocarne le particolari vicissitudini nel contesto storico generale delle vicende che stravolsero il territorio italiano dal 1860 al 1864.