Abscondita: Miniature
Ritratti
Man Ray
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 80
Gran parte dei maggiori artisti, dei più illustri personaggi dei primi decenni del Novecento gravita su Parigi: tutti vogliono esser fotografati da Man Ray, ed è così che nasce quella straordinaria, stupefacente galleria di ritratti, che lo stesso artista poi raccoglie nel libro che qui presentiamo, Portraits, pubblicato nel 1951. Nella breve introduzione Man Ray scrive: «Realizzando i ritratti delle personalità qui raccolte, il fotografo si è interessato esclusivamente al volto dei suoi modelli, senza tener conto della loro situazione e della loro celebrità, né della maggiore o minore simpatia che potevano personalmente ispirargli. L’autore è inoltre ricorso a un giochetto un tempo in voga tra i surrealisti: ha dato un voto, da 1 a 20, a ciascun ritratto, in base al grado di sintonia con la personalità rappresentata e al suo giudizio sulla qualità della resa fotografica. È un giudizio del tutto personale, come il breve commento che accompagna ogni ritratto e che a suo avviso caratterizza il modello. Esso non deve in nessun caso esser considerato come definitivo».
Mon histoire. Pensieri e testimonianze
Claude Monet
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 144
«Sin dall'infanzia fui indisciplinato di natura; non sono mai riusciti a piegarmi a una regola. È a casa che ho imparato quello che so. Il collegio mi ha sempre fatto l'effetto di una prigione, e non ho mai sopportato di viverci, tranne in quelle ore di libertà, quando il sole era invitante, il mare bello, e m'inebriava correre sulla scogliera, all'aria aperta, o sguazzare nell'acqua». Così inizia "Mon Histoire", lo scritto autobiografico del padre dell'impressionismo. A quella data ha sessant'anni, è ricco e famoso ma ancora lotta con le ossessioni di tutta la sua vita: l'aria e l'acqua. Sta lavorando al ciclo delle Ninfee, sulle rive del lago che si è fatto costruire nel suo giardino a Giverny. Dopo quarant'anni di lavoro ancora si sente impotente di fronte a quella grande lezione di verità che è la natura: «mi sembra di non fare nessun progresso, particolarmente da quando ogni giorno scopro cose nuove che non avevo visto il giorno prima. Aggiungo e perdo. In breve, cerco l'impossibile».
Picasso
David Hockney
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 83
«Dalla fine degli anni Sessanta sino alla sua morte, nel 1973, Picasso dipinse a un ritmo incredibile, facendo continuamente nuove scoperte pittoriche e realizzandole. Sembrava acquistare slancio giorno dopo giorno. Quando lo slancio creativo si esauriva, ricominciava in un ambito diverso, o faceva in modo che questo avvenisse. Poteva accadere che per mesi abbandonasse la pittura per dedicarsi esclusivamente all'incisione. Ma non interruppe mai il suo lavoro creativo. Nel mese di marzo del 1965 Picasso realizzò trentadue dipinti in dieci giorni, tutti variazioni sul tema dell'artista e la modella. Spesso giunse a creare quattro o cinque opere al giorno, ognuna delle quali meravigliosamente libera. Aldo Crommelynck, il grande stampatore, mi ha detto che negli ultimi anni di vita Picasso dipingeva molto spesso di notte, nudo. Sono certo che avesse di fronte una splendida ragazza che posava per lui. L'erotismo, in questi ultimi lavori, è molto evidente e chiaramente legato alla sua creatività. All'età di ottantaquattro anni lo troviamo ancora che lotta con la figura, anche se ha disegnato nudi di donna un'infinità di volte, anche se ha dominato la pittura e il disegno. Ogni volta dipinge la figura in modo diverso, ogni volta è pronto a ricominciare. Riconosce l'ostacolo e ricomincia a cercare. A ottantaquattro anni è disposto a ricominciare a guardare, come se fosse la prima volta, e la sua più profonda lezione è questa: non fare mai affidamento su idee preconcette, perché più guardi, più riuscirai a vedere. Picasso ha creato un modo di vedere che includeva molteplici aspetti della visione, sia fisici sia psicologici: il tempo, lo spazio, la memoria, il desiderio... Si aveva ancora bisogno della mano e dell'occhio del pittore per comunicare tutto questo. E se ne avrà sempre bisogno». Sono questi alcuni passaggi del fulminante e intenso omaggio del grande pittore angloamericano David Hockney all'opera di quello che è universalmente considerato il maggior artista del Novecento.
Sette anni di vita a Roma 1956-1963
Lucio Pozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 112
Lucio Pozzi nasce nel 1935 a Milano, città in cui avviene la sua formazione. Dopo il servizio militare si trasferisce a Roma dove studia Architettura, inizia a esporre la sua arte, lavora come grafico e partecipa all’ambiente artistico e culturale della città. Sono gli anni, 1956-1963, in cui è incentrato in modo particolare questo primo capitolo della sua autobiografia. Vive la cultura romana, da attor giovine con personaggi come Alberto Moravia, di cui lascia un memorabile ritratto, Elsa Morante, Pier Paolo Pasolini, Giorgio Manganelli, Sandro Penna, Nuvolo, Ettore Colla, e da coetaneo con Manfredo Tafuri, Massimo Teodori, Carla Lonzi, Mohamed Melehi, e tanti altri. In un percorso a zigzag fra presente e passato, cronaca e emozioni, dettagli e panoramiche, la sua memoria si intreccia anche con il primo matrimonio, con Dacia Maraini, l’avventuroso viaggio di nozze, l’altrettanto avventurosa separazione, le vicissitudini personali e artistiche. Da Roma, dopo la separazione nel 1962 e dopo un anno di transizione, si trasferisce negli Stati Uniti. Qui racconta il primissimo periodo americano, dall’Harvard International Summer Seminar diretto da Henry Kissinger a quando si stabilisce a New York, dove continua la sua carriera di artista che lo porterà a esporre in tutto il mondo. Come scrive Elio Grazioli, nello scritto che accompagna il volume, «Pozzi è schietto, ha fatto della sincerità il suo credo di uomo e di artista, fuori dalle regole e dalle categorie stabilite. I suoi pareri e giudizi, talvolta taglienti, sono sempre personali e sentiti, mai scontati».
Morandi Giacometti e Holland
Yves Bonnefoy
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 80
"Un saggio sui rapporti tra Morandi e Hollan, un altro su quelli tra il pittore bolognese e Giacometti. Se questi accostamenti sono fondati, si può dunque pensare che Giacometti e Hollan ebbero assilli, percezioni, modi di dipingere assimilabili. E se si avvicinano a Morandi per diversi aspetti del suo lavoro, devono dunque incontrarsi in questo o quel punto della loro comune frequentazione della sua grande opera. Opera peraltro così singolare, e così omogenea, che non si vede come si potrebbe interessarsi a essa senza averla dinanzi agli occhi nella sua interezza e reagire a essa senza un coinvolgimento totale del proprio essere".
Diario
Jacopo Pontormo
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 96
All’epoca del Diario, perlomeno delle tre annate (1554-1556) che sono giunte sino a noi, Jacopo Carrucci detto il Pontormo ha passato la sessantina e sta affrescando il coro in San Lorenzo a Firenze, andato distrutto attorno al 1738 e del quale non ci resta dunque altra diretta testimonianza che una trentina di disegni. È la fatica suprema della sua vita; stanco e mezzo infermo la porta innanzi da solo. I giorni in cui può lavorare registra nel diario d’aver compiuto questa o quella parte d’una o d’altra figura, e a maggior chiarezza ne schizza qualche tratto. La materia del Diario potrebbe raccogliersi sotto tre punti: le annotazioni del lavoro agli affreschi in San Lorenzo; quelle dei cambiamenti del tempo in rapporto ai propri malanni, che il Pontormo descrive con cinico compiacimento verbale; e i bollettini ossessivi e meticolosi di ciò di cui in quel determinato giorno Pontormo si è nutrito (quando non è costretto a digiunare). Nella sua segregazione popolata di gigantesche forme in disfacimento, agitata di gesti che paiono brancolamenti sovrumani, i suoi amici vanno a cercarlo, quasi con uno sgomento di saperlo là solo, con un senso di carità ma importuna ed inutile: come se lo volessero riportare indietro, dove egli non ha più ragione di stare, dove rifiuta di stare. Con uno scritto di Emilio Cecchi.
Lettere su Cézanne
Rainer Maria Rilke
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
"Le lettere scritte da Rilke alla moglie Clara Westhoff nell'ottobre del 1907, al ritorno da visite compiute alla esposizione di Cézanne allestita nel Salon d'Antonine, sono di solito più citate che lette. Un poeta e narratore non ancora del tutto libero da scorie provinciali, anche se conosce l'Europa, con una cultura singolare, vasta, anzi vastissima, ma non di eguale qualità, trova nella mostra di Cézanne l'occasione per leggere in se stesso come mai gli era prima accaduto, e per formulare princìpi cui si mantiene fedele per il resto della vita. L'incontro sembra predestinato: Rilke cercava da anni quello che le due sale gli offrono di colpo, con tale intensità da renderlo, sulle prime, sconcertato. L'assimilazione, in ogni modo, è rapida: l'uomo che esce dall'ultima visita compiuta alla mostra non è lo stesso che vi era entrato due settimane avanti. Il Rilke che appartiene al nostro secolo sembra avere una seconda nascita nelle aule del Grand Palais, che Matisse e i suoi amici, quattro anni prima, avevano inaugurato in modo memorabile."
Goya
José Ortega y Gasset
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
«Non capisco perché gli storici dell'arte non confessino con maggior franchezza quello che dinanzi a Goya dovrebbero avvertire: che è un enigma, un dilemma enorme da chiarire, se non da risolvere, per cui occorre prudenza e rinuncia alle semplificazioni, in questo che è uno dei più complessi fenomeni che mai siano apparsi nell'intera storia dell'arte. [...] Comprendere Goya significa non solo spiegare quello che in lui è risolto, ma anche, e nello stesso tempo, rendere manifeste le cause dei suoi fallimenti. D'altra parte l'ipotesi di una "alta intelligenza", oltre a non accordarsi con i suoi errori, non è nemmeno utile a far luce sulla genesi dei suoi risultati più alti - e non mi riferisco solo al suo colore prodigioso e alla grazia frizzante delle sue forme, ma anche a ciò che nei suoi quadri e nelle sue incisioni trascende di molto i confini di qualsiasi arte pratica sino a sfiorare cosmici misteri e raggelanti destini. A nulla di tutto questo si può giungere con la chiarezza dell'intelletto; sono folgorazioni che vanno al di là di ogni concettualizzazione. La verità è che l'opera di Goya non deriva mai dall'intelligenza: o è banale mestiere o è veggenza di sonnambulo.
Basquiat e gli American Graffiti
Achille Bonito Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 76
«Il 12 agosto 1988 Jean-Michel Basquiat muore a New York, stroncato nella sua deriva esistenziale malgrado la costruzione di un'opera che ha abbandonato ogni periferia e raggiunto il centro dell'attenzione internazionale. Ancora oggi celebriamo la durata ed esaltiamo il valore specifico, la complessa coesistenza di molte culture, capace di traghettarci nel nostro presente e attrezzarci per il futuro. Basquiat ha sostituito il ritmo abbreviato del rap con il respiro prolungato e disteso di un processo creativo che ci ha consegnato certamente non opere effimere ma forme espressive a futura memoria. Che è l'arte, ombra perenne di una vita breve».
Giorgione, l'inafferrabile
André Chastel
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 84
«Uno dei misteri più singolari e appassionanti della storia della pittura è il fenomeno Giorgione. È quasi impossibile ricostruire in modo sufficientemente chiaro e preciso il suo percorso artistico; quasi impossibile giungere senza inciampi a un corpus accettabile; quasi impossibile, infine, render conto dell'arte di Giorgione. Ma cosa sarebbe la storia della pittura a Venezia – e persino in tutto l'Occidente – senza "Giorgione e il Giorgionismo", senza quel richiamo alla natura, al colore denso, alla vibrazione del paesaggio di cui parlano tutti gli autori antichi, senza quella rivoluzione interna, in grado di stupire il vecchio Bellini e di affascinare la generazione dei giovani, di cui parlano tutti gli autori moderni. Lo scarto fra le certezze e l'importanza o, se si vuole, fra ciò che è esplicito e l'intuizione, è tale che si è potuto parlare, abusando appena della parola, di un mito di Giorgione».
Picasso
Gertrude Stein
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 110
Gertrude Stein scrisse questo piccolo libro nel 1933, a oltre trent'anni di distanza da quando, nel 1905, il giovane Picasso, di cui fu amica per tutta la vita, dipinse il suo famoso ritratto. In queste pagine, al tempo stesso narrative e critiche, tutte le fasi della parabola artistica del pittore che ha dominato il Novecento – dal periodo rosa alla scoperta dell'arte negra, al cubismo, al neoclassicismo – vengono osservate e analizzate dalla Stein con un'attenzione penetrante, con una devozione senza riserve che però non le impedisce di mantenere la massima autonomia di giudizio. Ecco ad esempio come, in poche semplici parole, riesce ad evocare la dirompente novità che fu, all'inizio del ventesimo secolo, l'arte di Picasso: «Non bisogna mai dimenticare che la realtà del ventesimo secolo non è la realtà del diciannovesimo, non lo è per nulla e Picasso fu l'unico in pittura a sentirlo, l'unico. La lotta per esprimere tutto questo si faceva sempre più intensa. Matisse e tutti gli altri vedevano con i loro occhi il ventesimo secolo ma era la realtà del diciannovesimo secolo quella che vedevano, Picasso fu il solo in pittura a vedere il ventesimo secolo con i suoi occhi e ne vide la realtà e di conseguenza la sua lotta fu terrificante, terrificante per lui stesso e per gli altri, perché non aveva niente che lo aiutasse, il passato non lo aiutava, nemmeno il presente, doveva fare tutto da solo».
L'impressionismo e altri scritti sull'arte
Jules Laforgue
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 122
Il Laforgue che il lettore di questo libro ha tra le mani non è il poeta e il drammaturgo figura apicale d'un certo simbolismo francese, non l'autore amato da T.S. Eliot, e neppure colui che in Italia ebbe nei crepuscolari e in Montale dei convinti ammiratori e in Carmelo Bene il meno prevedibile degli interpreti. È invece il giovane appassionato di arte moderna, e in particolar modo di pittura impressionista; è l'osservatore acuto di alcune importanti esposizioni tra Parigi e la Germania; è il poeta-critico-teorico (non aveva ancora deciso cosa fare, da grande) gravato di gran studio che prova a mettere a punto un'estetica per i tempi nuovi; è il flâneur che si muove tra gallerie e musei, emulo baudelairiano, e riempie i suoi taccuini d'appunti e osservazioni; soprattutto, è il Laforgue che venne rilanciato non senza clamore all'alba del Novecento, grazie all'edizione controversa ma utilissima dei Mélanges posthumes, il terzo volume delle opere complete edite dal «Mercure de France» nel 1903. È insomma il Laforgue letto da Ardengo Soffici, da Vittorio Pica, da Roberto Longhi, da quei pochi cioè che nell'Italia di quegli anni erano desiderosi di capire qualcosa di più, e qualcosa di meglio, nel merito della prodigiosa efflorescenza della pittura francese.