Aragno
Dei nobili costumi e degli studi liberali della gioventù
Pier Paolo Vergerio
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Il De ingenuis moribus (1402) è un'epistola indirizzata dall'umanista istriano Pier Paolo Vergerio al giovane Ubertino da Carrara, rampollo dell'importante famiglia padovana. L'educazione del buon principe fu uno dei temi più cari agli umanisti italiani, come testimonia già Petrarca nella fortunata lettera familiare indirizzata all'Acciaiuoli in lode di Roberto I d'Angiò. L'institutio del signore - come ribadirà un secolo più tardi Erasmo da Rotterdam - non poteva se non fondarsi sugli studi liberali e sulle lettere antiche, recentemente rinnovate e 'riscoperte'. Vergerio non delinea un programma rigido, non propone canoni, né dogmi. Al contrario, l'epistola-trattato con cui l'autore si rivolge al giovanissimo Ubertino è un elogio della flessibilità: della plasticità della mente dei bambini, della sinuosità con cui si possono tracciare percorsi di studio, crescita e formazione. Vergerio configura una feconda convergenza delle diverse discipline che - insieme - formano quello che Garin definì l'uomo integrale del primo Umanesimo.
Lettere di botanica
Jean-Jacques Rousseau
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Questo volume raccoglie le Lettere elementari di botanica (1771-1774), le nove lettere coeve inviate a Monsieur de La Tourrette e il Dizionario di botanica, redatto nello stesso periodo. Rousseau ci rivela un lato meno noto del suo pensiero: quello del naturalista. Le lettere, scritte in uno stile narrativo e discorsivo, guidano il lettore nella comprensione dei caratteri delle piante secondo il sistema linneano e invitano all'osservazione diretta, trasformando lo studio botanico in un'esperienza estetica e quasi affettiva. Il dizionario completa l'opera, fornendo strumenti chiari per orientarsi nei termini e nei concetti fondamentali della disciplina. Il tono intimo e confidenziale delle lettere mira a risvegliare curiosità e meraviglia, mostrando come il sapere botanico, lungi dall'essere nozionistico, possa diventare un esercizio dello sguardo e dell'animo. Un contributo significativo alla storia della botanica del XVIII secolo e alla comprensione della particolare dimensione naturalistica del pensiero rousseauiano.
Perché abbiamo bisogno di una Dea
Donatella Signetti
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
La Grande Dea è stata la figura divina centrale della prima concezione mitologica del mondo. Archeologia e mitologia ne conservano ancora le tracce, ma a un certo punto culti e narrazioni cambiano contenuto, mettendo al bando la sua memoria. Le storie che raccontiamo o che occultiamo influenzano il nostro modo di essere e di stare al mondo. Non c'è nulla di meno innocuo di una storia: noi umani da sempre ci influenziamo l'un l'altro grazie alle narrazioni. La storia della Dea ha bisogno di essere rinarrata, per colmare una mancanza, per dare forma a una nuova mitologia femminile o forse addirittura dell'umano, che passi attraverso il recupero di qualcosa che c'era ed è andato perduto. Il significato di fondo del mito della Dea, presente come una costante in tutte le sue varianti, è la visione del mondo come unità vivente. La Grande Dea, ovunque la si trovi, testimonia la percezione dell'universo come un tutt'uno vivente e sacro, in cui ogni cosa è tenuta insieme in una rete cosmica, dove tutti gli ordini della vita manifesti o immanifesti sono in relazione, oltre ogni dicotomia. Con la prefazione di Edmondo Lupieri e la postfazione di Ludovica Eugenio.
Echi di memorie Pier Giorgio Frassati
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
pagine: 410
Pier Giorgio ha saputo unire al generoso servizio al Signore ed ai fratelli l'ammirazione per l'armonia del Creato, l'ammirazione di Dio stesso; attraverso l'ammirazione del visibile, l'ammirazione dell'invisibile. (Papa Giovanni Paolo II) La sua esistenza fu avvolta interamente dalla grazia e dall'amore di Dio e fu consumata, con serenità e gioia, nel servizio appassionato a Cristo e ai fratelli. (Papa Benedetto XVI) Un ragazzo "controcorrente", che portò un po' di benedetta tempesta nel suo mondo e anche nella sua famiglia, perché la santità è sempre rivoluzionaria. (Papa Francesco) La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo. È l'allenamento quotidiano dell'amore che ci rende capaci di lavorare all'edificazione di un mondo nuovo. (Papa Leone XIV)
Le odi
John Keats
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
pagine: 100
A oltre due secoli dalla morte di Keats lo splendore delle Odi - uno dei vertici della poesia di tutti i tempi - permane intatto. Il contrasto tra l'eternità e il divenire, la nostalgia per il tempo delle origini e la desolazione di un mondo sconsacrato, l'impassibilità della bellezza e il vanire delle generazioni umane, nei versi disperatamente gioiosi del grande poeta inglese.
La neve è calda
Luciano Nota
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
"Immaginifico come un dipinto d'avanguardia. Graffiante come un assolo hard rock. Commosso e commovente come una preghiera di fronte ad un'immensa distesa d'acqua d'inverno. Quando s'incontra un verso così potente ci si schianta contro la sorpresa, l'enormità del sentimento, la torsione di viscere della memoria." (Maria Grazia Trivigno)
Mani di prugna
Ilaria Maria d'Urbano
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Un dialogo incessante tra vita morte e amore, in cui viene restituita la parola ai morti, ai dimenticati, e in cui chi resta interroga il mistero. Il distacco e il lutto assumono una nuova veste, in una dimensione di reciprocità.
Dante nella crisi del Novecento. Da Pound a Pasolini
Roberto Antonelli
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Lezioni Sapegno 2023 con un intervento di Piero Boitani.
Pinocchio (moviole) 1995-98
Mariano Bàino
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
«Difendiamo e sosteniamo il nostro essere-pinocchio»: con queste parole, all'alba del nostro secolo (o al tramonto del suo, piuttosto), salutava Francesco Leonetti l'apparire di Pinocchio (moviole). Se l'universalità d'un autore, a prescindere dalla sua opera, si misura dalla caduta in aggettivo della sua anagrafe (basti pensare a «kafkiano»), in quella formula la pinocchità assurgeva a categoria dello spirito, al di là non solo dell'opera ma persino del suo autore. E infatti nell'immaginario, dice Giancarlo Alfano, quello di Pinocchio è «modello» antropologico, prima che narrativo, «paradigmatico dal punto di vista della psicologia, esemplare». La formidabile fortuna della favola, sempre riscritta, si deve al principio-metamorfosi che le è intrinseco. Testualmente «uno e bino», Pinocchio è altresì nessuno e centomila: e allora il destino dell'essere-pinocchio, in potenza, quello di tutti noi «pinocchi e pinocchie» (istiga alla ribellione la sua immagine-movimento, a un irresistibile divenire-pinocchi). Con la sottigliezza virtuosa che gli è propria, Bàino sottopone questa dromomania a détours au ralenti, per scoprire che suo «tema profondo» non è che «la corsa verso la morte». Per sottrarsi a un «mondo» che «non cambia mai», e forse appunto «nasce morto», è all'autodistruzione che Pinocchio si scapicolla. Forse proprio per dribblare questo doppio legame Collodi ideò la sua postrema metamorfosi, per tanti lettori desultoria se non traumatica, in «ragazzino perbene». Ma il «neocollodico» del tempo di dopo si sottrae a quest'ambigua salvazione e, come l'altro suo avatar Robinson, «salta giù dal libro che affonda» per inoltrarsi in «un'estasi / più blu di ogni cosa al mondo», là dove «abolito» è «ogni dominio». Non è l'ultima ventura del burattino fattosi «pulcinella di mare», ma certo quella in cui vorremmo riconoscerci. Andrea Cortellessa
Stati di salute
Lidia Riviello
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Lidia Riviello si fa carico del caos di frammenti che ruotano sulle teste (talora pensanti, talatra pesanti) di noi contemporanei e tenta non solo di trascriverlo, rendendolo poesia e non mero, vorticoso sovrapporsi di informazioni, ma di offrirci una bussola, un timone, una parola che sia linea guida e ci orienti nel turbine di avatar, vite inventate, vite che sono quello che vorremmo fossero le nostre vite. Vite esposte alla massima potenza d'inganno, dunque. E la traccia sublime del vero, che Riviello esplora da rabdomante, dove la forcella di legno, che vibra all'apparir del vero, è la parola. Parola aerea, eppure non immateriale. Dopo, infatti, nella seconda parte, si affonda nel vero più vero, quello del corpo esposto, della carne sofferta che portiamo. Siamo dentro una serie ospedaliera ipercontemporanea, dentro una disfunzione alimentare che, riportata alla brevità virtuale dei social, non racconta davvero più niente, nemmeno più la pulsazione cinematografica d'inizio millennio. Nessuna complessità, nessuna profondità, ma il nulla che ragiona sopra il nulla e racconta un'euforica ipocondria, l'inefficace esposizione di corpi, già espressi al mondo dal proprio dolore. Ed è questa l'analisi di un mondo che vorrebbe sfuggire all'analisi, che cerca di confonderci coi suoi impulsi frenetici. Ma Riviello si ferma, se lo assume, lo osserva, vi si oppone. E fa poesia del niente, e del suo astratto, pixellato male. Maria Grazia Calandrone
Il macello moderno
Antonia Paolini
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
È una soggettività tutta scritta, dentro e fuori, nell'interno ed esterno della mente-corpo, quella di Antonella Antonia Paolini in questo libro d'esordio in poesia. Un io che scrive, a volte lirico a volte narrante, e a mano a mano sempre più narrante, che si presenta a sé, e a noi, come fatto di lettere-formiche - così nel Prologo che apre la raccolta - e prima ancora di sillabe, che invadono l'animale umano, bambino poi adulto, fino a che questa originale invasione violenta, questa metamorfosi che tanto somiglia a una morte diventa vera appartenenza, terra unica in cui riconoscersi, sola origine. Prima di tutto, per Paolini, c'è la letteratura, che viene espressa fuori di sé, disannerandosi come scrive l'autrice, liberandosi infine sulla pagina dell'ombroso veleno, anzi farmaco, che è l'inchiostro di una scrittura ancora intimamente pensata come fisica, o tipografica, proprio perché risale alla più segreta, e proibita, disposizione dell'infanzia. Ed è solo così, risalendo all'invasione prima della lingua nel corpo, che il corpo stesso riesce a sopportare le ulteriori, metalliche, aspre prove a cui la vita lo sottopone. Perché a essere condotto al Macello moderno è il soggetto stesso, che pure ne esce vivo, ma mutato. In tutto questo, percepiamo affinità possibili con un primo Valerio Magrelli passato per lucida disperazione, o con una Elisa Biagini virata verso il body horror: ci conteniamo, siamo contenuti, ma anche abitati-attraversati da fantasmi. Presenti e dichiarati invece nella filigrana di questo libro, amorosi guardiani della bambina che scrive da sempre ora adulta, alcuni alti nomi della nostra letteratura: Leopardi, di cui Paolini è affermata studiosa, Ariosto ma anche Balestrini. Laura Pugno
Vivian Grey
Benjamin Disraeli
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Vivian Grey, un giovane dandy senza fortuna o antiche ascendenze, è animato dal desiderio di farsi strada nella politica e nell'alta società. Espulso dal college, dove ha dato corso ai primi esperimenti di leadership, convince il marchese di Carabas, un aristocratico mediocre e vanesio, ad organizzare un partito che lo sostenga nella corsa al premierato. L'inesperienza del marchese e il tradimento di una donna porteranno al fallimento del progetto. Esule dall'Inghilterra, Vivian Grey prosegue le sue avventure in Germania, dove si impegna in intricati giochi politici e tesse alleanze tra granduchi e principi mediatizzati.