Libri di Lidia Riviello
Stati di salute
Lidia Riviello
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2025
Lidia Riviello si fa carico del caos di frammenti che ruotano sulle teste (talora pensanti, talatra pesanti) di noi contemporanei e tenta non solo di trascriverlo, rendendolo poesia e non mero, vorticoso sovrapporsi di informazioni, ma di offrirci una bussola, un timone, una parola che sia linea guida e ci orienti nel turbine di avatar, vite inventate, vite che sono quello che vorremmo fossero le nostre vite. Vite esposte alla massima potenza d'inganno, dunque. E la traccia sublime del vero, che Riviello esplora da rabdomante, dove la forcella di legno, che vibra all'apparir del vero, è la parola. Parola aerea, eppure non immateriale. Dopo, infatti, nella seconda parte, si affonda nel vero più vero, quello del corpo esposto, della carne sofferta che portiamo. Siamo dentro una serie ospedaliera ipercontemporanea, dentro una disfunzione alimentare che, riportata alla brevità virtuale dei social, non racconta davvero più niente, nemmeno più la pulsazione cinematografica d'inizio millennio. Nessuna complessità, nessuna profondità, ma il nulla che ragiona sopra il nulla e racconta un'euforica ipocondria, l'inefficace esposizione di corpi, già espressi al mondo dal proprio dolore. Ed è questa l'analisi di un mondo che vorrebbe sfuggire all'analisi, che cerca di confonderci coi suoi impulsi frenetici. Ma Riviello si ferma, se lo assume, lo osserva, vi si oppone. E fa poesia del niente, e del suo astratto, pixellato male. Maria Grazia Calandrone
All you can eat
Lidia Riviello
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2021
pagine: 75
Possiamo considerarlo un esempio di project poetry, questo "All you can eat", libro della maturità di Lidia Riviello, tutto concentrato intorno a un nucleo letteralmente indigesto, che il capitalismo, o con Donna Haraway il Capitalocene, nonostante il motivo allegorico gioviano dello spiritus che durissima coquit, non riesce completamente - non ancora - ad assimilare nel doppio senso di questa parola: ed è l'animale necessità del fare cibo di qualcos'altro, qualcun altro, nell'impossibilità di divorare direttamente il sole. Siamo tutti food chains, catene alimentari, e non sappiamo di esserlo, ci ricorda Riviello, ma, come direbbe Aldo Leopold, «troppa sicurezza, a lungo andare, sembra produrre solo pericoli». Così questo libro costruisce un panopticon, un carcere perfetto in cui l'occhio si posa su ogni cosa e di ogni cosa fa commestibile. E allo stesso tempo crea un soggetto molteplice, animale caleidoscopico dalle mille bocche che si disperde in voce neutra, in annuncio pubblicitario-autoritario di un mondo in cui si viene disperatamente parlati da una voce dentro lo stomaco. Fino a farsi e farne continuità digestiva ininterrotta cibo-corpo-casa-mondo, enorme bolo, susseguirsi di s/cene primarie, ironiche cene primarie à la Hillmann, e sempre vagamente antropofaghe. La pandemia della primavera 2020 vi entra per restare, come «sensazione predatoria», messa a fuoco e allo stesso tempo ricordo di qualcosa che ci accorgiamo di conoscere troppo bene da troppo tempo. Già lo scintillio di Neon 80 era di luce fredda, ma in questa raccolta, in cui ogni testo prilla su sé stesso come un piattello e viene fatto brillare come un ordigno, diamo conto che il mondo di Lidia Riviello si è indurito, ridotto a quel residuo in cui tutto si arrende a ciò che è, per quel processo che nel tempo da polpa ci fa diventare quasi solo nocciolo. Tutto si è rappreso, intorno a una poesia che ancora cerca di scavare una via d'uscita. Intanto la guerra, forse, è stata persa da tempo. Laura Pugno
Sonnologie
Lidia Riviello
Libro: Libro rilegato
editore: Zona
anno edizione: 2016
pagine: 60
"Gli utenti e i clienti, onnipresenti nei versi di Lidia Riviello, circolano infatti soprattutto lì, nel sonno, così come il flusso del valore e il vapore del capitale. Questa mutazione, indistinguibile dall'aria che respiriamo, è dicibile ormai pressoché esclusivamente mediante gli strumenti della poesia: straniamento, guerriglia linguistica. Sonnologie lo dimostra lapidariamente: denominando il fenomeno intero come "mercanzia onirica" (p. 21). Il termine 'sonnologie' qui sembra alludere a una qualche scienza che studia il sonno: i ritmi, le posizioni o il movimento delle palpebre. Si tratta in realtà della ricreazione linguistica di un mondo altrimenti indicibile: 'sull'uso e non sul significato dei sogni/ lavorano incessantemente/ sottotitolando misticamente il profitto' (p. 18). Un arredamento della mente, un piano che si fa casuale, a 'velocità commerciale', capaci di darci intera la mappa o la segnaletica del presente: tra linee gialle da non oltrepassare, inte rni dell'Ikea, amministrazione di mitologie, splendori mistici dell'ebay." (dalla nota di Emanuele Zinato)
La Basilicata esiste. Storie, memorie e personaggi lucani
Lidia Riviello
Libro: Copertina morbida
editore: Perrone
anno edizione: 2014
pagine: 160
Rhum e acqua frizzante
Lidia Riviello
Libro: Copertina morbida
editore: Perrone
anno edizione: 2009
pagine: 64
"Leggendo il tuo libro, ho pensato a Eliot per quel raffinato uso dell'ironia che permette di stabilire un indispensabile distacco dalle emozioni pur senza sminuire l'intensità drammatica. Anche tu riesci a scoprire un senso profondo nelle situazioni occasionali, negli oggetti comuni, negli incontri che possono avere una durata massima o brevissima ma sempre hanno un principio e una fine e quindi sono contaminati dal dolore. In quasi tutti gli incipit si afferma la concretezza dell'oggetto pieno, [...] che è solo il punto di partenza per scatti di pensiero lanciati in tutte le direzioni, fino a creare stupore e attesa e molteplice ricchezza di significato" (dalla postfazione di Carla Vasio).
Neon 80
Lidia Riviello
Libro: Copertina morbida
editore: Zona
anno edizione: 2008
pagine: 60
"Con una nota di Edoardo Sanguineti. Neon 80, materiali sparsi, volutamente accennati e provvisori. Accennati e provvisori come sono stati gli anni Ottanta, nei quali, io bambina e adolescente, mi iniziavo come potevo e soprattutto mi "cominciavo" a scrivere. Il neon era la non-illuminazione che rendeva le nostre città, uffici, i centri commerciali, gli ingressi dei palazzi dei non luoghi, scenografie ripetitive di uno scenario un tempo spento, ora acceso dalle nuove tecniche di illuminazione. Un piatto e lineare "luogo standard" dentro il quale prendevano vita eccentrica i feticci delle nostre società di consumo. Se ci sono stati dei non luoghi ci sarà stata una luce radicalmente "autonoma e immortale" a isolare tempo e spazio. Con questo "gas nobile, inerte, quasi incolore", si spegneva il sole" (Lidia Riviello).