Aragno: Biblioteca Aragno
Alle origini dell'Italia politica del Novecento
Benito Mussolini, Angelo Tasca, Antonio Gramsci
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2019
Abbiamo intitolato "Alle origini dell'Italia politica del Novecento", scegliendo i testi della polemica dell'ottobre 1914 tra Mussolini, Angelo Tasca e Antonio Gramsci facendoli seguire in appendice sia da alcuni testi che precedono quel momento che da alcuni di poco successivi, perché quella crisi in cui matura il distacco rapido di Benito Mussolini dal Partito socialista, marca irreversibilmente l'uscita dall'Italia dell'Ottocento. La politica non è più teoria, è capacità del "politico" di dare forma e volto "forzando" le cose, anche in contrasto con l'impianto politico con cui si è identificati fino a quel momento. Il problema della fisionomia di quella crisi non è infatti nei distacchi, ma nella domanda di politica che essa genera. Benito Mussolini forza l'idea che occorra una piattaforma politica per proporre azione. Chi gli risponde tra i giovani socialisti (Angelo Tasca e Antonio Gramsci) che fino a quel momento hanno creduto nella battaglia del direttore de l'"Avanti!" per il rinnovamento del socialismo italiano, intuisce la natura della sfida pur con incertezze o con incredulità. Le scelte successive di Mussolini sembrarono dare ragione a chi riconduceva quella crisi solo dentro la decisione di cambiare posizione. Quella crisi, tuttavia, non è solo un passaggio di sponda. È molto di più: segna l'inizio di una nuova stagione della politica in cui conta moltissimo la capacità di mobilitazione, la forza del mito politico, la domanda di senso dell'agire politico. È il Novecento, senza più possibilità di ritorno, per tutti i protagonisti di quella svolta.
Sui programmi di aiuto ai paesi sottosviluppati
Raffaele Mattioli
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2018
Antivita di Italo Svevo
Maurizio Serra
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2017
Protagonista indiscusso della modernità, Italo Svevo (1861-1928) continua a rappresentare un enigma, sfuggito finora anche alle più attente indagini biografiche. Uomo dalle molteplici identità, ebraica, triestina, italiana, racchiuse per due terzi della sua vita nell’uniforme impeccabile del figlio di una Mitteleuropa al tramonto, Svevo è in realtà un sovversivo che non accetta alcun dogma: dalla religione alla scienza, dalla psicanalisi al patriottismo. Sempre in lotta come Charlot contro ‘ordigni’ e ‘rane’ che lo assediano ogni giorno, è un nemico giurato della retorica e dei buoni sentimenti. La metafisica lo annoia, il lirismo lo lascia freddo, l’epica lo irrita, il sacrificio non fa per lui. Eppure, questo apolitico professo ha affidato al finale de La coscienza di Zeno una delle più alte e profetiche allegorie della guerra civile europea. L’antivita di Svevo si cela nella sua opera sfuggente, sinuosa, breve se misurata sul metro delle principali odissee letterarie del Novecento, che tuttavia non si finisce mai di esaminare nei suoi mille anfratti e interstizi. Come Borges, a lui affine per tanti versi, Svevo non sopporta l’esposizione in piena luce. Ma, a differenza di Borges, vede benissimo anche al buio. Non lascia impronte digitali ma semina oculatamente indizi. All’atto in cui sembra darci l’illusione di averlo stanato, riesce a nasconderci qualcosa, forse l’essenziale, che non è finzione. Quando rispose a un giovane amico inglese che il primo dovere di uno scrittore è la sincerità, Svevo era sincero. Questo libro, frutto di una lunga e minuziosa indagine documentaria sullo scrittore, il suo ambiente e la sua epoca, si propone di raccogliere la sfida, capovolgendone le premesse. Serra ci invita ad accompagnarlo alla scoperta di quell’antivita, che per il commerciante e industriale Ettore Schmitz non fu soltanto la prigione, ma la condizione per rigenerare Italo Svevo e condurlo all’ultima straordinaria stagione creativa. Se il notabile ha frenato a lungo l’artista con il quale coabita, esiste nondimeno fra loro una ben rodata complicità. Entrambi sono intelligenti e astuti, amano l’ordine e diffidano del pathos. Spetta a noi capire questa intesa e rivelarla nella misura del possibile. Allusivo, felpato, Ettore-Italo manterrà intatta, fino alla proverbiale “ultima sigaretta” rifiutatagli dai medici sul letto di morte, la sua fede ironica ma autentica nell’uomo, convinto che la salvezza non sia garantita dalla volontà che vacilla, bensì dall’intelligenza che scruta.
L'assedio e la Comune. Parigi 1870-1871
Edmond de Goncourt
Libro: Libro in brossura
editore: Aragno
anno edizione: 2017
pagine: XXXVI-280
Il 19 luglio 1870 la Francia dichiara guerra alla Prussia nel generale tripudio patriottico di un’opinione pubblica conquistata dalla stampa imperialista. Con la vera ubiquità del cronista, Edmond de Goncourt si sposta da un quartiere all’altro della capitale per essere quanto più possibile vicino agli avvenimenti, ritrarne la verità istantanea. Nonostante l’elitismo politico e sociale ostentato, egli ci ha lasciato una delle testimonianze più vaste, dettagliate e suggestive del dramma storico che ha vissuto Parigi nel tempo dell’Assedio e della Comune.
Le passioni degli Olivetti
Nerio Nesi
Libro
editore: Aragno
anno edizione: 2017
Nerio Nesi racconta in questo breve e intenso ricordo, denso di informazioni e notizie, la saga degli Olivetti che, dal nulla, diventarono grandi e da grandissimi poi un po’ per volta declinarono, mentre la società Olivetti scompariva dal mercato. Conosciuta personalmente la famiglia Olivetti e studiatene le vicende dei suoi membri, in particolare di coloro ai quali il libro è dedicato, Nesi la ricorda e la tramanda con affetto, compartecipazione, non senza quella malinconia e quella nostalgia che lascia in tutti noi l'incompiuta vicenda di una grande occasione perduta dell’industria italiana: avere intuito le profonde trasformazioni che avrebbe causato l’era del computer e non aver potuto compiutamente gestirle. Una piccola storia di una grande famiglia, unica nella storia sociale e industriale dell’Italia. Prefazione di Giuseppe Berta.