Abscondita: Miniature
Scritti sull'arte
Eugène Delacroix
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2013
pagine: 82
"Di fronte a un oggetto veramente bello un istinto segreto ci avverte del suo valore e ci costringe ad ammirarlo malgrado i pregiudizi o le antipatie. Questo accordo tra persone in buona fede dimostra che se tutti gli uomini sentono l'amore, l'odio o le passioni nello stesso modo, se sono inebriati dagli stessi piaceri o straziati dagli stessi dolori, ugualmente si commuovono di fronte alla bellezza, come si sentono urtati alla vista del brutto, cioè dell'imperfezione. Accade però che se hanno il tempo di riesaminarsi e di rivivere la primitiva emozione parlando o scrivendo, questi ammiratori prima così unanimi non si intendono più, nemmeno sui punti principali della loro ammirazione; le abitudini di scuola, i pregiudizi culturali o patriottici tornano ad imporsi e sembra allora che i giudici più competenti siano i più propensi a contraddirsi; perché la gente senza pretese o si commuove poco, o conserva la primitiva ammirazione. In queste varie categorie non consideriamo l'esercito degli invidiosi, che il bello getta sempre nella disperazione."
Tiziano
Pietro Aretino, Giorgio Vasari
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2013
pagine: 104
Nessun artista del Cinquecento ha acceso la fantasia di poeti, letterati e scrittori più di Tiziano. Intorno alla grande e longeva figura del maestro Veneto si sono cimentate le penne più brillanti e taglienti del secolo, ribaltando il rapporto di confronto tra poesia e pittura. I due scrittori che hanno visto Tiziano più da vicino sono due toscani, anzi due concittadini, entrambi di Arezzo: Pietro Aretino e Giorgio Vasari. Il sodalizio tra Tiziano e l'Aretino viene suggellato da un epistolario ricco di spunti: lo scrittore rivolge a Tiziano consigli, elogi, critiche e inviti alternando momenti di intimità personale con aperture panoramiche sull'Europa del Cinquecento. Dieci anni dopo la morte dell'Aretino, è la volta di Giorgio Vasari. In vista della seconda edizione delle "Vite", l'artista e biografo toscano si reca a Venezia per raccogliere notizie aggiornate e impressioni di prima mano. La "Vita" di Tiziano, frutto di un incontro avvenuto nel 1566 e della visita alla bottega del pittore, è una testimonianza fondamentale non solo per la documentazione diretta sulle opere, ma anche per il progressivo, radicale cambiamento di gusto da parte di Vasari: cresciuto nella devozione verso Michelangelo, difensore del "primato del disegno" toscano, egli è prevenuto verso la scuola veneziana e l'uso del colore; ma a poco a poco, parlando di Tiziano si fa avvolgere dall'onda del colore, dal calore delle tonalità, e le iniziali riserve diventano un convinto, pieno e consapevole elogio.
Gauguin nel suo ultimo scenario
Victor Segalen
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2012
pagine: 102
"Questo scenario fu sontuoso e funerario, proprio come s'addiceva a una tale agonia. Fu splendido e triste, paradossale per qualche verso, e circonfuse con le giuste tonalità l'ultimo remoto atto d'una vita vagabonda illuminandola e decifrandola. Ma di riflesso la forte personalità di Gauguin illumina a sua volta il quadro prescelto - l'ultima elettiva dimora -, lo ricolma, lo anima, lo dilata; al punto che possiamo abbracciare in una stessa visione, con scientifica esattezza, il protagonista, le sue comparse indigene, il contesto decorativo."
Anni di piombo
Mimmo Rotella
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2012
pagine: 101
In "L'ora della lucertola", Mimmo Rotella racconta: "In Italia c'è un pesante clima di rivendicazioni sindacali. Nel Nord ci sono spedizioni punitive contro o politici 'irregolari' o gente di opposti partiti politici, specialmente fascisti. Questo clima in parte è il risultato e lo strascico del famoso '68. Ora ci sono le rivendicazioni degli operai contro il governo. Si preannunciano i famosi 'anni di piombo'. È un mattino di settembre a Milano, una splendida giornata di sole. Telefono al mio assistente. L'auto arriva decappottata. Incontriamo per strada cortei di lavoratori. C'è una manifestazione di autonomi in piazza Duomo. Da via Broletto imbocchiamo via Porrone. Gli autonomi, tutti giovani sui vent'anni, percorrono la stessa via armati di sassi, spranghe e bighe di ferro. Urla, sassate e bighe di ferro ci arrivano addosso. Un sasso spacca letteralmente il parabrezza mentre una biglia di ferro mi raggiunge sulla parte destra del mio viso, sotto lo zigomo. Il vestito che indosso, una sahariana di Yves Saint-Laurent, è tutto sporco di sangue". Con uno scritto di Pierluigi Battista.
Il movimento di Corrente
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2012
pagine: 114
Il 1° gennaio 1938 Ernesto Treccani, appena diciottenne, fonda la rivista "Vita Giovanile" (ribattezzata nell'ottobre 1938 "Corrente di Vita Giovanile" e nel febbraio 1939 abbreviata in "Corrente") intorno a cui si radunano alcuni giovani artisti, come Birolli, Migneco, Valenti, Cassinari, Guttuso, Sassu, Morlotti, Vedova e altri. Non formano un gruppo, ma sono accomunati da un espressionismo inizialmente lirico, poi sempre più drammatico, impostato soprattutto sul colore e la luce. Tra i loro maestri pongono Van Gogh, Ensor, Matisse, Picasso. A influenzarli è anche il pensiero di Antonio Banfi che, diffondendo in Italia la Lebensphilosophie di Simmel e la fenomenologia di Husserl, sviluppa un'estetica incentrata sulla vita dell'arte, che invita a esprimere i sentimenti, le passioni, i drammi dell'esistenza. "Ciò che l'arte contemporanea cerca è la poeticità della nostra vita, di questa vita che è ancora in tumulto" scrive. La rivista è costretta a chiudere nel 1940, ma il movimento rimane in vita fino al 1943, raccogliendosi intorno all'omonima galleria e alle omonime edizioni. Il volume comprende i principali scritti degli artisti e dei critici di Corrente. Inoltre, attraverso un'indagine capillare, condotta sulle riviste dell'epoca e negli archivi, propone per la prima volta una cronologia analitica del movimento, scoprendo vari dati inediti e ricostruendo una trama di rapporti mai indagati con l'ambiente artistico del periodo.
Dalí
Ramón Gómez de la Serna
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 100
"Quando, il 12 gennaio del 1963, la morte fermò, a Buenos Aires, la mano di Ramon Gómez de la Serna, lo scrittore stava lavorando a un libro su Salvador Dalí" scrive Sebastiano Grasso nella presentazione a questo funambolico ritratto di uno dei più grandi e scandalosi artisti del Novecento. "I due spagnoli erano d'accordo. Una volta pronto, il testo sarebbe stato illustrato dal pittore". Dalí mantenne l'impegno, realizzando i disegni che presentiamo nella nostra edizione. Ma chi è realmente Salvador Dalí per Ramon Gómez de la Serna? "È "il figlio di una nuova specie" che, spesso, diventa un imputato da difendere" risponde Sebastiano Grasso. "Ecco, allora, che l'avvocato Ramon scrive una lunga arringa. Convincente, umana, ricca di estro e di arguzia". E, per farlo, si pone sul suo stesso terreno, compete con l'artista, si riconosce in lui non senza compiacimento, gareggia con lui in stravaganze o, come dice, in "manifestazioni serafiche". Dalí seppe fare della sua intera vita un capolavoro surrealista? Ramon non si tira indietro, e scrive di lui nel miglior stile surrealista, si fa "giocoliere della parola", si produce in "una raffica di lampi" per esaltare l'amico e se stesso. "L'arte è una nuova maniera di farneticare," dice, probabilmente pensando anche alla propria vita, giunta ormai alla fine, interamente consacrata alla scrittura "vincendo la monotonia, sia come sia, purché in forma originale e riuscita".
Omaggio a Dalì
Brassaï
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 118
"Fu nel suo atelier in rue La Boétie che in un giorno d'inverno del 1932 Picasso mi presentò i Dalì. Salvador era giovane e bello: volto emaciato dal pallore olivastro, ornato di baffi sottili; occhi grandi da allucinato, sfavillanti di intelligenza e di uno strano fuoco; capelli lunghi da gitano, grondanti brillantina, addirittura spalmati, come appresi più tardi, di vernice per quadri. Il colletto a sottili righe blu e la cravatta, poco più di un cordino rosso, tradivano il suo amore per l'originahtà. Gala, di età indefinibile, vestita come un ragazzo, era snella e bruna, e lo sguardo dei suoi occhi castani, che secondo Paul Eluard "perforava i muri", conferiva al suo viso un'attrazione singolare. La "musa surrealista", dapprima ispiratrice di Max Ernst, era divenuta in seguito moglie di Paul Eluard, sino al fatidico viaggio a Cadaqués, sulla Costa Brava, dove aveva conosciuto Salvador".
Carteggio (1914-1951)
Ottone Rosai, Ardengo Soffici
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 107
Rosai e Soffici si conoscono a Firenze nel dicembre 1913. Rosai ha diciotto anni e non è ancora Rosai. Dipinge visioni notturne, case incendiate che colano come cera, nudi insonni e perversi, un autoritratto da teppista col coltello fra i denti. Soffici ha trentaquattro anni ed è già Soffici. La sua vera formazione è avvenuta a Parigi, dove ha vissuto dal 1900 al 1907, comprendendo subito quello che bisogna comprendere. Per Rosai non è un incontro, ma una rivelazione, come scriverà anni dopo. Soffici diventa il suo maestro. Tra la fine del '13 e la fine del '14 si incontrano alle Giubbe Rosse. Ma Soffici abita al Poggio, non sempre può raggiungere Firenze e allora, quando alle tre di notte il caffè chiude, è Rosai che va a cercarlo, percorrendo i quindici chilometri che lo separano dal paese. La casa di Soffici, appartata, sembra la badia di un priore. Nella sua libreria il giovane "teppista" trova tutta l'Europa, da Picasso, Braque, Matisse agli artisti che sente più vicini, come Cézanne e Rousseau. Vivissima e feconda lungo tutti gli anni venti, l'amicizia fra Soffici e Rosai si interrompe bruscamente agli inizi del decennio successivo, quando Rosai, dopo la sfortunata mostra tenuta a Milano alla Galleria del Milione nel 1930, incolpa del fallimento il maestro di un tempo e pubblica un livoroso pamphlet. Il dissidio fra i due si ricomporrà lentamente nei decenni successivi, ma la loro amicizia non rinascerà più.
Scoperta delle arti cosiddette primitive
Tristan Tzara
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2007
pagine: 80
"Aprendo nuove vie alla creazione artistica, la scoperta delle arti primitive esercitò un'influenza indubbia sul cammino delle idee. E il clima di favore creato dagli artisti all'inizio del ventesimo secolo ad aver reso possibile lo studio delle forme di sensibilità proprie alle arti dell'Africa nera. Ormai tali produzioni non vanno più considerate alla stregua di mere curiosità o di esotismi, bensì con lo stesso rigore di quando penetriamo nel mondo della statuaria egizia o di quella della Grecia antica. Il fatto stesso che l'arte negra ai nostri giorni rientri, allo stesso titolo delle arti consacrate, nel dominio universale della cultura - dove tanta millenaria saggezza e tanta bellezza compongono il tesoro che costituisce l'eredità dell'uomo d'oggi - non è forse il segno che l'ideologia moderna, almeno nella sua avanguardia, è ormai pronta ad accogliere la liberazione dei popoli neri come una necessità ineluttabile?".
L'immaginario dal vero
Henri Cartier-Bresson
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2005
pagine: 104
"Fotografare è trattenere il respiro quando tutte le nostre facoltà di percezione convergono davanti alla realtà che fugge: in quell'istante, la cattura dell'immagine si rivela un grande piacere fisico e intellettuale. Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la testa, l'occhio e il cuore. Per me fotografare è un modo di capire che non differisce dalle altre forme di espressione visuale. È un grido, una liberazione. Non si tratta di affermare la propria originalità; è un modo di vivere".
Giorgio Morandi
Roberto Longhi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 80
Roberto Longhi (1890-1970) è il più grande storico e critico d’arte italiano del Novecento e uno dei principali a livello mondiale. Della sua opera vastissima, di cui stiamo pubblicando tutti i testi principali, qui si presentano gli scritti su Giorgio Morandi, di cui fu amico per oltre cinquant’anni, ammiratore e impareggiabile critico della sua opera pittorica, una delle più grandi del Novecento, non solo italiano. Impossibile capire Morandi, scrive Longhi, «senza intendere che in quella sua lunga, instancabile, solenne “elegia luminosa” egli andò conducendo una così poetica ricognizione del mondo di natura da non trovar pari nel cinquantennio che gli toccò attraversare con la sua ombra densa di alto, austero viandante. Morandi si mette in difesa ovunque vede pungere anche un sospetto di eloquenza, di turgidezza, di agitazione, di retorica della violenza fisica, della forza, del titanico, del capaneico, e simili. Forse perché ne avvertiva, alla lontana, le conseguenze».
Il surrealismo e la pittura
André Breton
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2022
pagine: 96
"Pubblicato nel 1928, in un'epoca di fervida elaborazione e definizione del movimento surrealista, 'Le surréalisme et la peinture' costituisce la prima summa del pensiero di André Breton sulla pittura. Tra pagine liriche e passi polemici lo scrittore e poeta, capofila del movimento, delinea qui la complessa ed eterogenea ricerca che anima la fucina artistica surrealista in questa sua fase incipiente. Picasso, Max Ernst, Man Ray, Yves Tanguy, André Masson, Joan Mirò, Giorgio de Chirico, Hans Arp sono i principali protagonisti di questo saggio colto e pregnante, nella cui trama si intrecciano brani teorici, citazioni poetiche, réveries imperscrutabili, libere associazioni. In questo ricco florilegio Breton esprime le proprie impressioni e idee sottolineando non soltanto alcuni temi cruciali del surrealismo ma anche e soprattutto una concezione dell'arte anticonformista e fedele al modello interiore, all'esplorazione dell'inconscio e del sogno, all'obiettivo rivoluzionario. Le 'surréalisme et la peinture' rivela altresì le doti poetiche e letterarie di Breton e la sua particolare declinazione dell'ut pictura poèsis che attraverso preziosi espedienti linguistici e frequenti rimandi alla poesia rende così inconfondibili le sue pagine sulla pittura." (Dallo scritto di Angela Sanna)