Libri di Brassaï
Omaggio a Dalì
Brassaï
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2024
pagine: 120
«Fu nel suo atelier in rue La Boétie che in un giorno d'inverno del 1932 Picasso mi presentò i Dalì. Salvador era giovane e bello: volto emaciato dal pallore olivastro, ornato di baffi sottili; occhi grandi da allucinato, sfavillanti di intelligenza e di uno strano fuoco; capelli lunghi da gitano, grondanti brillantina, addirittura spalmati, come appresi più tardi, di vernice per quadri. Il colletto a sottili righe blu e la cravatta, poco più di un cordino rosso, tradivano il suo amore per l'originalità. Gala, di età indefinibile, vestita come un ragazzo, era snella e bruna, e lo sguardo dei suoi occhi castani, che secondo Paul Eluard "perforava i muri", conferiva al suo viso un'attrazione singolare. La "musa surrealista", dapprima ispiratrice di Max Ernst, era divenuta in seguito moglie di Paul Eluard, sino al fatidico viaggio a Cadaqués, sulla Costa Brava, dove aveva conosciuto Salvador». con testimonianze di Federico García Lorca, Man Ray, André Breton e Luis Buñuel.
Gli artisti della mia vita
Brassaï
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2018
pagine: 255
A partire dagli anni trenta, Brassaï frequentò e in molti casi fu intimo amico dei più importanti artisti che allora operavano a Parigi, all'epoca del suo massimo splendore: da Picasso a Braque, da Matisse a Léger, da Dalí a Kokoschka, da Miró a Bonnard, da Giacometti a Le Corbusier. Li fotografò al lavoro o nell'intimità, conversando con loro mentre li riprendeva, facendosi rivelare i segreti della loro arte, ascoltando le loro confidenze, che fedelmente qui riferisce con un'immediatezza e una profondità che commuovono. Una testimonianza unica sull'arte contemporanea e sui suoi massimi creatori. Ma l'interesse del libro risiede nell'abbinamento felicissimo tra parole e immagini. Brassaï è uno dei più grandi fotografi del Novecento, molte delle immagini qui contenute (oltre 150) sono ormai dei classici della storia della fotografia, molte altre sono sconosciute, ma tutte contribuiscono a restituire un ritratto fulminante, definitivo, dei vari artisti. È un'esperienza emozionante «riscoprire» questi grandi maestri, in un incessante, armonioso rimando tra le loro parole e i loro volti, le opere a cui stanno lavorando o hanno appena ultimato, e le persone e i luoghi a loro cari.
Giorni tranquilli a Clichy
Henry Miller
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 173
All'uscita del libro, nel 1956, un critico scrisse che con "Giorni tranquilli a Clichy" la letteratura si era spinta in territorio nemico molto più oltre di quanto fino a quel momento avesse osato. E non solo, verrebbe da aggiungere: aveva scoperto come può essere attraente quel territorio. Lo sono i rapporti crudi fra i due protagonisti del libro, Carl e Joey, e le professioniste del quartiere, e fra Carl e Colette, la vagabonda quindicenne che lui invita a vivere con loro. Lo sono i continui sconfinamenti fra esperienza e finzione. Lo è, soprattutto, la forma stessa che il libro assunse, quando Miller decise di costruirlo intorno alle immagini scattate dal più grande conoscitore di quella notte calda, sporca e vertiginosa che un tempo chiamavano Parigi: Brassaï. Sono pagine, quelle di Miller, che forse davvero oggi nessuno oserebbe più scrivere: ma che, per fortuna, possiamo ancora leggere.
Omaggio a Dalì
Brassaï
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 118
"Fu nel suo atelier in rue La Boétie che in un giorno d'inverno del 1932 Picasso mi presentò i Dalì. Salvador era giovane e bello: volto emaciato dal pallore olivastro, ornato di baffi sottili; occhi grandi da allucinato, sfavillanti di intelligenza e di uno strano fuoco; capelli lunghi da gitano, grondanti brillantina, addirittura spalmati, come appresi più tardi, di vernice per quadri. Il colletto a sottili righe blu e la cravatta, poco più di un cordino rosso, tradivano il suo amore per l'originahtà. Gala, di età indefinibile, vestita come un ragazzo, era snella e bruna, e lo sguardo dei suoi occhi castani, che secondo Paul Eluard "perforava i muri", conferiva al suo viso un'attrazione singolare. La "musa surrealista", dapprima ispiratrice di Max Ernst, era divenuta in seguito moglie di Paul Eluard, sino al fatidico viaggio a Cadaqués, sulla Costa Brava, dove aveva conosciuto Salvador".
Gli artisti della mia vita
Brassaï
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 255
"Sono giunto assai tardi alla fotografia, ispirato dalla bellezza di Parigi, la notte. Ma poiché rifuggivo da ogni specializzazione ho scolpito, disegnato, scritto. Anche come fotografo non mi sono mai limitato a un unico tema. Ilo fotografato tutto quello che mi interessava: i volti, le strade, i paesaggi, i molteplici aspetti della vita quotidiana. E inoltre gli artisti, poiché l'arte ha sempre fatto parte della mia vita. Alcuni di loro, divenuti mici amici, compaiono in questo libro. Negli anni trenta il critico d'arte Tériade mi commissionò per 'Minotaure' - la lussuosa rivista di Albert Skira - le fotografìe degli atelier di alcuni pittori e scultori. Fu lui a presentarmi, tra gli altri, Picasso affinché fotografassi la sua opera scultorea, allora totalmente sconosciuta. La mia successiva, lunga collaborazione con la prestigiosa rivista americana "Harper's Bazaar" fu un ulteriore, prezioso incentivo a proseguire in questa direzione nel mio lavoro di fotografo. Nata come rivista di moda, 'Harper's Bazaar' assunse, sotto la guida di Carmel Snow e di Alexey Brodovitch, una forte caratterizzazione artistica. E per più di trent'anni ho fotografato per loro un gran numero di artisti - tra cui Bonnard, Giacometti, Braque, Le Corbusier -, in diversi periodi della loro vita. Desidero dunque esprimere la mia profonda gratitudine a Tériade, a Carmel Snow, ad Alexey Brodovitch per il loro contributo alla realizzazione di quest'opera." Brassai
Sulla fotografia
Lewis Carroll
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2007
pagine: 74
Una grande affinità legò Lewis Carroll e il suo fantastico universo alla fotografia. La morte del soggetto, la sua resurrezione al di là del reale, l'arresto del tempo, la presenza di ciò che è assente e l'assenza di ciò che è presente, tutti questi paradossi Carroll li visse un'infinità di volte dietro il suo obiettivo. La fotografia svolse un'altra funzione per il grande poeta: quella di essere la camera di compensazione della sua vita amorosa frustrata. Noi fotografi siamo una genia di bricconi, di guardoni e di ladri. Ci troviamo ovunque non siamo desiderati; tradiamo segreti che nessuno ci confida; spiamo senza vergogna ciò che non ci riguarda e ci appropriamo di cose che non ci appartengono. E, a lungo andare, ci ritroviamo possessori delle ricchezze di un mondo che abbiamo depredato. Fu dunque la fotografia che permise a Lewis Carroll, a questo pastore tentato dal maligno, di esorcizzare i demoni che lo perseguitavano. Grazie alla fotografia, la cattura dell'immagine poteva surrogare il possesso. "Era fatale" scrive André Bay, uno dei suoi più profondi conoscitori, "che Carroll facesse intervenire questo schermo tra l'inaccessibile fanciulla e la sua brama di averla. Egli la possedeva attraverso l'obiettivo". (Dallo scritto di Brassaï). Il volume raccoglie una serie di scritti sulla fotografia usciti su diversi periodici tra il 1855 e il 1899 e un saggio di Brassaï sulla fotografia dell'autore di Alice.