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Medusa Edizioni: Le api

Il processo Brodskij. Leningrado 1964

Il processo Brodskij. Leningrado 1964

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 86

«Il processo, la prigione, l'esilio sono avvenuti così tanto tempo fa che li considero quasi parte di una mia precedente incarnazione. Mi sono sempre considerato soltanto una persona che vive all'estero, in una sorta di prolungata vacanza che mi è stata regalata dall'imbecillità dei governanti russi... Quando si parla di esilio o di dissidenza, per esempio, emerge un elemento melodrammatico che è falso e fastidioso. L'esilio è considerato a volte come ragione in sé sufficiente d'eroismo, mentre spesso si traduce in una vita più semplice e agiata». Queste parole, tratte da un'intervista del 1990, documentano il complesso rapporto di Brodskij con la vicenda "politica". Vessato a più riprese dalle autorità sovietiche, il poeta venne arrestato alla fine del 1963 e sottoposto, pochi mesi dopo, nella sua città natale, San Pietroburgo (Leningrado) a un processo-farsa con l'accusa di "parassitismo sociale". Gli atti di questo processo, trascritti in segreto dall'amica Frida Vigdorova e qui tradotti, si conclusero con la condanna a cinque anni di lavori forzati che il poeta trascorse solo in parte nella località di Archangel'sk. L'opinione pubblica internazionale infatti si mobilitò per la sua liberazione. coinvolgendo, tra l'altro, intellettuali come Sartre e costrinse le autorità sovietiche a liberare, dopo 18 mesi, futuro autore di "Fermata nel deserto".
11,00

Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità

Immagini negative. Le nuvole nella tradizione mistica e nella modernità

Victoria Cirlot

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 100

Ripercorrendo le modalità di rappresentazione di questo tema sin dai testi biblici, in questo studio storico e iconografico Victoria Cirlot studia il grande fascino e il potere evocativo delle nuvole di velare e al contempo ispirare all'intelletto umano nuovi orizzonti di conoscenza. Queste suggestive pagine che attraversano i secoli, passando dalla mistica medievale fino alla sensibilità moderna di autori come Baudelaire, fanno sì che la nube diventi una proiezione del nostro universo interiore. Come osserva Enrico Lodi nell'Introduzione, la stessa scrittura di Victoria Cirlot si avvale di uno «stile correlativo» avvincente, che cattura l'attenzione del lettore in un percorso ricco di svolte e legami simbolici e culturali inattesi. A "Immagini negative", il testo che dà il nome al volume - nato da una conferenza tenuta nel 2016 a Santiago del Cile - Victoria Cirlot accosta in questa edizione italiana anche un saggio totalmente inedito, "La stella e la nuvola", che ne continua il percorso e, pur tenendolo saldamente ancorato all'eredità simbolica della cultura cristiana, lo porta fino alle forme in cui la contemporaneità più vicina a noi ha preso ispirazione, nell'arte e nel pensiero, dalle nuvole.
13,00

Dante, Beatrice e l'ideale femminile. Scritti sulla poesia amorosa

Dante, Beatrice e l'ideale femminile. Scritti sulla poesia amorosa

Rémy de Gourmont

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 136

Remy de Gourmont, definito da Apollinaire "Herpes Trismegisto" a causa di un lupus che lo aveva sfigurato costringendolo a un isolamento forzato, è una di quelle figure atipiche di cui è costellato il firmamento letterario francese a cavallo tra Ottocento e Novecento. Amico di Mallarmé, Huysmans, Mirbeau, Jarry, con il quale condivise l'esperienza della rivista "L'Ymagier", fondò con Alfred Vallette il "Mercure de France"”. Nel primo dei tre testi qui presentati, Dante, Beatrice e la poesia amorosa, uscito nel 1908, Gourmont passa in rassegna alcune espressioni della lirica medievale, soffermandosi in particolare sul rapporto tra l'autore della Commedia e Beatrice. Quest'ultima non viene considerata una donna in carne e ossa ma rappresenta l'archetipo della donna angelicata, con tratti che ne fanno una «statua aureolata», a cui idealmente viene contrapposta l'immagine di Francesca che, nonostante si trovi come ombra che vaga «per l'aere maligno» con il suo Paolo, ancora rimpiange «il tempo de' dolci sospiri». Viene qui raccolto in volume anche il saggio Dante, Beatrice e Platone del 1883, dove si possono cogliere sottili differenze interpretative rispetto al primo scritto. Il libro si chiude con Le donne e il linguaggio del 1902 in cui Gourmont, senza rinunciare ad alcuni tipici pregiudizi dell'epoca, riconosce alla donna un ruolo primario nello sviluppo linguistico umano.
15,00

Raffaello. Deposizione. Saggio sulla Pala Baglioni

Raffaello. Deposizione. Saggio sulla Pala Baglioni

Marco Rosci

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 124

«Non contento dei cento dipinti che aveva fatto sequestrare nello studio del Cavalier d’Arpino – fra i quali anche alcune opere giovanili di Caravaggio – e di altri “acquisti” che resero la sua collezione una delle più straordinarie della Roma secentesca, il cardinale Scipione Borghese inviò i suoi uomini a Perugia dove nella notte fra il 18 e il 19 marzo del 1608 prelevarono dal Convento di San Francesco a Prato la Deposizione Baglioni di Raffaello e fece in modo che papa Paolo V la dichiarasse «cosa privata del cardinale», così che ancora oggi la si può ammirare alla Galleria Borghese a Roma. A questa opera ricca di pathos e dove Raffaello trasfigura il dramma delle vicende della famiglia Baglioni, Marco Rosci dedicò nel 1991 questo saggio, ripercorrendone la storia fin dalla commissione nel clima agitato che dominava la Perugia d’inizio Cinquecento, passando in rassegna la ricca documentazione di studio, rileggendo la precoce fortuna critica dell’opera – già Vasari la definì “divinissima” – e seguendone le tracce fino all’Ottocento quando l’opera veniva considerata un modello di classicismo superlativo. Ma il secolo scorso ha gettato sulla Pala Baglioni una luce meno infatuata indagando i retroscena storici e politici che portarono alla commissione dell’opera. Ed è in queste indagini più recenti che il saggio di Rosci, ancora oggi attuale a tre decenni dalla sua prima uscita, si addentra per far luce su un mito che, come dimostra il Cinquecentenario in corso, resta intramontabile».
12,00

I pericoli della corte. Novella

I pericoli della corte. Novella

Eugène Delacroix

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 118

Il giovanissimo Eugène Delacroix, ben prima di Norbert Elias, si applica ad osservare e persino a criticare i meccanismi e la condotta della società di corte. Lo fa severamente con questo "I pericoli della corte", col candido sdegno di un adolescente "nato bonapartista, cresciuto in piena epopea napoleonica", di fronte al singolare scenario della monarchia in un periodo, appena successivo al Congresso di Vienna, dove si tentò di ripristinare le prerogative regali. Studente del Lycée Impérial Delacroix non si impegnò certo in un'approfondita analisi, e neppure con un trattato, per il quale non poteva ancora avere gli adeguati strumenti. La sua presentazione dei vizi e dei torti di quella società assume invece la forma di una narrazione edificante. Per esporre le nequizie della corte reale, luogo di fatue parvenze e oscure bassezze, racconta l'esperienza di un giovane svizzero, protagonista della novella (mai tradotta in italiano), figlio unico di un pastore protestante di un villaggio della Svizzera. Delacroix, da una prospettiva repubblicana, descrive l'iniziale fascinazione del ragazzo per quell'ambiente tanto lontano dalla sua condizione abituale, fatta di sensate letture e di salutari escursioni montane, e il successivo disgusto per la frequentazione di quel milieu così estraneo. Il soggiorno tra i cortigiani servirà a maturarlo facendogli apprezzare una vita di riserbo e di studio di sé. Bisognerà seguire l'esempio del giovane?
13,00

Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori

Duchamp e gli altri. Scritti sui pittori

Robert Desnos

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 153

L'Italia ha fino a oggi poco approfondito l'apporto che Robert Desnos ha dato alla poesia e alla critica, pur essendo egli un talento poliedrico che ha indagato molteplici ambiti dell'espressione creativa, da quella letteraria a quella visiva, dal cinema alla musica. La sua fede surrealista, fondata sulla sintesi di amore e libertà (analoga a quella di René Crevel) si esalta nell'esperienza del sogno praticata attraverso l'ipnosi: più che un superlativo, quando dice di aver fatto «atto di surrealismo assoluto» intende proprio questa proiezione interiore verso il confine dove la realtà si rivela altro da sé. La fedeltà realista al surreale ispira ogni tentativo di Desnos, poiché egli altro non vuole che essere il "medium" del mai visto. A questa particolare sintesi di immagine e parola come forma del rebus (vedi Duchamp) si rifà la sua idea di pittura "medianica": apparizione del segno come frase misteriosa travestita da figure. Il calembour verbo-visivo è un gioco in cui scrittura e immagine si alleano e ne deriva «il significato segreto che l'immagine esibisce». La sua polemica contro il gusto nasce dalla certezza che ciò che può emergere spontaneamente dalla psiche in piena libertà è più importante dei canoni artistici. La firma dell'artista su un foglio bianco - ancora Duchamp - è già opera d'arte. Occorre liberare l'iniziativa individuale. Dopo Duchamp e Breton, Desnos alla fine però abbraccia il combattimento "contro la morte" di Picasso. Una conferma dell'eterna lotta fra apollineo e dionisiaco.
16,00

Lo scrittore e lo specchio. Moralismo e letteratura

Lo scrittore e lo specchio. Moralismo e letteratura

Jacques Rivière

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 116

Rivière è un maestro che occorre oggi riprendere in mano, perché le sue idee e il suo stile conservano quella "informalità" che lo rende autore al tempo stesso classico e moderno. Come direttore della "Nouvelle Revue Française" cercò di mantenere sempre questo equilibrio, che lo portava a cogliere il nuovo senza negare ciò che lo precedeva, come invece accade in certe avanguardie. Grande cultore della musica, della poesia e delle arti visive, resta traccia di questi suoi molteplici interessi critici il libro Études dove sono raccolti i saggi su Baudelaire, Gide e Claudel, ma anche su musicisti come Rameau, Bach, Franck, Wagner, Moussorgski, Debussy e su pittori come Ingres, Cézanne, Gauguin. Rivière ha intuito presto l'importanza di poeti come Baudelaire e Rimbaud, ha sostenuto autori come Alain-Fournier (di cui sposò la sorella Isabelle), Mauriac, Aragon, Valèry, Artaud. Forse oggi si fatica a comprendere che cosa fosse in quell'epoca l'esercizio quasi quotidiano della corrispondenza fra autori e amici, ma i carteggi di Rivière con Alain-Fournier, Proust e Claudel sono vere e proprie occasioni di riflessione sui destini e sull'importanza della letteratura, e si possono leggere anche come palinsesti di saggi da scrivere. I due testi di Rivière qui raccolti sono frutto di conferenze che l'autore tenne in dialogo con Ramón Fernàndez. In esse si dipana compiutamente la poetica critica di Rivière.
15,00

La passione di Ubu roi. Testi e iconografie sacre

La passione di Ubu roi. Testi e iconografie sacre

Alfred Jarry

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 104

A un certo punto della sua vita Alfred Jarry s'identificò col suo personaggio più celebre: Ubu roi. Prevedibile. Eppure il dileggio, il sarcasmo, l'assurdo da lui rappresentato emergono da un sottofondo immaginativo e iconografico insospettabile le immagini della tradizione popolare, impresse sulle xilografie sacre distribuite nelle fiere e nei luoghi di raduno del popolo minuto. Nella rivista "L'Ymagier", fondata e condotta con l'amico Rémy de Gourmont proprio negli anni in cui nasceva Ubu roi, il grande anticipatore del surrealismo e di dada legge con partecipazione e pietà queste sacre immagini, consegnando al lettore un'insospettabile sensibilità visiva e religiosa. Il profondo palinsesto iconografico e testuale a cui danno espressione viene riportato alla superficie in modo che il lettore colga ciò che unisce, per esempio, Albrecht Dürer e le immagini della pietà popolare, e ne colga il sostrato teologico al quale attingono. Il precoce tentativo, mentre assieme al primo numero del "L'Ymagier" vedeva la luce anche il primo libro di Jarry, Les Minutes de Sable Mémorial (1894) - dove la clessidra si trasfigura nella Y che dà il marchio dell'originalità anche all'ortografia del titolo imposto alla rivista -, ci dà una singolare tavola "iconologica" dove testo e immagine si trovano in osmosi continua e mostrano un modo tutto nuovo di immaginare l'arte, come rileva nel saggio finale Hélène Védrine.
15,00

La legione straniera

La legione straniera

Pierre Mac Orlan

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 170

Il 26 marzo 1863 un reggimento della Legione era sbarcato a Vera Cruz, in Messico. Un mese dopo, il 30 aprile, presso il villaggio di Camarón de Tejeda, i legionari, comandati dal capitano Jean Danjou, vennero attaccati e decimati dai nativi messicani guidati dal colonnello Francisco de Paula Milàn. Quella data e il luogo, Camerone, rappresentano il vero mito di fondazione della Legione straniera francese. Ogni anno a Aubagne, nell'entroterra della Costa Azzurra, dove ha sede il comando generale dei legionari e dove avvengono ancora oggi gli arruolamenti, si celebra quella data "sacrificale" e un simulacro in legno che raffigura la mano del capitano Danjou viene mostrato come una reliquia che fonda nel sangue la gloria dell'arma. Molto controversa è la storia della Legione fin dalla sua nascita nel 1831 per decreto di Luigi Filippo; ai quattro angoli del pianeta ha versato sangue proprio e dei suoi nemici, senza risparmiarsi crudeltà e gesti eroici. È un corpo speciale che raduna i "dannati della terra": delusi dalle rivoluzioni, gente in fuga dalla giustizia e altri alla ricerca di un lavoro per vivere in modo non troppo diverso dai mercenari. Uomini che non hanno origini comuni e valori patriottici da difendere, ai quali si attaglia molto bene il "vincere o morire". Ma è il loro riconoscersi come corpo e la mistica della guerra a mantenerli uniti e fedeli l'uno all'altro. Sono, a ben vedere, una espressione militare, forse la più singolare in Europa, dell'epoca coloniale. In questo breve saggio "storico" del 1933 uno dei più intriganti scrittori francesi, Pierre Mac Orlan, "avventuriero" della parola, ce ne restituisce un'immagine ancora "romantica", senza nascondersi i lati meno edificanti della Legione.
15,00

Pasternak

Pasternak

Thomas Merton

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 92

Come lo stesso Merton osserva nell'ultima parte di questo libro, il segno principale da cui si riconosce il cristianesimo di Pasternak nella sua opera creativa è la libertà, che è anche una diversa concezione della storia rispetto alla visione sovietica che, già nel momento in cui Pasternak scrive "Il dottor Zivago", mostrava le prime crepe. Che per Pasternak sia una «idea della libertà personale e della vita come sacrificio», è soltanto una piena declinazione della verità, che molti suoi contemporanei nell'Urss hanno sperimentato e pagato di persona. Lungi dall'essere un'apologia cristiana di Pasternak, questo saggio del monaco Merton continua a sorprendere per la sua capacità di lettura trasversale fra le ragioni dell'arte e della letteratura e il grado di testimonianza che esse rendono al proprio tempo. Le qualità - estetiche del "Dottor Zivago" non sono una sovrastruttura borghese, come non lo è il senso religioso che vi spira dalla prima all'ultima pagina, ma una trasparente e fedele resa artistica della vita e della possibilità di far comprendere all'uomo quanto sia necessaria per allontanare dal nostro orizzonte le ombre di quella che già allora Merton definiva «l'alba fumosa di un'era apocalittica». Un monito anche per l'Occidente di oggi.
12,00

Sant'Emanuele buono, il martire

Sant'Emanuele buono, il martire

Miguel de Unamuno

Libro: Libro in brossura

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 90

"Come racconto filosofico e discorso teologico, Sant'Emanuele buono, il martire ha un centro: la fede. Credere o non credere è il dilemma cruciale. Che cosa è credere? Che cosa è dubitare? Perché scegliere di stare da una parte dell'uomo, piuttosto che da un'altra, perché votarsi al bene assoluto, perché adottare il modello dei modelli, la figura suprema, inarrivabile di Gesù? E perché Unamuno sceglie come epigrafe proprio la frase di san Paolo nel XV capitolo della Prima lettera ai Corinzi: «Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili fra tutti gli uomini»?... Più che credere, è essenziale amare. L'uomo "miserabile" che cerca di credere, non deve sperare soltanto in Cristo, alimentando il sogno di un'immaginazione simile alle réverie fantastiche di un perdigiorno. Dovrà capire che non è l'unico centro del mondo, il contemplatore del proprio ombelico. Volgendo lo sguardo intorno a sé dovrà vedere il dolore dei fratelli, la comune trafittura della morte e la debolezza estrema di questa vita fragilissima, esposta alle aggressioni del male e del tempo. Dovrà provarne compassione, vi si affiderà, e nella compassione si lascerà guidare dall'amore, che insieme alla curiosità verso tutto ciò che ci circonda e che siamo, è il vero nucleo ardente del nostro bisogno di felicità: di speranza nella felicità." (dalla prefazione di Rosita Copioli)
12,00

L'illusione del giocatore di scacchi. Saggio di algebra lineare

L'illusione del giocatore di scacchi. Saggio di algebra lineare

Victor Cornetz

Libro: Copertina morbida

editore: Medusa Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 125

«Il giocatore è sempre tentato di attribuirsi un valore superiore al suo valore reale. Questa è la tesi che espone il curioso studio, in parte psicologico e in parte algebrico, di un ingegnere algerino, Victor Cornetz. Il desiderio di vincere, il ricordo dei passati successi, la fiducia in se stesso fan sì che il giocatore, a un certo punto, si creda inevitabilmente più forte di quanto in realtà non sia. Ragion per cui se vince non ne resta sorpreso; ma se perde ripete fra sé "avrei potuto fare di meglio, non ci ho messo tutto il mio valore, tutta la mia attenzione". Perché questa considerazione possa dirsi corretta, il giocatore dovrebbe basare l'idea della sua forza non solo sulla media delle precedenti vittorie ma anche su quella delle sconfitte. Ebbene, l'amor proprio impedisce alla mente di rivivere le brutte partite abbastanza fedelmente da controbilanciare il ricordo delle partite vincenti. Il giocatore dunque finisce per sovrastimarsi costantemente, e in perfetta buona fede... Cornetz si occupa soprattutto del giocatore di scacchi, ma le sue osservazioni valgono per tutti i giochi che non sono puramente d'azzardo, per la lotta, gli scontri di scherma e, si potrebbe aggiungere, per le battaglie militari, persino le più importanti. Guidare una battaglia significa giocare una partita. La psicologia del giocatore è anche quella del generale. Quante battaglie perse perché il generale si attribuiva un valore superiore a quello reale! Quanti governi caduti per essersi abbandonati all'illusione del loro amor proprio.» (Remy de Gourmont)
14,00

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