Youcanprint: POESIA / Generale

Le "gore" sono stagni, paludi momentanee che con l'arrivo della stagione calda si prosciugano, richiamandosi similmente ai nostri pensieri, che se non arricchiti, quotidianamente, si annichiliscono e si appiattiscono livellandosi al ribasso e omologandosi con l'ancor più bassa e totale assenza di cultura circolante. Oggi leggere una poesia è un atto di ribellione, forse ancor più che scriverla. La raccolta è divisa in due frammenti: la prima dal titolo "Gore" raccoglie poesie leggere, attimi sfuggevoli di vita vissuta permeati e compenetrati di bellezza; la seconda "Obitori" si contrappone, come il bianco al nero, alla prima. Come uno schiaffo che giunge improvviso, le poesie rispecchiano l'angoscia e lo sgomento di fronte al capolinea ultimo della vita umana, la morte. Alcune piaceranno più di altre, altre non piaceranno affatto ma basta che anche una sola parola colpisca il cuore e la mente del lettore affinché la poesia continua a perpetrarsi nel tempo.

"Frasi multicolore" è un opera pensata profondamente, i cui contenuti facciano riflettere su molte incongruenze della vita intese come realtà a noi propinate. Le immagini testuali presentate nell'opera hanno un significato mistico, quasi profetico e dei quali si discute ogni giorno in un modo o nell'altro.

I temi della vita raccolti in poche parole. Amore, morte, rapporti umani, sentimenti personali e universali.

Mamarobot vive con i piedi per terra e la testa nel sogno, consapevole delle consuetudini della vita ma cercando una libertà personale priva di condizionamenti. Usa un linguaggio ritmico che proviene dal battito del cuore, dove le parole esprimono emozioni rimandate dalla vita di tutti i giorni.

"Mi sembra di ripercorrere, quei luoghi, quelle mete che vedevano il susseguirsi di persone indaffarate nelle loro quotidianità, sia che dovevano rimanere nei quattro muri di una bottega, oppure circolavano con mezzi diversi, recuperando i ricordi del passato, di essere parte di quel mondo, dove la semplicità, dove le tradizioni venivano tramandate da sempre, oggi, sembrano anomalie del presente e del futuro. Mi piace andare in quelle strade polverose di campagna, pensare a un certo tipo di lavoro, immedesimarsi in quel mondo, entrando nei cascinali ormai disabitati, sembra di rivivere la quotidianità delle famiglie di allora, le grida, i rimpianti, la gioiosità, con tutta l'armonia di quel mondo. Dove l'uomo sta al centro nella sua quotidianità, nel suo lavoro, nella sua cultura, al centro della cascina, al centro di tutto, i lavori che potevano essere inventati per l'utilità del suo benessere. Oggi, tanti lavori sembrano ridicoli, ma per quei tempi, anche una piccola insignificante operazione dava il suo frutto. Una ricerca attraverso l'aiuto di persone, visitare musei, aiuta a capire molto sulla vita del passato, forse pensando di vivere con responsabilità per il presente, pensando di costruire positivamente il futuro. Un particolare ringraziamento alle persone che hanno collaborato con pensieri, parole e altro, per aver dato la possibilità di presentare questo libro." (L'autore)

Compendio di emozioni, ricordi di vita quotidiana vissuta, con immagini della bella città di Roma e di vari personaggi, ora amici, ora parenti, ora gente comune, bersagli di satira, ma anche di forte sentimento. Espressione nostalgica in chiave comica e affettuosa, con risvolti di profonda riflessione, il tutto confezionato in dialetto romanesco con versetti in rima stile "sonetto romano".

Le poesie premiate e quelle selezionate dalla giuria per l'antologia del VII premio "Progetti di armonia".

La fusione delle immagini con le parole quotidiane portano a un legame occhio-sentimento avendo un potere tale da far viaggiare il lettore nei vicoli, talvolta spenti, dei propri sentimenti. Invito alla lettura oltre le parole stesse.

La poesia non si può spiegare. Nasce da un'emozione che arriva al cuore e viaggia verso il cervello affinché, quest'ultimo, dia il giusto impulso alle mani nel realizzarla in forma scritta. Le sensazioni di un'esistenza hanno forma di felicità, tristezza, amore, risate e pianto. Tutto il viaggio terreno ha di queste strade. Strade belle, lucide, colorate. Strade buie, brutte, in salita. Queste strade s'incrociano, si avvinghiano, si uniscono, si distaccano. Sono stati d'animo vulnerabile e invulnerabile. Forti e deboli. È la pazzia mischiata alla normalità. L'essere umano precipita in questo mulinello di emozioni e precipita verso momenti paradisiaci o infernali. Non riesce a uscirne se non con la sua estinzione terrena. Questa fuoriuscita conduce all'infinito, dove il bello vince sul brutto. Tutto torna a vivere. Chi fu abbandonato, ritrova il suo Sole e comincia a ruotargli intorno, per non lasciarlo più. Sono animozioni.

La libertà a volte fa paura per tanti motivi, questi vanno dalla paura del giudizio altrui (in primis), fino alla paura di rimanere soli se cambiassimo qualcosa di noi stessi: per stare meglio, vivere come noi vogliamo, e non come vogliono gli altri. I condizionamenti interiori, le ferite del passato, gli schemi mentali, la manipolazione imposta dal sistema in cui viviamo, e la forma mentis imposta dalla nascita sono le componenti che creano in noi tutte le paure e i blocchi possibili immaginabili, ma purtroppo, tanti di questi blocchi emotivi sono inconsci, ed ecco il perché di "Dea libera": il suo titolo è la presa di coscienza da parte dell'autrice, del fatto che la libertà di scegliere esiste, e insieme all'accettazione, mettendole in pratica, sono assolutamente le prime vie di "guarigione" per uscire dal limbo delle gabbie interiori ed esteriori che attanagliano vite che non sono vissute come le vorremmo. "Dea libera" è introspezione, paragonabile a un testo self help in chiave poetica contemporanea.

La fede è al centro del percorso tracciato dai versi dell'autore. I periodi più difficili della vita rappresentano un'opportunità per maturare nuove esperienze accanto a Dio; soltanto in questo modo la fede può essere vagliata fino a diventare certezza di cose che si sperano, e dimostrazione di cose che non si vedono (Lettera agli Ebrei, capitolo 11, verso 1). Salire sul sicomoro come Zaccheo per scorgere Gesù Cristo, ridiscendere per accoglierlo in casa, e legarsi a Egli profondamente, come il tralcio alla vite per ricevere linfa vitale. Un profondo desiderio di cancellare i vecchi schemi mentali pervade il pensiero dell'autore, nel desiderio di una conversione da rinnovare, confermare e rinvigorire giorno dopo giorno. Eleggere Gesù come maestro e salvatore, e adottare lo stile di vita cristiano, costituiscono i nuovi modelli scelti dall'autore. La ricerca del senso della vita a questo punto, coincide con la ricerca del figlio di Dio.