Mondadori: Lo specchio
La piuma del Simorgh
Roberto Mussapi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2016
pagine: 101
Roberto Mussapi prosegue, con la impeccabile lucidità del visionario autentico, nella costruzione d'incanto dei suoi sapienti percorsi di narrazione lirica. Innumerevoli sono le figure e i personaggi in cui coinvolge il lettore nelle diverse sequenze, nei diversi "sogni", di questo suo nuovo libro, dove, come ha scritto Yves Bonnefoy, torna a porsi in uno "spazio di poesia antropologica aperta alle proposte di differenti culture". Lo possiamo ben vedere dai riferimenti e dalle presenze più diverse, in apparenza inconciliabili, ma perfettamente legate tra di loro dalla singolare ampiezza del fraseggio, dalla libertà di un tono elevato e propenso a una comunicazione aperta, forse quasi teatrale. E dunque dalla felicità dello stile di Mussapi. Presenze che possono essere quelle dell'eroe Achille, della piuma del Simorgh, l'uccello divino della mitologia persiana, o quelle di grandi autori d'oggi come Wole Soyinka o lo stesso Bonnefoy, di artisti del nostro tempo, come Marco Nereo Rotelli o Omar Galliani, ma anche figure direttamente prelevate dalle più grandi e più note fiabe, a cui il poeta dedica un capitolo, fino al racconto in versi dedicato a Maria. E insieme allude al grande cinema di Kurosawa, torna su opere poetiche remote e mirabili, di cui ci fornisce versioni dove il ritmo, la pronuncia, le eleganti volute della sua dizione, della sua musica, si ritrovano in naturale sintonia con le altre visioni sempre in equilibrio tra luci e ombre, tra mito e comune realtà.
Spostare l'ora
Michael Krüger
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 242
I nuovi percorsi della poesia di Michael Krüger si realizzano, in questo ampio e articolatissimo libro, "Spostare l'ora", nel segno di un costante e problematico rapporto con il tempo, e dunque con il senso del tempo stesso nel presente e nella storia. Storia alla quale il poeta dichiara di sentirsi del tutto accidentale o in qualche modo decisamente estraneo, come appare dalla disincantata saggezza di molti suoi versi, per esempio questi: "Io alla storia non occorro. Lei procede insonne inciampando fra Kitsch e Gloria". Ma in contrasto con il goffo cammino della storia, e dunque, in fin dei conti, ben più rassicurante, o quanto meno più attendibile, è pur sempre la natura, rispetto alla quale Krüger conferma di avere un rapporto speciale, un colloquio quotidiano, pur nella varietà estrema dei luoghi in cui si trova a vivere, o a soggiornare anche brevemente, e dunque dalla propria terra ai più vari punti di un mondo divenuto ormai piccolissimo. Ed ecco allora che gli attori delle vicende che ci racconta possono essere indifferentemente piante o animali, ma anche uomini, vivi o morti, celebri personaggi o anonime figure di passaggio. Se ne ricava un vasto ambiente totale, dove il mondo si manifesta nella sua varia e incessante metamorfosi. Il poeta viaggia: Venezia, Istanbul, Calcutta, New York, ci manda cartoline dall'India, dal Baltico o dalla Toscana, e si sente simile a un piccolo animale dotato dell'umile e insieme prodigiosa capacità di adattarsi al mondo...
Notizie del mondo. Testo inglese a fronte
Philip Levine
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 157
Philip Levine, poeta americano, uomo di varie e spesso ruvide esperienze, sente, in età avanzata, come un formidabile pulsare di innumerevoli volti e vicende che lo assalgono dalla memoria, e da un passato remoto ma in lui ancora ben vivo e carico di emozioni. Le sue "notizie del mondo" sono in effetti informazioni e frammenti di vita provenienti da luoghi svariati e diversi, dagli Stati Uniti, naturalmente, e dai tempi da lui vissuti a Detroit, nelle officine di "Henry Ford, / l'uomo che ha creato / il mondo moderno", ma anche da un altrove vastissimo, che può comprendere l'Australia come il Portogallo, la Spagna, la Danimarca, Cuba, o magari Andorra, dove ebbe a incontrare un "vecchio comunista". E può risalire fino alle sue origini, alle radici di una famiglia di emigrati ebrei, venuti dal Nord dell'Europa. In questo libro, Levine alterna componimenti in versi, quasi sempre narrativi e di ampio respiro, con brevi testi in prosa, veri e propri racconti, dove riesce a stipare, con impressionante vivacità, figure, personaggi, situazioni, e leggibilissimi aneddoti esemplari. Vediamo il fratello che torna dalla Seconda guerra mondiale, incontriamo gli operai alla catena di montaggio, "uomini che vendevano se stessi per riscattarsi la vita". Passiamo da tragici momenti storici alla dimensione quotidiana di una realtà troppo spesso dura, ingrata, infernalmente faticosa.
Tersa morte
Mario Benedetti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 86
In questo libro testimoniale, Mario Benedetti sembra volerci dire, con la sua sensibilissima e concreta parola, che una luce piana e discreta, una luce di umana verità, vive, sempre, anche nel dolore, nel senso acuto della perdita, nell'osservazione diretta o nel presagio stesso della morte. Utilizza elementi di un'esperienza personale radicata in luoghi e figure di una realtà intima e familiare, e li fa vibrare, nella loro semplicità materica e opaca, oltre i confini naturali, come emblemi vissuti di una condizione umana universale. Istituisce l'immagine di un suo doppio, di un sosia coinvolto nella cronaca infelice che si porta via nel tempo, o in un breve tempo, o in un tempo che è comunque sempre troppo breve, gli esseri umani che incarnavano i suoi maggiori legami affettivi, come la madie, il padre e un fratello, e riconduce tutto a un quadro di umile autenticità in cui si "impara a vivere poveramente", in cui il primo attore o sosia riesce, o vi è costretto da necessità, a "vedere nuda la vita". Nei suoi tremori, nei suoi umori cupi o risentiti, nella malinconia che lo pervade, pronuncia parole di saggezza persuasiva, di sofferta accettazione, affermando a malincuore che è comunque "giusto che io non veda questo mai più". Il dissolversi delle umane cose implica, inevitabilmente, anche il loro allontanarsi nel già stato, nel passato, della morte, e dunque, anche, "evapora il morire", mentre intorno l'inerzia dell'esistere prosegue il suo cammino nel "continuo affaccendarsi".
Malaspina
Maurizio Cucchi
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 92
"Dopo aver toccato - quattro anni fa - uno dei suoi vertici in 'Vite pulviscolari', con la relativa frantumazione e dispersione del soggetto poetante, Maurizio Cucchi torna alla poesia in 'Malaspina' (un 'laghetto' ricco d'echi esistenziali e fonosimbolici) avvalendosi di una voce poetica ancor più profonda. Se si pensa anche ai successivi approdi narrativi dell'autore, si può leggere questo libro nuovo e compatto - animato da un'affabilità istintiva e rara nella poesia d'oggi - come il romanzo di un Io ricongiunto e tuttavia estraneo a ogni gravame scopertamente autobiografico o psicologico. La sezione d'apertura, "Berretto a sonagli", ci restituisce un personaggio pirandelliano per nulla algido e sentenzioso, bensì proiettato in una dimensione "senza infingimenti" e obbligato a retrocedere "verso strati / sempre più occulti, come un archeologo, o un operaio / che manovra, nell'ignoranza / senza fine delle tenebre". Nelle due successive si assiste a un processo di sprofondamento fisico e temporale nel passato, senza nostalgia né rimpianto per un 'buon tempo antico' del tutto inesistente. Piuttosto, 'Malaspina' agisce entro una quotidianità sospesa tra sogno e realtà, memoria involontaria e ironia, liquido amniotico e metamorfosi dell'umano nel vegetale, nel geologico, nel meccanico. Cronotopo del libro è una traversata di Milano insieme storica, toponomastica e vertiginosamente aperta a processi di sedimentazione cosmica e biologica." (Alberto Bertoni)
Prove di libertà
Stefano Dal Bianco
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 112
A undici anni dal suo libro precedente, "Ritorno a Planaval", che aveva segnato, con l'autorevole avallo di Pier Vincenzo Mengaldo, uno dei punti più originali di una generazione, quella dei nati negli anni Sessanta, oggi giunti alla loro piena maturità, Stefano Dal Bianco conferma l'inquietudine profonda del suo rapporto con l'esistere e la sua ansia di libertà in un mondo di "anime costrette". Scandita in sette parti, come le sette note della scala musicale, questa nuova opera di Dal Bianco esplora le contraddizioni del sentimento e del pensiero, l'antinomia tra spinta alla consapevolezza e lievità di una più naturale adesione alla vita, come è efficacemente espresso, con mano leggera e tenerezza di cuore, nelle poesie dedicate alla contemplazione del figlio bambino nella dolce sospensione del suo sonno. A questa trasognata esistenza che non cerca di identificarsi si contrappone l'ansia del soggetto che al tempo stesso ricerca e respinge il proprio essere un "io" e che si coglie irrilevante nella sua minima realtà in un mondo, in una terra "che non è niente", e dove gli si prospetta il sempre più prossimo "buco della morte", coincidente con il "niente dell'inizio", sempre pronto impassibilmente a risucchiarlo. Il nucleo di dolore, disagio e solitudine, di cui Dal Bianco parla spesso in queste sue liriche, parrebbe allora eludibile in una sorta di immersione sospesa nella muta libertà della natura, nella "somma libertà del tutto", nella forse divina libertà del cosmo.
Il professor Fumagalli e altre figure
Giampiero Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 99
Una libera galleria di personaggi e un fitto intreccio di riflessioni e immagini: ecco che cosa ci propone Giampiero Neri. Emblematico, tra questi personaggi, tra queste figure, il professor Fumagalli che dà titolo all'opera e che, come il suo autore, risulta arguto e saggio quanto incline al paradosso, all'osservazione obliqua del mondo, a una visione personale delle cose lontana dall'ovvio e dal luogo comune. Il poemetto in prosa, un genere già praticato da Neri con successo, diviene la forma prevalente di questo libro miscellaneo, dove compaiono solo pochi testi in versi e una piccola serie di aforismi in cui humour e senso dell'assurdo, presenti quasi in ogni pagina, trovano la densità di una sintesi espressiva che la classica limpidezza della parola poetica di Neri è stata sempre in grado di produrre. Le figure che il poeta ci propone, oltre a quella emblematica di Fumagalli, sono molto varie ed estrosamente disparate. Il tennista americano Courier, il naturalista Eugène Marais e il suo studio sulle formiche (posto in rapporto al capitolo ottavo dell'Odissea), lo zio negoziante di vini, il fratello Giuseppe Pontiggia, i genitori, qualche oscuro e meno oscuro poeta, il banchiere Rosone e le sue peripezie... E con i personaggi Neri mette in scena i luoghi, la sua alta Lombardia, vicina alla "pacifica Svizzera", insieme a momenti della storia del Novecento e a ricordi personali, riflette sulla pazienza degli animali e sul mondo naturale in genere, meditando anche sulla propria poesia.
Salva con nome
Antonella Anedda
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 119
Dai labirinti sotterranei di una memoria legata a un passato anche remoto, o addirittura pre-natale, affiorano brandelli di messaggi, volti e nomi di figure parentali, eventi di presenze ormai inghiottite dal tempo e dai paesaggi che li videro agire e soffrire, nella irredimibile solitudine dei loro destini. Antonella Anedda in "Salva con nome" ci conduce, con fermezza di voce asciutta e tagliente - cucendo con pazienza le proprie parole, come su un ramo il comporsi delle foglie - in una dimensione inquieta tra l'atemporale e l'onirico, dove le immagini si affacciano, quasi spettrali, pronte a dissolversi a contatto con l'aria. Solo il nome, solo la forza della parola riesce a salvarle: una parola, peraltro, sempre fortemente radicata nelle cose, nella realtà, nell'origine, come vediamo anche dall'uso, pur molto controllato, della lingua sarda. Una realtà che riesce a evidenziarsi attraverso i numerosi frammenti sparsi di una minuta quotidianità domestica, dai particolari di una condizione di precarietà ineludibile dove l'idea della morte - o la sua presenza condotta dal ricordo o dall'ansia - coesiste stabilmente, compenetrata nelle cose e negli esseri su cui gli occhi della poesia vengono a posarsi.
Da mani mortali
Biancamaria Frabotta
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2012
pagine: 158
Con il passare del tempo e dei libri, la poesia di Biancamaria Frabotta tende a farsi sempre più umanamente saggia e pacata, sempre più amica e aperta. Lo si vede nella solida compostezza della pronuncia, nella capacità matura di saper conciliare il proprio sentimento dell'esistere con lo sguardo critico della ragione. "Da mani mortali" è un'opera in cui la poesia si confronta sensibilmente con la realtà naturale anche minima del mondo immediatamente circostante, con il pulsare e il crescere delle molteplici vite della campagna, di un semplice orto o di un giardino, sotto il "grande disordine del cielo". Un'opera che si confronta, passo su passo, con la misteriosa intelligenza della natura e dei suoi vari abitatori: vegetazione e animali di una vita che si manifesta nell'infinito articolarsi infinitesimale dei suoi ritmi e delle sue complesse variazioni stagionali, dei suoi aromi e della sua musica discreta. Mentre intorno si allarga l'ombra di un'ambigua apparenza indecifrabile che accoglie nelle sue mutazioni le tracce non sempre benefiche dell'opera umana, talvolta irretendola nel sogno di un dio stupito dalla "felice combinazione" del creato, quasi un adolescente solitario e immalinconito dalla diffidenza delle sue creature mortali.
Casa di rieducazione
Valentino Zeichen
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2011
pagine: 129
Con la beffarda, elegante noncuranza del suo stile, Valentino Zeichen riesce una volta di più a spiazzare il lettore. Il quale ben conosce il valore e il carattere inconfondibile della sua fantasia sbrigliata, del suo colorito estro ironico, ma forse si troverà sorpreso, nei versi di questa "Casa di rieducazione", dai momenti non rari in cui il tono del poeta sembra farsi decisamente assorto, meditativo, pur senza mai rinunciare all'acutezza delle sue uscite. In questa nuova raccolta Zeichen conferma la vastità multiforme e imprevedibile dei suoi interessi, la vivacità di passeggiatore e osservatore spregiudicato del mondo, capace di gentili invettive come di velenose dediche. Ma il lettore rimarrà colpito, non di meno, dalle frequenti fenditure di sinistra cupezza che segnano il percorso di questo libro, fatto come un diario in cui le occasioni si giustappongono legate da un filo sotterraneo inquieto, che è nel senso dello scorrere e sbriciolarsi degli anni, e dell'umano, progressivo perdersi. Zeichen ci parla di realtà in apparenza opposte, dall'arte alla finanza (il cui mondo, dice, è divenuto "virtuale come quello delle fate"), va dal "poetico" al vistosamente "impoetico", si insinua nello squallore quotidiano e nella morchia dell'esistere, ma non trascura certo la bellezza incomparabile di Roma o della campagna laziale. Eppure, sempre più si manifesta, nel caleidoscopio delle sue innumerevoli figure, un senso di morte circolante.
Catena umana
Seamus Heaney
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2011
pagine: 171
"Catena umana" è come il racconto lirico di un viaggio essenziale, condotto con poetica saggezza in un confronto con le cose più decisive, le cose ultime. Un libro animato internamente da un'urgenza estrema, quanto mai vivida, perché arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo. Lo vediamo nella sequenza Cbanson d'aventure, in cui Seamus Heaney rivive i momenti in cui il male l'aveva colpito qualche anno fa, ripensa alla corsa rapida in ambulanza verso l'ospedale, al contatto ravvicinato con quell'oltre che non era mai stato così terribilmente vicino, così a portata di mano. Ma lo vediamo anche nella sequenza Linea 110, tra i momenti più alti di questa raccolta, dove il semplice, ordinario percorso del bus diventa un lungo viaggio di citazioni e riferimenti al libro VI dell'Eneide: Enea che chiede alla Sibilla di poter scendere in Averno per incontrare il padre morto, Anchise. Heaney riutilizza il materiale classico nelle cadenze battenti della sua lingua e del suo stile, in un sapiente gioco di poesia tra il senza tempo del capolavoro virgiliano e il tempo del presente e dell'infanzia irlandese dei suoi luoghi più cari e mai realmente abbandonati. Ci fa poi compiere un altro viaggio nel tempo con la sequenza Canzoni dell'eremita, dove appaiono i leggendari santi della tradizione gaelica, i quali incarnano un umanissimo ideale di lavoro e preghiera, e insieme quel nobile senso di ricerca e instancabile fiducia e credito nella poesia tipico dei migliori artigiani.