Einaudi: Nuova Universale Einaudi
I sonetti. Testo inglese a fronte
William Shakespeare
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 480
«I Sonetti di Shakespeare costituiscono uno dei libri di poesia più filologicamente dibattuti, più strutturalmente ambigui e, in definitiva, più affascinanti. La triangolazione fra il poeta e i due interlocutori principali, il fair youth e la dark lady , produce un percorso morale e di senso niente affatto rettilineo se non addirittura misterioso. Lucia Folena ci offre diverse chiavi per interpretare questo percorso in modo consapevole e innovativo. E ci offre altresì una nuova traduzione in endecasillabi che riesce miracolosamente a conservare sia il pensiero sia gli eleganti artifici retorici che stanno dentro i pentametri giambici shakespeariani. Alcune storiche ottime traduzioni utilizzano versi lunghi di misura variabile, ma la forza dei versi di Shakespeare sta anche nella loro regolarità. Riuscire a condensare nell'endecasillabo il senso, la forma e la bellezza della poesia di Shakespeare è stata una scommessa molto impegnativa. Crediamo sia una scommessa vinta. Come un attore impreparato in scena che per paura sbagli le battute, o un animale carico di furia a cui la troppa forza fiacchi il cuore, così io, malfidente, non ho voce per il cerimoniale dell'amore; sembra stroncarmi la sua intensità, e sono sopraffatto dal suo peso. Siano dunque i miei scritti l'eloquenza e i muti messaggeri del mio cuore: chiedono amore e attendon ricompensa più grande che la lingua più verbosa. Leggi tu i segni del silente amore: è intelletto d'amore udir con gli occhi. La celebrazione iniziale della perfezione del destinatario, più attraente e temperato di un giorno d'estate – celebrazione che sembra inizialmente essere tutta immersa nel presente (vv. 1-3, 5-6) – già al v. 4 si apre verso un domani nel quale nemmeno gli attuali difetti della bella stagione esisteranno più, perché essa stessa sarà terminata, e, come sottolineano i vv. 7-8, sometime , cioè in un momento imprecisato ma ineluttabile, la corsa del tempo separerà dall'idea platonica del Bello le cose del mondo fisico che da quell'idea erano originariamente discese. A questo punto la perfezione del fair youth si rivela fondata, molto più che sull'oggi, sulla futura stabilità della sua immagine attuale, la cui inalterabilità dipenderà esclusivamente dalla forza suggestiva dei «versi eterni» che l'avranno costruita. Così, come per un gioco di prestigio, la celebrazione iniziale del giovane si trasforma in autocelebrazione, ed è proprio un tale rovesciamento a rendere possibile la "storia" che segue, propiziando la genesi e lo sviluppo di un rapporto paritario di amicizia e amore tra due personaggi tanto lontani fra loro. L'uno possiede moltissime cose che mancano all'altro – nascita, ricchezza, gioventù, bellezza – ma l'altro ne detiene una che le sopravanza tutte. È padrone esclusivo del supremo potere della parola, senza il quale il resto, nella sua transitorietà, non è niente. Al pari di un dio minore egli può, se lo vuole, donare l'immortalità: non ai viventi, certo, ma almeno alle loro immagini». (dall'introduzione di Lucia Folena)
Yoga sutra
Patañjali
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: CXXV-206
Il testo degli "Yogasutra" risale al periodo compreso tra il II e il IV secolo d.C. e viene tradizionalmente attribuito a Patanjali, filosofo indiano di cui si conosce pochissimo. Gli scritti, le massime e i frammenti che compongono gli "Yogasutra" sono l'esito della scrupolosa disamina svolta dal loro autore, il quale rivisita e incrementa un ampio novero di materiali e saperi che lo precedono. Gli "Yogasutra" sono il principale pilastro teorico e spirituale di una lunga tradizione di pratiche filosofiche e visioni del mondo sintetizzate dalla parola "yoga". Costituito da circa duecento aforismi, il libro tratta di ascesi, meditazione e del percorso da intraprendere per giungere a un'autentica conoscenza e padronanza dell'esperienza di sé. Finora spesso travisati o banalizzati, gli "Yogasutra" vengono qui presentati in un'accuratissima edizione tradotta dal sanscrito sulla base della recente edizione critica, con un commento storico-filologico e filosofico che cambia profondamente la struttura e il senso del testo.
De officiis. Quel che è giusto fare. Testo latino a fronte
Marco Tullio Cicerone
Libro: Copertina rigida
editore: Einaudi
anno edizione: 2012
pagine: 363
Nell'accezione ciceroniana, gli "officia" sono regole di comportamento. Per condurre bene, virtuosamente, sia la vita pubblica sia quella privata. Con il "De officiis", l'anno prima di morire, Cicerone si rivolge al figlio Marco e cerca di organizzare un sistema di trasmissione della memoria fra generazioni. Una specie di "Etica spiegata a mio figlio", come si intitolerebbe oggi, che è poi diventata uno snodo fondamentale per la cultura latina, medievale e moderna. Nata in tempi difficili per riassumere e tramandare l'identità culturale di una comunità in un passaggio storico cruciale, nel momento di massima discontinuità dell'organizzazione statuale romana, l'opera ha trovato lettori e cultori molto in là nel tempo. Questo passaggio di consegne, elaborato nella e per la guerra civile, è stato ripreso soprattutto quando la latinità era solo un ricordo o un modello. Con modalità prescrittive, Cicerone ha trasmesso il suo "munus" alle generazioni successive, proponendo quello che, nella ricezione, è divenuto un paradigma per chi si proponeva di riorganizzare altri tipi di società, sui fondamenti della "sapientia", della "iustitia", della "magnitudo animis", del "decorum". Si tratta di virtù che non potevano più essere, né concettualmente né politicamente, quelle che Cicerone aveva messo a punto ma che alla sua teorizzazione si rifacevano, reinterpretandola, adattandola, in una trasmissione di valori che ha permeato la cosiddetta "cultura occidentale" fino ai giorni nostri.
La consolazione della filosofia. Testo latino a fronte
Severino Boezio
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: XLVI-283
"La consolazione di Filosofia" è il principale testo di giuntura fra il mondo antico e la cultura medievale. Boezio fa un'originale sintesi di Platone, Aristotele, dello stoicismo, di Cicerone, della grande letteratura greco-romana, ma anche della Bibbia, di Agostino, della teologia cristiana. Scrive agli arresti, in attesa che Teodorico dia l'ordine di giustiziarlo e per questa sorta di testamento, personale e di un'intera cultura, inventa una forma letteraria nuova, parte in prosa parte in poesia, che suggestionerà anche Dante qualche secolo dopo. Nella sua apparizione, Filosofia si presenta a Boezio come una donna a metà fra l'umano e il divino. Afferma che i malvagi sono in realtà più deboli dei virtuosi, e che chi sta dalla parte della virtù, della misura e della cultura non ha niente da temere. Non smettere di pensare, non lasciarsi andare alla disperazione, sentire la forza interiore del pensiero: questa la formula per continuare a vivere di fronte alla sofferenza e alla morte. Una formula che veniva da lontano e che è andata lontano costituendo una delle armature morali dell'uomo medievale e moderno.
Romanzi e prose. Volume Vol. 3
Paolo Volponi
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2003
pagine: LXXXIX-842
Con questo terzo volume si conclude la pubblicazione dell'edizione complessiva che Einaudi dedica all'opera di Paolo Volponi. Qui vengono raccolti "Le mosche del capitale", "La strada per Roma" e pagine sparse del periodo tra il 1983 e il 1994. I commenti procedono secondo una schema rigoroso, dando innanzitutto informazioni sulle carte autografe, quindi sulla storia del testo, per poi analizzare forme e modelli e chiudere con le vicende editoriali e la ricezione presso pubblico e critica.
Romanzi e prose. Volume Vol. 2
Paolo Volponi
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2002
pagine: LXXXI-772
«Il sipario ducale» (1975, «Il pianeta irritabile» (1978) e «Il lanciatore di giavellotto» possono essere considerati a loro modo reattivi nei confrontio del postmodernismo e dei suoi postulati: fine della memoria storica, dell'utopia, del lavoro, delle culture nazionali, estetizzazione delle regole mediatiche del markenting, caduta di ogni distinzione tra highbrow e lowbrow. Davanti al ritorno all'intreccio, al metaromanzo ludicamente atteggiato, i romanzi volponiani sembrano alternare, in senso depistante, lineare compatezza ed esplosione sperimentale. (Dall'introduzione di Emanuele Spinato). Il volume contiene inoltre alcune prose degli anni 1976-1983.