Luni Editrice
I libri del BEAT
Maurizio Scudiero
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 336
Della Beat generation hanno parlato in questi decenni moltissime persone, e tanti scrittori si sono impegnati a diffondere e tradurre il loro pensiero come pure molti registi si sono dedicati a portare avanti questa cultura che ha segnato il secondo Novecento. Quanti però hanno potuto vedere o addirittura avere tra le mani i libri originali, le riviste, i numeri unici? Maurizio Scudiero, con questo volume colma questa lacuna presentandoci in una carrellata senza precedenti, quasi l’intera produzione di quegli autori, e attraverso le copertine dei libri spiega come è arrivato a costruire I libri del Beat, guidandoci con riferimenti pressoché sconosciuti, in quel mondo alternativo, psichedelico, fantasmagorico, ancora sognante di una società diversa che era il mondo dei Beat. Scrive Scudiero nella premessa: «Per anni ho visto e sfogliato libri su libri sulla Beat Poetry, solitamente testi originali con traduzioni a fronte dei più importanti poeti del movimento. Come è prassi per questo generi di libri, c’erano poche immagini, quasi sempre piccole, in bianco-nero, e spesso tutte compresse nello spazio di un’unica pagina. Viaggiando spesso negli States, nel 1981 sono capitato alla libreria City Lights di San Francisco: mi trovai davanti ai libri originali della Beat Poetry… Ebbene fu quasi uno shock emotivo per la bellezza e la creatività di come questi libri erano impaginati fuori e dentro. «Conobbi Laurence Ferlinghetti, il proprietario della libreria, editore di molti libri della Beat Poetry e lui stesso tra i principali autori e poeti; dalla sua posizione privilegiata di figura di riferimento, mi aiutò a reperire vecchi libri esauriti e rari, e mi presentò altri esponenti dell’ambiente Beat, come la figlia di Allen de Loach, fondatore e direttore della rivista Intrepid, la quale mi passò molte foto originali dei poeti, da Ginsberg, a Burroughs, a Corso, ecc. «Iniziai a collezionarne altri, e ad approfondire il discorso. Insomma… un po’ alla volta, mi balenò l’idea di realizzare un libro dove non vi fossero solo testi con traduzione a fronte ma soprattutto le immagini di quei libri, delle copertine, delle impaginazioni interne, e spesso anche della “factura”, cioè dei materiali artigianali con cui erano stati pubblicati e rilegati. «Così, dopo anni e anni di raccolta di libri originali e documentazione varia… il risultato è I libri del Beat: i libri della Beat Poetry riprodotti nelle loro versioni originali come non è mai stato fatto finora».
Hugo Pratt e Corto Maltese
Daniele Clarizia
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 176
Alla fine degli anni Sessanta un narratore prima di tutti in Italia incarna il nuovo spirito del fumetto, o meglio del graphic novel, e un personaggio a partire dalla sua apparizione gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione dell’immaginario del racconto moderno d’avventura: sono Hugo Pratt e il suo Corto Maltese, gentiluomo di fortuna dalla lunga vita libraria. La vicenda editoriale della Ballata del mare salato – qui ricostruita anche grazie ad alcune testimonianze dirette, come quella di Marco Steiner, storico collaboratore di Pratt – nasce nel 1967 su rivista, diventa un best seller in Italia e in Francia rivoluzionando il genere del fumetto, ma sarà anche un vero e proprio romanzo edito da Einaudi nel 1995, compiendo un percorso inverso rispetto a quello tipico dell’illustrazione dei classici, che aveva informato l’immaginario visivo di intere generazioni di adolescenti e adulti. La scrittura di Pratt, «autore imperfettamente enciclopedico», è intessuta di letteratura, di storie tra le storie: dal titolo che rimanda alla Ballata del vecchio marinaio di Coleridge, ai personaggi, che citano, leggono, vivono tra i libri. Una biblioteca da scoprire che si intreccia con innovazioni tecniche, curiosità linguistiche (come i papua che parlano in veneziano), evoluzioni editoriali, che ne fanno un caso esemplare di come le scelte ai «bordi del testo» possano essere utili alla comprensione della storia di un’opera, quando addirittura non influiscano sullo sguardo del lettore, invitandolo a nuove scoperte.
Amici, amici degli amici, maestri
Oreste Del Buono
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 304
Oreste Del Buono ci introduce in una epopea fatta di storie, avventurieri, eroi e sovversivi, trasgressori e anarchici, di santi e di infelici e dei «bravi, quindi disposti a cacciarsi nei guai»: in trentacinque bellissimi ritratti scrive la storia mai scritta dell'industria editoriale in Italia. Sono amici e nemici personali che tra scrittori, grafici, agenti letterari, editori, giornalisti, umoristi e vignettisti, romanzieri rosa e neri, maestri morali o satirici, mediatori culturali: tutte figure essenziali, sempre rimosse dalla storia letteraria ufficiale. Del Buono scrive anche due capitoli “speciali”: la nascita dell'odio, che narra la vicenda della rivalità a vita e a morte dei due massimi editori italiani, Mondadori e Rizzoli; e Infanzia di un capo, esemplare giovinezza contraddittoria del maggior inventore nell'editoria, Elio Vittorini. Durante la lettura si viene trasportati in un presente che pare quasi immaginario, tanto è ricco di informazioni biografiche sconosciute dei trentacinque personaggi qui presentati; l’autore arriva a costruire con eleganza e leggerezza una analisi e una controstoria della cultura italiana e dei suoi rapporti con il potere economico e politico, memoria dell'amicizia, al tempo stesso commedia e testimonianza di gratitudine che diviene, in filigrana, un involontario romanzo d’appendice dell’Italia trasformista e disattenta alle più preziose e interessanti figure che la hanno resa il Grande Paese che è oggi.
Le confessioni dell'Ultimo Imperatore
Pu Yi
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 400
Questo libro racconta la storia di un bambino, Pu Yi, strappato all’età di due anni agli affetti più cari, isolato e rinchiuso nella gabbia dorata del palazzo imperiale di Pechino, per essere il nuovo imperatore del Celeste Impero. È la storia di un uomo che fu tre volte imperatore, una volta capo del governo, esule per otto anni, prigioniero per quattordici, e poi ortolano, giardiniere, studioso, attivista comunista, deputato al Congresso nazionale del popolo della Repubblica Popolare Cinese. In queste pagine, tratte dai suoi diari personali e dalle memorie e confessioni che era stato obbligato a scrivere dopo la fondazione della Repubblica Popolare come esercizio di autocritica durante il suo processo di rieducazione, Pu Yi, imperatore del Celeste impero con il titolo di Xuantong – come si legge nel “Prologo” del volume – racconta in prima persona la sua triste e drammatica vicenda. Così facendo apre anche al lettore le porte della Città Proibita, accompagnandolo a scoprirne i sontuosi ambienti, a seguire i complessi e meticolosi rituali della vita quotidiana della corte, fissati da regole consolidate nei secoli, ad assistere alle cerimonie ieratiche e solenni che sembrano trasportare i presenti in una dimensione extra-umana. E poi, la fine di tutto: le rivolte, la guerra civile, l’invasione giapponese, il crollo dell’impero, la repubblica, la guerra mondiale, la fuga, la prigionia, l’internamento. Pu Yi trascina con sé il lettore nel turbine travolgente e implacabile della Storia, vittima e protagonista di accadimenti più grandi di lui, in una sequenza di eventi dalla cui narrazione è difficile distaccarsi. In fondo, una vicenda triste e tragica, contrassegnata da colpi di scena e rovesciamenti di fortuna, drammaticamente vissuta dal protagonista in balia degli eventi storici e politici, nella più totale assenza di affetti e di sentimenti di amicizia e vicinanza, anche nei momenti più pericolosi, strazianti e umilianti della sua vita.
Einaudi Letteratura (1969-1984)
Claudio Pavese, Andrea Tomasetig
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 208
Il pieghevole inserito all’interno del primo volume della collana “Einaudi Letteratura”, pubblicato nel 1969, si proponeva di offrire “il senso, variegato e tumultuante, della esperienza” delle avanguardie storiche e al tempo stesso quello delle giovani generazioni. Va dato atto che “Einaudi Letteratura” ha mantenuto le sue promesse fino all’ultimo titolo, il settantottesimo, stampato nel 1984. Non era facile vincere la sfida, offrendo ai lettori degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta i testi e le opere delle avanguardie letterario-artistiche di inizio Novecento e contemporanee. La collana, ideata dal giovane acuto critico Paolo Fossati, con il sostegno di Giulio Bollati, rispondeva appieno a quella “fame” di letture e di immagini prima in larga parte inaccessibili, proponendo Surrealismo, Futurismo, Bauhaus insieme a Beat Generation, Arte povera e tanto altro ancora, in una serie di volumi capaci di spaziare dai romanzi, racconti, poesie, testi teatrali e prose autobiografiche a musica, disegno, fotografia, ricerca visiva. La sequenza integrale dei 78 titoli qui riprodotti, con tutte le copertine e le brillanti sintesi delle controcopertine, lascia sbalorditi per la solidità di un progetto editoriale, valido tuttora, che allinea opere fondamentali della cultura italiana e internazionale del Novecento, spesso proposte per la prima volta in Italia, di autori che non possono mancare in una biblioteca. La veste grafica, spigliata e modernissima, ideata da Bruno Munari, è un esempio di design editoriale la cui eleganza rimane insuperata, un modello di riferimento a livello mondiale. Vedere i volumi allineati uno dopo l’altro in ordine di uscita è compiere un vero e proprio viaggio nella migliore grafica editoriale italiana, capace di far dialogare gli autori di una collana fuori dal comune con “l’oggetto” libro ideato dal grande artista. Andrea Tomasetig, Ambrogio Borsani e Claudio Pavese inquadrano la collana da vari punti di vista (collezionistico, letterario-artistico e grafico), restituendola nella sua freschezza originaria.
Canzoni di crociata
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 400
Le Canzoni di crociata francesi e provenzali qui raccolte, ci offrono una testimonianza viva e appassionata degli ideali e delle speranze, ma anche delle delusioni, delle angosce e dei timori che si agitavano dall’XI al XV secolo nell'opinione pubblica europea. Papi, vescovi e predicatori itineranti e numerosi poeti dei secoli XII e XIII intervennero nella propaganda a favore delle Crociate o negli accesi dibattiti che suscitarono le loro alterne vicende, giustificate, incoraggiate e criticate da movimenti d’opinione e correnti informative di notevole estensione e incidenza all’interno del perimetro ideologico, religioso, psicologico, culturale della societas christiana. Al centro di tutta questa produzione campeggia il profilo al tempo stesso terrestre e celeste della città di Gerusalemme, sospesa fra realtà e irrealtà, mito e storia. La città dove Cristo patì il supplizio e fu sepolto rappresenta per ogni cristiano, come immaginosamente proclama uno dei testi qui tradotti, un prezioso specchio da sottrarre agli infedeli prima che nelle loro mani esso si riduca in frantumi. I rovesci stessi ai quali i crociati andavano periodicamente incontro, erano spiegati con la scusa peccatis exigentibus hominum e costituivano punizioni e prove volute dall’Altissimo, per riportare sulla diritta via coloro che si dichiaravano suoi seguaci, ma di fatto subivano i richiami profani e terreni, impedendo di asportare il male dal mondo e di stabilire un idoneo e proficuo collegamento fra nazioni, istituzioni e compagini diverse, disposte e intenzionate a rifondarsi e svilupparsi con ideali e programmi nuovi.
Tristano Riccardiano
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 480
L’anonimo Tristano Riccardiano è la traduzione più antica (fine ’200) del Tristan en prose in Italia. Il romanzo toscano ci presenta, in uno stile conciso e di rara efficacia narrativa, le vicende più antiche della biografia di Tristano, dalla sua nascita fino al matrimonio con Isotta dalle Bianche Mani, seguiti dalle avventure nel Darnantes, culminanti nella liberazione di re Artù. Al centro della storia rimane naturalmente il suo ‘folle amore’ per Isotta la Bionda, nato dopo aver bevuto il fatale filtro. Anche se la passione peccaminosa si abbatte con tutta la violenza di un sortilegio invincibile, il traduttore insiste sulle gioie e sui piaceri degli amanti, goduti sulla nave, nella camera della regina e nel rifugio isolato nella foresta. Tutta una serie di agguati degli invidiosi alla corte di Tintoil è contrastata grazie all’astuzia della coppia clandestina. Molto spazio hanno le imprese epico-cavalleresche dell’eroe, bandito dalla Cornovaglia da re Marco. Si qualifica come saggio “condottiero” e pacificatore nella guerra in Bretagna e finisce per conquistare un posto eminente nella societas arturiana nel reame di Logres. L’interesse così fortemente rivolto al percorso positivo del protagonista, che incarna la sintesi di fortitudo e sapientia, potrebbe essere spia delle attese dell’emergente classe comunale-borghese cui l’opera era destinata. Lontano dal Tristano sovversivo in conflitto con l’ordine sociale dei romanzi in versi (e di cui indubbiamente rimangono tracce nel Tristan en prose), il Tristano del manoscritto Riccardiano rappresenta piuttosto il modello di comportamento cavalleresco-cortese.
La tavola ritonda
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 608
"La tavola ritonda" (XIV sec.) è la più notevole rielaborazione in lingua italiana del Tristan en prose, combinato con ampie sezioni del Lancelot-Graal e della Mort Artu. È una biografia completa di Tristano (dalla nascita alla morte), inserita nella storia della nobile societas arturiana, che accoglie l’amante clandestino di Isotta per le sue alte virtù: prodezza, lealtà, cortesia, amore e carità. Lo spirito borghese dell’ignoto autore toscano si rivela nella lettura moralistica tipicamente comunale-cittadina della Tavola Rotonda, garante dell’ordine sociale e della pace, e nella connessione dei fatti d’arme di Tristano alla giustizia. La dialettica fra perfezione cavalleresca e colpa passionale dona alla trama il suo intramontabile fascino. L’eroe dalle mille maschere – musico-poeta, imbroglione, uomo selvaggio, folle – diventa il miglior cavaliere arturiano, prode e saggio, superiore a Lancillotto e (nel campo mondano) a Galaad. Il torneo di Loverzep segna la consacrazione definitiva di Tristano come il più grande dei cavalieri, e Isotta come la più bella delle donne. Il redattore indugia più volte sulla forza irresistibile del lovendrinc, che unisce gli amanti di Cornovaglia inscindibilmente nella vita, nella morte e nell’aldilà. Soppiantando la ragione e il libero arbitrio, è l’alibi che rende possibile l’esito cristiano della storia di questa coppia adultera. Fa da contrappeso Dinadano, il “Savio Disamorato”, che critica l’amore distruttivo di Tristano, impazzito e imbestialito per gelosia. È l’eroe della parola arguta e ingegnosa, le cui mordaci battute fanno ridere i personaggi, mentre il suo buonsenso, improntato alla “ragion di mercatura”, riconduce il lettore alla realtà.
Pensieri nella quiete
Kenko Yoshida
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 208
"Pensieri nella quiete" o "Tsurezuregusa", capolavoro della letteratura giapponese, è una raccolta di 243 capitoli oscillanti fra le poche righe e le poche pagine, in forma di riflessioni filosofiche sulla vita quotidiana, di usanze e di cerimonie della corte imperiale, di esempi di illustri personaggi, di emozioni che si provano alla vista delle bellezze naturali che il monaco buddhista Yoshida Kenkō descrisse nella solitudine del suo eremo. Scritto tra il 1319 e il 1331, è stato sempre letto e apprezzato dai giapponesi e ha contribuito ad acuire la loro innata sensibilità estetica tanto che ancora oggi, il modo di costruire le loro case e i loro giardini è modellato sugli insegnamenti di questo libro. Nel prologo Kenkō dice di aver iniziato a scrivere “assurdi pensieri, non avendo altro da fare”, ma il motivo principale che lo spinse a scrivere fu la compassione per le sofferenze dei suoi contemporanei e la volontà di mostrare loro una via di salvezza nell’insegnamento buddhista. Pensieri nella quiete può essere considerato come il diario del suo cammino interiore di monaco, di poeta e di scrittore; appartiene al genere letterario zuihitsu (“seguire il pennello”) che esprime con brevità e semplicità le impressioni e i sentimenti del momento. I suoi erano non soltanto i sentimenti di monaco buddhista, ma anche di poeta e di uomo di corte: con stile originale ed elegante, egli parla della bellezza della danza e della musica, delle gioie della vita di famiglia, del fascino femminile e dell’uomo pazzamente innamorato, della giovinezza e della vecchiaia, della costruzione di una casa e del suo arredamento, della scelta delle piante e dei fiori per un giardino. Questo alternarsi del ricordo dell’impermanenza di tutte le cose e della morte imminente, nonché dell’urgenza della pratica della Via, con l’invito a gustare le gioie che la vita ci offre ogni giorno nella contemplazione delle bellezze naturali, sembra contraddittorio e incoerente; si ha l’impressione che Kenkō, pur avendo lasciato il mondo con il sincero desiderio dell’Illuminazione, nella solitudine del suo eremo, rimpianga i piaceri mondani. Ma più che di contraddizione e di incoerenza si potrebbe parlare di una sua “via di mezzo” tra un facile edonismo e una dura disciplina ascetica e, pur mancandogli la radicalità dello Zen e il coraggio dei samurai, praticò la compassione nella ricerca sincera della pace del cuore e dell’armonia con tutti gli esseri, teso tra l’ottimismo della religione shintoista, fondato sulle realtà terrene, e il pessimismo del messaggio buddhista tutto teso verso l’aldilà.
Kokoro
Natsume Soseki
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 224
"Kokoro", pubblicato nel 1914, è una delle opere più profonde e commoventi della letteratura giapponese moderna. Il titolo, che in giapponese significa “cuore” o “anima”, racchiude perfettamente l’essenza del libro: un’indagine intima e dolorosa sui sentimenti, sulla solitudine e sul senso di colpa. La storia si sviluppa attraverso il rapporto tra un giovane studente e un uomo più anziano, conosciuto come Sensei (maestro). Il ragazzo, attratto dall’aura enigmatica e malinconica di Sensei, lo considera una guida, ma fatica a comprendere il peso che grava sulla sua anima. Man mano che il legame tra i due si approfondisce, emergono i temi centrali del romanzo: la difficoltà di comunicare i propri sentimenti, il conflitto tra tradizione e modernità, il tormento interiore di chi porta con sé un segreto inconfessabile. Sensei, infatti, è perseguitato da un evento del suo passato che lo ha segnato per sempre. Attraverso una lunga lettera – che occupa la parte finale del romanzo – egli rivela la sua storia e il motivo della sua inquietudine. Il lettore scopre così il peso della colpa che lo ha condannato a un’esistenza di solitudine e rimorso. Kokoro è un romanzo che esplora la transizione del Giappone dall’epoca Meiji alla modernità, un periodo di grande cambiamento che lascia molti sospesi tra valori antichi e nuove incertezze. La scrittura di Sōseki, delicata e malinconica, dà voce alle paure, ai rimpianti e alla ricerca di senso che accomunano ogni essere umano. Kokoro è un’opera universale: parla della fragilità dell’animo umano e della difficoltà di riconciliarsi con il passato. Un romanzo che tocca il cuore di chiunque abbia mai conosciuto il dolore del rimorso e la struggente bellezza della memoria.
Calendario. E altri scritti dalla «Voce Repubblicana»
Ennio Flaiano
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 416
Questo libro riunisce gli articoli – nella quasi totalità inediti, tranne sei pubblicati in altre raccolte – che Ennio Flaiano scrisse nel corso della sua collaborazione alla Voce Repubblicana tra il 1947 e il 1948, periodo che lo vide fra i principali giornalisti del quotidiano. Le 196 note non firmate apparvero tutte nella forma di una rubrica fissa dal titolo Calendario, pubblicata in prima pagina, e costituiscono il fulcro della collaborazione di Flaiano a questo quotidiano (sono stati inseriti dello stesso periodo anche alcuni articoli firmati in terza pagina). Le note erano in sostanza brevi corsivi di due o più pezzi di poche righe, in cui si concentrava un commento ironico e leggero ai fatti politici del giorno. Il Calendario uscì con assoluta regolarità dal 9 settembre 1947 all’11 maggio 1948, nei sei giorni della settimana in cui si pubblicava il giornale. I sette articoli firmati, di contenuto letterario più vario, comparvero invece nella terza pagina del quotidiano nell’edizione a due fogli che all’epoca era pubblicata la domenica. Sara Battaglia ha curato il volume e le note ai testi sono state elaborate nell’intento di rendere meglio intellegibile la lettura dei commenti di Flaiano; sono stati anche ricostruiti brevemente episodi che possono risultare poco noti a distanza di settant’anni, e aggiunti brevi cenni biografici delle persone citate. Si è ritenuto importante dare anche indicazioni relative all’orientamento dei giornali citati, alcuni dei quali hanno cessato da tempo le pubblicazioni, o hanno mutato orientamento politico. Un utilissimo indice dei nomi e dei giornali permette di rendere il senso e l’ampiezza di una viva polemica politica che, forse inaspettatamente, registra Ennio Flaiano fra i suoi protagonisti e restituisce il quadro e la vivacità della vita politica e culturale nei primi anni dell’Italia repubblicana.
Dell'essere uomo. Lezioni di grandezza
Vauvenargues
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 80
«Guardate cosa fa la gloria. La tomba non la può oscurare e il suo nome regna ancora sulla terra che ha ingentilito. È feconda persino nelle rovine e nella nudità della morte. I suoi esempi la ricreano e aumenta di evo in evo. Coltivatela dunque, giacché se l’ignorate presto ignorerete la virtù stessa, di cui è il fiore». Di Vauvenargues si presentano per la prima volta in lingua italiana i Consigli a un giovane che con i Discorsi sulla gloria rivolti a un amico e il Discorso sui piaceri rivolto allo stesso compongono una sorta di galateo della grandezza a uso dei più giovani, da qui il nostro titolo: Dell’essere uomo. Lezioni di grandezza. Sono infatti opere che, assieme all’Elogio di Paul de Seytres, vengono composte proprio per quest’ultimo: il migliore e più sventurato compagno d’armi di Vauvenargues, morto di fatiche – appena diciottenne – durante la guerra di Boemia. In quanto affini tematicamente, si offrono anche alcuni frammenti presi dagli inediti Caratteri e dai Dialoghi dei morti che sono tra i testi vauvenarghiani più autobiografici. Il saggio di apertura – Vauvenargues come educatore di Marco Lanterna – ne evidenzia il maestoso isolamento e l’eccezionalità nella pur ricca tradizione della moralistica francese.