Ombre Corte: Culture
Metafisiche cannibali. Elementi di antropologia post-strutturale
Eduardo Viveiros de Castro
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2017
pagine: 237
La prospettiva tracciata da Viveiros de Castro, i cui contributi sono da anni al centro del rinnovamento concettuale dell'antropologia, si fonda su un'opzione antinarcisistica, capace di infrangere la sovranità del soggetto analizzante (antropologo) e il suo presunto primato sull'oggetto analizzato (le società amerindiane). Non è un caso, infatti, che Metafisiche cannibali sia concepito come la presentazione di un altro suo libro, ancora non scritto, intitolato L'anti-Narciso, tutto giocato proprio su questa rottura della relazione dicotomica tra soggetto e oggetto, laddove l'altro, tradizionalmente considerato oggetto dell'indagine, diviene invece fonte preziosa di concettualizzazioni, di epistemologie, di punti di vista indispensabili alla sua (e alla nostra) comprensione. Di qui la domanda-chiave, che orienta tutta la ricerca: qual è il debito concettuale dell'antropologia nei confronti dei popoli che studia? Rispondere a questa domanda, pensare l'antropologia come esercizio di infinita traduzione e di "equivocità controllata", significa partire da un assunto fondamentale: le concezioni e le pratiche che caratterizzano la ricerca antropologica provengono sia dai mondi del "soggetto" sia dai mondi dell'"oggetto", affermandosi tra i due una "alleanza sempre equivoca ma spesso feconda", capace di spiazzare ogni approccio di tipo dualistico. Questo radicale spostamento di prospettiva - sostenuto da una feconda ibridazione che collega l'antropologia strutturale di Lévi-Strauss alla filosofia "rizomatica" di Deleuze e Guattari - definisce la nuova missione dell'antropologia: quella di essere "una teoria-pratica di una decolonizzazione permanente del pensiero", che restituisce al sapere dell'Altro il posto a lungo negatogli nell'orizzonte della conoscenza. E a partire da questa impostazione che nasce una originalissima rilettura dello strutturalismo, della "se-miofagia" e delle popolazioni amerindiane, o dello sciamanesimo come attraversamento delle barriere ontologiche.
Le parole del delirio. Immagini in migrazione, riflessioni sui frantumi
Federica Sossi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2016
pagine: 174
"Le parole del delirio" prova a riflettere su alcuni degli eventi degli ultimi due anni e sulla frantumazione della realtà. Cercando di inventare una scrittura del montaggio, il libro si sofferma innanzitutto su uno degli aspetti più deliranti della nostra attualità: uomini, donne, bambini/e a cui si permette di arrivare in Europa solo impigliandosi nei fili spinati delle sue frontiere e come "naufraghi" del Mediterraneo. Vengono ripercorse così le scelte politiche con cui l'Unione europea immagina di governare una parte sempre più consistente della popolazione mondiale, trasformata in corpi sopravvissuti, morti o "dispersi", dalle sue stesse decisioni politiche. Una politica del delirio di cui si sono visti tutti gli effetti grazie alle immagini che li hanno riprodotti. Migliaia di foto, tutte inevitabili ritagli, come è proprio di ogni scatto fotografico, ma ritagli e punti di vista su una realtà di per sé delirante. Specchi, dunque, di ciò che sta accadendo, una sorta di paradossale "grado zero" dell'accadere, di quei bambini tra fili spinati, di quegli uomini e quelle donne arrancanti, ormai nostri compagni nel quotidiano, mentre prendiamo un treno, facciamo la spesa, beviamo un caffè sedute/i al tavolino di un bar. Ma "parole del delirio" o scene frammentate del delirio è, più in generale, il modo di darsi della realtà attuale, una sorta di frenesia degli eventi che sta frantumando in una specie di vortice dell'accadere quel sentimento di post-realtà che secondo alcuni regnava in questa parte del mondo negli anni passati.
Alchimie austeniane. Donne, fortuna e altre storie in "Pride and prejudice" di Jane Austen
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2016
pagine: 118
Mai dimenticato dalla letteratura critica, né dalla passione dei lettori, "Pride and prejudice" (1813) si segnala come l'opera di Jane Austen che meglio si presta a letture su più livelli. È questo il romanzo nel quale appare il passaggio da una visione morale triste ad una che reclama un ottimistico "diritto" alla felicità e che trova nuove fondamenta nell'amore "romantico". Il matrimonio rimane un tema centrale illuminato però da una luce obliqua che demolisce la precedente mercificazione della donna per far emergere una nuova tipologia relazionale: il matrimonio d'amore non più legato alla trasmissione della "fortune" ma alla proprietà transitiva della passione. Nel volume si pone l'accento sulla polifonia dei temi, sulle interferenze culturali o sulle ri-letture che concorrono a rafforzare il significato contenuto nei dettagli del testo austeniano.
Fascisti del terzo millennio. Per un'antropologia di CasaPound
Maddalena G. Cammelli
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2015
pagine: 126
In questi ultimi anni, varie formazioni di estrema destra, fasciste, populiste o nazionaliste, sembrano aver assunto una maggiore visibilità e capacità di penetrazione politica tra le popolazioni europee. Prodotto dei forti cambiamenti che stiamo attraversando, sintomo di una progressiva frantumazione sociale, tali formazioni si battono sia contro una Unione europea che ha espropriato gli Stati nazionali della loro sovranità, sia in difesa di una presunta identità culturale dell'Occidente, oggi "minacciata" dai crescerti flussi migratori. Nel nostro paese, una delle espressioni più evidenti e paradigmatiche di una generale deriva sovranista, nazionalista e identitaria, è sicuramente rappresentata da CasaPound. Studiarne pertanto la struttura, la cultura e l'azione, come si propongono queste pagine, che raccolgono anche le ragioni di appartenenza espresse dai suoi militanti, costituisce un contributo importante alla comprensione di una cultura politica che va ben al di là di coloro che la rivendicano apertamente definendosi "fascisti del terzo millennio". Dall'osservazione e dall'analisi antropologica di un caso concreto, cogliendone le peculiarità, analizzandone la matrice culturale, il programma politico, le forme della militanza e le tensioni che lo attraversano, emergono in realtà molti degli elementi che in vario modo e in forme diverse connotano i sentimenti e i comportamenti di una parte sempre più consistente delle nostre società.
Femminismi queer transnazionali. Critiche post e decoloniali all’omofobia, all’islamofobia e all’omonazionalismo
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2015
pagine: 200
Questo volume propone alcuni importanti contributi di un femminismo transnazionale che dagli anni Novanta cerca di spostare il baricentro delle questioni di genere oltre l'occidente bianco, radicando la propria riflessione e la propria pratica a un contesto postcoloniale. Essi rappresentano un forte e articolato punto di vista critico nei confronti dell'omofobia e dell'islamofobia, nonché del paradigma eteronormativo e nazionalista che si sta diffondendo in varie forme in Europa, negli Stati Uniti e in India. Uno dei tanti elementi che sicuramente li accomuna è il loro approccio analitico, dal quale emerge chiaramente una dimensione di genere della xenofobia e dell'islamofobia, ma anche una argomentata contestazione all'idea che la tolleranza progressista per le minoranze sessuali vada sempre di pari passo con la condanna dell'Islam come alterità puramente maschile e oppressiva del femminile. Questa confusione ideologica, qui definita "islamofobia progressista", viene fortemente problematizzata da analisi complesse, che si oppongono energicamente al dualismo Occidente progressista/altrove oppressivo e omofobo. Come evitare che i discorsi sulle identità sessuali e di genere finiscano col fornire un sostegno, benché involontario, all'islamofobia, terreno scivoloso in cui il femminismo occidentale egemonico può trovarsi invischiato? I saggi qui proposti offrono alcune risposte e un contributo teorico e metodologico utili anche nel contesto italiano.
Ecologia-mondo e crisi del capitalismo. La fine della natura a buon mercato
Jason W. Moore
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2015
pagine: 183
Economia ed ecologia vivono la stessa crisi. Analizzando i modi in cui si sono combinati finanza, cibo, lavoro, energia e materie prime, Jason W. Moore mostra come la grande forza del capitalismo sia sempre consistita nella sua capacità di creare "nature" a buon mercato, integrando il lavoro umano e il cambiamento ambientale in modo dinamico ma distruttivo. Sulla scorta del pensiero ambientalista, femminista e marxista, egli interpreta il capitalismo come un'ecologia-mondo, una civiltà in cui si compongono insieme l'accumulazione del capitale, la ricerca del potere territoriale e la co-produzione della natura. Cartografandone le tappe storiche a partire dalla cosiddetta accumulazione originaria, Moore individua nel XXI secolo il punto di non ritorno: ossia, la fine della natura a buon mercato. Cibo, energia, materie prime, lavoro costituiscono un tutt'uno. Pensare al lavoro-nella-natura invece che al lavoro e alla natura è una chiave per una politica radicale di liberazione: per gli essere umani e per la natura nel suo insieme. In questa prospettiva, le trasformazioni dell'uno e dell'altra sono dialetticamente connesse nella medesima rete della vita, nella loro degradazione in atto, così come nella loro possibile sottrazione alle pratiche di appropriazione e di sfruttamento.
La pensatrice e lo specialista. Hannah Arendt e il processo Eichmann
Ruggero D'Alessandro
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2015
pagine: 143
"Assistere a questo processo è in qualche modo, io ritengo, un obbligo che ho verso il mio passato". Così scrive Hannah Arendt alla vigilia del processo all'ex tenente colonnello delle SS Adolf Eichmann, uno dei massimi responsabili della progettazione e realizzazione della Shoah. Dalle corrispondenze che Arendt scrive per il settimanale "The New Yorker", nel 1963 nasce un volume dal titolo "Eichmann in Gerusalem. A Raport on the Banality of Evil" (tradotto in italiano con "La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme"), che ben presto scatenerà dure reazione da parte del mondo ebraico. Le accuse che le verranno rivolte riguardano il suo ritratto di Eichmann, l'analisi del ruolo dei Consigli ebraici, nonché la valutazione del processo, fra questioni giuridiche, fini politici e aspetti etici. Nel ricostruire questa dolorosa vicenda, che coinvolse anche amicizie e affetti di lunga data, l'autore analizza dunque la posizione della Arendt rispetto alle questioni della colpa, del diritto, della giustizia collettiva, della giurisdizione per i crimini contro l'umanità, accanto alle "ambiguità" di un'istituzione come i Consigli ebraici e alcune categorie centrali della speculazione arendtiana sull'incapacità di pensare e sulla "banalità" del male. Ne esce un quadro complesso dal quale emerge una Arendt coraggiosa e battagliera, instancabile pensatrice della condizione umana, della libertà e della giustizia.
Il punto zero della rivoluzione. Lavoro domestico, riproduzione e lotta femminista
Silvia Federici
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2014
pagine: 159
"Come provo a mostrare in in questo libro, oggi un femminismo radicale deve operare su vari fronti, ma senza mai limitarsi a una pratica puramente difensiva. La ricostruzione del tessuto sociale, la determinazione di nuovi rapporti di solidarietà capaci di procurare subito, nel presente, nuove risorse e nuovi rapporti sociali, sono la prima condizione non solo per la sopravvivenza ma anche e soprattutto per aprire un processo di riappropriazione della ricchezza e per recuperare il controllo sui mezzi della nostra riproduzione. Abbiamo davanti un lavoro immenso, se si pensa alle condizioni disastrate - ambientali, economiche, sociali - in cui siamo costretti a vivere. Dall'educazione alla salute, all'ambiente, alla costruzione di nuove forme di (ri)produzione. Si può davvero dire che dobbiamo mettere il mondo sottosopra, perché la bancarotta del sistema capitalistico è tale che ormai da esso ci si può aspettare solo crisi, miseria e violenza" (Silvia Federici). "Finalmente abbiamo un volume che raccoglie i numerosi saggi che in un periodo di quattro decenni Silvia Federici ha scritto sulla questione della riproduzione sociale e le lotte delle donne su questo terreno. Oltre a fornire una potente storia dei cambiamenti nell'organizzazione del lavoro riproduttivo, 'Il punto zero della rivoluzione', documenta lo sviluppo del pensiero della sua autrice su alcune delle questioni più importanti del nostro tempo..." (Mariarosa Della Costa)
Il futuro incerto. Soggetti e istituzioni nella metamorfosi del contemporaneo
Ubaldo Fadini
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2013
pagine: 154
Cercando di cartografare quella soggettività contemporanea che viene messa sempre di più originalmente e interamente al lavoro, in tutte le sue determinazioni esistenziali, l'autore chiama a raccolta alcune linee di pensiero critico novecentesco (tra le altre: l'eredità teorica "francofortese" e il "differenzialismo" francese), ritenute spesso difficilmente affiancabili e ricomponibili. E in quest'ottica, centrata in particolare sulla rilevazione della qualificazione della forza-lavoro, nel tempo d'affermazione del biocapitalismo, come "capitale variabile" e - insieme - come modalità di incorporazione di parti di "capitale fisso", che si avverte l'esigenza di rivedere buona parte di ciò che è stato fin qui detto sul rapporto tra il "vivente" e il "positivo", tra il "corpo" e la tecnica. Proprio a proposito del "positivo", in una accezione più generale rispetto alla sua identificazione con l'"apparecchiatura" tecnologica attualmente a disposizione, si sottolinea anche l'importanza di una sua "soluzione" nel senso della realizzazione di mediazioni "altre" rispetto a quelle presenti, in grado di porsi come spazi di soddisfazione (di bisogni e desideri) sempre più ampi per tutto ciò che è movimento critico sullo scenario della società odierna. Sullo sfondo di tale considerazione, si delinea pure la fertilità della riflessione deleuziana sull'istituzione, ovvero su ciò che si muove, che si può muovere nell'istituzione stessa...
Agire in comune. Antropologia e politica nell'ultimo Marx
Luca Basso
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 254
Questo lavoro si colloca all'interno di un rinnovato interesse per il pensiero di Marx e la sua critica al capitalismo, manifestatosi negli ultimi anni anche in seguito alla crisi economica globale. La sua analisi si distingue per l'originale esplorazione del corpus marxiano: dal "Capitale", agli ultimi scritti politici, senza trascurare i numerosi appunti sulle scienze. Ne emerge un quadro storico-teorico articolato, in cui alla nozione di "individuo" si intrecciano quelle di "classe", "società" e "comunità". L'intento dichiarato consiste nel tenere assieme l'analisi della "spettrale oggettività" del capitale e l'assunzione politica della soggettività di classe, cogliendo anche l'instabilità della loro relazione. D'altronde il capitalismo è il primo modo di produzione in cui l'antagonismo costituisce la condizione stessa del suo darsi. Contrariamente a quanto vorrebbe un vecchio luogo comune, la tesi di fondo dell'autore è che lo scenario marxiano si caratterizzi per una tensione alla realizzazione individuale, intesa però non in contraddizione con la dimensione collettiva. Emerge quindi una dinamica antropologica che affonda nella materialità della situazione presente e che si rivela inconciliabile tanto con l'individualismo liberale quanto con ogni approccio organicistico. Alla base della riflessione sta l'"agire in comune" delle singolarità operaie, con la sua portata destrutturante nei confronti dell'assetto capitalistico e della forma-Stato.
Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilià
Alessandra Gribaldo, Giovanna Zapperi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 123
Il tema dell'immagine delle donne si è imposto negli anni del declino berlusconiano come un problema che richiede una risposta sia politica che teorica. Questo libro propone una lettura femminista dell'intreccio tra genere e cultura visiva. La critica dell'immagine come ambito sessuato permette di cogliere la complessità dei rapporti di potere che si esprimono attraverso le immagini, senza cedere alla nostalgia di un femminile autentico. Il femminismo ha mostrato infatti come il corpo naturale sia già un corpo immaginato, storicamente connotato, plasmato dai rapporti di potere. Se il tempo è adesso, non abbiamo bisogno di redenzione per fare posto a un'immagine di donna integra e dignitosa, quanto piuttosto di reinvenzione. Declinare il genere attraverso le linee della classe, del colore e della sessualità permette di pensare la soggettività in termini di processo, di conflitto e di possibilità, in una forma che è insieme immagine e sguardo.
Macchine desideranti. Capitalismo e schizofrenia
Gilles Deleuze, Félix Guattari
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 157
Al suo apparire in Francia nel 1972, "L'anti-Edipo" suscitò un dibattito vivacissimo, che ben presto ebbe un'ampia risonanza anche in Italia, ma non solo. I suoi autori partivano da una critica alla psicoanalisi, accusata di prevaricazione autoritaria in difesa del capitalismo, ma non risparmiavano energiche bordate polemiche anche al freudo-marxismo, al lacanismo e ad alcune tendenze della cosiddetta antipsichiatria. Tuttavia, proprio per il tipo di impianto critico, il libro eccede di gran lunga l'ambito settoriale del discorso e della pratica psicoanalitica, come testimoniano ampiamente anche gli interventi e le conversazioni presentate in questo volume. Qui, senza sottrarsi alle critiche di studiosi e professionisti di diversi ambiti disciplinari (dalla psicoanalisi all'antropologia, dalla storiografia alla filosofia), Deleuze e Guattari si soffermano sui temi più significativi e dirompenti del loro primo lavoro in comune. Si tratta, in sostanza, di materiali che non solo accompagnano il libro (illuminandone struttura e finalità) ma ne approfondiscono anche alcuni snodi tematici e concettuali, tracciando ulteriori direzioni della ricerca, che in Mille piani, il secondo volume del loro lavoro su "Capitalismo e schizofrenia", avrà uno degli esiti più straordinari, sia sul piano filosofico che politico. Il volume raccoglie inoltre i "commenti" che il sociologo Donzelot e il filosofo Lyotard scrissero su "L'anti-Edipo".