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La Vita Felice: Le voci italiane

Le ciglia d'Oriente

Le ciglia d'Oriente

Stevka Smitran

Libro: Libro in brossura

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2013

pagine: 55

"Una voce che si fa accogliente e ritmica, molta vita, molta vita batte in queste poesie di Stevka Smitran. Come a non sapere quasi come fare per abbracciare e trattenere. Esilio, figure di amici in carne e ossa o in pagina, e poi l'amore in molte forme, domande, domande... C'è l'eredità del miglior Novecento ma, per così dire, con una nuova urgenza dentro... Passano molte cose in questi versi come in uno specchio che ha misteri dentro e rimanda frammenti senza lasciarli andare privi di una luce, di un'ombra nuove. Non vuole salvare il mondo, e nemmeno la poesia. Vuole solo offrire, vuole solo fare quel gesto che quasi nessuno fa più: custodire, benedire. Tenere a mente, in una memoria speciale, d'aria e parole, in un ritmo che parla a un altro livello. Quello che riguarda tutti, proprio tutti." (Davide Rondoni)
10,00

Dialoghi con l'altro mondo

Dialoghi con l'altro mondo

Salvatore Contessini

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2013

pagine: 56

10,00

La fatica dello stormo

La fatica dello stormo

Wanda Marasco

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2013

pagine: 92

13,00

Sul ponte di Joyce. Poesie per una città volante

Sul ponte di Joyce. Poesie per una città volante

Aldo Selleri

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2013

pagine: 88

Trieste non è una città, è una condizione esistenziale. Si ama o si odia. Sospesa tra presente e passato, fra reale e immaginario, Trieste è una città di fantasia segnata da ricordi e da fantasmi. Persone e luoghi, eventi e atmosfere, amori e morti sono le icone di una città perduta e ritrovata: schegge di uno specchio infranto, morsi nel pane del tempo, ossessione e rimpianto. La nostalgia è come un coltello. Trieste è vittima e aguzzino. Come una grotta del Carso ha stalattiti e stalagmiti che graffiano, così Trieste ha la complessa eredità dei suoi scrittori. Ci si ripara nei caffè: con un bicchiere di vino e refoli di bora che si scapricciano in concerto.
13,00

Sotto l'ultima pietra

Sotto l'ultima pietra

Marco Bellini

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2013

pagine: 80

Nella raccolta "Sotto l'ultima pietra" si coglie l'unica alternativa possibile di poesia e di pensiero di un dinamico viaggio necessario per l'autore che ci persuade, nello spazio aperto, ad impastare, simbolicamente, gli universi antropici manifesti/impercettibili con la consapevolezza e il coraggio di riconoscerne limiti e confini, senza scampo. Il lessico poetico tende a manovrare, con volontaria chiarezza, la geografia interna ed esterna della semplice e complessa combinazione del reale che si modifica tra esperienze, ricordi, visioni, ma soprattutto, percezioni differenti della parola autentica con cui si misura il cosmo. La pietas scava nelle forme, nei luoghi, negli accadimenti umani visibili e tragici per entrare nel teatro del corpo delle cose che trasudano di quotidiano, così da mostrare le prospettive che non sfuggono allo sguardo doppio e polifonico del poeta. Bellini non si sostituisce a stereotipi linguistici e subliminali. Penetra, invece, con profondo svelamento, la fessura del vero, ne riconosce la molteplicità dei destini, li attraversa, fino alla radice più impenetrabile rivelandoci l'emblematica e sottile fragilità umana.
12,00

La metamorfosi del buio. Poesie 2006-2012

La metamorfosi del buio. Poesie 2006-2012

Salvatore Martino

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 160

"'La metamorfosi del buio' è un labirinto univiario (unicursale), un tracciato districabile di testi che rinviano a un centro, a un nascosto gheriglio di significati, di fronte al quale chi crede di essere ormai giunto alla fine del cammino, si trova catapultato in un nuovo inizio.[...] scava l'inferno interiore, la più remota origine dell'essere, l'atra abissalità, con il ritmo insistente dei suoi versi, con il pieno della sua ruvida musicalità, con la sua abilità di saper tessere insieme saperi diversi (il mito e la postmodernità), codici differenti (gergo scientifico e letterarietà), secondo una visione plurima e borgesianamente unitaria dell'enciclopedia fattuale e cosale.[...] Da buon marinaio di terra dolce, Salvatore Martino getta le sue àncore nell'eternità, avendo sperimentato nella voluttà dei corpi tutte le modalità del vero, avendo trafitto il tempo da parte a parte, un attimo prima che tutto sparisca nella torbiera dell'antimateria.[...] Si noti con quanta sagacia Salvatore Martino curi l'architettura dei suoi scritti che risulta magra, altissima, vestita di nero, tirata all'indietro verso le regioni color antracite dell'inconscio; in sostanza un edificio maieutico, ironico e sdegnoso, eterodosso, con al centro un pozzo artesiano, dal quale la corda filologica strattona e riporta in superficie il continente sommerso del destino individuale e collettivo.[...]" (Donato di Stasi)
16,00

Il silenzio degli operai

Il silenzio degli operai

Massimo Daviddi

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 88

"Si sa che non esistono equivalenti visivi di una compagine verbale, tuttavia i nuovi testi - parte in versi parte in prosa - che Massimo Daviddi qui ci regala fanno pensare ad altrettante acqueforti, a certo secco e vigoroso tratteggio in bianco e nero. Ne derivano compresse "incisioni" di gusto quasi cubista, capaci di evocare moltissime e correlate cose o circostanze: ne citeremo almeno alcune. Ecco dunque la persistenza, ora inquietante ora rassicurante, degli oggetti e la loro singolare autonomia rispetto al nostro esserci e pensare, perché quelli "non sanno cosa sia l'obbligo della ragione"; la forte connotazione dello spazio fisico, spesso costrittivo, entro cui si stagliano i nostri gesti, e (coerentemente) la nostra parentela con la terra; la pregnanza di ciò che di primo acchito appare minuscolo, troppo elementare o superfluo, ma che a uno sguardo più attento si configura come denso cosmo; le virtualità celate in ogni particella del tempo ("ogni giorno sembra avere una potenza") e la percezione, anche tormentosa, dell'hic et nunc; l'affiorare di parole che, pur nella loro casualità, ci rendono più vivi; la volontà strenua di rilevare, precisare, salvare quanto accade; le tracce della violenza urbana e il nostro costante - ma per lo più inconsapevole - correr pericolo (si vive così [...] sempre in agguato)." (dalla presentazione di Tiziano Rossi)
13,00

La veglia d'arte

La veglia d'arte

Claudia Azzola

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 72

"'La veglia d'arte' si offre in totale coerenza con l'intera opera poetica di Claudia Azzola. In particolare germina qui il segno lasciato dal passaggio della precedente raccolta del 2007 "Il poema incessante". Lo sviluppo del gesto poetico si inaugura fin dalla prima composizione, che si appella alla voce originaria germinale. La quale, per sua natura, si impegna alla resistenza nei confronti della débacle esistenziale individuale e collettiva, tramite e durante la veglia d'arte, che è il sogno a occhi aperti di una voce rivelatrice dell'astro lucente." (dalla Presentazione di Gio Ferri)
12,00

Doso la polvere

Doso la polvere

Anna Toscano

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 48

I sogni, annuncia l'autrice nell'impavida poesia d'apertura, lei li ha uccisi tutti 'con una lancia sola'. Non così la memoria: a questa concede dei ritorni, perché la memoria, a differenza di sogni, si lascia tenere a freno, si lascia dosare. Anna abita a Venezia, la città cinta da un filo rosso, la città 'monile' che si può rendere solo con l'ossimoro di 'realtà immaginata' e si va a piedi. Andare, andare a piedi: è un leitmotiv della raccolta. Passi, tanti passi: lei potrebbe raccontare la propria storia tenendosi a questa semplice unità di misura. Una storia non solo veneziana, perché troviamo Anna anche a Parigi, anche a Siviglia. È il nostro nomadismo d'oggi. Ricordiamo che lei è da anni un'appassionata fotografa. Fotografia rigorosamente in bianco e nero, e non è un caso: anche nelle sue poesie non sparge colori. La speranza come rumore risibile, aleatorio: è solo un esempio del felice rinominare le cose comuni a metà strada fra percezione e invenzione, di cui consiste la lingua poetica dell'autrice. Rime e assonanze sono ritorni ovvero implicite ripetizioni, e anche di queste Anna fa un uso parco. Più proprie le sono le anafore che riprendono interi sintagmi e, in tanto disincanto, sembrano cercare (vedi Vi guardo) un cantabile, quasi una nenia che plachi le implacabili dissonanze del desiderio: in vita volevo dormire, e se da morta vorrò invece essere viva?" (Dalla prefazione di Anna Maria Carpi)
10,00

La memoria non ha palpebre

La memoria non ha palpebre

Luciana Moretto

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 64

"Ci troviamo di fronte ad una presenza 'rievocata' attraverso la parola poetica e questa rievocazione produce un qui e adesso della persona amata che ha una tradizione che possiamo quasi definire un genere lirico. (...) Strane epigrafi, verrebbe voglia di dire, dove è solo presente in misura ridotta il rimpianto, dove, ecco la sapiente tenerezza di Luciana, la consapevolezza che una felicità vissuta e ricordata ha saputo produrre un.incancellabile condizione, quella della gioia, perché la privazione della persona amata non è riuscita ad ammutolire la poetessa, la lontananza non ha sfocato i contorni di un volto e il tempo vissuto insieme ha predisposto un'altra idea del tempo e permesso, in diversa maniera, altre occasioni 'd'incontro'. Tutto questo ha contribuito alla costruzione di un discorso poetico privo di ogni minima traccia dell.enfasi del lutto (...) la poesia di Luciana Moretto ha saputo attraversare, o meglio, conquistare la terra di nessuno che da sempre esiste tra chi è rimasto e coloro che ci hanno lasciato. Parola ininterrotta, quasi senza punteggiatura, consapevolmente radicata nella poesia di questi anni, tesa alla ricerca di una ragione oltre le avventure che ha attraversato nel secolo appena trascorso." Dalla prefazione di Piero Marelli.
10,00

Casa di vetro. Poema in tre quadri

Casa di vetro. Poema in tre quadri

Corrado Bagnoli

Libro

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 116

Nel suo poema, che inizia come ogni vera storia da un trauma, da una ferita che trova forza poetica d'espressione, come in quell'emblema nitido e violentissimo e pur dolce del "titanio" nelle gambe del prete, Bagnoli traccia sì una storia "milanese" ma con aperture sui mondi della carità (don Orione) e dell'arte (Fontana e gli altri pittori) che consentono alla storia di uscire subito dal colorismo di una narrazione locale e nostalgica. Tale rischio del resto non corre la sua poesia narrante, essendo la nostalgia e i luoghi e i personaggi dati con tratto asciutto e ficcante. Poesia che nella pazienza di tessere anche le immagini del quotidiano trovo sempre tesa a un punto di fuga, a una conquista. E se una tensione dunque esiste in questo procedere regolare del verso, in questo fluire, è quella di chi sta cercando di conquistare qualcosa nel controluce degli eventi. Come se nelle vicende che si svolgono, nel protagonista e in quella "luce di Milano" che è anch'essa una cangiante protagonista, Bagnoli cercasse con la pazienza della scrittura di dare corpo lui stesso alla virtù che a un certo punto del racconto stesso emerge, come parola del racconto, parola chiave, cesto e corona del racconto medesimo: accogliere.
14,00

Ieri cofà ancuò (Nostos par passadoman)-Ieri come oggi (Nostos per dopodomani). Testo veronese e italiano

Ieri cofà ancuò (Nostos par passadoman)-Ieri come oggi (Nostos per dopodomani). Testo veronese e italiano

Renzo Favaron

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: La Vita Felice

anno edizione: 2012

pagine: 88

Molte le tonalità e molti i temi, che il poeta tocca in questa raccolta dal titolo emblematico e provocatorio, che riunisce poesie in dialetto e alcune in lingua: il senso metafisico del tempo, innanzi tutto, ovvero il sentimento che il tempo passato, come già affermava Eliot, altro non è se non "un eterno presente". Di qui l'affollarsi dei visi venuti dal passato o "da lontan", che fa affiorare esseri cari e perduti con sentimento profondo di elegia. La scatola tempo e della memoria appare spesso scossa da tensioni opposte: il senso dell'inutilità di tutto, la consapevolezza di non dire che "parole fruae", l'aggirarsi per regioni dove la vita non "è niente", tutto ciò apre tuttavia, e più spesso di quanto possa sembrare ad una prima lettura, alla luce [...] In un dialogo continuo tra spinte ideali e fango terrestre, la poesia di Renzo Favaron è attraversata da vibrazioni oscure [...] Eppure, di là da ogni riflessione amara, in questa poesia compaiono ripetuti e inaspettati sprazzi di luce, un'adesione immediata alla natura intorno [...] dentro di noi rimane la parola "nostos", che vuol dire "ritorno alla casa" e anche "ritorno alla terra", ovvero dolcezza insieme di ricordo e di rimpianto che, se solo la poesia sa placare, continua a respirare in una mai sospesa, inestinguibile nostalgia. Poesie nell'idioletto di San Bonifacio (VR), presentazione di Paola Tonussi, CD Audio con testi recitati dall'autore e musiche di Luca Donini.
13,00

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