IUS Pisa University Press: I libri di archivio penale. Nuova serie
Procura europea e criminalità finanziaria nella UE. Principi e modelli processuali
Barbara Piattoli
Libro: Libro rilegato
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2022
pagine: 272
Il volume è dedicato alla nuova realtà della Procura europea nei settori sensibili dei reati contro il budget dell’Unione, in cui il generale interesse pubblico all’eliminazione delle conseguenze dannose del reato, potrebbe – come nel caso dell’omesso versamento dell’IVA – coniugarsi allo specifico interesse all’integrale riscossione dei tributi evasi. Il libro offre un’analisi della funzione d’accusa UE e indaga la capacità della nuova procedura di assicurare la tenuta dell’equità processuale, intesa come valore politico essenziale alla certezza del diritto e alla stessa salvaguardia della persona accusata, per un’effettiva integrazione giuridica europea.
La riforma dell'abuso di ufficio
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2022
pagine: 128
La tentata riforma dell’abuso d’ufficio ad opera della legge 11 settembre 2020, n. 120 ha posto di nuovo sul tappeto i rapporti fra i rami del diritto pubblico e, in particolare, fra il diritto penale e il diritto amministrativo. Non si è tenuto conto, infatti, che entrambi sono espressione dell’esercizio di un potere e il potere è inscindibile dalla discrezionalità, seppur limitata dalla garanzia della legalità e dalla democraticità dello Stato dei diritti. Il confronto fra la scienza penale e amministrativa ha rimarcato questo tratto caratteristico e ineliminabile sia del “potere” punitivo, sia del potere politico-amministrativo capace di incidere sulle situazioni giuridiche soggettive dei cittadini. Non sembra che il legislatore abbia avuto contezza della pluridimensionalità dell’abuso d’ufficio nel sistema complessivamente considerato, non considerando che il sindacato del giudice ordinario sulla legittimità degli atti amministrativi rilevanti in un certo processo non può essere limitato al riscontro della mera assenza della violazione di legge in senso stretto, ma va sempre nel senso di accertare od escludere l’eccesso di potere.
Esame, controesame, riesame. Prova penale: dal predibattimento al dibattimento
Carlo Morselli
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 256
L'impianto del Codice Vassalli consegna alle parti potenti leve nel fertile terreno del governo della prova penale oralmente resa (c.d. processo di parti), di cui è cospicua espressione il c.d. esame incrociato che nel settore della prova dichiarativa rappresenta il Novum organum (l'oralità, così, assume la veste dell'élenchos, di cui si è individuata la matrice socratica). Quelle, in posizione anairenica secondo lo schema dell'adversary sistem, in aula conducono una "inchiesta istruttoria" su base dialettica e maieutica in perfetto stile accusatorio (che sposta l'istruzione nel pubblico giudizio, assicurando i valori dell'immediatezza e del contraddittorio) e mirano, specialmente, alla discovery dell'agnizione, cristallizzandola quando è accertata nei verbali d'udienza (il dibattimento sta al processo come l'"inchiesta istruttoria" sta alla prova). L'opera poietica della c.d. cross examination (definita un'arte) - che, pendente la regiudicanda, all'imputato seve a non rendere irriducibile l'accusa, piuttosto oralmente falsificabile - non nasce ex abrupto ma quale prospettiva contenziosa che trova la sua solida radice nella periferia del predibattimento quando le parti predispongono ed elaborano le liste, scritte e a carattere ostensivo per evitare, nella parabola, le cc.dd. prove a sorpresa. Nel telaio del c.d. controesame, nel ventaglio delle domande suggestive, si porta avanti banco iudicis e mette in evidenza la "falsificabilità" dell'accusa che del controesame costituisce l'imprinting, del sapere giudiziario, che, in tal modo, si innesta in un capisaldo euristico del moderno pensiero scientifico (Popper). Si affronta nel lavoro monografico il tema cruciale, recentemente posto al centro del dibattito da Cass., IV, 15331/20, che sottrae al giudice il potere di domande suggestive nell'esame testimoniale (divieto ambigenere, oltre la parte appunto). Al tempo stesso, però si segnala, viene meno la possibilità di controllare la credibilità, la genuinità e l'obiettività del racconto (specie se si tratta di una persona offesa, di reati sessuali, costituita parte civile, che è persona, per definizione, interessata), di approfondire la materia sub iudice al di là di ogni ragionevole dubbio. Si ammette l'expolitio delle domande suggestive, appunto perché è l'unica ed irrinunciabile tecnica ufficiale che la scienza conosca per valicare e superare la barriera rocciosa della menzogna e dell'aposiopesi ed è riguardata dalla dottrina, per lo scrutinio che ne deriva, al pari della «macchina della verità», per cui la disposizione che le vieta - ecco il risultato originale della ricerca condotta, finora inesplorato - è espressione di una norma eccezionale, in quanto tale inestensibile al giudice del giudizio (se vuole evitarsi di cadere nell'errore giudiziario), altrimenti perinde ac cadaver. Nella ricostruzione viene messo in speciale risalto il ruolo dell'avvocato penalista a cui è dedicata una sezione ad hoc, l'unico che può condurre seriamente ed efficacemente l'esame incrociato (di costringere al dicere verum), di capitalizzare i risultati della "prova di resistenza" escussiva delle cc.dd. domande suggestive.
I reati sessualmente connotati e diritto penale del nemico
Anna Maria Maugeri
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 256
Il volume analizza criticamente come nel settore dei reati sessualmente connotati - in particolare reati a tutela dei minori, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e violenza di genere - si siano strumentalizzate le ansie punitive suscitate da crimini efferati per affermare politiche criminali securitarie e populiste, espressione di logiche proprie del diritto penale del nemico, con la connessa violazione dei principi penalistici di uno Stato di diritto: esasperate forme di anticipazione della tutela o fattispecie incentrate sul tipo d'autore; inasprimento punitivo e misure rivolte alla negazione del delinquente nemico e alla neutralizzazione della pericolosità - come misure di sicurezza (soprattutto custodiali e a tempo indeterminato), misure di prevenzione, le shaming sanctions, la registrazione, la castrazione-; l' indebolimento della giurisdizione e delle sue garanzie.
L'acquisizione della prova dichiarativa. Il rapporto tra giudice e le parti
Francesco Trapella
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 320
Le norme di codice che regolano l'acquisizione della prova dichiarativa sono oggetto di prassi capaci di creare modelli probatori distanti da quelli di legge e in contrasto con i referenti costituzionali a presidio del giusto processo. L'indagine punta ad individuare soluzioni che riportino la dinamica delle evidenze orali nell'alveo della legalità, censurando ogni opzione che tradisca il codice e le fonti superiori. Mediante l'analisi della giurisprudenza di legittimità, costituzionale ed europea si sostiene l'inutilizzabilità delle prove dichiarative assunte con modalità tali da rendere iniquo il rapporto tra il giudice e le parti, per il protagonismo del primo o per una cattiva gestione dell'esame incrociato. Particolare attenzione è, poi, rivolta agli ordinamenti stranieri, al fine di esplorare il modo in cui in tre di essi (Stati Uniti, Croazia e Francia) è risolto il problema degli errori giudiziali nell'acquisizione della prova dichiarativa.
I reati di omicidio tra teoria e prassi
Adelmo Manna, Vito Plantamura
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 192
Il volume affronta le numerose e complesse questioni giuridiche, anche conseguenti a significative novità giurisprudenziali e normative, attinenti a quattro forme particolarmente problematiche di omicidio: quello colposo medico; quello stradale; quello preterintenzionale e quello doloso eventuale. L’opera si articola in cinque capitoli, di cui quattro dedicati singolarmente ad una delle forme di omicidio succitate, e uno che, invece, in modo sintetico, le analizza tutte, per offrire uno sguardo d’insieme della materia. I diversi autori, inoltre – con uno stile chiaro e scorrevole –, riescono tutti a coniugare efficacemente teoria e prassi, profili di parte generale e di parte speciale, descrizione dell’esistente e proposte de iure condendo, così offrendo al lettore un valido strumento, utile sia per l’approfondimento dogmatico che per l’attività pratica degli operatori del diritto, nonché, probabilmente, unico nel suo genere, per selezione degli argomenti e metodologia di trattazione degli stessi.
Il "silenzio" del rischio, la "loquacità" del fine. Per una ricostruzione finalistico-volontaristica del dolo eventuale
Giandomenico Salcuni
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 392
Il volume, premessa un’analisi sull’esistenza e sull’opportunità della previsione del dolo eventuale, si pone l’obbiettivo di conferire al dolo eventuale una definizione rispettosa del principio di determinatezza. Il punto di partenza è ricercare le basi normative del dolo eventuale, da rinvenire non soltanto nell’articolo 43 del c.p., norma incompleta da questo punto di vista, ma in combinato disposto con alcune disposizioni della Parte generale e Speciale che tipizzerebbero tale forma di dolo. Da questa analisi si ricava una definizione di dolo eventuale incentrata su di una visione finalistica che nega la sussistenza dello stesso ogni qualvolta l’evento collaterale frustra il fine che spinge il soggetto attivo del reato ad agire. In questa prospettiva il dolo eventuale include sia il requisito della volontà, che quello dell’intenzionalità, entrambi previsti dall’art. 43 c.p. La fi gura di dolo che ne esce è simile a quella propria della psicologia del senso comune che, al momento, risulta ancora la più confacente alla prova degli stati soggettivi nel processo penale. Una lettura così selettiva del dolo eventuale che rende l’istituto compatibile col principio di determinatezza, lascia sussistere potenziali contrasti fra questa forma di dolo ed il principio di colpevolezza commisurativa, di modo che si propone, in chiave de jure condendo, l’introduzione di una attenuante ad hoc per colui che agisce rischiando.
L'abuso del processo
Ciro Santoriello
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 254
Dopo una introduzione sulla figura dell’abuso del diritto e la sua definizione, il testo esamina il tema dell’abuso del processo nell’ambito del giudizio penale. Lo studio è condotto distinguendo fra le ipotesi di abuso del processo inteso quale incongruo ed inammissibile ricorso all’azione penale ed abuso nel processo, inteso quale partecipazione al giudizio secondo modalità che eccedono i poteri e le facoltà riconosciute dal legislatore alle parti. Entrambe le ipotesi di abuso del e nel processo sono esaminate con riferimento alle singole parti del giudizio, il pubblico ministero, l’imputato, le altre parti private ed il giudice. Particolare attenzione è posta nel sottolineare come il ricorso alla figura dell’abuso sia inammissibile quando voglia descrivere la condotta della difesa dell’accusato, mentre un abuso dei poteri è facilmente rinvenibile in capo alla pubblica accusa ed allo stesso giudice.
Le metamorfosi delle associazioni di tipo mafioso e la legalità penale
Pietro Pomanti
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 200
Si assiste, nel panorama giurisprudenziale, ad un fenomeno di espansione, in chiave interpretativa, del delitto di associazione di stampo mafioso ex art. 416 bis c.p. e, più in generale della nozione giuridica di mafia. L’art. 416-bis c.p., infatti, nonostante si presenti come fattispecie aperta e recepisca in termini giuridici un fenomeno sociologico assai complesso, risulta normativamente connotato da specifici indici qualitativi e quantitativi. Con il passare degli anni, invero, tali indici sembrano aver perso di intensità e di significato prospettando l’esistenza di nuovi modelli associativi di tipo mafioso, caratterizzati da un generale affievolimento dei requisiti tipici della fattispecie. Questo è il tema delle piccole e soprattutto delle nuove mafie, e quindi delle metamorfosi dell’art.416-bis c.p. che si pongono in tensione con la legalità penale ed i suoi corollari della tassatività e della determinatezza e/o precisione, nonché con il principio di prevedibilità di matrice europea.
Rapporti tra fonti europee e dialogo tra corti
Libro: Libro in brossura
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 374
I rapporti tra le fonti normative europee e l’interpretazione offertane dai giudici interni e sovranazionali costituiscono uno dei temi centrali dell’attuale dibattito scientifico e degli arresti giurisprudenziali. Il volume si divide in due parti: una tratta del sistema delle fonti; l’altra delle “implicazioni” sul sistema penale italiano. Nella prima parte gli autori, dopo un inquadramento sistematico (Federico Romoli e Nicola Colacino), si concentrano sul ruolo della giurisprudenza (Gianrico Ranaldi e Sandro Furfaro). La seconda ha ad oggetto: valori fondamentali (Adelmo Manna, Daniela Falcinelli e Alessandro Pasta), soggetti (Filippo Raffaele Dinacci, Gioia Sambuco, Nicoletta Mani e Alessia Muscella), accertamento del fatto (Alessandra Testaguzza, Ciro Santoriello, Mariangela Montagna, Benedetta Mariani e Anacleto Federico Melis), controlli e riparazione agli errori giudiziari (Alfredo Gaito, Elvira Nadia La Rocca e Federico Gaito), post iudicatum (Andrea Francesco Tripodi e Fabio Fiorentin) e misure di prevenzione (Alì Abukar Hayo, Francesco Pio Lasalvia e Désirée Fondaroli).
Il diritto penale dei segni distintivi
Vico Valentini
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 196
Il volume prova a fare il punto sul rapporto fra segni distintivi e diritto penale, approcciando in chiave inevitabilmente euro-orientata e interdisciplinare un minisistema punitivo strategico ed assai praticato, ma in grave ritardo rispetto alle discipline con cui s'interfaccia. Il riallineamento del sotto-sistema passa attraverso un progetto di ermeneutica della sussidiarietà, che, includendo nell'orizzonte del penalista la casistica dell'AGCM e l'europeizzazione dei diritto dei marchi e dei segni distintivi, disambigua gli illeciti di contraffazione e mendacio ex artt. 473, 474, 517 c.p., dotandoli di un gradiente offensivo a misura di sanzioni liberticide; addomestica l'usurpazione ex art. 517-ter c.p., circoscrivendola ai casi di grave e realistica minaccia alla vis attractiva del marchio; e scoperchia le criticità che affliggono l'apparato punitivo dedicato agli abusi di contrassegni geografici: dalle norme che colpiscono il tranello via segni Italian sounding, che danzano spericolatamente fra disapplicazione e annullamento, alla dilemmatica fattispecie che criminalizza l'uso parassitario di DOP e IGP. Il tutto, nell'ottica dell'emancipazione dalla dogmatica del bene giuridico, che gira a vuoto in settori attraversati da molteplici ed eterogenee istanze di tutela; e di un contenimento (già) de lege lata dei meccanismi repressivi virtuosamente compensato dall'azione preventiva cui oggi sono chiamati gli enti collettivi.
La riforma delle impugnazioni penali. Semplificazione, deflazione, restaurazione
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 520
Il volume - che esamina i cambiamenti disciplinari introdotti, in materia di impugnazioni penali, dalla l. 23 giugno 2017, n. 103 e dal d.lgs. 6 febbraio 2018, n. 11 - si compone di cinque parti tematiche: disposizioni generali; appello; ricorso per Cassazione; mezzi di impugnazione straordinari; archiviazione e rimedi processuali. Le singole modifiche sono esaminate secondo una logica di contesto, tenendo conto delle indicazioni interpretative promananti dalla giurisprudenza e dalla dottrina: l'obiettivo è cogliere, ove esistente, il denominatore comune dei cambiamenti ed individuare le linee di tendenza prospettica nella materia dei rimedi processuali, nella consapevolezza che non potrebbe ritenersi ammissibile un intervento riformatore ovvero meramente razionalizzatore, che consolidasse la tendenza - che sembra oramai invalsa a ridurre - al di là di qualsivoglia bilanciamento- la giurisdizione all'efficienza giudiziaria.