Libri di Francesco Trapella
Indagini preliminari e parità delle armi
Francesco Trapella
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2025
pagine: 392
La nuova fisionomia dell’appello penale
Francesco Trapella
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2024
pagine: 232
L’obiettivo dell’indagine è inquadrare l’appello, riformato dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150, tra i tradizionali modelli concettuali del “nuovo giudizio” e del “controllo sul precedente”. Il richiamo all’efficienza, comune agli orientamenti della giurisprudenza e alle recenti novelle, induce ad accentuare nel rimedio di merito i tratti della revisio prioris instantiae; non è, però, possibile smentire che la parte, nel rivolgersi al giudice d’appello, chieda una rivalutazione dei fatti: occorre, perciò, esaminare il tema dalla particolare prospettiva dell’interesse ad impugnare che, per il secondo grado, è anche tensione al novum iudicium. Lo studio si sofferma su questo profilo: la tesi in dimostrazione trae forza dalla disciplina sulla specificità e dalle novità in tema di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale; si arriva, così, a confermare la multifunzionalità del giudizio di appello, che non può rinunciare all’essere sede di un nuovo vaglio sulla regiudicanda.
La durata delle indagini preliminari. Profili di una patologia
Francesco Trapella
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2022
pagine: 240
La crisi che colpisce oggi le indagini preliminari traspare in modo inequivoco dai dati ministeriali e dalle statistiche CEPEJ che fotografano frequenti ritardi sulle cadenze di codice, una diffusa penuria di organico e uffici spesso sovraccarichi; fa da contraltare il richiamo all'efficienza che caratterizza la riforma Cartabia, impegnata a rivedere la cronometria investigativa proprio nel senso di garantire un accertamento completo e rapido, che sia utile base per un percorso processuale del pari efficiente.
L'acquisizione della prova dichiarativa. Il rapporto tra giudice e le parti
Francesco Trapella
Libro: Copertina morbida
editore: IUS Pisa University Press
anno edizione: 2021
pagine: 320
Le norme di codice che regolano l'acquisizione della prova dichiarativa sono oggetto di prassi capaci di creare modelli probatori distanti da quelli di legge e in contrasto con i referenti costituzionali a presidio del giusto processo. L'indagine punta ad individuare soluzioni che riportino la dinamica delle evidenze orali nell'alveo della legalità, censurando ogni opzione che tradisca il codice e le fonti superiori. Mediante l'analisi della giurisprudenza di legittimità, costituzionale ed europea si sostiene l'inutilizzabilità delle prove dichiarative assunte con modalità tali da rendere iniquo il rapporto tra il giudice e le parti, per il protagonismo del primo o per una cattiva gestione dell'esame incrociato. Particolare attenzione è, poi, rivolta agli ordinamenti stranieri, al fine di esplorare il modo in cui in tre di essi (Stati Uniti, Croazia e Francia) è risolto il problema degli errori giudiziali nell'acquisizione della prova dichiarativa.
La vittima nel «nuovo mondo» della mediazione penale. Profili di un'assenza
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2019
pagine: 188
L'opera offre uno spaccato sulla mediazione penale, unendo l'esperienza e la sensibilità di studiosi e operatori di varia formazione (accademici, avvocati, assistenti sociali, magistrati, criminologi e mediatori) per esaminare da diversi punti di vista la criminal mediation. L'intento è quello di affermare l'idea che la pena carceraria - intesa come sanzione a scopo retributivo - non sia l'unica possibile risposta al reato, all'esigenza di rieducare chi lo ha commesso e alla necessità di tutelare le vittime; si invita, piuttosto, a privilegiare percorsi di dialogo tra l'offeso e l'agente, rispettando l'idea di una pena umana che risponda ai principi costituzionali.
Il contraddittorio dopo il giudicato
Francesco Trapella
Libro: Libro in brossura
editore: CEDAM
anno edizione: 2018
pagine: 529
Obiettivo dell'indagine è comprendere quali spazi l'ordinamento assicuri alla dialettica inter partes nei frangenti successivi al giudicato. Tradizionalmente associato al processo di cognizione, quello dell'audiatur et altera pars va, invece, concepito quale principio ispiratore (anche) dei giudizi sull'impugnazione straordinaria, di esecuzione e di sorveglianza: tema centrale è, quindi, il giudicato, inteso come attributo di una pronuncia da sovvertire - per il gravame non ordinario - o come punto di partenza, necessario ad applicare una pena rispettosa dei principi costituzionali. Ogni prassi che tradisca un assunto siffatto riduce il dialogo attorno al giudicato ad un semplice simulacro di contraddittorio, con successivo svilimento delle prerogative dell'interessato e dei caratteri più autentici del momento applicativo della sentenza penale. Il taglio prescelto si propone di esaminare le previsioni di codice che regolano il coinvolgimento dell'interessato nel dialogo sulle quaestiones post rem iudicatam, comprendendone i limiti effettivi e gli altri, derivanti da prassi giurisprudenziali che deviano gli effetti di un testo normativo non sempre chiaro e talora foriero di esegesi problematiche.