Gruppo Albatros Il Filo: Nuove voci. Terre

"Sono figlio di genitori cattolici (mio padre lo era, ma si definiva ateo) e ho trascorso i primi 5-6 anni di vita, per quanto la memoria ancora fosse piccola, serenamente, in una normale famiglia, fatta di attenzioni, amore, amici, parenti, feste. Capita poi che mia madre cada in un forte stato di depressione, ed in questo stato, venuta a mancare anche l'attenzione di mio padre assorbita per il tempo dedicato al lavoro, venga attirata e pian piano assorbita dalla comunità dei Testimoni di Geova. L'ho voluta definire così perché il senso che ti danno è che lì, all'interno, tu possa trovare ciò di cui hai bisogno, aiuto fisico, mentale, materiale, e poi spirituale. In poco tempo, essendo stata completamente svuotata di ciò che era prima, è diventata un'adepta a tempo pieno". Un libro che apre una breccia, una voce che squarcia il silenzio. La sofferenza di un bambino che inizia a sentirsi diverso, una educazione impartita con severità durante l'adolescenza e le porte che la vita ti spalanca sbarrate da un credo così rigido da risultare soffocante. Ma c'è chi ha il coraggio di dire basta e riconciliarsi con la verità di se stesso... Ed essere, finalmente libero.

Nella zona occidentale dell'Africa, l'etnia senegalese degli Wolof è insorta per rovesciare il governo di Dakar, al fine di ripristinare i fasti di un Grande Impero del passato. Presentando la rivolta all'opinione pubblica come guerra civile, l'ONU decide d'intervenire con una missione umanitaria, avente, almeno in apparenza, lo scopo di ristabilire la pace e garantire il corso della democrazia. Un giorno, il Tenente d'aviazione 'Sat', durante una sciagurata incursione all'interno di Njolonfeen, uno sperduto villaggio, si trova a radere al suolo una scuola, facendo strage di civili. Da quel momento la sua prospettiva sul conflitto cambia, e questo nuovo punto di vista lo conduce ad accorgersi di oscure trame di potere che si annidano dietro le quinte di una guerra in cui gli alti comandi militari e le multinazionali dei farmaci sembrano avere tutti gli interessi affinché la lotta continui e le morti aumentino...

La sua bellezza meritava un altro destino, quello dei suoi sogni addormentati, entrare nel mondo dello spettacolo. Martin avrebbe fatto di tutto per accontentarla, anche se a lei non piaceva la freddezza che le mostrava ogni tanto... Il sogno di seguire quella strada proibita stava per prendere forma...". Ma come troppo spesso accade, come sabbia tra le dita i desideri di Lorena scivolano via e volano lontano... lontano da lei. Martin non è il principe disposto a tutto pur di salvarla ma un delinquente senza scrupoli, un bugiardo egoista, incapace di amare; strappandola via alla sua famiglia con un inganno, la porta in Italia deciso a sfruttare la sua bellezza per arricchirsi. Ma Lorena ha una personalità forte e tanto coraggio e in un crescendo di tensioni, nel continuo incalzare di imprevisti, delusioni e tradimenti, ella dimostra di essere l'unica in grado di lottare. Sullo sfondo si susseguono le vicende di altri personaggi, strettamente connessi tra loro: una suora in cerca di un tesoro nascosto tra le montagne del nord dell'Albania e Saimir Mara, il padre di Lorena, deciso a riprendersi sua figlia, combattuto tra la legge e l'antica tradizione del Kanun, che grida vendetta... e molto altro ancora.

Quando stabilisce di trasferirsi in Toscana, lasciando a Milano la sicurezza della sua vecchia vita e della sua famiglia di origine, Manuela fa una scelta ben precisa: sceglie di seguire il proprio cuore, anche se, dall'esterno, questa decisione può sembrare contraria alla logica e alla convenienza. Nonostante con Diego abbia trascorso momenti di travolgente passione, il loro legame rimane ancora difficile da definire e ben lontano da una vera e propria relazione. Lui manifesta un comportamento ambiguo, a volte sfuggente, altre volte disponibile a condividere con lei un sentimento profondo. E questo tira e molla la rende inquieta e scoraggiata rispetto al suo avvenire. Che sia così difficile trovare un Uomo con la U maiuscola? Per non sprofondare nell'autocommiserazione, atteggiamento che non le appartiene, Manuela si butta anima e corpo nella scrittura e dalle sue stesse parole trae la forza per superare le difficoltà, riflettere con consapevolezza sul passato e coltivare il fiore della speranza per il futuro.

Spesso la Vita ci mette a dura prova, ma difficilmente ci affida compiti che non possiamo portare a termine. Anche quando tutto sembra volgere al peggio, la Speranza di poter dare un futuro a quello in cui crediamo rimane in noi, forse sommessa, ma sempre presente. Questo vale ancora di più quando si è donna, si lavora e si ha una famiglia speciale di cui prendersi cura. Sara De Rosa, con il suo racconto, vuole lanciare un messaggio importante per ogni donna che quotidianamente si trova ad affrontare sfide importanti, all'apparenza impossibili, a tratti laceranti: fidatevi di voi stesse, ogni donna può riuscire anche nel compito più impensabile.

In una Venezia sospesa, apparentemente fuori da ogni tempo, si svolgono le vite, solo superficialmente anonime, di diverse persone, accomunate da un senso di smarrimento di fronte ad una quotidianità che si fa improvvisamente precarietà di vita e di sentimenti. A prima vista tutte sconosciute, in realtà sono unite da un sottile filo che le conduce ad una libreria che potrebbe essere un luogo irreale, se non fosse per il suo proprietario, Marco, uomo dalla complessa e introversa personalità.

La vita di Diego è un'avventura continua. Di bell'aspetto, ha un carattere talvolta spigoloso, ma riesce spesso a conquistare le persone grazie al suo entusiasmo. La morte prematura del padre lo mette di fronte alla prima vera sfida della sua vita. Dovrà cercare di portare avanti un'azienda divenuta negli anni un fiore all'occhiello della zona in cui vive. E poi un altro scatto in avanti nella vita avviene con Giovanna, la donna di cui si innamora e con la quale dopo pochissimo avrà un figlio, Alessandro Leon. Ma non tutte le storie hanno come sappiamo un esito felice e scontato e per Diego i sogni della vita dovranno aspettare e mutare nel tempo...

Un viaggio per partecipare a un concorso scolastico dà l'opportunità alla protagonista e voce narrante di "Hotel Meridiano" di scoprire un mondo completamente nuovo e affascinante, che lascerà una tale impronta nel suo animo da invogliare una visita successiva alla scoperta delle sue molteplici bellezze. Rosemy Conoscenti "canta" le bellezze di una terra solare, quella di Termoli, ricca nel suo offrirsi generosa e viva a chi decide di amarla in ogni suo attimo incantevole.

"Notti a La Habana" è un viaggio personalissimo che va oltre la ricerca di se stessi e del prossimo: è fiducia pura ed essenziale per la meraviglia dell'esistenza umana. "Notti a La Habana" è una terra passionale in cui perdersi per, forse, ritrovarsi veramente.

Attraverso il genere del romanzo giallo, Alessandra Palisi affronta il tema dell'indifferenza sociale nei confronti della criminalità, che non deve essere combattuta solo dalle forze dell'ordine in prima linea, ma anche dall'insieme di tutti i cittadini. Se da un lato, infatti, ci si lamenta spesso degli effetti della microcriminalità, è però vero che in tanti paesi è poco diffusa la cultura della legalità, essere in grado, cioè, di riconoscere e di condannare tutti i comportamenti illeciti, considerandoli non soltanto atti che devono essere puniti perché infrangono le leggi, ma anche atteggiamenti non adatti alle esigenze di ciascuno di noi. Il romanzo ci narra proprio di questo: la corruzione che a macchia d'olio si spande in un paesino dell'Inghilterra, Fellowing, e nella sua scuola, l'Amleto's School, da cui parte un traffico di esseri umani dai risvolti drammatici. Riuscirà la giustizia a prevalere e sconfiggere il male?

Un racconto, quello di Aisha, sospesa tra due mondi diversi e apparentemente inconciliabili. La giovane, di etnia rom, vive infatti in un campo nomadi di Praia a Mare assieme alla madre e ai fratelli; qui, oltre alle difficili condizioni ambientali, deve subire anche le aggressioni di quanti, bisognosi di individuare nel diverso sempre un nemico, non di rado mettono in atto veri e propri raid contro le famiglie che vi abitano. Allo stesso tempo, per volontà della madre, Aisha frequenta le scuole elementari del paese, scontrandosi con una realtà fatta di pregiudizi ed emarginazione. L'epiteto "sporca zingara", che spesso le viene affibbiato da alcuni suoi compagni, risuona nelle sue orecchie scatenando un sentimento di rabbia mista ad orgoglio: mai rinnegherà le sue origini, né si vergognerà per il suo stile di vita. Per fortuna sulla sua strada incontrerà chi, scevro da opinioni preconcette, avrà la sensibilità di accogliere la sua diversità e di considerarla un valore.

L'autore, attraverso il proprio alter ego propone il suo punto di vista su un'Italia ormai in rovina. Massima espressione di questa crisi è Roma. Uno sguardo disilluso su un Paese ormai in una fase di decadenza quasi irreversibile, in cui un qualsiasi miglioramento è considerato come un'utopia.