Franco Angeli: Pedagogia teoretica
Pedagogia al confine. Trame e demarcazione tra i saperi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 236
L’ipotesi del volume è che indagando i confini e i rapporti tra la pedagogia e gli altri saperi sia possibile lavorare indirettamente sulla natura e l’identità della pedagogia stessa. A questo scopo, la struttura del volume vede un’articolazione in tre parti, ciascuna delle quali è intitolata al rapporto-confine con una data area di saperi e/o pratiche. La prima parte è dedica tata al rapporto tra pedagogia e filosofia. Si tratta del confine lungo il quale si è storicamente giocata la costituzione stessa della pedagogia come sapere autonomo. Infatti, la pedagogia è nata come regione filosofica, e ha conquistato faticosamente l’indipendenza da questa madre-patria nel corso della propria storia. La seconda parte è intitolata al rapporto tra pedagogia e scienze umane. Un confine, questo, che ha acquisito pregnanza nella seconda metà del Novecento, quando il modello puramente filosofico della pedagogia è entrato in crisi, e si è posta con forza l’esigenza di uno studio scientifico dell’educazione. La terza parte, infine, è dedicata al rapporto tra pedagogia e politica. Su questo confine si gioca non tanto la questione dell’indipendenza teorica della pedagogia, quanto quella della sua autonomia pratica. Infatti, spesso, la politica non si limita ad assicurare le condizioni necessarie all’educazione, ma pretende di indicarne le direzioni e i traguardi.
Dentro il lavoro educativo. Pensare il metodo, tra scenario professionale e cura dell'esperienza educativa della formazione
Cristina Palmieri
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 204
Lo scenario in cui operano oggi le professioni educative è complesso. Educatori, insegnanti e pedagogisti sono bombardati da richieste spesso impossibili: erogare prestazioni efficienti ed efficaci, risolvere situazioni difficili. Al contempo, sono travolti da un pregiudizio diffuso, che genera un clima di disagio e conseguenti sentimenti di inadeguatezza e frustrazione. Non solo. Il mondo intorno ai servizi educativi è radicalmente cambiato: pratiche educative consolidate sembrano non reggere di fronte alle emergenze che irrompono a scuola o nei servizi. Così, il disorientamento professionale è palpabile. Come fare, allora, educazione con professionalità? Serve ritrovare il senso del lavoro educativo, ma anche ridefinire le condizioni che lo rendono fattibile e significativo. Riappropriarsi pedagogicamente del “metodo” e dei suoi significati può rappresentare una strada utile a contenere il disorientamento professionale, individuando modalità di pensiero e di azione adeguate ad abitare la problematicità delle situazioni educative senza operare riduzionismi. Muovendo da una ricostruzione delle modalità con cui il metodo è stato pensato e praticato nella cultura occidentale, il testo accompagna educatori e pedagogisti nel pensarlo come costrutto complesso, ritrovandone il valore nella possibilità di combinare rigore e ascolto delle situazioni, e approfondendo disposizioni professionali che consentono di aver cura dell’esperienza educativa, rispettandone la contingenza, la problematicità e l’imprevedibilità.
Famiglia. Una lettura pedagogica
Jole Orsenigo
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2018
pagine: 156
Se c’è un luogo educativo e di preoccupazione pedagogica, questo è la famiglia. Interrogare le nostre consuetudini e sicurezze, i gesti abituali e naturali, la tradizione, può diventare un’opportunità: quale esperienza educativa consente, apre e condiziona una famiglia? Questo testo nasce da alcune lezioni rivolte a studenti che intendono diventare educatori di professione e ritorna a loro come strumento di lavoro. Offre l’occasione di esercitarsi in merito a una rosa ristretta di enunciati, di allenarsi e prendere posizione tra alcuni dei discorsi che in Occidente affrontano il tema della famiglia. A partire dalla prospettiva foucaultiana, la parola è data pochi autori rappresentativi dei tanti saperi che circoscrivono il campo pedagogico. Lungo il filo apparente che lega la famiglia di oggi a quella di ieri si distinguono rare emergenze storiche ma soprattutto si tenta di pensare il presente. La pedagogia non è il luogo in cui tutti questi enunciati trovano una composizione, meno che mai una sintesi. Tuttavia è possibile ancora esercitare uno sguardo sull’intero dominio delle scienze umane in quanto scienze dell’educazione, restando saldamente ancorati al particolare: consapevoli del regime simbolico che ogni fa-miglia istituisce e regola ma anche di tutte le sue occorrenze materiali. Si tratterà di esercitare uno sguardo pedagogico attento al dispositivo familiare.
Che cos'è un dispositivo pedagogico?
Alessandro Ferrante
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 122
Che cos'è un dispositivo? Che cosa si intende con questo termine in filosofia e nelle scienze umane? Che cosa comporta usare la nozione di dispositivo per descrivere e interpretare i processi educativi? Il libro ricostruisce significati, genesi e sviluppo del concetto di dispositivo ed esplora alcune delle principali linee di ricerca attraverso cui è stato ed è impiegato nel campo degli studi pedagogici. Il volume è volto a offrire le coordinate teoriche per comprendere questa fondamentale categoria, nell'ipotesi che essa possa dare un contributo prezioso per analizzare i processi di soggettivazione e la commistione di sapere e potere che caratterizza le pratiche educative; esso si rivolge a tutti coloro che sono interessati per ragioni di studio e di ricerca a una riflessione sui dispositivi, nonché alle figure professionali che a vario titolo lavorano nelle scuole e nei servizi formativi.
Il riconoscimento. Alle origini dell'aver cura nei contesti educativi
Paola Dusi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 168
Il tema del riconoscimento per secoli è rimasto silente, nascosto tra le pieghe della riflessione filosofico-politica, di quella sociale, psicologica e pedagogica. Il ruolo fondativo della relazione riconoscitiva nel farsi della vita umana ha reso invisibile al discorso la questione del riconoscimento, divenuta oggi un “evento” del pensiero e un’esigenza socio-politica. Il riconoscimento è lo sguardo dell’altra/altro di cui tutti andiamo in cerca sin dal venire alla luce. Bisogno fondamentale generato dalla condizione di mancanza propria dell’uomo che solo nella relazione può attingere la pienezza del proprio essere. Il desiderio di essere “visto” oggi abita la rete, si cela dietro la condivisione con altri di ogni aspetto, di ogni momento della propria esistenza. L’individuo chiede di esistere, di essere riconosciuto anche on-line. Esiste un luogo sorgivo del “saper” riconoscere? Esiste una connessione tra l’aver vissuto esperienze riconoscitive e il sapersi riconoscere come persona? Con quale accezione si assume il vocabolo polisemico di riconoscimento? Nel tentativo di rispondere a questi e ad altri interrogativi, dopo aver posto in luce la sua duplice natura – ontologica ed etica –, il testo affronta il rapporto esistente tra riconoscimento e cura nelle relazioni educative. L’ipotesi generativa è che sia possibile avere cura in modo autentico delle persone che ci sono affidate nelle relazioni educative solo quando vi è uno sguardo capace di vedere l’altro, di intravederne il singolare e originale modo di essere, di coglierne la molteplice identità. Famiglia, scuola e comunità per ragazzi di strada sono i luoghi scelti per disvelare la primarietà della relazione riconoscitiva nella vita di uomini e donne. Uomini e donne, ragazzi e ragazze cui si dà voce. Il volume si rivolge a tutte/i coloro che nello svolgere professioni educative sono guidate/i dalla passione per l’altro.
La valutazione per pensare il lavoro pedagogico
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 234
Come si valuta all'interno dei servizi educativi oggi? Quali intrecci si generano tra l'atto del valutare e quello dell'educare? In un momento storico in cui valutare è divenuta una pratica diffusa, può la valutazione pensare la complessità del lavoro educativo che si attua nei servizi e sostenere il sapere pedagogico che matura al suo interno? Il testo, a partire da una riflessione critica sui principali risultati della ricerca (PRIN-2009 politiche e culture della valutazione) indaga due ordini di problemi: da un lato cosa significhi promuovere una valutazione attendibile e dotata di validità in un contesto educativo e dall'altro come il modello quantitativo, che attualmente continua a prevalere nelle scelte dei decisori politici, calato nelle realtà dei servizi, produca un mutamento irreversibile nelle culture professionali degli operatori. Il volume intende mettere in luce il tema del valore nell'ambito del lavoro educativo. Il testo è rivolto ai ricercatori, ai professionisti dell'educazione (coordinatori, dirigenti, consulenti, supervisori) e a tutti coloro che, dallo specifico osservatorio della propria pratica professionale, si occupano di valutazione sia a livello formale che informale.
Farsi persona. Lo sguardo fenomenologico e l'enigma della formazione
Daniele Bruzzone
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 144
Educare è un'attività indispensabile e nondimeno ambivalente. Per liberarsi dalle incrostazioni ideologiche e dalle derive strumentalistiche, il sapere pedagogico deve interrogarsi incessantemente sul proprio fondamento e confrontarsi con le questioni strutturali che l'educazione sempre presuppone: Qual è la natura della persona umana? In che cosa consiste il suo processo di formazione? Qual è il fine specifico della cura educativa? In questo libro le domande cruciali vengono esplorate attenendosi ad una precisa scelta di metodo: enucleare i tratti costitutivi dell'ontologia personale alla luce della fenomenologia. Lo sguardo fenomenologico, infatti, permette di cogliere l'essenza e i modi della soggettività individuale, coniugando l'esigenza di razionalità con l'aderenza alla vita. L'antropologia pedagogica che ne risulta offre una solida base filosofica all'agire educativo, nei diversi ambiti in cui si realizza. Solo una pedagogia "antropologicamente fondata", infatti, consente ai professionisti dell'educazione di non smarrire il senso autentico del proprio lavoro e di aver chiaro il proprio compito al tempo stesso altissimo e rischioso: dischiudere ad altri, nelle diverse situazioni della vita, la possibilità di dar forma all'esistenza e di divenire sempre più compiutamente se stessi.
Promessi a una forma. Vita, esistenza, tempo e cura: lo sfondo ontologico della formazione
Rita Fadda
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 222
L'idea che ha guidato queste pagine è che non si dia buona pratica di cura pedagogica che non sia sorretta da un'investigazione che affronti, in modo critico, tematiche radicali e fondative, spesso poco frequentate o mai pensate. Tali sono, per molti versi, le categorie di vita, esistenza e tempo, nella loro relazione con la cura e con la forma umane. La vita, la più familiare e la più oscura di tutte le cose, che costituisce lo sfondo e la fonte insondabile ma ineludibile della formazione che di essa è espressione. E il tempo, un tema eluso, estraneo, quasi, alla pedagogia, benché appartenga all'uomo e al suo farsi a un punto tale da far dire che noi non siamo solo nel tempo ma siamo tempo. L'uomo è il solo tra i viventi che si avvede del tempo e scoprirlo è per esso scoprire se stesso, è l'inizio della coscienza di un umbratile sé. La cura, infine, quella realtà cosmica e salvifica, per cui ne va del destino stesso dell'uomo: ad essa è affidato il compito di condurlo verso sé stesso, verso la forma cui è "promesso", perché l'esistenza non è l'attualità di un presente statico, ma è il "non ancora" di un "poter essere" che si protende nel tempo, verso il proprio "da farsi" ed è per questo che essa è, nella sua radice ontologica di fondo, originaria temporalità. Il libro si rivolge in primo luogo a coloro che si preparano o già praticano le professioni di cura e che non mirano a ricette già pronte ma accolgono la lentezza di un pensiero che "agisce in quanto pensa".
Pedagogia della felicità
Bruno Rossi
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 234
Il desiderio di felicità è inseparabile dall'esistenza umana. L'educazione è possibile pensarla a partire da questo desiderio. La felicità è di questo mondo. Non è un altrove rispetto all'esistenza quotidiana. Sebbene deperibile e perdibile, è un bene conseguibile e migliorabile, anche in maniera durevole. Si può vivere di felicità. Si può essere sempre più felici. La felicità non ha niente di mistico o di magico, non è geneticamente predeterminata, non è un tratto stabile e immutabile. Non è un privilegio. Non la si può ordinare a comando, non la si può imporre per legge. È un sentimento apprendibile e coltivabile. È dunque un traguardo auspicabile e realizzabile di ogni azione formativa. L'utopia pedagogica della felicità merita di essere accreditata per la sua strutturale energia morale e forza di progettualità sociale, per il suo intrinseco dinamismo di rottura, per la sua capacità di prefigurare un avvenire a un tempo possibile e desiderabile e di identificare un da farsi concreto rapportato criticamente al qui e ora. Discorrere di felicità significa discutere di dignità, libertà, autenticità, affermazione della persona, di ogni persona. Discorrere di felicità significa richiamare un modo di essere, uno stile di vita, che equivale in particolare a essere umanamente più ricchi. Discorrere di felicità significa ragionare sulla possibilità di qualificare l'esperienza umana in tutta la forza di espansione che può avere.
Sándor Ferenczi «educatore». Eredità pedagogica e sensibilità clinica
Stefania Ulivieri Stiozzi
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 128
Sándor Ferenczi "educatore"? Può sembrare una forzatura addentrarsi nell'opera di uno dei grandi psicoanalisti della prima generazione - allievo tra i più brillanti di Freud e suo stretto collaboratore - per coglierne il portato educativo. Il pensiero di Ferenczi fu giudicato, allora, un pensiero al limite: troppo audace e "sperimentale" per non essere guardato con sospetto dallo stesso Freud, che ne condannerà la temerarietà clinica, tanto che le sue opere resteranno misconosciute per oltre sessant'anni, e conosceranno solo dalla metà degli anni ottanta una stagione di interesse. La sua opera vasta, poliedrica e a-sistematica permette di leggere in controluce il rapporto tra pedagogia e psicoanalisi, proprio agli albori del suo percorso di definizione scientifica. Clinico audace e temerario, ricercatore che interroga in profondità le tecniche messe in gioco nella relazione clinica, conoscitore profondo dell'ispirazione spirituale dell'infanzia e attento osservatore dei suoi abusi, Ferenczi è testimone di uno sguardo che interessa quanti, professionalmente e non, si dedicano a una relazione di cura.
Le ombre dell'educazione. Ambivalenze, impliciti, paradossi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 168
Educare è un'attività delicata e complessa, non priva di rischi e contraddizioni. Le relazioni educative e, in generale, di cura sono animate infatti da intenzioni ambivalenti e sentimenti profondi, da motivazioni latenti o addirittura inconsce. Essendo inevitabilmente connessa con dimensioni problematiche come quelle dell'affettività e del potere, l'educazione implica sempre dei "lati oscuri", non sempre facili da decifrare, che - se non adeguatamente riconosciuti e tematizzati - possono determinare conseguenze paradossali e perfino insidiose. Parlare di educazione in termini esclusivamente positivi o edificanti impedisce di prendere coscienza, di legittimare e di elaborare anche le "ombre" che sempre l'accompagnano. L'ombra costituisce, per certi versi, il negativo e il "perturbante", ciò che costantemente minaccia l'educazione di degenerare nel suo contrario, ma rappresenta anche l'implicito, ciò che è stato oscurato o trascurato o che semplicemente, in un dato momento storico, non è (o non è più) in luce. L'ombra, del resto, è sempre una proiezione della luce. I contributi che compongono questo volume intendono aiutare gli educatori a sondare le dimensioni "sommerse" dell'esperienza educativa e ad esplorarne gli aspetti oggi maggiormente in ombra, in quanto rimossi o dimenticati, in modo da comprenderne le potenzialità e le possibili derive.
Deontologia pedagogica. Riflessività e pratiche di resistenza
Mariagrazia Contini, Silvia Demozzi, Maurizio Fabbri, Alessandro Tolomelli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2014
pagine: 208
Deontologia e riflessività: è nello spazio delineato da queste due parole un po' "difficili" che si inscrive il senso, etico, oltre che scientifico e professionale, del pensare e dell'agire in ambito educativo. La deontologia richiama il compito - doveroso per chi è impegnato nell'educazione, qualunque sia la sua prospettiva di riferimento - di promuovere nei suoi interlocutori una progettualità esistenziale emancipatoria rispetto alla loro "condizione data", specie quando connotata da particolari criticità e rischi di marginalità sociale e culturale. Per tutti i soggetti educativi, "non uno di meno": dunque, con la disponibilità a posizionarsi a favore dei più deboli e a condurre un'opera di resistenza che individui il proprio sostegno nelle Carte dei Diritti, oltre che nella nostra Costituzione. L'intento degli autori è quello di offrire un contributo alla costruzione di un percorso che collochi l'azione e il pensiero educativi su un piano di maggiore specificità e visibilità, rendendoli capaci di corrispondere all'ampia, diffusa domanda che proviene da una cultura più che mai alla ricerca di orizzonti di significato. Sono presenti nel volume anche due contributi relativi a deontologie tradizionalmente conosciute e socialmente valorizzate, quella medica (a cura di Stefano Benini) e quella forense (a cura di Maria Livia Rizzo).