Einaudi: Supercoralli
Una volta per sempre. Poesie (1938-1973)
Franco Fortini
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1989
pagine: 383
Autoritratto. Lettere 1945-1984
François Truffaut
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1989
pagine: LXIV-299
Giovane ribelle, critico cinematografico, disertore, innamorato, regista, amico fedele, produttore accorto: i numerosi personaggi della vita di Truffaut affollano le lettere scritte, giorno dopo giorno, per quarant'anni esatti. Sono come le figure di un romanzo, come gli eroi di tanti suoi film. Troviamo gli amici di sempre, Rohmer, Helen Scott, Godard. E Hitchcock, Malle, Paul Newman. Le lettere si infittiscono di nomi e fatti che sono quelli della nostra vita recente: il manifesto contro la guerra d'Algeria, il maggio '68, Alain Peyrefitte ministro gollista della cultura, Sartre. Ma anche "un giovane sceneggiatore", "uno studente", "un giornalista gastronomo"; Truffaut guarda il mondo senza il filtro delle ideologie e delle convenzioni sociali.
Cambiamento di prospettiva. Lettere 1923-29
Virginia Woolf
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1982
pagine: XVIII-762
Il volo della mente. Lettere 1888-1912
Virginia Woolf
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1980
pagine: XXIV-676
La facoltà delle cose inutili
Jurij Dombrovskij
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1979
pagine: 547
Il solito desiderio di uccidere
Camilla Barnes
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 256
Due genitori ottantenni che tengono in giardino una coppia di lama, spesso impegnata a procreare altri lama. Il padre filosofo che ama discutere di atarassia durante la cena, mentre la madre serve costolette di vitello congelate quarant’anni prima. Entrambi inglesissimi, sebbene trapiantati in Francia, impegnati in un duello verbale che prosegue da mezzo secolo. Non privi di segreti indicibili che le figlie cercano di far venire a galla. Segni particolari: suscitano in chiunque li frequenti uno strisciante, formidabile desiderio di uccidere. I genitori di Miranda sono inglesi ma vivono nella Francia rurale, in un “manoir” fatiscente dove nidificano i pipistrelli e proliferano le piante rampicanti. Lui professore di filosofia in pensione, lei detentrice delle redini famigliari, hanno lasciato Oxford da quasi trent’anni per dedicarsi a una vita di schermaglie dialettiche, esasperata parsimonia e compulsivo accumulo di cibi nel congelatore, in compagnia di gatti, anatre, galline e due lama. Anche Miranda, attrice teatrale, vive in Francia, e quando va a trovare i genitori affronta con stoicismo gli inevitabili supplizi, dalla temperatura artica della casa alle costolette di vitello conservate dal 1983 e servite con nonchalance, dalle partite a tennis con regole stravaganti alle dispute domestiche a base di Epitteto – tutte cose di cui si lamenta via mail con la sorella Charlotte, rimasta in Inghilterra, raccontandole che l’esito delle visite è sempre lo stesso: il solito desiderio di uccidere… Una variazione sul tema interviene quando la madre deve farsi operare all’anca. Charlotte arriva dall’Inghilterra, Alice – la figlia di Miranda – da Parigi: l’occasione è buona per indagare su alcuni misteri di famiglia. Cos’è esattamente l’Inconveniente? E poi, addentrandosi su un terreno ancora più sconosciuto: la madre di Miranda e Charlotte ha sempre avuto quella corazza di ferro? E quand’è che il padre è diventato così remissivo? Le risposte, ammesso che ci siano, non necessariamente emergono dalla cronaca di Miranda: la sua voce, oscillante tra irritazione e stupore, è contrappuntata da brevi interludi in cui gli scambi tra i genitori raggiungono inglesissime vette di assurdità, e da alcune lettere risalenti ai primi anni Sessanta, quando lui e lei erano giovani e inesperti. Un insieme di quadri che alla fine ci restituiranno una storia esilarante e tenera, piena di nonsense, di Shakespeare, di vita.
Destinazione errata
Domenico Starnone
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 152
«La casa brucia proprio quando ci pare di avere il controllo assoluto del fuoco». Sappiamo davvero cosa desideriamo? E quanto sono pericolosi i nostri desideri? Un messaggio d’amore inviato alla destinataria sbagliata dà inizio a una storia irresistibile che non abbandona mai la tonalità ironica e tuttavia sospinge il protagonista verso esiti sempre più allarmanti. L’errore iniziale, pur nella sua casualità, logora gli argini. Nel giro di pochi giorni un marito irreprensibile, affidabilissimo padre di tre figli piccoli, comincia a modificare lo sguardo distratto con cui ha sempre guardato quella che fino a ieri era solo una compagna di lavoro. Il desiderio prende forma, esige di essere realizzato. Domenico Starnone aggiunge un nuovo tassello alla sua esplorazione della fragilità della coppia, luogo di delizie e di sofferenze, una sintesi dei disastri di cui è capace il genere umano. L’uomo che racconta questa storia ha trentotto anni, fa lo sceneggiatore. È sposato da più di dieci anni con Livia, donna intelligente, bella, soddisfatta del suo lavoro. La coppia ha tre figli (il più piccolo di dieci mesi), la vita coniugale è appassionata, senza crepe. Ma nel corso di un pomeriggio particolarmente caotico si verifica un banale incidente. Il giovane marito e padre sta badando ai figli perché la moglie è a un convegno, e intanto scambia messaggi urgenti di lavoro con Claudia, la collega con cui scrive sceneggiature per la tv. Nella fretta sbaglia: invia a Claudia un messaggio d’amore destinato a Livia. Niente di male, naturalmente, se la collega, seria, affidabile, non gli rispondesse che anche lei lo ama e da tempo. Sarebbe urgente chiarire il malinteso, e invece è sufficiente un’esitazione perché tutto corra avanti e nella mente del protagonista si faccia strada qualcosa di latente, una possibilità nuova. Di colpo Claudia è vista sotto una luce diversa, smette di essere semplicemente una compagna di lavoro e diventa una donna affascinante, complessa, capace di «scatti nervosi, insofferenze, sarcasmi, affermazioni nette e negazioni altrettanto nette, empiti di passione, pretese irragionevoli». Senza averlo deciso – o decidendolo ogni momento – il protagonista si ritrova a fare quello che non avrebbe mai pensato di fare. Con un passo lieve, elegante, che finge di ignorare l’abisso su cui procede, “Destinazione errata” ci parla di come le nostre certezze siano gusci d’uovo, del peso insopportabile che generano a volte pensieri e azioni minime. Mentre, catturati da una crescente tensione narrativa, assistiamo a quella che ci appare, inesorabilmente, come la preparazione scriteriata di un naufragio, ci rendiamo conto di quanto sia facile mandare all’aria un’esistenza considerata felice.