Midgard

Chi nato negli anni ‘70 e ‘80 non ricorda questo motivetto, sigla del cartone animato Kiss me Licia e interpretato da Cristina D’Avena? Tempo fa, un’uggiosa mattina d'autunno, accesi la televisione e, con grande sorpresa, scoprii che su Italia 1, all’interno del blocco Latte e cartoni, veniva trasmesso questo anime, messo in onda in Italia per la prima volta nel 1985. Fu un piacevole tuffo nel passato e da quella nostalgica emozione è nato il desiderio di scrivere queste pagine, per ricordare e condividere le storie delle simpatiche protagoniste degli anime anni ‘80. Questo fu infatti il decennio che più di ogni altro è stato segnato dall'importanza culturale dei cartoni animati televisivi importati dal Giappone, che sono stati la culla di un fenomeno mediatico rivoluzionario, diventando patrimonio popolar culturale e pietre miliari dell'infanzia di una generazione che non potrà mai dimenticare le eroine dei shojo.

Cresciuta in una casa senza carezze, ha imparato presto a non chiedere, a non aspettarsi troppo. Ha amato, ha resistito, ha cercato di dare un senso a un dolore che le abitava dentro, ma che nessuno le aveva insegnato a nominare. Le sue ferite l’hanno guidata — silenziose, ostinate — più delle parole che non ha mai detto. Intorno a lei, l’ombra della vergogna. Un giudizio sempre pronto a incriminare, mai a capire. Dopo la sua morte, è il figlio a raccogliere i frammenti. A raccontare ciò che lei non ha mai saputo spiegare — o forse ciò che lui avrebbe sempre voluto ascoltare. E scopre che certe fratture, certe perdite, tornano cicliche. Come se qualcosa — o qualcuno — continuasse a bussare, puntuale, nel tempo. Una fanciullezza rubata è un omaggio, una restituzione. Una confessione d’amore nata quando ormai sembrava troppo tardi. Ma forse non lo è mai davvero.

Nella fitta nebbia che avvolge le brughiere scozzesi, mentre le streghe intonano profezie sibilline e il sangue tinge le mani di un uomo, non assistiamo semplicemente a una tragedia shakespeariana: ci troviamo immersi in un sogno. Non un sogno qualsiasi, ma un archetipo onirico, una rappresentazione simbolica dei conflitti psichici che agitano l’anima di Macbeth, e, con lui, l’anima collettiva di questo Occidente, di questa modernità, di questa Età finale: l’Età del Lupo. Questo saggio intende leggere l’intera vicenda di Macbeth come se fosse un sogno emerso dall’inconscio del protagonista, analizzato attraverso la lente della psicologia analitica di Carl Gustav Jung.

In una tranquilla città dai tratti medievali, dove il tempo sembra scorrere lento tra vicoli di pietra e botteghe artigiane, un evento sconvolge la quiete quotidiana: il corpo senza vita di un celebre orafo viene ritrovato nel suo laboratorio. Dietro le mura antiche e le apparenze di calma si nasconde un intreccio di segreti. A indagare sul mistero è un commissario intelligente e metodico, ma segnato da un passato complicato. Mentre la città osserva, lui dovrà scavare nel luccichio ingannevole dell’oro e dell’animo umano per trovare la verità.

Una delle domande a cui non saprò mai rispondere è la seguente: perché hai scelto di scrivere poesie? In realtà, io non ho scelto: le mie emozioni si sono all’improvviso tradotte in versi. Tra me e la poesia si è instaurato un legame impossibile da spiegare.

"Assenze" si compone di una raccolta di racconti brevi e intensi che si muovono come frammenti di memoria, toccando corde intime e universali. Ogni storia è un affondo nel silenzio lasciato da chi non c’è più e da chi ancora c’è: una figura importante, un gesto mancato, una parola mai detta, una presenza che non si è mai veramente incarnata. Le assenze si fanno corpo attraverso delle voci – tutte attraversate da una dolce malinconia e da una lucida consapevolezza. Con un stile essenziale, evocativo ed empatico, l’autrice dà voce a ciò che non si è potuto dire, offrendo al lettore uno spazio di riconoscimento e risonanza emotiva. Assenze è un libro che non racconta solo mancanze, ma anche il desiderio di ricucire, di comprendere, di tenere viva la memoria. Per quello che riguarda la copertina avrei un suggerimento, ovvero anziché utilizzare una immagine ho pensato ad un "filo rosso" annodato oppure interrotto. Tutto questo per simboleggiare la linea familiare, che può essere irregolare o "invischiata".....

"I luoghi dell’emarginazione attraversati dal popolo degli “ultimi”: prostitute, tossicodipendenti, malati psichici… Una Perugia livida e notturna raccontata dalla penna di un'esordiente."

Questa raccolta nasce da riflessioni sparse del mezzo inverno, favorite dalla quiete e dalla luce obliqua della stagione; stati d’animo, modi di essere, vizi e virtù, sono tratteggiati senza nessun intento didascalico e/o moralistico, ma con la serena e a volte giocosa partecipazione di chi vuole riflettere su un patrimonio dell’anima comune ad ognuno di noi.

Memorie di una MILF racconta la storia di Elisa, una donna di 43 anni che affronta con ironia, passione e determinazione le sfide dell’amore, della maternità e della scoperta di sé. Un libro che parla a tutte le donne che, come la protagonista, si ritrovano a riscrivere la propria vita dopo aver pensato che ormai fosse troppo tardi. In un mondo in cui l’autostima, la voglia di cambiamento e la ricerca di un amore autentico sono tematiche quotidiane, Elisa intraprende un viaggio emotivo che la porta a confrontarsi con un uomo, che la tradisce, e con sé stessa, imparando a non lasciarsi più definire da chi non la vede veramente. Il romanzo mescola riflessioni profonde sulla condizione femminile con un linguaggio ironico e vivace, offrendo ai lettori non solo una storia d’amore, ma anche una storia di emancipazione e rinascita.

Attraverso l’atto creativo dello scrivere, l’autrice pone in atto una profonda ricerca interiore, un potente atto trasformativo, che porterà alla realizzazione di questo libro: la sua prima raccolta poetica. Per alcune anime non c’è pace che duri a lungo: sullo sfondo resta sempre l’anelito di qualcosa che non si riesce a raggiungere, la vaga nebbia di una dolce malinconia e anche il tormento diventa indispensabile alleato, amico terribile e fedele.

Questa è la storia di Ian Thulpe, meglio noto come “L’uomo galleggiante”. Il campione del nuoto Ian, dopo anni di dominio assoluto in ogni gara natatoria internazionale nello stile del crawl, approda ormai quasi trentenne alle Olimpiadi di Sidney. Thulpe ben presto si accorgerà di non essere più forte come un tempo ma grazie alla sua grande esperienza e all’aiuto di due suoi grandi amici, tenterà di realizzare un record mai ottenuto da nessuno prima di lui. La concorrenza dei tanti suoi avversari giovani e affamati di successo sarà davvero feroce. Ma “L’uomo galleggiante”, dopo una serie di eventi incredibili e rocamboleschi, diverrà una vera leggenda del nuoto ed entrerà, a pieno diritto, nella “Hall of fame” di questo bellissimo e faticosissimo sport.