La Casa Usher
Fotografare il suono. Un viaggio audiofilo
Carlo Cantini
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2022
pagine: 96
Le fotografie del maestro Carlo Cantini questa volta cercano di rispondere a una sfida davvero ardua: come si può fotografare il suono, ovvero qualcosa di invisibile? Cantini è andato in cerca degli audiofili, ossia gli “amanti del suono”, ascoltatori raffinati di musica che sono però più innamorati della qualità del suono e delle tecnologie di riproduzione che di artisti e canzoni. Nel suo viaggio lungo la Toscana, terra di audiofili, Cantini ha fotografato le loro ritualità e gli ambienti domestici, spesso appartati, quasi spazi sacri, che essi riservano all’ascolto. Nel corso delle sue ricerche artistiche Cantini si è anche imbattuto in Gold Note, un’azienda immersa tra le dolci colline intorno a Montespertoli, dove vengono prodotti alcuni tra i migliori impianti di diffusione sonora del mondo. L’ha frequentata per diverso tempo, raccogliendo scatti delle intense fasi di lavoro che sono necessarie alla produzione di oggetti tanto complessi e performanti. Come in un’esplorazione, gli scatti di Cantini, non preparati e mai strutturati, ci documentano la progressiva confidenza che il maestro instaura con ogni ambiente e con il compito di “raffigurare il suono”, le illuminazioni che raccoglie, le idee che cambiano, le congetture e le conferme che ricava lungo il percorso. Lo sguardo del fotografo, e dunque ogni scatto, è obbligato a mantenere il contatto con l’oggetto da cui la musica è riprodotta. Non può vagare per la campagna toscana, seguire i protagonisti nella loro vita quotidiana, svelarne pazientemente i segreti, conoscerne i luoghi di formazione e di socializzazione: quello che scopre resta sempre a contatto con l’oggetto, stretto negli spazi di produzione e di ascolto. Ma nonostante questo limite autoimposto, le fotografie di Cantini pullulano di storie e di emozioni. È proprio nella capacità di rompere questa stretta cornice posta dalla presenza dell’oggetto che risiede il valore artistico dell’opera di Cantini. Attorno all’oggetto, nelle foto, si liberano sentimenti, racconti, visioni. Si dispiegano scenari, paesaggi, architetture, pezzi d’arte. Si celebrano rapporti, passaggi di saperi, legami di cooperazione. È così un invisibile che appare nel visibile, evocando il protagonista invisibile per eccellenza di questi scatti, il suono.
Il poeta d'oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia
Massimo Marino
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2022
pagine: 240
Il volume di Massimo Marino racconta la storia e le opere di Giuliano Scabia (1935-2021), uno straordinario poeta, drammaturgo, narratore e affabulatore tra il Novecento e oggi. Dagli inizi degli anni Sessanta del Novecento Scabia ha rotto i canoni della tradizione teatrale, dilatando la scena, praticando un teatro a partecipazione che è andato nei manicomi, in paesi della montagna e della pianura, in quartieri periferici e centri storici di città, in festival internazionali. Scabia ha avuto un ruolo molto importante anche nelle azioni di Franco Basaglia degli anni Settanta, che hanno condotto alla chiusura dei vecchi manicomi con la legge 180 del 1978. Infatti portò a Trieste la sua idea di Teatro Vagante, che incontra e coinvolge il pubblico nelle strade e nelle piazze. Insieme ai ricoverati nell’Ospedale psichiatrico triestino fece nascere il Marco Cavallo. È un grande animale di cartapesta, che in una domenica di sole uscì nelle strade di Trieste accompagnato da un corteo entusiasta e invincibile di «matti», dottori, infermieri, volontari, studenti, abitanti di Trieste in una grande festa. Ha insegnato per più di trent’anni al Dams di Bologna, mettendo alla prova nei suoi corsi testi e convenzioni teatrali (il libro Scala e sentiero verso il paradiso, pubblicato postumo nel 2021 da La casa Usher, documenta questo percorso). È autore di numerose opere teatrali, poetiche e di narrativa, in gran parte pubblicate da Einaudi.
L'età neobarocca. Tendenze e contaminazioni della contemporaneità
Omar Calabrese
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2022
pagine: 200
Tornare a leggere certi libri del passato è un’occasione per riconoscerne il valore e l’attualità. L’età neobarocca di Omar Calabrese – pubblicato nel 1987 per Laterza – vive da più di trent’anni fuori dal tempo perché continua a permettere letture innovative in relazione ai sempre più variegati momenti culturali della nostra società. Il libro partiva dalla constatazione, allora per certi versi “sconvolgente”, di una uniformità stilistica in grado di travalicare i confini abituali dell’estetica, includendo sotto la voce neobarocco, non solo la produzione propriamente artistica – visiva, musicale, letteraria – ma anche quella mediatica, in particolare televisiva, fino ad arrivare alle teorie scientifiche che allora occupavano il centro del dibattito. Tematiche, come si vede, che restano di grande attualità. Come aveva già rilevato l’autore, il sistema dei segni poteva essere intercettato con mosse precise: “la prima consiste nel prendere oggetti culturali – anche assai disparati tra loro – e considerarli fenomeni di comunicazione, cioè fenomeni dotati di una forma, di una struttura soggiacente. Che cosa fa l’analista? Prende un film, una scultura, un quadro, una partitura musicale, un programma televisivo, una serie di azioni di un gruppo di persone e ne ricerca una forma soggiacente, che può essere narrativa, plastica, figurativa, tematica, e sulla base di questa forma procede alla comparazione per trovare differenze e somiglianze”. Appare chiaro il ruolo di Omar Calabrese come precursore di un metodo attualissimo per interpretare il gusto della contemporaneità più flagrante, fatta di eccessi, di instabilità, di disordine e caos, di nodi e labirinti, di complessità di difformità e di normalità, insomma di un gusto “neobarocco”.
Il velo dell'arte. Una rete di immagini tra passato e contemporaneità
Lucia Corrain
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2022
pagine: 320
È ormai un dato di fatto che sempre più frequentemente l’arte del passato e l’arte contemporanea vengano proposte l’una di fianco all’altra, mettendo in rete costellazioni di immagini che, a dispetto dei differenti media cui sono riconducibili, entrano tra loro in sinergia per dare luogo a nuove e inattese configurazioni di significato. In quest’ottica la nuova edizione del volume "Il velo dell’arte" viene integrata da due ulteriori contributi: uno dedicato alle ultime realizzazioni dell’artista americano Robert Morris, eteree sculture-impronte fatte di veli che ricordano gli antichi compianti e, nel contempo, rievocano opere di Sluter e Goya; l’altro fa riferimento a una site specific realizzata nella sala ovale di palazzo Barberini a Roma, dove il "Narciso alla fonte" di Caravaggio viene messo in dialogo con un’opera realizzata per l’occasione da Giulio Paolini, Eco nel vuoto. Nella stessa prospettiva anche i tagli di Lucio Fontana e le colate di colore di Hermann Nitsch sono relazionabili alla ferita del costato di Cristo; così come il seicentesco quadro a lume di notte dialoga, sul piano del coinvolgimento passionale dell’osservatore, con le video-installazioni di Bill Viola. Il passaggio dalla figuratività alla totale astrazione si coglie, in particolare, nella Rothko Chapel di Houston, dove il modus operandi dell’artista americano instaura con l’osservatore un rapporto analogo a quello che il Beato Angelico aveva sperimentato – nel XV secolo – nelle celle del convento di San Marco a Firenze. Le tematiche affrontate in questo libro – che trovano nelle aule universitarie un pubblico privilegiato di lettori – per la chiarezza e scorrevolezza del linguaggio possono certamente suscitare l’interesse di una platea ben più vasta di appassionati, desiderosi di entrare dentro l’opera d’arte e di comprenderne anche i significati più nascosti.
Libri con figure. Illustrare nel XXI secolo: i classici, il comico, la storia, gli animali, la città, l’ambiente, il disagio
Andrea Rauch
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 272
Andrea Rauch, dopo i due volumi "Il racconto della grafica" e "Il racconto dell’illustrazione", propone un viaggio tra gli illustratori e le illustratrici degli anni Duemila: da Roberto Innocenti ad Armin Greder, da Brad Holland a Suzy Lee, a Lorenzo Mattotti, da Guido Scarabottolo a Chiara Carrer, a Tony Ross… 600 illustrazioni e le storie dei loro autori formano un percorso organizzato secondo alcune linee guida. Innanzitutto i grandi personaggi dell’immaginario da Pinocchio a Cappuccetto rosso, da Alice ad Hansel e Gretel…, poi i narratori e i poeti come Robert Louis Stevenson, Egdar Allan Poe, Italio Calvino, Emily Dickinson... Inoltre, i rapporti fra arte e illustrazione, realtà e surrealtà, struttura e de-struttura. L’illustrazione degli anni Duemila, però, è tesa anche al confronto con la quotidianità: il racconto del nostro tempo, l’analisi disincantata dei rapporti fra gli esseri umani e la natura, i temi del disagio sociale e della diversità.
Scena anfibia e nuove pratiche coreografiche. Culture teatrali 2021
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 304
La sezione monografica, a cura di Fabio Acca, è dedicata alla ricognizione di alcune pratiche della scena italiana degli ultimi decenni al confine tra teatro, danza e performance. Un insieme eterogeneo e discontinuo di fenomeni artistici, che tuttavia ha trovato nel tempo una condizione di leggibilità condivisa nella nozione di coreografia, pur rimarcando una propria differenza rispetto ai paesaggi protetti, riconosciuti e riconoscibili della danza. In questa cornice emergono alcuni temi chiave – il rapporto tra storia, memoria e repertorio, la condizione partecipativa, la decolonizzazione dei linguaggi, la definizione di nuovi paradigmi critici – supportati da tre casi di studio riguardanti figure di primo piano della scena italiana contemporanea: Alessandro Sciarroni, Claudia Castellucci e Salvo Lombardo. Completano il numero (oltre ad alcuni studi sparsi sulla scena contemporanea) un articolato ricordo del regista Gigi Dall’Aglio, a cura di Roberta Gandolfi, una testimonianza collettiva su Giuliano Scabia (scomparso nel maggio scorso) insegnante di Drammaturgia pratica al Dams di Bologna, prodotta da suoi allievi, un intervento di Massimo Marino a proposito delle celebrazioni dei cinquant’anni del DAMS, e due articoli (di Marco De Marinis e Angelo Romagnoli) riguardanti Beckett regista e i suoi Theatrical Notebooks. Contributi: Fabio Acca, Marco De Marinis, Roberto Gandolfi, Massimo Marino, Silvia Mei, Angelo Romagnoli.
Il senso del gioco. Riconoscere la bellezza del calcio
Francesco D'Arrigo
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 208
Fin dalla sua uscita, cinque anni fa, "Il senso del gioco" ha suscitato un vasto interesse di pubblico e una larga risonanza mediatica. È stato riconosciuto che il libro contiene e argomenta una proposta rivoluzionaria per il calcio italiano, a partire dalla concezione del rapporto tra allenatori e calciatori e dalla metodologia di allenamento. D’Arrigo critica come illusoria la tesi che si possa comandare lo sviluppo del gioco attraverso moduli e schemi rigidi, come si usa fare in Italia. La causa delle sconfitte e delle vittorie non sta nella scelta del 4-2-4 o del 4-3-3, perché gli eventi che si verificano in una partita sono in larga parte imprevedibili. Perciò il compito di un allenatore consiste nel far sviluppare ai propri giocatori quelle competenze tecniche e tattiche che permettono di cercare in ogni momento «qualcosa di straordinario». Per queste ragioni "Il senso del gioco" interessa prima di tutto il crescente numero di persone che ogni anno fanno i corsi per diventare allenatori, all’interno del sempre più vasto movimento del calcio giovanile e delle scuole calcio. La risposta entusiastica al libro di D’Arrigo da parte degli allenatori vecchi e nuovi è la dimostrazione del fatto che fa capire come il compito di un allenatore è quello di allenare l’intelligenza dei propri calciatori. Questa nuova edizione è accresciuta e aggiornata grazie alle esperienze maturate dall’autore negli ultimi cinque anni. Affronta anche i compiti e gli insegnamenti determinati dalla fortissima ascesa del calcio femminile. Contributi di: Renzo Ulivieri (presidente Associazione Italiana Allenatori di Calcio) e Paolo Piani (direttore Settore Tecnico FIGC).
Il racconto della grafica. Storie e immagini del graphic design italiano e internazionale dal 1890 a oggi
Andrea Rauch
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 380
A tre anni dalla fortunata prima edizione de "Il racconto della grafica", esce l’attesa seconda edizione della prima grande storia sistematica e riccamente illustrata dei graphic designer, cioè dei progettisti della comunicazione visiva, comunemente detti grafici. Il racconto parte dalla Parigi tra Ottocento e Novecento, nei decenni della Belle Époque e di Toulouse-Lautrec, quando operava la prima grande figura di grafico moderno: il livornese Leonetto Cappiello, con il quale il manifesto si afferma come strumento fondamentale di comunicazione e propaganda. Dai primi del Novecento è l’industria che adotta la comunicazione visiva come momento decisivo dell’affermazione dei propri prodotti, con la nascita dei marchi e della Brand Image. Nel contempo le avanguardie artistiche spingono la grafica su terreni inesplorati. Nell’Età delle catastrofi, tra la Prima e la Seconda guerra mondiale, la grafica è al servizio della propaganda politica del totalitarismo, ma anche del dissenso; negli stessi anni comincia a consolidarsi la professione moderna del grafico. Tra i molti protagonisti, i movimenti e i contesti della comunicazione visiva della seconda metà del Novecento e dei primi anni Duemila raccontati da Rauch emergono tra gli altri le personalità di Albe Steiner, Max Huber, Bruno Munari e Armando Testa, l’utopia di Olivetti, il Razionalismo europeo, la Scuola milanese, la grafica svizzera, la Scuola di Ulm, le immagini della contestazione giovanile del Maggio francese, Milton Glaser, Seymour Chwst, Paul Davis, gli interpreti della rinascita culturale del Giappone come Shigeo Fakuda, la grafica di pubblica utilità, i grafici delle ultime generazioni. Il racconto si conclude con uno sguardo ravvicinato agli aspetti più identitari di tre storie tematiche: la grafica del manifesto cinematografico, la grafica editoriale e quella politica.
Scala e sentiero verso il Paradiso. Trent’anni di apprendistato teatrale attraversando l’università
Giuliano Scabia
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 280
Questo libro racconta una storia straordinaria che attraversa dal 1971 al 2005 l’Alma Mater, l’Università di Bologna. Siamo al mitico DAMS agli inizi degli anni Settanta. Il regista Luigi Squarzina telefona al poeta e drammaturgo Giuliano Scabia e gli chiede di venire a insegnare, unendosi ai fondatori di questo corso di laurea rivoluzionario, che raccoglie maestri celebri o destinati a diventarlo e un gran numero di studentesse e studenti entusiasti. Scabia passa tre mesi a pensarci. Ha paura, non si sente all’altezza della grande Alma Mater. Teme di venire ingabbiato. Ma gli storici del teatro e i drammaturghi del DAMS insistono: «Vieni qui a fare le stesse cose che stai facendo, il tuo Teatro Vagante». Inizia così un viaggio attraverso l’università, un apprendistato teatrale che dura trent’anni. Ogni anno Scabia ha messo alla prova un modello di teatro e ha cercato di capire se funzionava e come. Ha chiesto agli studenti e alle studentesse di collaborare alla ricerca, impegnandoli a fondo, ascoltandoli, imparando da loro. Straordinari studenti compagni di viaggio. Il libro presenta una scala di trentatre gradini, da "I giganti del Po" (1971)... "Il Gorilla Quadrumano" (1973-75)... "Dire fare baciare lettera testamento" (1977-78)... "Le mongolfiere" (1977)... "L’orologio di Faust" (1982-83)... "La notte di Walpurga" (1989-90), fino al trentatreesimo gradino "Sentiero interno di bosco e bestie" (2004-05). Contributi di: Gianfranco Anzini, Francesca Gasparini, Massimo Marino, Vito Minoia, Paola Quarenghi. In coedizione con: Edizioni Nuove Catarsi.
Luoghi per lo spettacolo. Semiotica dell’architettura teatrale
Marvin Carlson
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 250
Finora Marvin Carlson è largamente noto in Italia per Theories of the Theatre (Teorie del teatro) un testo di riferimento per molte generazioni di studenti. Con la medesima lucidità e chiarezza divulgativa questo Places of Performance (Luoghi per lo spettacolo) mette in relazione questioni estetiche e contesti socio culturali, facendo dialogare discipline differenti: architettura, urbanistica, arti figurative, storia economica, psicologia. Marvin Carlson è stato tra i primi studiosi ad applicare strategie derivate dalla semiotica all’osservazione dei luoghi per lo spettacolo, considerati come complessi meccanismi di significazione. L’attualità del testo e la sua validità dal punto di vista didattico risiedono soprattutto nella grande attenzione per gli spettatori, tema cruciale del dibattito teatrologico contemporaneo. Lungo le tappe di un viaggio appassionante tra gli ambienti e gli edifici che le comunità occidentali hanno progettato per allestire eventi spettacolari, la domanda cui Carlson cerca di rispondere non è solo Come si esprimono i teatri? ma anche A chi si rivolgono? Originale nella sua struttura, ben documentato e riccamente illustrato, il saggio insegue attraverso le epoche la complessità dell’esperienza di fruizione, fornendoci le chiavi per decodificare i messaggi provenienti dagli spazi teatrali.
Trame di terra
Francesco Maria Testa
Libro: Libro rilegato
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2021
pagine: 144
A proposito dei lavori di Francesco Maria Testa si può parlare di immagini di paesaggio, non di fotografia paesaggistica. L’allineamento dei solchi, le ondulazioni del grano, l’inclinarsi delle messi, le fenditure nel terreno argilloso divengono un universo di segni autonomi e paralleli. Nei suoi scatti “i giorni e le opere”, il tempo della natura e quello dell’intervento umano, vengono espressi con immediatezza ed esattezza, ma anche con vigore e sensualità. Attraverso la dimensione dello sguardo e lo scatto fotografico, la soggettività dell’artista si appropria dell’elemento oggettivo, facendone così il luogo di un tempo interiore, mentale e memoriale.
Testi (1954-1998). Volume Vol. 2
Jerzy Grotowski
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2020
pagine: 264
Il secondo volume dell’edizione italiana degli scritti di Jerzy Grotowski, Testi 1954-1998, dal titolo Il teatro povero, raccoglie interventi, interviste e articoli rigorosamente inediti in Italia, risalenti al periodo tra il 1965 e il 1969. Sono anni questi dell’affermazione di Grotowski e del suo Teatro Laboratorio nel mondo, culminati, nel 1968, con l’opera più conosciuta del maestro polacco, Per un teatro povero, che diventerà uno dei manifesti del teatro contemporaneo. Oltre a fondamentali scritti metodologici, questo secondo volume include in una nuova traduzione dagli originali polacchi e, in alcuni casi, in una nuova versione, i testi canonici del grande drammaturgo polacco contenuti proprio nella storica edizione del 1968 di Towards a Poor Theatre, che uscì in lingua inglese grazie alla forte spinta del regista Eugenio Barba, fondatore del celebre Odin Teatret. Le nuove traduzioni svelano e mostrano una complessità inaspettata in testi considerati dei veri e propri capisaldi della storia del teatro del Novecento. Oltre a una serie di interviste e ad altri scritti notevoli, inediti e pressoché sconosciuti in Italia, il secondo volume contiene interventi fondamentali che risalgono alla fine degli anni Sessanta quando Jerzy Grotowski, da un lato, riassume – alla luce dei primi dieci anni di attività del Teatro Laboratorio – il senso e l’evoluzione delle sue ricerche, dall’altro lascia già intravedere una prospettiva che si estenderà ben oltre il teatro, concretizzandosi, negli anni Settanta, nella fase del parateatro e della cosiddetta “cultura attiva”.