Artemide: Arte e cataloghi
Il Liber Amicorum di una gentildonna meridionale
Antonio Rodinò di Miglione
Libro: Libro rilegato
editore: Artemide
anno edizione: 2022
pagine: 104
Si tratta della trascrizione - commentata dai saggi di Giorgio Marini, Antonio Rodinò di Miglione e Giancarlo Rostirolla - di un manoscritto contenuto in un Album conservato all’Istituto Centrale Grafica. A prima vista può esser preso come uno di quegli ‘album dei pensieri’ che usavano tenere le giovani signore di buona famiglia nell’800 e ancora fino ai primi decenni del’ 900; ma nel suo caso è forse meglio definirlo - con un tono più elevato - Liber amicorum. Appartenuto a Teresina Miceli, vissuta a Napoli in epoca risorgimentale, non contiene infatti i soliti pensieri pii, colti o un po’ pettegoli scritti alle amiche del cuore, ma disegni, pensieri in prosa, poesie, spartiti musicali, raccolti tra il 1843 e il 1888 circa, che come vedremo sono testimonianza della vivacità intellettuale della Napoli del periodo risorgimentale. Teresina Miceli frequenta personaggi che contano nella cultura e nella vita sociale della sua Napoli, per di più accomunati da sentimenti liberali, oltre a stranieri di passaggio, soprattutto scienziati. Sono questi personaggi che a partire dall’autunno del 1843 iniziano a scrivere nell’album ‘pensieri’, originali o ripresi da loro opere: brani di prosa, poesie, musiche, talvolta ispirati a Teresina e comunque a lei dedicati, o semplici frasi d’omaggio e di ricordo; nei contributi spiccano, tra i tanti, i nomi (e gli autografi) di Francesco De Sanctis, Pasquale Galluppi, Alphonse de Lamartine, Giacomo Zanella, Giosuè Carducci, Gaetano Donizetti, Saverio Mercadante e di tanti intellettuali e patrioti meridionali, in particolare di insorti dei moti di Napoli del 1848, che lei, con disinvolto coraggio, va a visitare.
Le Arti decorative nel Museo Boncompagni Ludovisi per le Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX
Matilde Amaturo, Valentina Flamingo
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2022
pagine: 60
Il terzo volume dedicato al Museo Boncompagni Ludovisi prende in esame preziosi oggetti d'arte del secolo XX e riguarda, nello specifico, la collezione di arti decorative che spazia dalle arti venete alle manifatture di Faenza, romane, umbre e marchigiane. Opere di Marino, Poli, Drei, Melandri, Antonelli, Gatti, Guerini, Guelfo Bianchini, Horitia Randone Ferrazzi, Tidei, Nedda Guidi.
François Spierre. Un incisore lorenese nella Roma barocca
Benedetta Ciuffa
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2022
pagine: 424
Allievo a Parigi dei fratelli de Poilly ed erede a Roma del ruolo che era stato di Claude Mellan, François Spierre (Nancy, 1639 - Roma, 1681), finissimo "incisore di traduzione", svolse per oltre un ventennio, in perfetta intesa coi maestri del primo Barocco - da Pietro da Cortona a Gian Lorenzo Bernini - un compito fondamentale nella diffusione di invenzioni grafiche che una singolare sfortuna postuma non gli ha invece ancora riconosciuto. Impegnato in imprese collettive come l'ambizioso progetto editoriale dedicato agli affreschi di Pietro da Cortona in Palazzo Pitti, che lo vide collaborare con Cornelis Bloemaert, fu poi tra i massimi traduttori dei capolavori di Correggio, Domenichino e Ciro Ferri in una Roma divenuta alla metà del Seicento capitale artistica vivacemente internazionale. Ma il campo in cui eccelse fu quello dell'illustrazione libraria, con splendidi frontespizi o tavole per volumi prestigiosi, eseguite su disegno dei più autorevoli artisti coevi, sebbene la sua vera vocazione fosse incidere proprie creazioni, spinto da quello che Francesco Baldinucci, stendendone la biografia nel 1686, definì un «acceso desiderio d'inventare». Attraverso un'ampia disamina critica e la ricostruzione del catalogo ragionato della sua imponente produzione incisoria il volume dà conto dell'evolversi della vicenda artistica di Spierre, rivelandocelo un caso esemplare delle inesauribili capacità divulgative insite nelle stampe nell'intreccio tra editoria calcografica, propaganda, committenza e mercato nella Roma cosmopolita del secondo Seicento.
Palazzo Spada e i pavimenti del seicento a Roma
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 108
Questo libro, che raccoglie gli interventi di una giornata di studio tenutasi a Palazzo Spada, fa il punto delle conoscenze su una componente dell'architettura tanto importante quanto negletta, incentrandosi sui temi dell'ideazione e dell'esecuzione dei pavimenti della Roma barocca proprio a partire dalla sede del convegno. Fabbrica tra le più significative, sia per la decorazione originaria che per le trasformazioni intercorse nella prima metà del XVII secolo, Palazzo Spada presenta, infatti, un'ampia casistica di pavimentazioni in cotto, i cui princìpi, nonché i partiti decorativi e gli esecutori, sono qui indagati a fondo. Partendo da questo esempio di residenza cardinalizia, il libro offre aperture tematiche sui cantieri pavimentali e sulle tecniche in uso nei palazzi romani tra XVI e XVII secolo, nonché sui pavimenti lapidei delle chiese, che si configurano in modo sempre più deciso come attivo commento degli spazi interni, in un serrato confronto fra tradizioni di varie provenienze storiche e geografiche.
Francesco da Castello (Frans van de Kasteele). Dipinti fra Italia e Spagna
Rebeca Carretero Calvo, Jesus Criado Mainar, Giovanna Sapori
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 111
Per il suo lungo soggiorno italiano e per il numero delle sue pale d'altare dagli inconfondibili caratteri, Francesco da Castello (Bruxelles 1540 c.?- Roma 1621) è uno dei pittori nordici più conosciuti fra quelli stabilitisi a Roma tra Cinque e Seicento. Certamente è un caso indicativo perché si integrò pienamente nell'ambiente romano e riuscì presto a guadagnare credito come pittore di immagini religiose sia nel grande che nel piccolissimo formato. Il libro approfondisce la restituzione al fiammingo di un gruppo di disegni, già raccolti da Pouncey sotto il nome convenzionale del Maestro della Deposizione Fitzwilliam, e chiarisce con lo studio di alcuni dipinti d'altare ritrovati in Aragona il successo di Castello in Spagna, già ricordato dalle fonti. L'esame d'insieme delle sue opere, distribuite in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, viene finalizzato nel libro anche a mettere in risalto la formula con cui Castello trovò spazio in un ambiente affollato e ipercompetitivo come quello romano. Il dosaggio fra la sua cauta assimilazione della pittura italiana, da Zuccari a Barocci, e la tradizionale perizia fiamminga in realistiche descrizioni e minuti dettagli appare infatti lucidamente calcolato con l'obbiettivo di una didascalica evidenza di comunicazione delle immagini.
With Hegel in the XXI century. A philosophical Exhibition
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 96
Villa il Vascello
Carla Benocci
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 224
La Villa "il Vascello" rappresenta una delle più singolari ville romane, eccentrica per significato e per tipologia di arredi, ricercata da visitatori illustri. Sorge in un luogo privilegiato, alle porte del Vaticano, prescelto da celebri famiglie per grandi ville barocche. Elpidio Benedetti, abate al servizio della corona francese, scelse questo spazio proprio per la sua posizione dominante sul colle Vaticano e per entrare a pieno titolo in un'area in splendida ascesa. A un modesto progetto iniziale, redatto dal direttore dei lavori, l'"architettrice" Plautilla Bricci, segue un'altra soluzione ben più innovativa e originale, che si ipotizza sia dovuta a Gian Lorenzo Bernini. La villa diviene scenario di episodi eroici durante i combattimenti che segnano la fine della Repubblica Romana del 1849, durante i quali il Casino, quasi distrutto, viene difeso strenamuente da Giacomo Medici e dai suoi soldati, divenendo così un emblema degli ideali di libertà e democrazia. Oggi la villa è di proprietà del Grande Oriente d'Italia. L'autrice Carla Benocci, con la ripresa degli studi su Plautilla Ricci (in autunno ci sarà una grande mostra a Roma) ha completamente aggiornato le sue ricerche storiche sul tema; il fotografo d'arte Antonello Idini ha condotto una specifica campagna fotografica.
Work in progress. Opere. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 351
Due collezioni d’arte di Spoleto, quella della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Collicola e quella della Fondazione Marignoli di Montecorona, hanno voluto mettere a confronto, creando una linea storica senza soluzione di continuità, dal XVI secolo all’epoca contemporanea, una serie particolare di opere: bozzetti, modelli, schizzi preparatori, studi. Le due collezioni offrono la possibilità di indagare in modo organico e di riflettere sul senso del work in progress e quindi sull’idea stessa di opera d’arte, di non finito, sul rapporto tra dimensioni immaginate e reali di un’opera, dipinto o scultura che sia. In sintesi, un’occasione che permette di chiarire, attraverso un tema comune a più epoche, la natura fluida, dinamica e sempre in divenire (di qui il titolo Work in progress) del processo artistico e della creazione di un’opera d’arte. L’occasione espositiva ha permesso di articolare il concetto di work in progress in un catalogo arricchito di approfondite schede delle opere in mostra e di alcuni autorevoli contributi critici che fanno il punto metodologico e storico artistico su una situazione più generale. Sono riprodotte 70 opere tra disegni, dipinti, sculture, maquette in legno, modelletti, alcune delle quali recuperate dai depositi di Palazzo Collicola o esposte per la prima volta in pubblico dalla collezione conservata a Palazzo Marignoli. Un modo per valorizzare collezioni della città che presentano opere e artisti conosciuti in tutto il mondo, come Federico Barocci, Anton Raphael Mengs, Jean-Léon Gérôme, Bernard Boutet de Monvel o Alexander Calder, Henry Moore, Domenico Gnoli, Sol LeWitt.
Il teatro delle ombre. Scritture nascoste e immagini invisibili in codici e mosaici tardoantichi
Fabio Troncarelli
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 149
Numerosi studiosi negli ultimi anni hanno manifestato interesse per la diffusione di testi scarsamente visibili o addirittura nascosti in epigrafi, codici, dipinti. Questo genere di comunicazione nasceva dall'esigenza di mettere per iscritto un testo che aveva un valore a sé stante, indipendente dalla sua fruizione e che in ogni caso era rivolto solo a chi fosse in grado di comprenderlo. Parallelamente a questo tipo di scrittura, nello stesso tempo pubblica e riservata, troviamo spesso un'altra forma di comunicazione, apparentemente diversa dalla prima, ma in realtà spesso simile: la trasmissione di messaggi segreti, comprensibili solo per coloro che sono in grado di capirli, dissimulandoli in modo da non poter essere facilmente individuati e quindi censurati o manipolati. Un caso emblematico di simile trasmissione di messaggi è costituito dalla produzione di testi e immagini "invisibili" di Eusebio, attivo a Ravenna nella prima metà del VI secolo e a Vivarium nella seconda metà. Il volume ripercorre la biografia intellettuale di Eusebio attraverso lo studio dei codici e delle immagini nei quali ritroviamo la sua impronta e le sue sottoscrizioni.
Archaeology in the smallest realm micro analyses and methods for the reconstruction of early societies in Cyprus
Libro: Copertina morbida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 166
Stregonerie e vari capricci. Da Salvator Rosa a Giacomo Dal Po
Libro: Copertina rigida
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 152
Il volume, catalogo dell'omonima mostra che si inaugura il 27 marzo 2021 a Palazzo San Gervasio (PZ), intende focalizzare l'attenzione su uno dei filoni più controversi e al contempo attraenti della cultura figurativa napoletana del Sei-Settecento, ben rappresentato nelle opere della raccolta Camillo d'Errico e in stretto dialogo con alcuni dipinti della collezione della Fondazione De Vito. Un genere, quello della pittura eccentrica e del dissenso, che come è noto non disdegnò soggetti macabri e toni narrativi inquietanti, temi fantastici o legati alla letteratura e al teatro, che accomunò i percorsi di spiriti irrequieti come Salvator Rosa (1615-1673), Micco Spadaro (1609- 1675), Giovan Battista Spinelli (1613-1658) e Giacomo Del Po (1654-1726) e che vede spesso una profonda sintonia delle opere anche sul piano propriamente formale, in quelle che già Bernardo De Dominici (1683-1759) definiva "composizioni con figurine picciole e toccate mirabilmente con belle tinte". Dopo aver sedotto i contemporanei, tale filone ha d'altronde continuato sino ai nostri giorni a fare breccia nella sensibilità e nel gusto dei collezionisti. Omaggiando, nel titolo, un brano ormai celebre della biografia dedicata a Rosa da Bernardo De Dominici, il volume intende radunare in tutto una decina di tele, affiancando opere che ormai hanno alle spalle una lunga vicenda critica, come il Paesaggio di Rosa, i due Baccanali e la Circe di Del Po, o i tre capolavori di Spadaro, a pezzi decisamente meno noti come il Carro del battaglino di Andrea Vaccaro o la conturbante Donna con bambino di Spinelli. Tutti i dipinti della collezione della Fondazione De Vito vengono presentati al pubblico per la prima volta.
Acquisizioni e donazioni Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda dei secoli XIX e XX
Libro: Libro in brossura
editore: Artemide
anno edizione: 2021
pagine: 64
«Questo volume racconta un percorso, quello delle acquisizioni del Museo Boncompagni Ludovisi, che mi ha visto testimone, fin dal 1995 quando Sandra Pinto, allora Soprintendente della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, e Gianna Piantoni, prima e valente direttrice del nascente Museo dedicato alle Arti decorative, al Costume e alla Moda dei secoli XIX e XX, decisero di aprire al pubblico questo piccolo gioiello nel centro di Roma. Nacque grazie a numerose e pregevoli donazioni di oggetti d'arte decorativa e di abiti d'alta moda, allestiti con gusto e con l'attenzione dovuta a quanto ancora di suo il Villino Boncompagni conservava. Questo imprinting di Museo cresciuto soprattutto grazie alle donazioni ha continuato ad essere negli anni la caratteristica del Museo Boncompagni Ludovisi, con l'acquisizione in comodato dei materiali dell'Istituto Margherita di Savoia per esempio, o con i numerosi abiti e accessori appartenuti a Palma Bucarelli, mitica direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Istituto al quale il Museo ha fatto riferimento fino al 1915. O con l'esposizione di materiali provenienti dai depositi della Galleria Nazionale e qui finalmente valorizzati. Di queste ultime acquisizioni (la seconda a titolo di prestito a lungo termine) sono stata in qualche modo artefice, avendo avuto la direzione del Museo fino a quel momento. La storia del Museo Boncompagni è, tuttavia, la storia di una volontà di esistere dell'istituzione che ha continuato a mantenersi vigile e operativa fino ad oggi, con la direzione dedita e appassionata di Matilde Amaturo, anche lei, come tutte noi che l'abbiamo preceduta, affascinata dalla bellezza dei piccoli oggetti di ottimo artigianato, delle opere d'arte non scontate, della necessità di popolare sempre di più quel piccolo "mondo antico" con esemplari che la memoria collettiva associa a tempi di grande laboriosità e creatività nel campo delle cosiddette arti applicate. Niente nelle opere presenti nel Museo è esente dalla caratteristica di "manufatto" e da quella di "invenzione" personale dell'artista, dell'artigiano, della stilista, della ricamatrice, ecc...» (Dall'Introduzione di Mariastella Margozzi)

