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Ronzani Editore: Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporanea

Téra. La terra. Testo in dialetto a fronte

Téra. La terra. Testo in dialetto a fronte

Carlo Ragliani

Libro: Libro in brossura

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2024

pagine: 72

Il titolo stesso della silloge con cui Ragliani si propone al lettore con queste sue primizie nel dialetto di Candiana delimita il raggio del compasso entro il quale si muove con naturalezza il poeta, radicando allo stesso tempo l'opera nei recessi meno nobili delle campagne padane, che non costituiscono puramente e semplicemente uno sfondo o la quarta parete di una scena, bensì incarnano l'anima dei luoghi, come quella dei tempi.
12,00

Belès. 99 cante tigrigne

Belès. 99 cante tigrigne

Maurizio Casagrande

Libro: Libro rilegato

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2024

pagine: 300

«I fichidindia che danno il titolo al libro evocano un contrasto di dolce e spinoso, poesia e desolazione. Casagrande, esule volontario e temporaneo in Eritrea, redige un diario in versi che dialoga con l'eredità di altri europei sradicati in Africa, da Rimbaud a Sereni. La sua voce è ora pienamente matura, in grado di macinare farina fine con il grano ruvido di qualunque realtà. Tutte le strade, tutte le occasioni la conducono alla poesia, da quelle minute e quotidiane fino alle sublimi come la contemplazione della volta celeste o della storia. Asmara si eleva a esempio di una condizione comune. Tutti vorrebbero andarsene, ma il loro tragitto li porta soltanto a muoversi intorno senza meta o, dispersi, a ritornarvi per fatale attrazione. La capitale eritrea confina con l'Orano di Camus, un orlo di gente cucito attorno al deserto in cui tutti sono stranieri ed estranei. L'inanità di guerre e conquiste, e dello stesso costruire città, si fa limpida e quasi cosmica lungo l'arco dei millenni. Ma nel presente si affannano creature a barcamenarsi tra case di lamiera, espedienti e corruzione. L'incontro è sfumato, se da questo ci attendevamo un rassicurante dialogo interculturale. Rimane però la poesia come sogno di universalità, nebbia che aleggia sopra i continenti senza più una terra al di sotto. È in questo sguardo dall'alto o dal profondo che l'Eritrea può diventare una terra fraterna, simbolo di un affannarsi di folli nel quale si condensa, a nord come a sud, la vicenda umana» (dalla postfazione di Isacco Turina)
19,00

Case, presepi e altri ritrovi

Case, presepi e altri ritrovi

Fabio Franzin

Libro: Libro rilegato

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2024

pagine: 166

«Da uno stato d'animo di sgomento e di ironia prende le mosse l'itinerario che unifica la raccolta "Case, presepi e altri ritrovi", proponendola alla stregua di poema didascalico dedicato all'esplorazione dello spazio famigliare al poeta e del poeta, quindi di spazi dell'immaginario funzionanti con crescente ironia come paradigmi dell'esperienza, dalla fabbrica al presepe, alla spiaggia e ai lidi, luoghi e non luoghi degli stereotipi sociali tanto inautentici quanto ostinatamente concreti. Si avverte alla fine e all'origine del percorso circolare la petizione di un'umanità orfana, la mancanza della figura materna e l'impossibilità di surrogarla se non nella persistenza dialettale. Nel frattempo la dimensione del sacro si colloca nell'immobilità incomprensibile delle raffigurazioni bizantine (Tel tenpo dea posa) apparentemente fuori del tempo, in verità nel tempo dal quale pongono le loro domande. La prima parte della raccolta intende fissare i nuovi parametri del discorso di Franzin che, pur non essendo esclusivamente innervato nei registri del lamento e dell'invettiva, rinviene nella sua natura implicitamente polemica e politica gli effetti più originali e quelli che hanno colpito maggiormente chi scrive e che, in veste di prefatore, ha letto con gratitudine questi versi in anteprima, ritrovandovi il Franzin amico pensoso e battagliero, tanto scomodo quanto necessario» (dall'introduzione di Alessandro Scarsella)
14,00

Te'l vent de le zigale (Nel vento delle cicale)

Te'l vent de le zigale (Nel vento delle cicale)

Vito Santin

Libro: Libro in brossura

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2023

pagine: 144

«La raccolta d’esordio di Vito Santin nella variante del trevigiano di Scomigo, Te’l gnentintut de le parole (Nel quasi niente delle parole, Ronzani Editore, Vicenza 2019), era inscritta nella chiave della musica. La stessa chiave, anche più manifesta nella forma di una sinfonia per cose o persone venute a mancare, ritorna in Te’l vènt de ’e ẑigale, in cui la dominante è la luce che si irradia ovunque e attraversa ogni sostanza, come i raggi solari filtrati da un prisma nelle molteplici varianti del bianco, del giallo e dell’azzurro. Approdato in partenza alla piena consapevolezza dei limiti intrinseci in ogni linguaggio e in particolare nel dialetto, Santin qui si mostra altrettanto conscio che nulla è più difficile quanto tentare di attingere con la parola ciò che alla parola si sottrae per suo statuto, cioè a dire l’inesprimibile, ovvero quella dimensione degli affetti che mantiene una stretta relazione con la sfera del sacro. Di conseguenza, Santin si affida nel rievocare la madre, e con lei un intero universo femminile d’altri tempi, agli strumenti più adeguati a tentare l’ineffabile, vale a dire il potenziale della luce in tutte le sue gradazioni e, ancor più, gli armonici del dialetto materno appositamente riportati alla vita.» (dall’introduzione di Maurizio Casagrande)
14,00

Ipsius

Ipsius

Luciano Caniato

Libro: Libro in brossura

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2022

pagine: 135

« Nel caso di Luciano Caniato, il gioco degli specchi si moltiplica, tra Polesine, Conegliano, Belluno e quel dove mai trovato, forse intravisto nell'infanzia e nella propria giovinezza, la tragedia dell'alluvione del Polesine (1951), la dissoluzione del mondo contadino e la fine di un secolo. Allo stesso modo si moltiplicano le lingue alle quali ricorre questo mai acquietato Davide (e Golia): il polesano di Pontecchio, la parlata cittadina di Conegliano, quella materna di Sospirolo, spesso intrecciate o fuse, anche in un singolo testo, al volgare illustre (Petrarca e Foscolo soprattutto) e al latino degli studi e della devozione popolare. Il sonetto è ancora una volta la forma metrica con cui Caniato intende dare dimora all'imprendibilità del soggetto (libero-prigioniero).» Dalla nota introduttiva di Marco Munaro.
12,00

La viola di Strauss-Strauss' violet

La viola di Strauss-Strauss' violet

Luigi Bressan, Danilo Cavaion

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2022

pagine: 119

Nella primavera 2020, segnata dall'isolamento per pandemia da Sars-Cov-2, in un luogo interiore antitetico al frastuono della 'comunicazione', Luigi Bressan compone un erbario che la sapienza evocativa della sua parola - distillato di un magistero lungo una vita di raffinatissima e umile ci viltà, tanto alto quanto appartato - trasforma sotto gli occhi dapprima stupiti e poi incantati del lettore in un giardino vivo, o piuttosto in un allegorico orto dei semplici meravigliosamente vario, vitale e terapeutico. Con una essenziale avvertenza, però, opportunamente presa a prestito da uno dei maestri della visione: «il soggetto è secondario, quel che voglio riprodurre è ciò che si trova tra me e il soggetto». A uno snodo d'epoche drammatico e sommamente incerto, proprio questa cristallina intercapedine d'aria - e di tempo - tra l'io poetante e il suo soggetto diventa il luogo miracoloso in cui tutto ciò che non è più, evocato, rivive un'ultima volta in una estrema luce di commiato, simile a quella che illumina radente la domanda capitale posta a sigillo dell'ultimo, in ordine di esecuzione e di senso, dei 'Vier letzte Lieder' di Richard Strauss: «è questa, forse, la morte?».
12,00

Quaderni dell'amore e del pericolo

Quaderni dell'amore e del pericolo

Violante Vibora

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2021

pagine: 132

Questa strana bambina sembra conservare in sé traccia di quando, nella notte dei tempi, "sentivamo" all'unisono con gli animali e le piante, parlavamo con essi, ci percepivamo un tutt'uno con quella che avremmo chiamato Natura. Quale allora il suo messaggio? Forse che, passando da un piano del "sentire" a uno via via più logico e razionale (sia come genere umano che come singole persone), grazie al sedimentarsi di una sempre più definita coscienza, non dobbiamo però, scordare da dove veniamo, rimuovere lo stadio precedente: nessun brusco e annullante "salto".
12,00

Teatrin de vozhi e sienzhi. (Teatrino di voci e silenzi)

Teatrin de vozhi e sienzhi. (Teatrino di voci e silenzi)

Renzo Favaron

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2021

pagine: 112

«Xe 'ncora tuto rosso, / cofà 'na ferìa che no' se inciava» [«è ancora tutto rosso, / come una ferita che non si chiude», "Cue'a che credo (soneto)", p. 2]: è racchiusa in questo distico, che chiude il sonetto incipitario, la chiave della presente silloge di Favaron, inscritta nel segno del lutto e della perdita irredimibile. (Dall'introduzione di Maurizio Casagrande)
12,00

Ad cô dal vièl. (In fondo al viale)

Ad cô dal vièl. (In fondo al viale)

Claudio Pasi

Libro: Libro in brossura

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2021

pagine: 136

«All’origine agisce, in breve, il dato esperienziale – l’affetto per un luogo, una casa (quella in cui Claudio è venuto al mondo), per un paese e le persone (i familiari per primi), che vi hanno abitato, gioito e patito, e per tutti gli attrezzi piccoli e grandi utilizzati nella loro esistenza: da quelli rustici ai primo industriali (un badile, un rastrello, poi la Lambretta o la Fiat-600) –, ma il suo apparire è reso in un contesto di particolari dall’orlo instabile, che se dà corpo a ogni presenza, subito, da questa, si ridiffonde, e sfiora, in nessi autobiografici, il profilo d’altre presenze, le quali, per un istante, rivivono e dileguano: come nella poesia dedicata al vociante convegno di ragazzini in un laghetto (ricoperto, oggi, da una gettata di cemento per creare un’area residenziale), che associa particolari minuziosi entro un ineffabile riflesso di morgana.» (da "Viaggio al termine del dialetto" di Roberto Cresti)
12,00

Scena muta

Scena muta

Nicoletta Bidoia

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2020

pagine: 76

«Sulla soglia del frontespizio c'è un titolo che precipita nell'afasia e nel silenzio: in queste zone, del resto, un componimento poetico prende avvio e in queste è continuamente ricacciato. Il titolo del quinto libro di poesia di Nicoletta Bidoia smaschera la contraddizione e l'esitazione che tutto plasma: la partenza, in poesia come in una musica o a teatro, è sempre silenzio e mutismo. Pensiamo, esemplificando, alla fatica sovraumana che fa l'attacco dell'"Incompiuta" di Schubert per fuoriuscire dal silenzio. Pensiamo soprattutto a quanto dicono i versi di Massimo Ferretti, richiamati a un certo punto quale constatazione e dilemma e a conferma di un'aporia originaria: ricorrere alla parola scritta quando si vorrebbe unicamente ballare.» (dall'introduzione di Alberto Cellotto)
12,00

Il grande spettacolo di guardare in alto

Il grande spettacolo di guardare in alto

Marco Molinari

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2020

pagine: 112

«I calciatori che amavo da bambino / erano quelli con i calzettoni tirati giù, / confusamente srotolati alle caviglie, / afflosciati sulle scarpette a formare / una specie di aureola ribelle. / Erano ali di sfrontati lucignoli, / erano Sivori, Meroni, Favalli, / angeli che qualcuno ha fatto precipitare / per divertirci e per insegnare / a noi bambini per la prima volta / a resistere, in quella corsa delicata, / nel sussurro del campo ». Sembra quasi una dichiarazione di poetica questo frammento tratto da "I calciatori", atto idealmente a introdurre il nuovo lavoro di Marco Molinari, contenente versi composti tra il 2011 e il 2018. L'autore infatti predilige situazioni in cui l'elemento informale, alla stregua dei calzettoni abbassati dei calciatori descritti, è quanto mai tangibile, al pari di quella sua fedeltà atta ad animare figure multiformi di reietti che cadenzano un'esistenza «che non consola, / che colpisce come un sicario alle spalle / e da cui non impariamo mai». (dall'introduzione di Pasquale Di Palmo)
12,00

Te'l gnentintut de le parole (Nel quasi niente delle parole)

Te'l gnentintut de le parole (Nel quasi niente delle parole)

Vito Santin

Libro: Copertina morbida

editore: Ronzani Editore

anno edizione: 2019

pagine: 138

"Predisposto al bello e all'ostinata ricerca della perfezione, Vito Santin cerca e trova una sua strada dopo anni di lavoro consapevole, ma non pubblica, non si fa largo, lascia piuttosto che l'igneo e il tellurico, appreso meditando gli altri, attraversi il suo carattere schivo e appartato fino a trovar luce. La scelta del dialetto è quasi un obbligo, vista la profondità con cui ama la sua piccola patria, Scomigo, frazione collinare di Conegliano, posta a confine tra l'ex città industriale e i territori di Vittorio Veneto. Non un salto nel buio, ma il passaggio dalle umiltà dell'argilla lavorata in precedenza, a quelle della lingua contadina ceramizzata in versi splendenti, come in questi 686 che ora - divisi in dieci sezioni - emergono sorgivi sul bianco della pagina."(dall'introduzione di Luciano Caniato).
13,00

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