Mimesis: Mimesis-Cinema
Filmati per formare. Storytelling e tecniche audiovisive nell'opera di Filippo Paolone
Marco D'Agostini, Anselmo Roberto Paolone
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 201
Filippo Paolone (1917-1993), nella sua duplice veste di pioniere degli studi massmediologici-pedagogici e di realizzatore di documentari industriali e per la formazione, può costituire un punto di riferimento per la contemporanea comunicazione d'impresa. Il presente volume tratteggia momenti della sua biografia professionale e intellettuale, cercando di distillare in forma sintetica la teoria filmologica del documentario tecnico che egli mise a punto in una serie di pubblicazioni accademiche, e applicò in centinaia di film di cui fu autore e regista. Nel volume vengono analizzate in particolare le sceneggiature di una delle "Grammatiche del lavoro" (il caratteristico formato seriale di documentari ideato da Paolone) al fine di metterne in evidenza gli aspetti tecnici salienti, per consentire ai professionisti del settore di trarre da questo materiale insegnamenti ancora attuali e spendibili nell'ambito della comunicazione d'impresa, della formazione e, più in generale, del film documentario.
Il cinema francese negli anni di Vichy
Simone Venturini
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 219
Il 17 giugno 1940 il maresciallo Pétain annunciò alla radio che il governo da lui formato avrebbe chiesto un armistizio alla Germania. La Francia fu divisa e il regime di Vichy iniziò a operare discriminazioni politiche e civili e a collaborare con l’occupante. Avanzava sotto diverse forme la risposta alla “decadenza” della Francia repubblicana: la “rivoluzione nazionale”, e con essa una ristrutturazione del cinema nazionale, parte di una più ampia operazione di colonialismo economico condotta dalla Germania nazionalsocialista. Tra il 1940 e il 1944 l’industria del cinema francese produsse duecentoventi lungometraggi di finzione: commedie leggere, adattamenti letterari, melodrammi, polizieschi, ambientazioni storiche e fantastiche. Il pubblico si recò al cinema con continuità, premiando i film francesi: un paradosso che rispondeva a un “bisogno esistenziale di scuotersi da dosso la realtà quotidiana e l’umiliazione”. Il saggio iniziale ricostruisce il contesto produttivo e culturale del cinema francese del periodo, mentre le schede filmografiche che lo accompagnano restituiscono al lettore la sua ricca e sorprendente varietà: un’ampia selezione di opere e autori che rende conto della “curiosa età dell’oro” vissuta dal cinema francese durante il periodo di Vichy, contraddistinta dall’oscillazione tra il collaborazionismo e la resistenza, tra l’Occupazione e la Liberazione.
Alle origini di «Quarto potere». «Too much Johnson»: il film perduto di Orson Welles
Massimiliano Studer
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 200
Orson Welles. Quando si legge questo nome ci si trova nella strana condizione di dover fare i conti con un gigante che si è sempre divertito a creare rompicapi e meraviglie filmiche. La sua vita e i suoi innumerevoli progetti e lasciti, che ha sparso in tutto il mondo occidentale, lo rendono un labirinto vivente. Questo volume, che va ad arricchire significativamente l'esegesi welleiana, presenta una ricostruzione di ampio espiro del mondo artistico e culturale del primo Orson Welles, prestando particolare attenzione al contesto storico e politico-culturale della New York anni Trenta. "Too much Johnson", un film inedito di Welles, viene scoperto per caso in Italia nel 2008. Esattamente settant'anni dopo la sua realizzazione. Un film invisibile, dunque, che, per uno strano scherzo del destino, ha riportato in auge lo studio e l'approfondimento di una parte importante della carriera di Welles. Prefazione di Paolo Mereghetti. Con un'intervista a Ciro Giorgini.
Albert Serra. Cinema, arte e performance
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 92
Nel panorama artistico internazionale Albert Serra è un caso esemplare di regista e artista capace di muoversi con facilità tra i mondi del cinema e dell’arte contemporanea, pur mantenendo una poetica visiva coerente. Negli ultimi anni l’autore catalano è stato protagonista dei principali eventi artistici, esponendo retrospettive dei suoi lavori alla Tate Modern di Londra e al Centre Pompidou di Parigi, partecipando alla Biennale di Venezia e alla Documenta di Kassel, vincendo un Pardo d’oro al Festival di Locarno per "Història de la meva mort" (2013) e presentando alcuni dei suoi film al Festival di Cannes. A partire da una conversazione pubblica dei curatori avuta con l’artista durante il Filmforum Festival di Udine e Gorizia e attraverso alcuni saggi critici, questo libro sviluppa un dialogo con l’autore sul suo lavoro, sul suo processo creativo, sul suo rapporto con il cinema e l’arte contemporanea.
Del desiderio e del godimento. Viaggio al termine dell'ideologia ne «La grande bellezza» di Paolo Sorrentino
Guido Mori
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2018
pagine: 200
“In fondo è solo un trucco”. Con queste parole si conclude "La grande bellezza", un film che proprio come un trucco ben riuscito, ha stupito, infastidito e provocato le reazioni più disparate. Una delle prove più lucide di come il cinema di Paolo Sorrentino sia capace di modellarsi continuamente in forme inedite e complesse, per interrogarsi, e interrogarci profondamente come spettatori, sulle ambiguità e le contraddizioni della psiche umana, sui limiti e le possibilità della rappresentazione, sui rapporti fra soggetto e potere. "La grande bellezza" ci conduce in un viaggio attraverso un mondo narrativo fatto di personaggi e sguardi presi nella tensione tra l'esca del godimento e l'etica del desiderio, tra identità smarrite e risoggettivazioni, tra l'illusione della realtà e la realtà delle illusioni. A partire da tali premesse, in questo volume si indaga "La grande bellezza" ricorrendo principalmente agli strumenti messi a disposizione dalla teoria psicanalitica di Jacques Lacan e da quella di critica dell'ideologia di Slavoj Zizek, oltre a quelli delle teorie di analisi del film a esse ispirate.
Harun Farocki. Pensare con gli occhi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 385
Filmmaker, documentarista, artista visivo, critico, saggista e sceneggiatore, Harun Farocki (1944-2014) ha realizzato più di 120 opere nell'arco di cinquantanni. Acuto interprete della contemporaneità, ha colto con grande anticipo il potere della immagini nel configurare l'esperienza del mondo, e ne ha analizzato le forme in magnifici film saggio. La sua ricerca sullo sguardo, incarnato e disincarnato in macchine della visione, sul depositarsi delle immagini in archivi immensi e. ciononostante, violentemente selettivi, sul rapporto fra media e "warfare" e, più in generale, sul ruolo attivo, e non semplicemente riproduttivo, delle immagini ha accompagnato, e m molti casi anticipato, la riflessione dei grandi filosofi del nostro tempo. Il volume offre una ricca selezione dei suoi scritti teorici, inediti in Italia, affiancandola ai contributi dei massimi studiosi internazionali dell'autore, fra cui Thomas Elsaesser e Antje Ehmann, coautrice delle sue installazioni e sua compagna di vita.
Lo schermo e lo spettro. Sguardi postcoloniali su Africa e afrodiscendenti
Leonardo De Franceschi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: XI-310
Pressoché assente sul mercato italiano, il «cinema africano» si riaffaccia all’attenzione della critica perlopiù solo in occasione dei festival. Eppure, tanti registi o anche interpreti, emersi sulla scena negli ultimi anni, appartengono alla famiglia afrodiscendente e contribuiscono al consolidamento di un interesse crescente per le culture visuali nere. In crisi negli ambiti d’origine, gli studi postcoloniali stanno trovando nuova linfa nel dialogo interdisciplinare e in altri paesi, Italia compresa. Gli studi filmici e visuali cominciano appena a prendere le misure con questa nuova ondata d’interesse per le produzioni del Sud globale e di autori postmigranti e con la diffusione di strumenti critici che mettono in questione la prospettiva eurocentrica tuttora dominante. Il libro è una raccolta di saggi e interventi, nel quale De Franceschi delinea l’originalità di alcuni percorsi d’autore e d’attore o indaga alcuni luoghi privilegiati della riflessione teorico-critica, soffermandosi sullo sguardo altrui rivolto ad Africa e afrodiscendenti, per suggerire itinerari di contronarrazione al presente o controstoria del cinema, con un’attenzione privilegiata all’Italia. Lo spettro del titolo è il fantasma del colonialismo, inteso in un’accezione espansa che investe i rapporti di dominio fra l’Occidente e il resto del mondo, ma anche lo spettro variegato delle identità che articolano lo spazio discorsivo della nazione, negato da una narrazione egemonica che tende a escludere soggetti e gruppi subalterni. Prefazione di Áine O'Healy.
Il cinema audiotattile. Suono e immagine nell'esperienza filmica
Antonio Iannotta
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 210
Il suono definisce lo spazio della visione e organizza il senso complessivo dell’esperienza cinematografica. Voci, musica, rumori e silenzio operano attraverso complesse relazioni con le immagini, a volte guidandole, altre asservendosi a esse. È a partire dalla relazione sempre più centrata sui sensi tra la macchina cinematografica e lo spettatore che il cinema sviluppa una formidabile qualità audiotattile. Nella prospettiva di questo lavoro, il cinema va considerato innanzitutto come esperienza aptica, tattile, audiotattile, a scapito di un paradigma oculocentrico che ha dominato le teorie filmiche per decenni. Come sulla pelle si manifesta un rapporto di continua reversibilità tra interno ed esterno, così non vi è differenza che tenga tra interno ed esterno nel campo dell’udibile. Il cinema audiotattile è un cinema da vedere innanzitutto con le proprie orecchie e che ci invita a riposizionare i nostri sensi.
Attrazione fatale. Letterati italiani e letteratura dalla pagina allo schermo. Una storia culturale
Gian Piero Brunetta
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 391
La letteratura è iscritta nel DNA del cinema italiano, ne costituisce una struttura portante e gli scrittori e letterati ne sono i vettori privilegiati. Alcuni si prestano subito a offrire il corpo e il sangue della propria opera (Gozzano, D’Annunzio, Bracco), altri manterranno a lungo un atteggiamento di sospetto e presa di distanza (Verga, Pirandello). Non pochi subiscono lo sguardo ipnotico del cinema e decidono presto di effettuare il passaggio di campo, o concedendo i diritti delle opere, o ideando soggetti e collaborando a sceneggiature originali, o dedotte da opere letterarie. Alcuni riescono a far coesistere l'attività letteraria con quella cinematografica (Soldati, Pasolini), altri abbandonano ogni pretesa letteraria senza guardarsi indietro (Amidei), altri rimangono in mezzo al guado, altri ancora contribuiscono a porre le basi d'una nuova poetica, quella del neorealismo (Zavattini), o a inventare una lingua per il cinema capace d'avere importanti ricadute nella vita reale. Tutti insieme concorrono a porre le basi per una lingua comune agli italiani, che nel dopoguerra ancora utilizzano a maggioranza i dialetti. L'autore cerca di raccontare la complessità e varietà dei rapporti tra letterati, letteratura e cinema italiano lungo tutta la sua storia prendendo in considerazione ventitré casi specifici che puntano a ricomporre una sta culturale che attraversa tutto il Novecento.
L'audacissimo viaggio. I media, il deserto e il cinema nella microstoria della spedizione Tripoli-Addis Abeba 1937
Andrea Mariani
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 245
L'”Audacissimo viaggio” è l'avventura dimenticata di tre giovani amici in una terra selvaggia, nel pieno degli sfrenati anni Trenta e del trionfo delle nuove tecnologie. È il 1937 e i tre giovani, appena ventenni, sono i rampolli delle famiglie nobili più in vista del Regno d'Italia. Per la prima volta delle automobili da turismo, due Ford, senza l'aiuto di cingolati, vengono condotte attraverso il deserto del Sahara. Questo libro è un'introduzione ai materiali recuperati, che mira a valorizzare uno degli aspetti più pregnanti della vicenda: l'esperienza della modernità attraverso i media, nel "laboratorio vivente" dell'Africa coloniale. Una microstoria dei media dove il cinema, la fotografia e i "vecchi media" vengono indagati in un vero e proprio network-, mobilità, nomadismo, globalità, velocità, ridefinizione delle coordinate spazio-temporali rendono la spedizione Tripoli-Addis Abeba una testimonianza preziosa e ricca dell'esperienza dei media all'inizio del Novecento e di riflesso della nostra contemporaneità.
Trailer e film. Strategie di seduzione cinematografica nel dialogo tra i due testi
Martina Federico
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 228
Cosa emerge da un confronto dettagliato trailer/film? Attraverso cinquanta analisi, il libro intende indagare questo rapporto posizionandosi nell'inevitabile scarto tra i due testi, qui inteso come una domanda, posta dal trailer, a cui il film tenta di rispondere. La strategia di inclusione/esclusione delle scene e relativa combinazione messa in atto dal testo promozionale darà avvio a un tipo di dialogo di volta in volta diverso, a seconda della natura del trailer, che può essere "narrativa", "antinarrativa", e a metà strada tra queste due. Qui il trailer viene infatti indagato soprattutto dal punto di vista della storia che racconta rispetto al film di riferimento, secondo il parametro della chiarezza (comprensibilità di quello che mostra), della fedeltà (rispetto al film e dei loro possibili incroci. Lo studio presentato può essere letto come un tentativo di districarsi in un territorio disomogeneo attraverso la creazione di tipologie, categorie, qualche ipotesi su cosa può voler dire un trailer ben fatto, e finanche come un esperimento di critica cinematografica, un modo indiretto di parlare del film che, a partire dal trailer, ne metta in evidenza aspetti ulteriori arricchendone la lettura.
Il desiderio del cinema. Ferdinando Maria Poggioli
Angela Bianca Saponari
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2017
pagine: 234
Obiettivo di questo lavoro, condotto sull'esperienza cinematografica di Ferdinando Maria Poggioli, è stato l'elaborazione di nuove strategie di analisi utili al superamento dell'etichetta formalista, inevitabilmente circoscrivibile a una particolare epoca storica caratterizzata dall'ingerenza di specifiche categorie estetiche, per aprire nuovi orizzonti interpretativi su fotogrammi che hanno condizionato l'immaginario di un'epoca, aderendo perfettamente alle dinamiche storiche dell'industria culturale, governandone i desideri ed evidenziandone i traumi. Lo sguardo di ieri ha infatti fortemente influenzato l'analisi di film quali La bisbetica domata, Sorelle Materassi, Il cappello da prete. Oggi un nuovo sguardo percorre gli stessi fotogrammi, inevitabilmente adeguato alle nuove istanze della fruizione contemporanea. Attraverso diverse prospettive metodologiche (tematica, iconografica, discorsiva, produttiva, ricettiva) si propone una ricollocazione di questo autore nel quadro più generale della Storia del cinema italiano e una sua nuova sistemazione nei meccanismi dello spettacolo tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta. Dopo una analisi dei lungometraggi che ambisce alla ridefinizione estetica del lavoro poggioliano, sono state riportate e trascritte le lettere indirizzate a Visconti, tra il 1937 e il 1938, attraverso cui è stato possibile ricostruire le diverse stesure del trattamento di un film, Racconto d'agosto, che tuttavia non è stato mai realizzato. La grande rilevanza di queste lettere consiste, oltre che nell'offrire uno spaccato di storia dell'industria culturale italiana, anche nel testimoniare la relazione stretta tra due artisti le cui vicende private e professionali sembrano intrecciarsi inesorabilmente.