Mimesis: Mimesis-Cinema
La sopravvivenza delle immagini nel cinema. Archivio, montaggio, intermedialità
Francesco Zucconi
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 256
Poter accedere a qualsiasi immagine, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo. I nuovi media prospettano straordinarie vie di fruizione. Ma come orientarsi in questo scenario? La nostra cultura visuale è capace di tenersi al passo con la tecnologia? Questo libro racconta come il cinema, ben prima dell’avvento del digitale, abbia saputo recepire immagini provenienti da archivi pubblici e privati: dai rapporti con la pittura al found footage, dalla pratica del remake all’intermedialità. Molte volte relegato al compito di produrre un calco del “reale”, il fi lm costituisce piuttosto uno spazio del pensiero nel quale si rielaborano le immagini del passato e si rigenerano i materiali “usurati” della cultura. Se i nuovi media invitano lo spettatore a manipolare le immagini e non semplicemente a osservarle, è dunque a partire dalle lezioni di montaggio offerte da maestri come Godard e Herzog, Sokurov e Van Sant, Pasolini e Moretti che diventa possibile assumere un ruolo attivo e consapevole nell’orizzonte estetico e mediatico contemporaneo.
Lontano dal cinema. Critica e feticismo, ideologia, psicoanalisi
Alfredo Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 280
Il cinema vive un momento di grande diffusione di massa, ma ciò avviene in uno spazio esclusivamente consumistico, dominato e svilito da bisogni indotti, in una scena sociale completamente derealizzata e deideologizzata. Il libro raccoglie saggi e interventi in cui viene messo l'accento sulla funzione che la parte più avanzata degli intellettuali, cineasti e critici, ha avuto durante gli anni Settanta, e che oggi ha perduto, nel problematizzare la prassi del fare cinema e del fare critica in alternativa ai codici di scrittura e alle metodologie di lettura dominanti. Tutto questo a cominciare dall'analisi sia del rapporto tra cinema e psicoanalisi, ovvero il nodo del guardare/guardarsi che lega strutturalmente il soggetto all'oggetto cinema come investimento amoroso identitario secondo un modello feticista, sia del rapporto critico con il cinema stesso e la sua funzione nel campo dell'ideologia e del politico, contro ogni sua deriva di beanza passiva e di cinefilia, appunto, feticista.
Delitti senza castigo. Dostoevskij secondo Woody Allen
Fabrizio Borin
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 320
Un altro libro su Woody Allen? E perché no? Così avrebbe potuto rispondere il regista americano a chi gli avesse chiesto: un altro film comico? Un'altra commedia? Un'altra commedia amara? Un altro film intimistico o drammatico? Un'altra favola magica? Un'altra rivisitazione dei generi? Un'altra autobiografia in maschera? Con le debite proporzioni, questo non è un nuovo libro sull'intero cinema di Allen, è l'analisi dei film drammatici, dei suoi delitti senza castigo, insieme alle suggestioni del cineasta per la magia, le illusioni, i trucchi, indissolubilmente connessi alle pratiche delittuose dell'occultamento. Entrare nel cinema dei delitti-senza-castigo insieme a quello della magia-del-falso/vero di Woody Allen è come fare un viaggio, anche etico, nell'ironia dell'inconscio: la realtà si misura con l'illusione dell'immaginario restituendo una piacevole inquietudine, esaltata dall'arte geniale della sua narrazione visiva, che aiuta ad accettare di vivere nel cinismo irrazionale del tempo presente, anche con qualche impunita cicatrice morale.
Semiotica del cinema e lineamenti di cine-estetica
Jurij Mihajlovic Lotman
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 192
L'opera filmica, in quanto opera artistica, richiede che ci si discosti dal "cronotopo quotidiano", in favore del "cronotopo letterario", stabilendo un nuovo ordine di concatenazione e un nuovo sistema di rapporti, per conferire alla passiva e statica realtà una drammatica e dinamica efficacia capace di esprimere una particolare concezione del mondo. Lotman, nella sua descrizione del testo cinematografico, fa frequentemente uso del termine musicale "polifonia" e dell'aggettivo "polifonico", impiegato anche da Bachtin, in riferimento alla scrittura letteraria e in particolare al "romanzo polifonico" di Dostoevskij. "Polifonia" è anche un concetto centrale nella ricerca teorica e creativa di Ejzenstejn. Polifonia drammaturgica, separazione e rottura dei nessi passivi e realistici, congiungimento di cose solitamente separate e distinte: tutto questo è collegato con ciò che Ejzenstejn chiama Ex-stasis, per indicare, nel film, un modello dinamico e temporale di passaggi e commutazioni da un registro espressivo a un altro (dall'immagine alla musica al colore).
Anestesia di solitudini. Il cinema di Yorgos Lanthimos
Roberto Lasagna, Benedetta Pallavidino
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 120
Da Kinetta a Kynodontas, da "Il sacrificio del cervo sacro" a "La favorita": l’analisi e il racconto del mondo cinematografico di Yorgos Lanthimos in una monografia interamente dedicata al cineasta. È stato protagonista di una velocissima ascesa, che dalla cinematografia greca dei primi anni Duemila lo ha condotto al ruolo di autore riconosciuto dal sistema-cinema, in un periodo storico in cui questa figura, non di rado espulsa dagli studi accademici, è guardata con sospetto perfino dalla saggistica e minata, ultimamente, anche dai festival.
Il sole sorge ancora. Tra politica, giornalismo e cinema
Gillo Pontecorvo
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 174
Noto come regista cinematografico dalla grande inventiva, ma dalla scarsa prolificità – nel giro di un trentennio di attività diresse solo cinque film, la maggior parte oggi considerati leggendari, un mediometraggio e un pugno di documentari –, Gillo Pontecorvo intraprese all'indomani della fine del secondo conflitto mondiale la carriera di giornalista, dapprima inviando corrispondenze da Parigi, dov'era tornato a vivere, e successivamente assumendo la carica di direttore di "Pattuglia", la più popolare delle riviste giovanili del Partito Comunista. Quest'antologia raccoglie di quest'ultima sua esperienza gli editoriali, gli articoli e le interviste redatti tra il 1947 e il 1950 sia come collaboratore e, successivamente, come direttore. In appendice, quattro interviste a Pablo Picasso, Marlene Dietrich, René Clair e Jean Frédéric Joliot-Curie, pubblicate nel 1947 da Pontecorvo su "Omnibus", "Milano-Sera" e "La Repubblica".
Jean Eustache. L'istante ritrovato
Luca Bindi
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 168
Monografia dedicata in Italia a Jean Eustache (1938-1981), cineasta post-Nouvelle Vague capace di attraversare in modo irripetibile il pubblico e privato degli anni ’60 e ’70, con uno sguardo soggettivo e universale, rigoroso e autentico, più che mai attuale nell’odierna frammentazione del tempo e delle identità. In un procedimento circolare dallo stile narrativo, viene dapprima ricostruito l’intreccio tra vita e cinema che ha reso unica e radicale l’esperienza del regista francese. Nella seconda parte del libro ci si immerge più direttamente nei suoi testi filmici, per cogliere quei nessi immaginifici e profondi (spesso fatti di istanti rivelatori) attraverso cui il cineasta ha cercato dei rimandi di senso per la sua stessa vita: attuando di fatto una risalita verso un tempo irrisolto, verso l’origine del cinema, del mito, dell’infanzia del mondo.
To the digital observer. Il cinema giapponese contemporaneo attraverso il monitor
Giacomo Calorio
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 127
Nel 1979 Noël Burch pubblicava "To the distant observer", uno dei testi più noti e discussi sul cinema giapponese. Cos’è cambiato quarant’anni dopo? Che ne è stato di quell’osservatore e di quella distanza? In un contesto digitale, polimorfo e convergente, il cinema giapponese è mutato nella sostanza, ma non solo: nuove pratiche discorsive e di fruizione hanno trasformato la sua ricezione all’estero, favorendo l’emergere di determinate sue espressioni a scapito di altre. Tra i nuovi osservatori digitali del cinema giapponese, rilocato su una moltitudine di schermi, troviamo non solo cinefili a caccia di cult movies, ma anche folte schiere di “cosmopoliti pop” attratti da un’immagine diversamente giapponese. Nelle loro pratiche virtuali, sia gli uni che gli altri contribuiscono a portare in superficie e a riplasmare questa immagine: diffondendola e sollecitando nuovi tipi di performance culturale, ma anche disperdendone la “fragranza” e occultando tutto ciò che vi si cela dietro.
Cinema tedesco: i film
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 487
Lungo l'arco della sua traiettoria, il cinema tedesco ha avuto a più riprese grandissimo rilievo, esercitando anche un ruolo di punta sul piano internazionale. Il volume ripercorre questa storia attraverso una selezione dei film che ne sono stati protagonisti: dalla stagione del "cinema d'autore" degli anni Dieci, in cui il nuovo mezzo si avvalse della collaborazione dei più noti protagonisti della scena letteraria e teatrale dell'epoca, al periodo weimariano, caratterizzato dalle invenzioni del cinema espressionista e dalla messa a punto di un complesso, raffinato sistema linguistico; dalla fase che accompagna gli anni del nazismo, in cui si fa portavoce delle parole d'ordine del regime, ma anche delle sue, ancor oggi dibattute, contraddizioni, al periodo apparentemente più provinciale dell'immediato dopoguerra, oggetto peraltro di riletture e riconsiderazioni in anni recenti; dall'exploit del Neuer Deutscher Film, che riporta il cinema tedesco a una posizione preminente nel contesto europeo, alla situazione degli ultimi decenni, orientata verso gli standard del racconto internazionale, ma non senza varchi verso modelli autoriali e sintesi tra questi due ambiti.
I formalisti russi nel cinema
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 256
Negli anni Venti del secolo scorso i formalisti russi inaugurarono un approccio al cinema che ne valorizzava, in particolare, il carattere di autentica “scrittura” audiovisiva. Di quell’approccio oggi si fanno apprezzare, oltre all’originale afferenza al vasto territorio di una “antropologia dell’immagine e dei media”, il notevole spessore teorico e la sorprendente attualità nel contesto della rivoluzione digitale. Alla traduzione di alcuni testi classici riuniti nel volume che rese note le tesi formaliste sul cinema – Poetika Kino (Poetica del cinema, 1927) – questa raccolta aggiunge i contributi di tre autori – Roman Jakobson, Jan Mukarovsky, Jurij Lotman – che ripresero e approfondirono i temi portanti di quella linea di ricerca.
John Ford e il cinema americano. Ovvero la rimozione di Dioniso
Andrea Laquidara
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 160
Ne "La nascita della tragedia", Friedrich Nietzsche indica in Dioniso e Apollo le figure in cui si condensano i due aspetti principali della realtà: un fondo caotico da cui lo sguardo trae forme armoniche, che conferiscono al caos un ordine – insieme compiuto e provvisorio. Osservata da questa prospettiva, la settima arte risulta arte tragica per eccellenza. Non tutto il cinema, tuttavia, mantiene il medesimo rapporto con la profonda irrazionalità del reale: a Hollywood, a partire dai primi decenni del XX secolo, è cresciuta una prevalente tendenza (socratico-platonica, direbbe Nietzsche) alla rimozione di Dioniso. Il rapporto problematico che il cinema statunitense ha sempre mantenuto con l’irrappresentabilità del reale trova in John Ford, il più affidabile dei registi hollywoodiani, la sua espressione più piena e interessante. Interessante anche e soprattutto per la valenza culturale che il cinema fordiano assume come mito di fondazione americano condensato in immagine.
Indro Montanelli e il cinema. Un contadino toscano candidato all'Oscar
Rinaldo Vignati
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 268
Indro Montanelli è stato il giornalista italiano più letto del Novecento. Nella sua vita ha attraversato da protagonista i principali eventi politici del secolo. Delle sue numerose attività, quelle in campo cinematografico sono finora rimaste pressoché sconosciute. Questo libro – attraverso ricerche d’archivio che hanno riportato alla luce vari progetti non realizzati e attraverso un esame dei fi lm a cui collaborò e degli articoli di argomento cinematografi co scritti nel corso della sua carriera – mostra come il cinema, pur rimanendo secondario rispetto alla politica, sia un campo che può rivelare aspetti importanti della sua personalità. In uno sketch televisivo Montanelli respingeva le lusinghe del cinema definendosi un “contadino toscano” e spesso ha guardato a questo mondo con occhio da moralista, ma nel corso della sua vita ne è stato in diversi momenti attratto. E il cinema lo ha più volte cercato, intuendone le potenzialità. Dell’attività cinematografica del giornalista sono esaminati gli episodi noti (come la rottura con Sergio Amidei, co-sceneggiatore de Il generale Della Rovere, per il quale ottenne una candidatura all’Oscar) e quelli sconosciuti (come il telefilm di Jacques Tourneur sceneggiato da John Fante, che prendeva ispirazione da un suo racconto, o il progetto su Giulio Cesare elaborato con Valerio Zurlini). Senza dimenticare i personaggi cinematografici a lui ispirati.