La Scuola di Pitagora: Feuilles détachées
L'esistenzialismo di Omero
Karl Dienelt
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2019
pagine: 26
Scritto nel 1951 in occasione della ricorrenza dei duecentocinquant'anni di un ginnasio viennese, e muovendo dal presupposto che la filologia classica - una scienza il cui oggetto sono le opere da cui ci separano più di duemila anni - debba giovarsi del contributo di altre discipline, Karl Dienelt, discepolo di Viktor Frankl, legge nei poemi di Omero un inaspettato esistenzialismo nell'accezione del noto fondatore della logoterapia. Da una parte ci sono gli dèi immortali, dall'altra gli eroi, mortali e consapevoli, come Achille, della propria fine. «La finitezza dell'uomo non costituisce un momento dell'essere che lo privi di significato, ma al contrario essa è basilare proprio per il significato dell'umana esistenza. "Nella limitatezza del tempo e dello spazio terreno l'uomo deve compiere qualcosa conscio sempre di essere mortale e tenendo ben presente la propria immancabile fine"».
Una rivelazione minacciosa
Mario Andrea Rigoni
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2018
pagine: 48
La «rivelazione minacciosa» alla quale si riferisce il titolo di questa raccolta di brevi scritti di Mario Andrea Rigoni - che rientrano nel genere del personal essay - è quella della malattia e del dolore. Le due esperienze rappresentano infatti per l'autore non solo una separazione dalla vita ordinaria ma anche uno choc conoscitivo, un rovesciamento delle certezze quotidiane, insieme «porta e assaggio dell'Inferno». Tale visione non esclude che nella vita l'evento opposto al dolore, ossia la felicità, si offra miracolosamente all'individuo, persino nelle forme più piene: solo che essa, come la fortuna, come tutte le cose umane, «non è destinata a durare».
«The whole man». Ritratto di Lichtenberg attraverso il suo incontro con Volta
Cesare Cases
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2017
pagine: 57
Nietzsche diceva che gli “Aforismi” di Lichtenberg sono tra i migliori cinque libri della letteratura tedesca. Tuttavia è improbabile che essi siano noti sul suolo tedesco, e ancora più improbabile che lo siano in Italia, paese che Lichtenberg tanto amava e che aveva gran desiderio di visitare. Eppure in Italia, e in anni ormai lontani, Cesare Cases, considerandolo attraverso i rapporti con Alessandro Volta, scrisse su Lichtenberg un saggio penetrante e ammirato, a tutt'oggi tra i migliori che siano stati scritti su questo grande della cultura europea, la cui schiera di ammiratori va da Goethe a Kant, da Herchel a Volta, da Schopenhauer a Nietzsche, da Wittgenstein a Isaiah Berlin e Elias Canetti. Come fa notare Giulia Cantarutti, Cases, di molti anni in anticipo su certa critica che in maniera insostenibile vorrà vederlo come un romantico in pieno settecento, dimostra che Lichtenberg è un vero figlio del suo secolo, un degno rappresentante dell'illuminismo, amante della ragione piuttosto che dei dolori e furori romantici alla Werther.
Dialogo su Dio
Giulio Cesare Vanini
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2017
pagine: 49
Il 9 febbraio 1619, quando aveva da poco compiuto 34 anni, Giulio Cesare Vanini fu bruciato a Tolosa per «ateismo, bestemmia, empietà e altri eccessi». Meno di tre anni prima, nel settembre 1616, aveva pubblicato la sua opera più famosa, il “De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis” (“I meravigliosi segreti della natura, regina e dea dei mortali”). La censura, approvandola senza battere ciglio, non vi trovò nulla di «ostile o contrario alla Religione Cattolica Apostolica Romana». In realtà, sebbene in modo velato e criptico, essa contiene e veicola idee a dir poco esplosive in materia di religione, politica, biologia e fisica. Idee per le quali, nel 1629, fu inserita nell' “Indice dei libri proibiti”. Tra i sessanta dialoghi in cui si struttura l'opera quello più celebre e rilevante è, senza ombra di dubbio, il “Dialogo su Dio”, il cinquantesimo, che in questo volumetto si riporta in forma integrale. Non è un dialogo come tutti gli altri ma, in virtù dell'autonomia e della coerenza interna che io caratterizzano, un'opera nell'opera e soprattutto, per la completezza ed esaustività degli argomenti trattati, una piccola stimma del pensiero sovversivo di Vanini. Con un saggio di Dario Acquaviva.
Per Cioran
Mario Andrea Rigoni
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2017
pagine: 44
È noto che la diffusione della conoscenza di Cioran in Italia è dovuta all'iniziativa di Mario Andrea Rigoni, che nel 1980 (egli era allora trentenne) pubblicò nella rivista «Nuovi Argomenti» una piccola antologia dello scrittore, di cui era amico e corrispondente da alcuni anni. Essa era accompagnata da una presentazione insieme partecipe e rivelatrice che non è mai stata ripubblicata e che viene raccolta adesso in questo opuscolo insieme con altri scritti sparsi di Rigoni, inclusa una sua intervista sulla discussa questione della giovanile militanza politica di Cioran.
Lo scrittore come critico
Mario Andrea Rigoni
Libro: Libro in brossura
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2016
pagine: 24
Che cosa può dare alla critica uno scrittore più di un critico che scrittore non è? A tale questione, che può sembrare tanto sottile quanto marginale, ma che in realtà investe direttamente il rapporto fra creazione e critica, cerca di dare una risposta Mario Andrea Rigoni in questa conferenza, tenuta al l'Università di Trento nel 2015, nella quale densi scorci di storia delle idee estetiche si mescolano a una penetrante riflessione attuale sull'intraducibilità dell'opera d'arte, sulla psicologia dell'autore, sul le condizioni e sulle possibilità della critica letteraria.
Il silenzio dell'infinito. Un frammento di Pascal
Bruno Nacci
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2015
pagine: 40
I frammenti di Pascal non sono solo "massime" come quelle di La Rochefoucauld o di La Bruyère, ma vanno letti all'interno di un discorso articolato sull'uomo e sulla religione che il grande scienziato francese andava componendo quando la morte lo colse, impedendogli di completare il progetto di una nuova apologia del cristianesimo. Ciò nonostante, in molti casi possiamo accostarci ad essi sia come cime di un continente sommerso per sempre, per ricostruirne la frastagliata geografia, sia come espressione compiuta di intuizioni, una sorta di Illuminations come quelle che due secoli più tardi Rimbaud, altro genio precoce, elaborerà nel tentativo di tradurre la realtà in poesia. Il frammento 187 (Michel Le Guern) qui commentato, uno dei più famosi, esprime lo sgomento al cospetto di un universo infinito e indecifrabile, evocando nella sua tragica brevità temi e paradossi della scienza e interpretando al tempo stesso la crisi della modernità.
Tradire la propria lingua. Intervista con Philippe D. Dracodaïdis
Emil M. Cioran
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2015
pagine: 56
"Come si può essere pazzi o poeti nella lingua di Cartesio?", si chiedeva Cioran nel 1956. Quasi trent'anni dopo, intervistato all'Istituto Francese di Atene, egli racconta come il passaggio dalla sregolatezza del romeno alla nitida geometria del francese, sia stato per lui salutare sul piano dello stile, senza tuttavia intaccare la profondità e la sostanza del proprio pensiero. Il dialogo con questo "Giobbe temperato alla scuola dei moralisti" tocca una gamma assai varia di temi: dal riso all'odio di sé, da Caadaev a Weininger, dal culto di Pascal alla fascinazione per il taoismo, offrendoci una preziosa testimonianza, di carattere biografico e meditativo, di una delle figure più affascinanti e controverse del Novecento europeo.
Di chi la colpa?
Giuseppe Rensi
Libro: Copertina morbida
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2015
pagine: 40
Nel 1939, a due anni dalla morte, Giuseppe Rensi pubblica un ultimo libro. "Poemetti in prosa e in verso": vi raccoglie, insieme ad alcune poesie, trentasei frammenti in prosa nei quali modula temi filosofici fra i suoi più cari nella forma paranarrativa dell'apologo e del dialogo o in quella di brevi, saettanti riflessioni. Si propongono qui sette frammenti che spiccano per qualità letteraria e forza speculativa. Essi affrontano con originalità e coraggio questioni cruciali: Dio; la morte; l'intrinseca violenza del reale; il senso del dolore; la ricerca di un colpevole; gli spiragli sulla possibilità di una vita meno ingiusta nel mondo dominato dal male.
Il dramma politico di Platone
Giuseppe Rensi
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2014
pagine: 32
Il saggio è un'eloquente prova della grande capacità di Giuseppe Rensi di ricostruire in modo rigoroso e di comunicare in forma piana e lineare argomenti complessi e delicati della storiografia filosofica. E di farlo non da "antiquario", disinteressatamente interessato alla pura e semplice ricostruzione di un momento della storia intellettuale del passato, ma da storico "militante", in grado di utilizzare il passato in funzione del presente, per meglio illuminarlo e renderlo fattore di orientamento nelle difficoltà dell'oggi. Il "dramma" di Platone, teorico di una politica "di centro", tra gli estremi dell'assolutismo tirannico e del demagogico e volubile regime democratico, è il "dramma" di Rensi, stretto a sua volta tra il fascismo, diventato sempre più apertamente regime assolutistico dopo il delitto Matteotti, e il socialismo, trasformatosi da democratico in rivoluzionario e leninista dopo la Rivoluzione di Ottobre.
Discorso sulle passioni d'amore
Blaise Pascal
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2014
pagine: 52
Una visita a Beethoven
Lois P. Girod de Vienney
Libro
editore: La Scuola di Pitagora
anno edizione: 2014
pagine: 48
Vienna, 1809. Mentre Napoleone ha occupato la capitale e si appresta a metter fine alle ostilità siglando la pace di Schönbrunn, un suo funzionario appassionato di musica, Louis Philippe Joseph Girod de Vienney, bussa alla porta di Beethoven. A Parigi ha chiesto lettere di presentazione ai musicisti più in vista della città. Come viatico ha in tasca una lettera del compositore Antonín Reicha. Vienney parla poco il tedesco e sa che Beethoven ha fama d'essere inavvicinabile per il suo carattere burbero e umorale. Il compositore invece lo fa entrare. "Mi aspettavo che, dopo aver letto la lettera, mi congedasse e che la nostra conoscenza finisse lì. Avevo visto l'orso nella sua gabbia, era più di quanto potessi mai sperare", scrive Vienney. È l'uomo giusto al momento giusto. Beethoven è incuriosito dal giovane francese e ben disposto verso di lui. In seguito i due s'incontrarono più volte, progettando anche un viaggio in Francia, mai realizzato. Vienney, poi divenuto barone di Trémont, lascia fra le sue carte questo vivido resoconto di quei fatidici giorni.