Il Saggiatore: La cultura
Re in fuga. La leggenda di Bobby Fischer
Vittorio Giacopini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 313
«"Voglio soltanto giocare a scacchi" ha detto una volta "non mi importa nient'altro." Però non esistono desideri facili, ambizioni modeste. Le speranze ingannano e le preghiere esaudite sono merce scaduta. Scosse elettriche di confusione e paura, intermittenze, correnti di ansia: il mondo è troppo complicato e in disordine e allora provi a barricarti nel rifugio di un metodo, ti corazzi dentro un'ossessione. Voglio "solo" giocare a scacchi - pensava - voglio vincere, diventare il migliore. Quei diagrammi in bianco e nero, quelle mosse consuete, quelle poche regole. Il resto non esiste, il resto è un'illusione, uno spreco, un imbroglio. Voleva meno anche quando puntava al massimo. Semplificare, togliere, andare dritto al sodo. L'hanno definito in tanti modi - inaffidabile, istrione, buffonesco, geniale, offensivo, paranoico, cattivo, infantile -, ma in verità è stato soprattutto un maestro della rinuncia o un asceta improbabile. Non chiedeva molto. Ridurre al massimo i contatti col mondo, vivere in una bolla mentale, bastare a se stesso. L'ironia è che quasi tutta la sua vita da adulto è l'eterna smentita di questo programma. Strano paradosso. Ti blindi dentro un'ossessione per evitare gli altri e aggirare la Storia e ti ritrovi proprio al centro della scena, sotto gli occhi di tutti.»
Il libro della luna. Guida all'esplorazione del nostro satellite
Maggie Aderin-Pocock
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 223
C'era una volta una bambina che guardava la Luna insieme a suo padre: osservava l'alternarsi regolare delle sue fasi, si emozionava davanti alla prima eclissi, costruiva un telescopio casalingo per scrutare meglio il cielo. Oggi quella bambina è diventata una celebre astrofisica; e, non dimentica del suo primo amore, ha scritto questo Libro della Luna: una guida per tutti gli osservatori, i curiosi e i lunatici del pianeta Terra che vogliono conoscere ogni aspetto della nostra compagna astrale più prossima. Maggie Aderin-Pocock ci guida all'esplorazione della Luna, descrivendo i modi e i periodi migliori per osservarla, le rocce e i minerali che la compongono, il suo paesaggio fatto di mari, crateri e cupole. Ci fa scoprire che questo astro, in apparenza stabile, in verità è soggetto a periodici terremoti o, meglio, «lunamoti» e che l'espressione «il lato oscuro della Luna», sebbene poetica, non è proprio corretta. Ci racconta che il nostro satellite esercita la sua attrazione gravitazionale sulla Terra regolando le nostre maree. Ci parla degli infiniti modi in cui la Luna ha attratto anche la nostra immaginazione, ispirando opere d'arte, poesie, romanzi, antiche costruzioni e moderni strumenti scientifici. "Il libro della Luna" scava nel passato del corpo celeste che amiamo di più, nei segreti della sua nascita e nei meccanismi che regolano la sua orbita. E si spinge a immaginarne il possibile futuro, quel tempo in cui forse torneremo a calpestarne il suolo e vi fonderemo le prime colonie; quando il candido astro dei poeti sarà la prima tappa di una nuova, grande avventura dell'umanità.
Smetti di leggere notizie. Come sfuggire all'eccesso di informazioni e liberare la mente
Rolf Dobelli
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 188
Notifiche e notizie, comunicati e collegamenti, breaking news e ultim'ora. Notizie, notizie e ancora notizie. Notizie che precipitano a cascata nei nostri social network. Notizie che corrono su schermi accesi, fra i binari di treni e metropolitane, su canali che trasmettono sempre lo stesso telegiornale. Notizie che strillano catastrofiche sui fogli dei quotidiani, notizie che irrompono nei computer, notizie che brillano sui cellulari accompagnate da radiose pubblicità. Immagini inquietanti, video scioccanti e fatti sconvolgenti catturano di continuo il nostro sguardo. Sono come brevi lampi di paura, scosse emotive a cui segue inevitabile l'indifferenza, ondate di dopamina informativa che diventano fonte di stress e causa di malessere, e che anziché renderci più consapevoli ci portano ad autentiche distorsioni della realtà: ingigantiamo problemi trascurabili e trascuriamo problemi giganteschi. Invece di intervenire, ci consegniamo al ruolo di spettatori impotenti. Contro questa dipendenza moderna - più perniciosa dell'alcol, più invisibile dello zucchero -, Rolf Dobelli osserva da anni una rigorosa astinenza. "Smetti di leggere notizie" è un invito a liberarci dell'informazione usa e getta, e insieme una guida pratica per preservarci dai suoi temibili effetti. Proviamo a seguire una dieta dal flusso di notizie che ci sta assordando: eliminiamo le fonti più frenetiche e gridate, stiamo lontani dagli smartphone e dai notiziari. Ricaveremo un tempo più esteso per la riflessione, gli incontri e i progetti. Impareremo a mettere nella giusta prospettiva i problemi e capiremo che intervenire è più importante che abbandonarci passivamente alla ragnatela delle notifiche. Ne guadagneremo in tempo e salute, e forse ci scopriremo più creativi e felici.
Il perseverante
Botho Strauss
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 182
Una donna non si presenta all'altare il giorno delle nozze; il suo sposo si allontana, solo, su una carrozza ornata di fiori, in un inverno bianco di neve. Un altro uomo si sveglia di soprassalto, abbandonato da tutti, e si incammina lento sul limitare del bosco. Un terzo uomo, un rifugiato siriano, siede prostrato su un campo da golf, chiedendosi quale sia la strada giusta da imboccare. Gli uomini orfani del "Perseverante" sono protagonisti di narrazioni minime, schegge di esperienza che consentono svelamenti improvvisi o aggrediscono l'inconsistenza del presente, la sua angosciosa stolidità. Parabole poetiche di stringente inattualità in cui Botho Strauss rintraccia i sintomi di un'epoca inferma, l'assedio che le tecnologie stanno portando al nostro quotidiano. Da un lato la fasulla intelligenza della rete, l'ebete bagliore degli schermi, dall'altro la perseveranza, ovvero la capacità di porsi in ascolto delle profondità del linguaggio, usando la parola per ricucire la ferita tra passato e presente. "Il perseverante" - zibaldone lirico di un autore-eremita, i cui interventi sulla contemporaneità hanno prodotto feroci polemiche in Germania - è una costellazione di frammenti letterari dotati di una violenta lucidità. Storie che si dipanano attorno a polarizzazioni estreme, tra la memoria indefettibile della tecnologia e il desiderio umano di plasmare il ricordo. Tra la voce della poesia e la soffocante ampiezza del mondo.
Breve storia della risata
Terry Eagleton
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 214
La risata è una delle nostre azioni più spontanee e caratteristiche. Eppure ha un'enorme varietà di sfumature: potete ridere con qualcuno, di qualcuno o potete ridere di voi stessi; la vostra risata può essere liberatoria o nascondere rabbia e paura; ridendo potete rafforzare gli stereotipi o attaccare il potere. Terry Eagleton ci racconta l'esilarante storia della risata; a partire dal Medioevo, quando è temuta e malvista da pensatori e filosofi, troppo diffusa tra il volgo, capace di rovesciare l'ordine divino, da confinare in occasioni speciali come il Carnevale; per proseguire con l'Illuminismo, quando le battute brillanti e l'arguzia diventano di moda: essere spiritosi è prova di intelligenza e virtù, indispensabile per fare bella figura in società. E come funziona l'umorismo che oggi arricchisce film, serie televisive, romanzi e spettacoli teatrali? Eagleton ne passa in rassegna i meccanismi e le possibili variazioni, dalle incongruenze che spiazzano a quelle che mescolano il tragico col solenne, fino alle battute che implicano la superiorità di chi le pronuncia. E alle boutade con cui a volte si può essere superiori anche a se stessi, come Groucho Marx quando afferma: «Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me». "Breve storia della risata" segue le tracce dell'umorismo da Rabelais ai Monty Python, da Freud alla stand-up comedy; ne traccia la mappa e soprattutto ci rivela come in una semplice risata agiscano i meccanismi che più di ogni altra cosa ci rendono unici e umani.
L'eredità immateriale. Carriera di un esorcista nel Piemonte del Seicento
Giovanni Levi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 248
Giovan Battista Chiesa è un prete, un guaritore, un esorcista, un imbonitore. Il suo sandalo batte instancabile le sperdute campagne piemontesi di fine Seicento promettendo a tutti, contro le disposizioni del vescovo, la salvezza dell'anima e del corpo dall'influsso del demonio. Il bilancio di Giovan Battista Chiesa è impressionante: sei guarigioni al giorno, poi addirittura diciotto, fino a oltre cinquecento in meno di due mesi; troppe perché il Santo Uffizio non se ne accorga e non lo metta sotto processo, imponendogli, dopo un complicato iter giudiziario con testimoni analfabeti e stravaganti documentazioni, di cessare la sua attività di sacerdote taumaturgo. Attraverso gli atti dei processi e altre fonti secondarie, lo storico Giovanni Levi penetra in questa vicenda apparentemente di poco conto e ne ricava un quadro dettagliato della società contadina sotto l'Ancien Régime. Levi scava nella vita quotidiana della popolazione minuta e anonima che Giovan Battista Chiesa raccoglie attorno a sé e indaga per cerchi concentrici le strutture familiari e sociali, i rapporti economici e politici dell'universo rurale del tempo, svelando un micromondo attivo e consapevole, capace di rispondere con inventiva alla crisi della feudalità e all'imporsi dello Stato assoluto. Uno scenario brulicante di avvenimenti silenziosi e protagonisti senza volto, in cui la trasmissione di ciò che è immateriale - il prestigio, le professioni, le cariche - diventa più importante di qualunque bene terreno. L'eredità immateriale è un classico della storiografia contemporanea, un'opera che rovescia la prospettiva da cui siamo soliti guardare al nostro passato, permettendoci di osservare il grande quadro attraverso la lente di un microscopio e mettere così a fuoco le esistenze di quei soggetti solitamente dimenticati dalle cronache ufficiali. Un libro fondamentale, che raccontandoci la lenta ma inarrestabile trasformazione della società di fine XVII secolo ci rivela quanto instabili siano i nostri desideri individuali, le gerarchie e i valori condivisi.
E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto
John Berger
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 152
Simile a una busta che custodisce un dispaccio giunto da un luogo lontano, la copertina che stringete tra le mani contiene un lungo messaggio inviato a una donna amata, e con lei a tutti i lettori. Questo libro è una lettera d'amore. Come in tutte le lettere più riuscite, fra le sue righe si conserva una limpida traccia della voce di chi l'ha scritta: la voce di John Berger, che qui risuona in tutta la sua calorosa intelligenza, in tutto il suo desiderio di condividere storie e sguardi. L'amore che racconta è svelamento sensuale, mutuo accudimento di fragilità, superamento dei confini individuali. In quest'arte sottile dello sconfinamento, l'amante John Berger si scopre vicino a chiunque sia impegnato ad attraversare una frontiera. A chi migra dal proprio paese, gettando le fondamenta di una nuova casa nel molle terreno dell'altrove; ad artisti come Caravaggio o van Gogh, che vivono un'identificazione metamorfica e sessuale con la materia della pittura; a una lucciola, il cui bianco bagliore sembra provenire da una dimensione remota, invitandolo a varcarne la soglia. L'amore di John Berger è un porsi in bilico tra animale e umano, tra vita e assenza, tra eternità e impermanenza. Tra ora e non più. E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto è forse il libro più generoso di un generosissimo scrittore, perché è il più intimo. È la scoperta di come «non ci sia discorso più pubblico e politico, più radicalmente comunitario, di quello sui sentimenti», e la meravigliata dimostrazione che chi ama, come chi guarda, modella eternamente il reale, ridisegnando in ogni istante il fuggevole profilo del mondo.
Lo scheletro nell'armadio. Vita segreta delle ossa
Brian Switek
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 291
Pensate alle vostre ossa: al delicato meccanismo del gomito, alla robusta spina dorsale che ci imparenta con ogni vertebrato mai vissuto, al modo in cui l'articolazione della spalla ruota e ci permette movimenti impensabili per altri animali. Non possiamo vederle, ma queste strutture celate dalla pelle e avvolte dai muscoli custodiscono la nostra storia individuale, i segreti dell'evoluzione e l'immaginario religioso e culturale di ogni popolo, vivente o estinto. "Lo scheletro nell'armadio" ci racconta tutto delle nostre ossa: di come ci accomunino agli altri esseri viventi; di come ancora oggi nel nostro scheletro si trovino tracce dei primi ominidi, di protomammiferi vissuti all'ombra dei dinosauri, di pesci preistorici dalle cui pinne si sono evolute le nostre mani e di minuscoli organismi dei mari primordiali. Di come abbiamo modellato il nostro mondo, gli strumenti che usiamo, le città in cui viviamo in base a quello che le nostre articolazioni possono o non possono fare. Di come le nostre ossa, solo in apparenza rigide, continuino a rinnovarsi e a crescere durante tutta la vita, tenendo traccia dei traumi sofferti, dei cibi di cui ci siamo nutriti e delle esperienze che abbiamo vissuto. Di come da antichi resti e sepolture abbiamo potuto ricostruire la storia di uomini e donne per troppo tempo dimenticati, di re, battaglie, popoli e intere culture. Di come scheletri e teschi, nonostante siano stati spesso scelti come simboli di morte e caducità, paradossalmente siano la parte di noi che durerà più a lungo e continuerà a parlare della nostra vicenda umana. In queste pagine Brian Switek spazia dalla biologia cellulare al culto delle reliquie, dall'artrite dei dinosauri alle collezioni anatomiche di musei e università (e ai metodi non troppo etici con cui sono state assemblate), e ci rivela come i più grandi segreti siano celati proprio dentro di noi.
Fantasmi. Una storia di paura
Lisa Morton
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 244
L'atmosfera sinistra di una vecchia casa abbandonata o di un cimitero, una sensazione improvvisa di gelo, rumori inspiegabili, una figura evanescente percepita con la coda dell'occhio: l'apparizione di un fantasma è da sempre ben radicata nel nostro immaginario. Se c'è un elemento comune a tutte le culture del pianeta è proprio la credenza in queste manifestazioni soprannaturali, presenze inquietanti che suscitano timore, protagoniste di leggende popolari, miti e tradizioni arcaiche. Nella storia i fantasmi hanno assunto molteplici forme: gli spiriti dei defunti temuti e onorati nel mondo antico, dall'Egitto alla Grecia; le ombre degli avi evocate da Ovidio nei Fasti; gli spaventosi 'draugar' del folclore norreno che infestano i tumuli; i 'bhuta' del continente indiano, pericolosi e sempre affamati; le apparizioni del Medioevo cristiano, talvolta miracolose e angeliche, talvolta inganni del demonio. Nessuna epoca, racconta Lisa Morton, sfugge a questa fascinazione: in pieno, razionale XIX secolo esplode la mania dello spiritismo, in cui confluiscono tecniche scientifiche, trucchi teatrali, truffe plateali e il sincero desiderio di entrare in contatto con i propri cari estinti. E se in passato era soprattutto la letteratura a tramandare la figura del fantasma, oggi sulle case infestate abbondano soprattutto leggende urbane, film horror e programmi televisivi dedicati ai cacciatori di ectoplasmi e ai loro bizzarri strumenti. Spaziando da Amleto a "Il sesto senso", in "Fantasmi" Lisa Morton stila una vera e propria enciclopedia spettrale che raccoglie miti, racconti e testimonianze di eventi inspiegabili, narrando così la storia delle nostre paure più profonde - e più affascinanti.
Suite lirica. Scritti musicali e letterari
Alban Berg
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 613
Personalità unica nell'ambiente artistico mitteleuropeo di inizio Novecento, alfiere di quanto di più moderno c'era nella sperimentazione musicale del suo tempo e insieme custode della tradizione romantica del XIX secolo, Alban Berg è stato forse il più innovatore tra gli innovatori. Non ebbe una vita facile: a diciotto anni soffrì di una grave forma di depressione che lo portò a tentare il suicidio; nevrotico e ipocondriaco, di fronte all'iniziale diffidenza di una Vienna che non capiva la sua arte meditò di abbandonare la composizione e dedicarsi unicamente alla scrittura. Se l'importanza di Wozzeck e Lulu nell'evoluzione della musica è infatti nota a tutti, pochi sanno che Berg fu anche un appassionato letterato: durante la sua tormentata adolescenza si cimentò nella scrittura teatrale, ispirandosi a Ibsen e Strindberg; sognava di diventare poeta e leggeva Goethe, Schopenhauer, Nietzsche; aveva un'innata e profonda sensibilità letteraria, che in lui si fondeva naturalmente con la musica, come se note e parole fossero un unico linguaggio. «Apparteneva a quel piccolo gruppo di musicisti che vedono gli uomini nello stesso modo degli scrittori» disse di lui Elias Canetti. Analisi e saggi musicali, invettive, interviste, drammi, aforismi e acrostici dedicati agli amici Schönberg, Loos e Kraus: Anna Maria Morazzoni ha raccolto tutta l'opera critica e letteraria di Berg, composta in poco più di vent'anni, prima che una banale infezione mal curata lo portasse via, in una vigilia di Natale di metà anni trenta. "Suite lirica" è la vivida testimonianza del fermento culturale di un'epoca che stava vivendo gli ultimi anni di grandezza, ma anche e soprattutto il lascito intellettuale e umano di un gigante della musica, contemporanea e di sempre. Prefazione di Michele Girardi.
ilMistero.doc
Matthew McIntosh
Libro: Copertina rigida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 1574
Un uomo si sveglia in una casa che non conosce. Una donna che non conosce lo chiama «amore», gli dà un bacio, esce. I mobili, le tende, i tappeti, i libri sugli scaffali, il giardino, la strada che si snoda fuori dalla finestra, gli aceri in fiore: tutto gli è straniero, alieno. Non è mai stato qui. C'è una scrivania, un computer, una sedia gialla. Si siede, preme spazio: sullo schermo appare un documento fatto di una sola pagina vuota. Il documento si chiama "ilmistero.doc". È l'inizio di un'opera che definire mondo è riduttivo, un'opera-galassia, un'opera-universo che contiene centinaia di romanzi diversi; un'opera-babele, un'opera-babilonia, un'opera-biblioteca; un'opera-enigma, il giallo dei gialli, che può essere svelato solo da chi non cerca di risolverlo; un'opera che, nel suo negare la forma romanzo, ne invera la forza originaria, dirompente, carnevalesca, come - a suo tempo - avevano fatto "Casa di foglie" di Mark Z. Danielewski e "Infinite Jest" di David Foster Wallace, coi quali "ilMistero.doc" condivide un'ideale continuità, non solo per la frammentarietà della struttura o per l'eterogeneità dei materiali narrativi impiegati, ma anche, e soprattutto, per l'intento epico: raccontare, in una singola vita, ogni altra possibile vita umana.
Il diavolo mi accarezza i capelli. Memorie di un criminologo
Adolfo Ceretti, Niccolò Nisivoccia
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2020
pagine: 333
Il diavolo non esiste: il male è ovunque. Prende le forme di una ragazza di sedici anni che insieme al fidanzato massacra a coltellate la madre e il fratello undicenne; veste la divisa di un gruppo di poliziotti che commette rapine e omicidi a bordo di una macchina bianca nelle notti buie della via Emilia; possiede i baffi seducenti del più imprendibile e famoso bandito della Milano del dopoguerra. Quel male, quel diavolo sotto forma di mente criminale, Adolfo Ceretti lo ha studiato per tutta la vita. Ci è entrato dentro come in un tunnel senza fondo, ha toccato con mano le sue pareti oscure, ha fissato con occhi di esperto i suoi contorni inafferrabili. "Il diavolo mi accarezza i capelli è un'immersione" nelle memorie di un grande criminologo che lavora da anni a stretto contatto con i protagonisti di alcuni tra i più celebri casi di cronaca nera del nostro passato. Ceretti ci accompagna tra scene del delitto e carceri di massima sicurezza, mostra in modo intimo e diretto il suo lavoro sul campo, gli strumenti e le tecniche per entrare in rapporto con i sospettati superandone le difese e la diffidenza. Dall'omicidio Calabresi alle Brigate rosse, da Prima linea alla Uno bianca, il suo è un racconto personale, sempre intenso e libero da pregiudizi, che si intreccia con la storia d'Italia e affronta i grandi traumi della nostra coscienza collettiva. Quella che Adolfo Ceretti ripercorre è la ricerca di tutta una vita: il tentativo di muoversi lungo il confine che separa le vittime dai carnefici, per trovare i punti di contatto tra le due parti, per capire che cosa trasforma una persona in un criminale e com'è possibile riabilitarsi. Un viaggio attraverso lo specchio del diavolo per riuscire ad abbracciare il nostro riflesso più nero.