Il Ponte Vecchio: Vicus. Testi e documenti di storia locale
Sussurri di siti silenti. Viaggio in Romagna e dintorni
Nicoletta Timoncini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 312
"Sussurri di siti silenti" propone un viaggio alla scoperta di quindici luoghi abbandonati della Romagna, a volte superandone brevemente i confini, allo scopo di dare voce a posti dimenticati o mai conosciuti dai più. È un viaggio nei siti, ma anche nella memoria, attraverso il racconto e il vissuto di chi li ha abitati. Ogni viaggio viene raccontato attraverso le visite dell'autrice, documentato dalle immagini di ieri e di oggi, arricchito dai dati storici e dalle narrazioni dei protagonisti che hanno vissuto e amato i luoghi descritti. Sono storie di vita quotidiana, che permettono di tornare alle radici delle tradizioni e del folklore romagnolo. Ogni sito ha un'anima, regalatagli da chi l'ha edificato, vissuto o semplicemente visitato. Questo viaggio nasce dal desiderio di dare voce a quei siti silenti che sussurrano al vento voci di uomini e donne, eventi storici, tradizioni del passato e storie di vita quotidiana. I sussurri vengono così catturati il tempo necessario per essere trasposti in parole, per poi essere lasciati fluire nuovamente nel loro eterno viaggio fra le fronde degli alberi e le pareti delle stanze ormai vuote. Finché c'è memoria c'è vita. Il ricordo ridona vita. Così attraverso i brevi viaggi dell'autrice - che di volta in volta le hanno permesso di incontrare persone e conoscere personaggi, tra immagini e notizie storiche - si viene accompagnati lungo un percorso che un poco è anche dell'anima.
La Romagna delle pievi
Paola Novara
Libro
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 336
L'esteso territorio rurale che circonda le città della Romagna è spesso costellato di piccole chiesette, molte delle quali denunciano, anche all'osservatore più sprovveduto, una esistenza in vita di molti secoli. Quando poi vi entriamo, a volte vi scopriamo dei veri e propri scrigni di arte e cultura: vecchi marmi lavorati, mosaici, lacerti di pitture, colonne e capitelli che trovano il pari solo nelle chiese dell'età d'oro ravennate. Questo patrimonio disperso nelle campagne e nelle colline del vecchio Esarcato e della vecchia Pentapoli, non è sconosciuto agli studi, anzi possiamo dire che è uno dei temi maggiormente affrontati da storici dell'arte e archeologi, a partire dagli anni in cui fu Soprintendente a Ravenna Giuseppe Gerola, il quale avviò una campagna di restauro in molte di quelle piccole fabbriche dimenticate. La possibilità di indagare a fondo la struttura degli edifici, che spesso si scoprivano essere costruzioni molto distanti nel tempo, innescò anche per la Romagna un filone di studi che ha visto discutere storici dell'arte di altissimo livello e l'azione di archeologi che hanno tentato di dare risposte ai numerosi interrogativi ancora aperti. Di molte pievi romagnole non conosciamo, ad esempio, la cronologia di costruzione. Inoltre, come si pongono le nostre chiese rurali nel contesto dello sviluppo dell'architettura altomedievale? Quest'opera non vuole certo trovare risposte a questi quesiti, ma vuole offrire, tenendo insieme l'intera Romagna, un percorso a chi volesse ripercorrere le indagini sulle tracce degli studiosi e degli archeologi del passato e una sintesi di quanto scritto fino ad oggi.
Processo ai Vitelloni
Gianfranco Miro Gori, Gianfranco Angelucci, Daniela Preziosi, Daniele Gasperini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 64
Potenza del cinema. Se tutti (o quasi) sanno chi sono i vitelloni (in Italia e all'estero), forse non tutti sanno che non fu Fellini a ideare il termine ma il suo sceneggiatore (e grande scrittore) Ennio Flaiano. Che spiegò la derivazione dall'abruzzese "vudellone"; in altri termini: una budella da riempire. Uno che non fa nulla e campa, anche in età da lavoro, sulle spalle della famiglia. Perfetta da questo punto di vista è la rilettura felliniana di Amarcord (1973) dove in Lallo, zio del protagonista Titta, il personaggio del vitellone si fonde con un'altra figura romagnola assai amata da Fellini & Guerra, quella del pataca. Se dunque non lavorare è un primo e assai grave capo d'imputazione in una Repubblica «fondata sul lavoro», altri non mancano. Di qui ha origine, corroborata dal concomitante centenario della nascita di Fellini, l'idea di dedicare ai vitelloni il ventesimo processo del X agosto nella corte della Torre di San Mauro Pascoli, promosso da Sammauroindustria. Il presente libro ne riproduce gli atti, in particolare le "arringhe" dell'accusa e della difesa, sostenute rispettivamente da Daniela Preziosi e Gianfranco Angelucci. Non manca un corredo fotografico.
I Ghibellini del Montefeltro e della terra di Romagna. Battaglie e gloria fra tante pellegrine spade
Carlo Dal Monte
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 696
Il viaggiatore che nel secolo dei Lumi raggiunse Urbino e passeggiò per le vie della città, abbracciato dal caldo riflesso del sole, dovette ammirare con innegabile emozione il rosso dorato delle storiche facciate e, forse, cercò d'immaginare come poteva essere la vita quotidiana degli urbinati nei tempi memorabili della loro grandezza. Dal vasto prato antistante la trecentesca Fortezza Albornoz, il suo sguardo dovette spaziare sulla complessa e maestosa città e rimanere abbagliato, quasi disorientato, dalla visione del superbo Palazzo Ducale, germinato dal Rinascimento leggiadro e magnifico che caratterizzò il governo di Federico da Montefeltro. Varcata la soglia dell'austero portale d'ingresso non poté non alzare lo sguardo sull'enorme volta del soffitto sorretto da colonne che parevano perdersi nell'infinito, e lungo la scalinata d'onore osservare intarsi, fregi, insegne araldiche e il busto marmoreo del duca Federico, mentre attente guardie seguivano i suoi passi e leggevano nei suoi occhi l'emozione di coloro che, per la prima volta, erano entrati in quel mondo fiabesco. Probabilmente già doveva sapere che gli artefici dell'ineguagliabile capolavoro erano stati i famosi artisti e architetti, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, il primo, un dalmata che aveva infuso grazia e bellezza alle forme architettoniche del Palazzo, il secondo, un senese poliedrico assunto dal duca per terminarlo e dotarlo dei migliori confort dell'epoca. Il viaggiatore cercò d'imprimere nella mente e nel cuore le immagini di un mondo in cui aleggiava ancora il respiro del grande Federico, un'esperienza irripetibile che avrebbe certamente affidato al diario del suo gran tour italiano. Il sole doveva essere vicino al tramonto quando, in sella al suo cavallo, riprese il viaggio. Per certo doveva portare nel cuore l'incanto della città, lo stesso che, mutato quel che cè da mutare, proveranno i lettori di questa storia straordinaria dei Montefeltro, rievocata con intensa passione da Carlo Dal Monte.
Storia politica di Cesenatico. Dal secondo dopoguerra ad oggi
Mauro Altini
Libro
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 176
Il libro racconta la storia di Cesenatico dal dopoguerra fino all'attuale giunta (2020), dal punto di vista politico e sociale. L'autore, insegnante di storia, si è basato sull'analisi dei documenti conservati presso l'Archivio Comunale e da alcune interviste con protagonisti della vita politica, per ricostruire le vicende delle amministrazioni che si sono susseguite nel corso di oltre settant'anni. Partendo dal periodo di occupazione alleata, con il governo provvisorio del '44-'45 e dalle prime elezioni libere del 1946, si segue poi la fase della ricostruzione e del grande sviluppo urbanistico degli anni '50, '60 e '70, di cui sono riportate le discussioni e le decisioni prese dai vari Consigli Comunali, e il periodo degli anni '80, nel quale si assiste ad una inedita alleanza fra comunisti e repubblicani. Fino ad arrivare agli anni di Tangentopoli, che modificherà enormemente l'assetto della giunta e del consiglio, dando nuova forma alla figura del sindaco. Chiude il libro un'appendice con gli elenchi dei vari Consigli Comunali e relative Giunte.
Le strade di russi. Storie, luoghi e personaggi
Fabio Pasi, Luciano Minghetti
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 312
È il 1929, l'anno della neve "alta"; la scena si svolge all'interno dell'Osteria di Clidona, che si trovava all'incrocio fra via Molinaccio e via Farini a San Pancrazio e, come al solito, Ermanno Silvestroni prende appunti su quanto sta succedendo riferendo l'episodio a Eraldo Baldini molti decenni dopo. «Nell'affollata "cameraccia" riscaldata e affumicata da un grande camino, alcuni personaggi armati di lapis e carboncino disegnano su una parete tratti e numeri con l'intento di dimostrare, conti alla mano, che l'osteria stessa e il crocicchio in cui è posta sono collocati esattamente nel centro della Romagna. Uno degli uomini che intervengono nella dimostrazione sostiene che, se si potesse piantare la punta di un gigantesco compasso sulla soglia dell'osteria, la linea curva tracciata dall'altro braccio dello strumento toccherebbe con precisione il passo del Muraglione, Rimini, Bologna e, in mare, il limite delle acque territoriali. Un altro afferma che il crocicchio dista venti chilometri sia da Lugo che da Faenza che da Forlì; trenta da Cesena, da Cervia, da Bertinoro, da Meldola, da Brisighella, da Imola e da Sant'Alberto; tredici esatti da Cotignola, da Bagnacavallo e da San Pietro in Vincoli. Insomma, il luogo sarebbe posto al centro dei cerchi concentrici che racchiudono e delimitano la Romagna. Molti anni dopo, riproponendo in qualche modo il concetto e spostando di poco (nel capoluogo) il punto focale già individuato dagli avventori dell'osteria di San Pancrazio, il notiziario della Pro Loco di Russi appare col nome di Ross zétar d'Rumâgna, cioè "Russi centro della Romagna". Insomma, un certo orgoglio campanilistico, avvallato (in realtà molto vagamente) dalle carte geografiche vuole che, dato per scontato che far parte della Romagna sia un vanto e un valore, esserne al centro dev'esserlo ancora di più, pretendendo che si tratti non tanto e non solo di centralità spaziale». Brano tratto dall'introduzione di Eraldo Baldini e Dante Bolognesi al libro "La storia di Russi. Dalla villa alla città".
La spada, la croce e il giglio. L'Appennino romagnolo nel Medioevo e in Età moderna
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 224
Testi di: Maria Sofia Celli, Luca Onofri, Ettore Povia, Francesca Ture. Terra di confine, di spiritualità e di conquista, l'Appennino romagnolo ha vissuto nel Medioevo e nell'Età Moderna secoli cruciali, che ne hanno segnato la cultura ed il paesaggio. Le foreste selvagge e le impervie vallate furono la meta prediletta di asceti ed eremiti, che iniziarono a popolare queste montagne, innescando un processo di antropizzazione, il cui esito fu la nascita di grandi abbazie, sovraintese da potenti abati. I passi e le strade, percorsi da mercanti, pellegrini ed eserciti, divennero l'oggetto delle mire e delle attenzioni dei signori feudali, che resero l'area appenninica una scacchiera punteggiata di torri e castelli. Le stesse vie di comunicazione, che costituivano una testa di ponte verso le fertili e strategiche pianure romagnole, attrassero l'attenzione di Firenze, città potente, bramosa di commercio ed affamata di cereali, la quale ben presto valicò lo spartiacque imponendo il suo dominio sulle montagne romagnole. Tali sono state le dinamiche che hanno segnato questa terra e che hanno scandito la vita dei popoli delle sue vallate, dove ancora si possono scorgere i ruderi di antiche case coloniche, segni tangibili di una quotidianità rimasta immutata nel tempo, sino a pochi decenni fa. Monaci, signori feudali e conquistatori toscani sono i principali protagonisti di questo libro, che vuole essere non solo una raccolta di informazioni storiche sul l'Appennino romagnolo nel suo complesso, ma anche una guida per conoscere e scoprire una terra di confine, per nulla marginale nella storia della Romagna.
Uomini e lupi in Romagna e dintorni. Realtà e mito, attualità e storia
Eraldo Baldini, Marco Galaverni
Libro
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 200
Il lupo è un animale straordinario. Qualcuno direbbe "nel bene e nel male", ma il bene e il male, per il lupo, non esistono: quelli sono concetti tipicamente umani. Gli animali selvatici agiscono secondo natura, niente di ciò che fanno può essere giudicato con i nostri parametri e la nostra morale. Il lupo è straordinario perché è un emblema di fierezza, libertà, forza; è un predatore eccezionale, organizzato e infallibile. Ed è straordinario anche perché ha saputo adattarsi a mille cambiamenti, contendendo a lungo all'uomo spazi, risorse e il primato di dominatore dell'emisfero settentrionale del pianeta. È molto amato da chi si sente vicino alle cose della natura, e molto odiato da chi lo vede come un assassino e un avversario. Ma questi sentimenti contrapposti sono tipicamente umani, e dunque non congrui al caso. Invece, per secoli, l'uomo ha rappresentato il lupo come un crudele uccisore di animali e di persone, malvagio e antropofago, infido e letale. Una specie contro la quale era non solo lecito, ma doveroso mettere in atto pratiche di sterminio. Per contro, certe posizioni e pubblicazioni degli ultimi decenni hanno ugualmente manipolato la realtà, negando che il lupo si sia mai comportato... da lupo, e sottacendo la verità storica di momenti e situazioni in cui il rapporto uomo-animale si era fatto critico per entrambi (certo, per responsabilità dell'uomo e non del lupo). Con un'approfondita ricerca storico-documentaria Eraldo Baldini ricostruisce il millenario rapporto uomo-lupo in Romagna e dintorni. Ci fa anche conoscere come questo animale sia divenuto protagonista del mito, della cultura popolare, delle fiabe. Il co-autore Marco Galaverni, uno dei massimi esperti italiani del settore, dà poi conto della situazione odierna, della sua recente evoluzione e di come il lupo abbia potuto "riconquistare", anche da noi, presenza e spazi, nel raggiungimento di una realtà molto positiva dal punto di vista ecologico e naturalistico e, nel contempo, nel ripresentarsi di problematiche da affrontare con razionalità e con nuove sensibilità. Prefazione di Massimiliano Costa.
Federico Fellini mio cugino. Dai ricordi di Fernanda Bellagamba
Ezio Lorenzini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 128
Delle sue origini gambettolesi Federico Fellini ha parlato con sentimento di poetica nostalgia, temperata dall'ironia propria del suo stile narrativo. Su questa traccia, Ezio Lorenzini ripercorre i diversi fili del rapporto tra Fellini e Gambettola, secondo le coordinate della vasta letteratura che ritrae i grandi nel loro privato e che ce li fa sentire, come noi, comuni mortali. Il genere conosce molta fortuna: va infatti incontro al diffuso gusto, incrementato dalla televisione, di frugare nella vita più intima di persone famose e di cercarvi l'inedito. Nel migliore dei casi emerge una aneddotica nella quale compaiono curiosità e notizie utili alla conoscenza del personaggio; nel peggiore dei casi vengono amplificati frammenti di vita, specie se pruriginosi, per aumentare le tirature... Il lavoro di Ezio Lorenzini va ben oltre, non solo perché ci porta a conoscenza di una serie di vicende familiari verosimilmente comuni, e tuttavia non prive di peripezie da romanzo, ma soprattutto perché avvolge la trama di un calore umano che, senza nulla togliere alla cura, infonde nel lettore un tale sentimento di partecipazione, da farlo sentire uno della famiglia [Massimiliano Filippini].
Sette donne all'alba del Medioevo. Ipazia, Galla Placidia, Pulcheria, Onoria, Eudocia, Licinia Eudossia, Amalasunta
Gianni Morelli
Libro: Libro rilegato
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2021
pagine: 80
Il Medioevo è impossibile da raccontare. C'è riuscito soltanto Umberto Eco e l'ha fatto in modo stellare. Ci ha lasciato anche un post che val la pena trascrivere: «Una introduzione al Medioevo, per non avere la stessa lunghezza dei volumi che introduce, dovrebbe limitarsi a dire che il Medioevo è il periodo che, iniziando mentre l'impero romano si dissolve, fondendo la cultura latina con quella dei popoli che hanno gradatamente invaso l'impero, con il cristianesimo come collante, dà vita a quella che chiamiamo oggi Europa, con le sue nazioni, le lingue che ancora parliamo e le istituzioni che, sia pure attraverso cambiamenti e rivoluzioni, sono ancora le nostre». E s'ella è fanciulla femina, polla a cuscire e nonne a leggere, ché non istà troppo bene a una femina sapere leggere, se già no la volessi fare monaca… E insegnale tutti i fatti della masserizia di casa…
Cesena criminale
Paolo Turroni
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2020
pagine: 176
Un viaggio nella storia di Cesena: questo è quello che ci propone Paolo Turroni in questo volume, che idealmente chiude la sua trilogia cesenate, comprendente i testi sulla Biblioteca Malatestiana e sulla festa di San Giovanni. Si tratta di un viaggio molto diverso dai precedenti, che pone l'attenzione alle pagine più oscure della storia cesenate. Crimini, delitti, violenze di ogni tipo aspettano il lettore che voglia scoprire il passato più tenebroso della città a forma di scorpione. Iniziando da un famosissimo lancio di dadi percorrerete duemila anni di storia, passando per la peggiore strage della storia cesenate, il sacco dei Bretoni del 1377, per la dominazione malatestiana, lungo l'età pontificia, fino agli albori del XX secolo, quando un celebre letterato rischiò che un marito geloso ponesse fine alla sua vita. In mezzo eretici, fenomeni paranormali, principi crudeli, minatori arrabbiati, donne e fanciulle abusate. Non ci saranno solo tragedie in queste pagine, perché a volte anche certi crimini possono persino essere un po' comici, come la storia di un dottore trasformato in mummia. Di questo e molto altro potrete leggere in questo libro, che si raccomanda sia agli amatori della storia locale, sia a chi vuole leggere delle storie interessanti, narrate quasi fossero un romanzo.
La fatica del lavoro nel Novecento in Romagna
Orio Teodorani, Elide Urbini
Libro: Copertina rigida
editore: Il Ponte Vecchio
anno edizione: 2020
pagine: 216
Il lettore non potrà non meravigliarsi all'aprirsi di questo libro, per molte ragioni. In primo luogo perché, come avviene non di frequente, il lavoro viene assunto come protagonista del fitto percorso di conoscenza della nostra storia, qui considerata, appunto, non nella serie delle vicende politiche e istituzionali di una comunità e dei potenti che ne sono i protagonisti, bensì nella figura del lavoro, anzi dei lavori e dei lavoratori, qui recuperati soprattutto in riferimento al Novecento e resi nella loro fatica e nella loro aspirazione al mutamento, sulla cui base il secolo breve compì l'oggettivo miracolo della conquista della dignità dei singoli e del mestiere in cui realizzarono parte della loro vita. In secondo luogo per l'agilità della scrittura, che tende senza indugi alla netta e diretta rappresentazione di una molteplice storia, una per ogni mestiere (il contadino, il canapaio, l'allevatore, il pescatore, il muratore, il commerciante, la lavandaia, il minatore, l'artigiano nei suoi volti diversi, l'operaio nei grandi centri dell'Arrigoni, dei tabacchifici, dello zuccherificio, dei grandi magazzini di esportazione della frutta). In terzo luogo per un apparato fotografico di straordinaria estensione, capace di trasportarci in una coinvolgente dimensione di verità, di commozione, di gratitudine: la nostra storia nei campi, negli opifici, nei volti di uomini e donne - di giovanette e di bambini persino - protagonisti dell'epopea del lavoro, della fatica e del sacrificio. Infine, le immagini a colori di Romano Buratti, che ha partecipato con passione all'impresa meritoria di Elide Urbini e Orio Teodorani, ancora una volta artefici di una vasta ricostruzione di una grande pagina della cosiddetta storia minore.