Gremese Editore: Gli album
Il cinema di Jacques Demy
Valerio Carando
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2025
pagine: 208
Condannato dalla manualistica corrente a ricoprire un ruolo pressoché collaterale nel fiammeggiante mosaico creativo del cinema francese, Jacques Demy è stato, con buona pace dei puristi, uno dei più grandi registi del Novecento. Oggi, a oltre trent’anni dalla morte, ci sia almeno riconosciuta la facoltà di ribadirlo a gran voce. Cineasta dotato di una personalità eclettica, irriducibile alla provvisorietà delle etichette, Demy ha legato il proprio immaginario al racconto “en-chanté”, aprendo varchi inediti in seno alla concezione cinematografica del musical e dell’evocazione favolistica, così come della commedia e del melodramma. Dietro la focosa e stravagante poesia delle sue narrazioni per immagini, spesso scandite dai codici dell’autobiografia, si agita un particolarissimo sottouniverso di ambiguità e contraddizioni, tensioni represse e taciute – nonché innumerevoli riferimenti alla storia del cinema –, ancora tutto da esplorare. Questo libro vuole riscattare la figura di un artista unico e straordinario, accompagnando all’afflato romanzesco proprio delle più avvincenti biografie la disamina analitica di un’opera che ha saputo sopravvivere tanto ai precari entusiasmi coronati con gli allori (Les parapluies de Cherbourg, 1964, acclamato in mezzo mondo, fu addirittura nobilitato da cinque nomination all’Oscar) quanto alle frustrazioni – altrettanto transitorie – decretate dalle disfatte commerciali. Un’opera che, capace di concedersi con inalterata generosità allo sguardo delle nuove generazioni, non ha smesso di alimentare l’ispirazione di alcuni fra i più autorevoli cineasti contemporanei, da Damien Chazelle (La La Land) a Leos Carax (Annette). Jacques Demy non è più fra noi, ma il suo cinema sì, e parla rigorosamente al presente.
Il cinema di Elio Petri
Alfredo Rossi
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2022
pagine: 192
Elio Petri è tra i più importanti registi italiani. La sua notorietà in campo internazionale è legata al successo di A ciascuno il suo (1967), ma soprattutto a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Oscar 1971 per il Miglior film straniero) e La classe operaia va in Paradiso (Palma d’oro al Festival di Cannes 1972). Benché lo si sia sempre associato quasi esclusivamente al cinema di impegno politico e civile, la sua posizione in questo ambito – e anche nella cultura di sinistra dell’epoca – è sempre stata piuttosto anomala. Tra l’altro, è soprattutto nell’ultima fase del suo lavoro, tra il 1973 e il 1982, anno della sua morte prematura a 53 anni, che il regista mette costantemente in gioco, film dopo film, una personale visione del mondo, ponendo il proprio linguaggio fuori da qualsiasi appartenenza a stilemi narrativi realistici. Il suo rimane certamente un cinema politico, ma ad un livello diverso, ben più alto e dialettico. Il libro, che contiene anche due racconti brevi di Petri, dà conto dell’itinerario artistico di quest’uomo affascinante e complesso, ateo, comunista, materialista, di cultura francese, sartriano, nel tentativo di mettere a fuoco il suo cinema per quello che davvero è, ossia una ricerca nevroticamente tesa alla sperimentazione di nuove strutture narrative, dominata da un pensiero allucinato, da un linguaggio violento, iroso, febbrile come quello di Céline e, insieme, anarchico come quello di Bataille e Sade, in un’ottica grottesca e carnascialesca che rimanda anche a Bosch e Rabelais.
Roman Polanski
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2021
pagine: 208
Per celebrare uno dei più talentuosi registi viventi, è stato necessario fare appello a un insieme di 27 ricercatori e ricercatrici: una polifonia di spiriti liberi, psicanalisti, storici, scrittori e, naturalmente, critici cinematografici. Concepito per far rivivere il piacere di tutta la sua opera, questo libro propone un'analisi, allo stesso tempo tematica e film per film, di 23 lungometraggi e di circa una quindicina di corti. E possibile così viaggiare, grazie a prospettive diverse, attraverso lo stile e gli universi di Roman Polanski, che gli assicurano un posto d'onore nella storia del cinema mondiale. Un vasto e originale inserto fotografico, curato da Enrico Giacovelli, include disegni e immagini inedite tratte dai suoi storyboard, oltre a fotogrammi da tutti i suoi film. Alcuni dei quali come L'inquilino del terzo piano, Chinatown, Tess ma soprattutto Rosemary's Baby sono diventati letteralmente degli archetipi. Come afferma Malgosia Abramowska, sua assistente personale da Il pianista in poi, intervistata per questo volume da Alexandre Vuillaume-Tylski «Roman Polanski è un direttore d'orchestra che sa suonare tutti gli strumenti». Emerge allora il ritratto di un perfezionista, con un gran senso dell'umorismo e pieno di attenzioni, lontano milioni di chilometri dall'immagine sulfurea che i media e qualche critico hanno tratteggiato per decenni. Per Roman Polanski, come scrive qui Michel Ciment, «il principe di Danimarca è sicuramente Amleto. Ha indubbiamente trovato nella cultura britannica quel dialogo tra tradizione e innovazione che gli è caro».
Claude Chabrol
Patrick Saffar
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2021
pagine: 222
Il critico francese Patrick Saffar getta uno sguardo retrospettivo alla carriera di un regista che come nessun altro ha saputo vivisezionare le classi sociali - quella borghese in particolare - ora da freddo e caustico entomologo, ora da attento e sensibile osservatore. Dai film serviti da modello per la Nouvelle Vague, lo scandalo di Les Biches e di Violette Nozière - con gli indimenticabili ritratti femminili interpretati da Isabelle Huppert -, ai film tratti dalle opere di G. Simenon e P. Highsmith, questo libro è il mosaico pazientemente composto di un cinema colto ma mai spocchioso, prolifico ma mai qualunquista, a proprio agio nel dramma borghese come nel mélo o nel thriller. Un'opera omnia, dunque, che per ciascuno dei film analizzati offre, insieme a molte immagini, una documentata antologia critica dalla stampa francese, nonché giudizi e commenti dello stesso Chabrol.
Il cinema di Michael Cimino
Giampiero Frasca
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2020
pagine: 160
Michael Cimino è stato uno dei nomi più celebri del cinema americano a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Ma a una rapidissima ascesa è seguita un'altrettanto repentina caduta, tutto nell'arco di un paio di anni, il che ha fatto di lui prima un miracolato, poi un reietto. Il cacciatore ha attirato l'attenzione del grande pubblico e quella dell'Academy, che lo ha premiato con cinque Oscar, mentre l'insuccesso commerciale dei Cancelli del cielo è stato talmente rilevante da essere usato per sancire simbolicamente la chiusura di un'epoca, causando all'autore un ostracismo inflessibile da parte dei produttori e accelerando la fine della sua carriera. Eppure, Cimino incarnava una figura di artista molto particolare, colto e visionario, un perfezionista che sconfinava nella paranoia, fautore di un cinema che era frutto di una sintesi suprema tra l'enfasi spettacolare della Hollywood classica e una concezione personale di grandissima originalità. Eccentrico e testardo, Cimino ha fallito per la sua diversità rispetto ai grandi nomi della New Hollywood: isolato e ambizioso, arrogante perché orgogliosamente convinto dei propri mezzi, ossessivo al punto da rasentare la patologia. Il suo cinema candidamente anacronistico, fatto di ampie strutture narrative e di una maniacale direzione di attori e comparse, non ha lasciato mai indifferenti ma ha determinato sempre aspri dibattiti e polemiche, perfino nei pochi anni del grande successo internazionale. Questo libro - arricchito da numerose illustrazioni e concluso da un'intervista al regista, inedita in volume - non ha lo scopo di rivalutare l'opera di un autore che avrebbe potuto diventare immortale e invece è finito in un mesto dimenticatoio, bensì quello di tentare un'accurata analisi del suo lavoro per andare oltre l'aneddotica scandalistica che da I cancelli del cielo in poi ha condizionato l'obiettività di molti giudizi sul suo cinema e sulla sua vita.
I miei grandi comici
Vito Molinari
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 222
Del regista Vito Molinari abbiamo già conosciuto lo spontaneo, affabile talento con cui sa rievocare i ricordi professionali e umani della sua lunghissima carriera. Ora, dopo l'affettuoso omaggio reso alle soubrettes del nostro varietà, Molinari ci propone una carrellata di tutti i comici - e all'appello non manca davvero nessuno - che ha incontrato e con i quali ha lavorato a partire dal 1953 fino a oggi. Intesi in un'accezione quanto mai variegata del termine, che vuole rendere conto del personale estro di ciascun artista, sfilano davanti ai nostri occhi i grandi protagonisti dell'avanspettacolo, del varietà, della rivista, del cabaret e della televisione: Macario e Gilberto Govi, Nino Taranto e Gino Bramieri, Aldo Fabrizi e Carlo Dapporto, Renato Rascel e Peppino De Filippo, ma anche Dario Fo e Paolo Villaggio, Walter Chiari e Gigi Proietti, Cochi e Renato e Paolo Poli, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello. Un lungo racconto corale all'insegna non solo dell'intrattenimento spensierato ma anche della satira (spesso censurata...), che attribuisce il giusto risalto agli "antenati" della moderna comicità (come Petrolini e i De Rege) e celebra il ruolo della "spalla" attraverso alcuni dei suol magistrali interpreti (come Gianni Agus e Carlo Campaníni). E pagina dopo pagina, tra le storie e i volti di oltre sessant'anni di spettacolo italiano, la figura del "comico" emerge per quella che è realmente: espressione di un'arte tanto difficile e complessa quanto spontanea e liberatoria è la risata che sa suscitare. Prefazione di Gigi Proietti.
Il cinema di Ingmar Bergman
Roberto Chiesi
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 303
«Fare film è anche reimmergersi negli spazi più profondi di se stessi, fino a raggiungere il mondo dell'infanzia...»: Bergman ha spesso evocato il mondo della fanciullezza ma sempre come accesso privilegiato alla dimensione della fantasia, dunque della materia selvaggia e irrazionale dei sogni, dove si celano le pulsioni più segrete e rivelatrici dell'Io. La forza prodigiosa delle creazioni visive e narrative del regista svedese - un cavaliere medioevale che gioca a scacchi con la Morte; un vecchio e i fantasmi della sua infanzia; il pericoloso confronto fra le identità di due donne; un bambino in lotta contro il Male incarnato da un vescovo - deriva anche dal loro radicarsi in un immaginario nutrito di una tradizione letteraria e figurativa che arriva fino al '900 e alle ombre predilette di Strindberg e Ibsen. Dalla fine degli anni '30 fino alla morte avvenuta nel 2007, Ingmar Bergman è stato l'autore di un'opera immensa che si è espressa nelle regie teatrali, nella scrittura drammaturgica e narrativa e ha raggiunto fama e prestigio internazionali grazie al cinema e ad una filmografia di quasi 70 film. In questo libro, una sorta di guida analitica e storica al cinema bergmaniano, corredata di un imponente apparato iconografico basato quasi esclusivamente su fotogrammi tratti dai film stessi e scelti in stretto rapporto con il testo, vengono esaminate una ad una tutte le opere cinematografiche del maestro svedese: da 'Crisi' (1946) a 'Sarabanda' (2003), passando per i classici degli anni '50 ('Il settimo sigillo', 'Il posto delle fragole'), i film da camera degli anni '60 ('Persona', 'L'ora del lupo'), fino all'onirico 'Sussurri e grida', al film-fiume 'Scene da un matrimonio' e alla magistrale summa di 'Fanny & Alexander'. Ogni film viene riletto nelle sue matrici, nella storia delle sue vicissitudini e manipolazioni censorie, nella sua originalità e autonomia così come nelle connessioni con l'intera opera del regista. E per la prima volta vengono trattati in modo esaustivo anche i film prodotti per la televisione tra il 1957 e il 2000, "cinematografici" a tutti gli effetti.
Quentin Tarantino
Alberto Morsiani
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2018
pagine: 236
Quentin Tarantino è diventato un'icona riconoscibile della cultura di massa contemporanea: il nuovo wonder boy dell'industria del divertimento, un personaggio dai tratti inconfondibili, un cineasta in grado di avere presa su un pubblico popolare, ma anche su un pubblico colto, di conciliare arte e consumo. Analizzando tutta la carriera di quest'artista poliedrico - non solo regista ma anche attore, sceneggiatore, produttore, persino distributore - il volume ne offre un ritratto completo ed esaustivo, che parte dai difficili inizi e arriva all'affermazione internazionale con film quali "Le iene" e soprattutto "Pulp Fiction".
Le mie grandi soubrettes
Vito Molinari
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 206
Le più importanti soubrettes dell'epoca d'oro dello spettacolo italiano sono state protagoniste o ospiti delle sue trasmissioni televisive, oppure sono state da lui dirette sulle tavole del palcoscenico in commedie, operette, riviste. Chi meglio di Vito Molinari - regista televisivo e teatrale unico per longevità artistica - avrebbe potuto rievocare quel mondo ormai scomparso e le stelle che ne illuminavano il cielo? Le mie grandi soubrettes è innanzitutto un ineguagliabile e inesauribile album di ricordi che ci fa riscoprire da una visuale privilegiata le vedettes e le primedonne del nostro spettacolo: le grandi protagoniste degli anni Cinquanta che oggi in pochi ricordano, come Elena Giusti o Tina De Mola; i miti indimenticati come Wanda Osiris; le "anti-soubrettes" come Delia Scala e Sandra Mondami; le professioniste ancora in attività come Loretta Goggi; le cantanti e le attrici che nei loro anni giovanili hanno "fatto il varietà", come Ornella Vanoni, Milva, Monica Vitti, Franca Rame, Paola Borboni; le star straniere come Caterina Valente; le talentuose caratteriste come Franca Valeri, Bice Valori, Lina Volonghi. A loro, Molinari dedica un ritratto affettuoso e partecipe, ma anche minuzioso nel ricomporne esordi, affermazioni artistiche, occasioni di lavoro comune, aneddoti sconosciuti e "dietro le quinte". Le soubrettes di cui l'autore ci parla non sono, però, solo ed esclusivamente quelle che ha personalmente conosciuto. Già, perché Molinari è un profondo e appassionato conoscitore di tutta la storia del varietà, anche di quella che lo ha preceduto e che ha visto affermarsi una vasta schiera di antesignane del genere. Ed eccolo, con lo stesso ritmo brioso, raccontarci di Anna Fougez, che nel 1929, con un boa di piume di struzzo che le copre a malapena il seno, interpreta la rivista Si vede tutto; di Maria Campi, che consegna alla storia del varietà la celebre "mossa"; della bellissima Lina Cavalieri, che morirà nel 1944 sotto un bombardamento americano; di Isa Bluette, "regina del capriccio, della grazia e della gioia"... Se è vero che oggi le soubrettes non esistono più, con il suo libro - illustrato da più di cento foto - Vito Molinari le risveglia tutte alla nostra memoria. E pagina dopo pagina, le stelle di quel cielo magico tornano a brillare.
Parola di comico. Il cinema comico americano. La «slapstick comedy» negli anni d'oro dei cartoon e della commedia sofisticata (1930-1950). Volume 3
Enrico Giacovelli
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2017
pagine: 238
Anni '30 e '40: il cinema comico americano, arte muta per eccellenza, entra nell'era del sonoro. Buster Keaton e Harold Lloyd incominciano a parlare, senza molta convinzione. Charlie Chaplin cerca di non farlo, ma alla fine, con la complicità di Hitler, deve cedere. Stan Laurei e Oliver Hardy raggiungono con la parola l'apice della fama. Bud Abbott e Lou Costello cercano invano di imitarli. I fratelli Marx elevano la parola comica all'ennesima potenza distruttrice, anche se uno di loro non parla. Intanto la commedia sofisticata perde la bussola e diventa "screwball comedy", mentre i "toons" della Disney e della Warner marciano alla conquista di Hollywood. Ma gli anni migliori del cinema comico stanno volgendo al termine e il numero finale di Luci della ribalta, che vede insieme per la prima e ultima volta Chaplin e Keaton, ne è l'epitaffio. Anche questo terzo volume della storia del cinema comico americano (dopo Torte in faccia e calci nel sedere e Il silenzio è d'oro, insieme ai quali costituisce l'opera più vasta e completa al mondo sull'argomento) racconta gli anni chiave del genere cinematografico più popolare e universale con serietà storico-critica, sulla base di una visione diretta di tutti i film citati, ma al tempo stesso con toni ai confini del narrativo e con il supporto di centinaia di immagini tutte strettamente legate al testo.
C'era una volta la commedia all'italiana
Enrico Giacovelli
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2015
pagine: 380
La commedia all'italiana, genere portante degli anni d'oro del cinema italiano, ha concluso il proprio cammino a fine anni Ottanta, pur continuando a influenzare fino ai giorni nostri il cinema comico-satirico non soltanto italiano. Un tempo snobbata da buona parte della critica, è oggi guardata da tutti come una stagione felice e irripetibile (che però si spera sempre possa ricominciare). Questo volume è dedicato soprattutto alla commedia all'italiana propriamente detta: quella caratterizzata da registi come Monicelli, Risi, Scola, Comencini, Germi, Pietrangeli, Salce; da sceneggiatori come Age e Scarpelli, Benvenuti e De Bernardi, Maccari, Sonego; da attori come Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Catherine Spaak, Monica Vitti. Tuttavia ne ricerca anche le origini, dal teatro dei secoli più lontani al cinema fascista e neorealista, e tenta di individuarne i possibili eredi. Inoltre, soffermandosi principalmente sul periodo aureo del genere, vi individua una serie di luoghi fisici e narrativi che lo hanno caratterizzato: dall'automobile alla spiaggia, dalla televisione al gioco del calcio, dalla canzonetta al funerale. Evoluzione ultima, totalmente revisionata dall'autore e aggiornata al 2015 di un volume uscito per la prima volta nel 1990, il testo è inoltre corredato di 127 schede dedicate ai principali autori e attori del genere e di centinaia di fotogrammi tratti dai film stessi.
Cinema à la carte. Percorsi tra film, storia e cibo
Stefano Giani
Libro: Libro in brossura
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2015
pagine: 160
Cibo in tutte le salse. E cinema da gustare. "Cinema à la carte" propone un'analisi ad ampio spettro di come si mangia e si è mangiato sul grande schermo fin dalla nascita della Settima arte. Concepito come un lungo pranzo, che parte dai fratelli Lumière per arrivare ai giorni nostri, il libro illustra per tematiche pellicole antiche e recenti, più o meno famose, in cui il cibo recita da protagonista svolgendo un ruolo preciso e passando di volta in volta a essere espressione di ricchezza o povertà. Sesso, amore o cannibalismo. Vendetta, crudeltà, diplomazia. Adulterazione e purezza. Dalla fantascienza del pioniere Georges Méliès all'uso che del cibo fecero Chaplin e John Ford, da Babette ai pranzi etnici tanto di moda, tra i quali spiccano quelli della sfida franco-indiana di Amore, cucina e curry, Stefano Giani ci racconta con dovizia di particolari e di notazioni i pasti "cinematografici" di ieri e di oggi, tra storia, costume, società e gastronomia.

