Psicografici

Immagina di trovarti in mezzo a una landa stellata: sotto di te, un falò scoppiettante che ti irradia di calore e illumina in modo irregolare i tratti e i volti di chi ti siede vicino. Senti voci, senti parlare di storie. La persona al tuo fianco racconta una vicenda che torce le budella. Una volta finito, tocca a quello alla sua sinistra con il suo racconto bizzarro, poi a quello a lui vicino e così via. Storie di Brace rappresenta questo: un insieme di racconti disegnati, indipendenti e sconnessi l’un l’altro e che racchiudono tutti l’essenzialità del bianco e nero. Con queste 43 illustrazioni, voglio rappresentare il contrasto tra ombra e luce; dove quest’ultima non arriva c’è solamente il vuoto, l’oblio e il silenzio, cupo e assordante. L’incubo. Ma non sempre la luce aiuta.

"Azzurroscuro nasce come canale espressivo. Disegnatrice e artista (per lo meno nell’animo) da sempre, ho trovato nell’illustrazione il perfetto mezzo per coniugare arte dal tratto familiare e piacevole con un messaggio più impegnativo ed attuale. Le mie illustrazioni parlano di identità forti, di donne vere e genuine. Nascono da un desiderio di riscatto, di riappacificazione e di affermazione del proprio corpo, liberandolo dagli stereotipi di genere che ormai da troppo tempo ne limitano l’espressione. Le illustrazioni si compongono di colori forti, forme semplici e linee dinamiche. L’aspetto che più preferisco dei canali social è senza dubbio la possibilità di avere un confronto diretto con realtà differenti dalla mia e la rete di alleanza e supporto che si viene a creare tra persone e artisti accomunati dalla stessa visione."

“Stanze vuote” nasce dall’incontro di idee tra due giovani artisti, Nina Bruno e Luca Chiabolotti. E da un’esigenza: quella di esprimersi, di interpretare voce e sentimenti attraverso disegni e parole. Il fil rouge che caratterizza questa raccolta è, come spesso accade, l’amore: “Stanze Vuote” racconta – tramite una simbiosi di testi ed illustrazioni – l’origine, la natura e poi l’epilogo di un sentimento amoroso. I versi narrano di una passione totalizzante, a tratti disperata; esprimono desiderio, tormento, bisogno. Poi, la conclusione: l’istante in cui, infine, ci si volta e ci si scopre estranei. In cui le stanze tornano ad esser vuote e bisogna fare i conti con la ritrovata solitudine. E come si supera quel dolore? Accettandolo. Abbracciandolo. Parafrasando Camus: scoprendo, nel bel mezzo dell’inverno, di avere in sé un’invincibile estate. Le linee finali suggeriscono infatti accettazione, speranza, rinascita. Un amore tutto nuovo: quello per sé stessi.

Paolo Cocks è un oroscopo ironico e irriverente illustrato da Ekaterina Komolova settimanalmente e mensilmente dai migliori illustratori italiani. Banksy di astrologia, Paolo Cocks, un astrologo schietto e diretto, non racconta i suoi segreti, non dà interviste e non mette la faccia al pubblico. Nessuno l’hai mai visto tranne la sua stupenda art director e l’illustratrice di cui si fida ciecamente nella gestione dei profili social e nelle soluzioni artistiche. Questo duetto carismatico ha vinto i cuori di più di 130.000 follower italiani su Instagram con il progetto @oroscopo_paolococks.

“Linz”, è così che mi chiama mia sorella, è circondata da persone che hanno sempre creduto in lei spingendola a esprimere ciò che sente. Grazie a questo, “Minillustrazioni_Linz (originariamente “Vivere di fantasia_Linz) approda sui social con un piccolo disegno su un tovagliolo che rappresenta una barca a vela fatta con una fetta di cocomero. Il bisogno di disegnare nasce da piccoli oggetti che nella mia testa prendono vita trasformandosi in cose diverse: un biscotto è l’asteroide b612 del Piccolo Principe e l’acino dell’uva un simpatico palloncino. Il messaggio che ho sempre voluto trasmettere è che gli oggetti, se guardati da una prospettiva diversa, possono rivelare tante sorprese. Avere occhi nuovi per le situazioni della vita mi ha avvicinato all’illustrazione semplice, essenziale, accompagnata da frasi positive che scrivo prima di tutto per me stessa e che vorrei diventassero un mantra e una dolce carezza anche per tutti gli altri.

"Il "Sussindieario illustrato" nasce per amore e si sviluppa per passione. Il nome deriva da un gioco di parole tra “Sussidiario illustrato” tratto dal titolo dell’album dei Baustelle il sussidiario illustrato della giovinezza e la parola “Indie”, perché inizialmente disegnavo soprattutto di musica. È così che riesco ad esprimere le mie passioni al meglio, attraverso l’arte grafica del disegno. Ho scelto lo stampo fumettistico (forse a causa delle contaminazioni con la Scuola Internazionale di Comics di Pescara, a cui devo molto), lo sfondo puro, frasi corte e di impatto, perché in questo modo sento di arrivare ai più. Posso parlare di ciò che amo con la mia matita, le persone possono riconoscersi nelle canzoni, nei disegni, nei sentimenti che esprimo o che loro provano in quel momento e di cui si sentono partecipi. Se si scava un po’ a fondo nel mio lavoro si scopre che sono proprio io: tutti quei disegni? Sono proprio io."

Il cinema come cardine della nostra vita: per strada, con gli amici, in macchina. Citiamo sempre un film o una frase di un personaggio. A me non bastava più lasciare tutto solo alle parole, mi mancava un immaginario alternativo che permettesse ai film della mia vita di avere una declinazione diversa. Cominciando da Pulp Fiction e finendo con Joker ho scelto di dipingere alla vecchia maniera tutti i personaggi che trovavo più caratteristici o quelle scene che, per me, raccontavano il film nella sua interezza. Ho capito, poi, che il mio stile strizzava l’occhio alle vecchie locandine cinematografiche fra gli anni ’60 e ’80 ma con una struttura grafica nuova e più minimal che ha dato vita all’unione perfetta tra il retrò e il contemporaneo. Questa, forse, è stata la chiave per arrivare al cuore e alla memoria delle persone che hanno incrociato e appeso nelle loro case le mie locandine.

“Mi crederesti se ti dicessi che per tutta la vita ho pensato che gli occhi fossero lo specchio dell’anima, mentre ora mi rendo conto che anche una semplice linguaccia può raccontare chi sei?” Dietro la mascherina rappresenta proprio questo: un libro illustrato in cui si torna a dare respiro a tutte le espressioni nascoste, dietro la mascherina appunto. Pagine che lasciano spazio a fossette, grida, sorrisi. Immagini che comunicano tratti distintivi unici e peculiari. Questo insieme di colori, espressioni e linguaggi danno vita ad un mosaico di volti caratterizzato da una forza comunicativa mai svelata finora! Cento illustrazioni guideranno il lettore lungo un viaggio pieno di emozioni, a volte positive, altre negative, ma che vivono, ci sono e si fanno sentire.

“Mi crederesti se ti dicessi che per tutta la vita ho pensato che gli occhi fossero lo specchio dell’anima, mentre ora mi rendo conto che anche una semplice linguaccia può raccontare chi sei?” Dietro la mascherina rappresenta proprio questo: un libro illustrato in cui si torna a dare respiro a tutte le espressioni nascoste, dietro la mascherina appunto. Pagine che lasciano spazio a fossette, grida, sorrisi. Immagini che comunicano tratti distintivi unici e peculiari. Questo insieme di colori, espressioni e linguaggi danno vita ad un mosaico di volti caratterizzato da una forza comunicativa mai svelata finora! Cento illustrazioni guideranno il lettore lungo un viaggio pieno di emozioni, a volte positive, altre negative, ma che vivono, ci sono e si fanno sentire.

«I più la chiamano malattia rara, io la chiamo semplicemente vita, giacché è l’unico modo che conosco per vivere. – Kim». Così si apre "O.I. L’arte in una frattura": con un capovolgimento del punto di vista. Come se l’autore, Fabiano Lioi, volesse mettere da subito le cose in chiaro: voi pensate che la patologia dalla quale sono affetto “incida” sulla mia vita – sembra dirci – ...ma in realtà “è” la mia vita, e come tale voglio viverla al massimo delle possibilità. O.I. L’arte in una frattura è un libro, ma non solo. È un insieme di situazioni: è il racconto di una malattia rara; è un catalogo d’arte, che raccoglie opere molto particolari di una mostra non ancora realizzata; è un manuale d’istruzioni, per provare a cambiare il punto di vista sull’Osteogenesi Imperfetta, attraverso una narrazione artistica a più voci. Le 21 opere che compongono il libro sono infatti lastre radiologiche sulle quali l’autore ha lasciato una traccia del suo passaggio artistico. Ognuna di queste tavole è accompagnata da un testo: citazioni e pensieri liberi, sull’Osteogenesi Imperfetta e non solo, per raccontare questa patologia non dalla prospettiva della scienza, ma con le parole di chi la vive.