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Poiesis (Alberobello)

Amare pensando: che cosa significa pensare?

Amare pensando: che cosa significa pensare?

Jean-Luc Nancy, Daniel Tyradellis

Libro: Libro rilegato

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 96

Tutti o quasi si immaginano di pensare, forse addirittura di pensare costantemente, o soltanto di tempo in tempo. Tuttavia, la risposta alla domanda «Che cosa significa pensare?» non è così evidente come potrebbe apparire. Ed ecco, questa suggestiva conversazione fra Daniel Tyradellis e uno dei più originali e importanti filosofi del nostro tempo Jean-Luc Nancy: il filosofo del corpo e di tutte le sue metafore. "La filosofia deve ricominciare da zero, deve ricominciare essa stessa, prendere un nuovo punto di partenza, da sé stessa contro se stessa." «Per questo, essa deve riflettere inizialmente sul modo in cui noi siamo "noi" tra di noi»." Forma di pensiero nella quale si possa fare l'esperienza di un essere-con gli altri: un modo di porre il discorso essenziale su "l'amore". Allora, risalgono qui le domande: pensare, lo si impara e lo si pratica? E' possibile delegare il compito del pensiero? Nell'epoca della scienza e dell'intelligenza artificiale calata nell'esperienza globale è possibile riaprire la strada al pensiero? Questo l'interrogativo ma anche il nucleo di questo avvincente dialogo tra Daniel Tyradellis e Jean-Luc Nancy sulla nostra contemporaneità.
15,00

Se io devo morire, tu devi vivere. La voce dei poeti di Gaza

Se io devo morire, tu devi vivere. La voce dei poeti di Gaza

Libro: Libro rilegato

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 208

Se io devo morire tu devi vivere, dalla ormai celeberrima poesia di Refaat Alareer, ucciso dagli israeliani, prende il nome l'edizione italiana dell'antologia dei poeti di Gaza. A volerla questa raccolta di versi gazawi è stato lo scrittore e giornalista marocchino Yassin Adnan, che man mano, dopo il 7 ottobre 2023, in mezzo alla morte e distruzione di Gaza, ha cominciato a contattare i poeti e a chiedergli una poesia per testimoniare quello che stava succedendo. La prima edizione dell'antologia è uscita a Beirut e Baghdad e poi in Francia, grazie alla cura del poeta marocchino Abdellatif Laâbi, da mezzo secolo attento traduttore della poesia e dei poeti Palestinesi. In italiano la versione poetica è affidata al poeta Giuseppe Goffredo anch'egli da sempre vicino alla causa palestinese. I poeti qui antologizzati sono circa 26, dieci poetesse e sedici poeti, vecchi e giovani, in esilio o testardamente rimasti nella loro terra. Alcuni di loro, come riportiamo nelle biografie sono stati uccisi o non se ne sa più niente: inghiottiti dal girone infernale di una guerra feroce e omicida. La voce dei poeti che vi proponiamo per la prima volta in Italia, in modo così completo e accorato, sono versi che hanno avuto un'eco mondiale: sono stati vergati su cartelloni esposti in diversi paesi nel corso di affollate manifestazioni a sostegno del popolo palestinese. La poesia è lo specchio profondo di un popolo e di una terra nella radice della propria lingua. La lingua contiene in sé la storia, la sensibilità, l'identità di un popolo. Nella poesia dei poeti di Gaza si raccoglie tutto quello che di profondo la parola può farci arrivare dalla Palestina. Questa poesia è il battito cardiaco di Gaza.
18,00

A Gaza dove la morte non assomiglia più a nulla

A Gaza dove la morte non assomiglia più a nulla

Alaa Mattar

Libro: Libro rilegato

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 104

Questo libro è un grido. Un grido che nasce dalla disperazione e dalla speranza. La disperazione è per Gaza, la patria del giornalista e scrittore Alaa Mattar. Gaza massacrata e distrutta davanti al mondo. Gaza diventata ormai una piccola Hiroshima dove gli uomini sopravvissuti continuano a vagare braccati dalle bombe israeliane. Dove la guerra polverizza le case, le strade, gli ulivi già ridotti in polvere. Dove i profughi come animali cui dare la caccia sono inseguiti e uccisi senza pietà. E sono vecchi, donne e bambini. Mentre chi è sopravvissuto non ha più acqua, né cibo, né assistenza di alcune genere; mentre gli occupanti bloccano i camion di viveri e medicine al valico di Rafah; mentre la gente con i loro miseri bagagli e stracci, nel deserto e nella desolazione, è costretta a spostarsi da una parte e all'altra di un territorio ridotto a un lager. Un territorio in cui è stato cancellato ogni ospedale o luogo di cura; ogni chiesa, moschea, o altare per pregare; ogni scuola, università, municipio, o edificio di rappresentanza istituzionale. Alaa Matar, esule in Belgio per curarsi, trasforma la sua testimonianza per Gaza in un canto malinconico e straziante in cui racconta del suo essere tornato dalla vita alla morte in un bombardamento a Gaza del 2008, e poi della perdita irreparabile, nella guerra del giugno del 2024, della moglie Nida, e di sua figlia, Sarà. Matar racconta della crudeltà e ferocia degli occupanti, ma al tempo stesso non tace della corruzione e del cinismo dei leader e dei funzionari di Hamas, prima e dopo il 7 ottobre. Alaa Matar attraverso il suo dolore attraversa il dolore e lo strazio di un intero popolo.
14,00

La bellezza fatale. Rappresentazione del corpo femminile tra moda, media e patologia

La bellezza fatale. Rappresentazione del corpo femminile tra moda, media e patologia

Vannina Micheli-Rechtman

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 128

Sulla base della sua esperienza clinica come specialista delle dipendenze, psicoanalista e filosofa, Vannina Micheli-Rechtman analizza i confini tra i disturbi alimentari e le rappresentazioni del corpo femminile. A partire dalla tragica storia di Ana Carolina Reston, giovane modella deceduta a causa dell'anoressia, l'autrice pone l'attenzione su quanto i canoni estetici imposti dalla moda ma anche e soprattutto dai media, abbiano contribuito alla diffusione del fenomeno contemporaneo che definisce "patologie dell'immagine". Gli standard di bellezza, esaltati da fotografie ritoccate e rese irrealistiche, trasformano il corpo femminile in un oggetto idealizzato e distante dalla realtà, in un vortice ingannevole di raggiungimento di un ideale effimero di bellezza. La circolazione su scala globale di immagini ritoccate impone silhouette sempre più essenziali e standardizzate, creando un'insostenibile distanza tra la donna e l'immagine fotografata, costringendola a confrontarsi con il dubbio, intimo, individuale, improvvisamente provocatorio e profondamente personale, di una perfezione irraggiungibile e di una realizzazione impossibile; corpi che vengono quindi a ridursi a meri oggetti di consumo. Per questo, l'autrice chiama a una riflessione urgente innanzitutto sulle responsabilità dell'industria della moda e dei media, sostenendo invece una rivoluzione culturale che passi dall'introduzione di immagini più aperte e dalla tolleranza verso espressioni estetiche più individuali, inaspettate o diversificate. Infine, Vannina Micheli-Rechtman offre un contributo anche su come orientare la terapia verso la considerazione dell'esistenza di un reale e intenso desiderio da parte dell'anoressica, di una vivacità nascosta ma presente sotto l'apparente rifiuto di ogni desiderio. Prefazione di Georges Vigarello.
20,00

Una pioggia tutta d'oro. Dieci racconti

Una pioggia tutta d'oro. Dieci racconti

Antonino D'Esposito

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 110

L'esistenza quotidiana dominata dall'inquietudine che finisce per pervadere ogni gesto, circostanza e destino. Questa la cifra ultima che tiene insieme questi dieci racconti, prima prova narrativa di Antonino d'Esposito. Betta da bambina violata, ogni volta che gli succede qualcosa di insopportabile si comprime gli occhi per osservare Una pioggia tutta d'oro. Sofia contesa fra i suoi genitori separati, portata via con l'inganno, ritrova da grande i fiori vermigli di un melograno nel mezzo del giardino dei nonni. Una donna sirena aspetta il suo uomo che non torna e lascia le sue impronte sullo scoglio davanti al mare. E poi l'amore scoppiato fra Salvo il dentista e Paolo il cameriere. Nicola, l'ingegnere che non sa decidere e ripete il suo mantra: Tocca a me decidere. I rituali di Alba che esegue al pianoforte Schumann nella grande veranda, per dare forma rituale agli ultimi suoi giorni. Miriam che si sente estranea alle tradizioni del paese in cui è andata a vivere tra i familiari del marito. La Grecia luogo di miti e archeologie dell'anima che si veste di oscuro e di addio. Dieci racconti, dieci inquietudini, in cui Antonino d'Esposito tesse pagina dopo pagina il senso di perdita, l'angoscia, l'inadeguatezza di fronte al vivere. In una scrittura piana, compiuta, mai casuale, in cui il giovane autore, musicista, ottimo traduttore dall'arabo e dal francese, fa balenare alcuni di quei "dèmoni" o "demòni", secondo le accezioni dostoevskiane, per "guardarli dritto negli occhi per cercare, se non di sconfiggerli, almeno di zittirli per qualche istante." Mentre tra le infinite facce della realtà irrompono la paralisi, il tormento, lo smarrimento, fino alla rovina e al silenzio: "Seguiteremo a non dire ciò che andrebbe detto finché di noi non rimarrà che il silenzio di una frase muta che produce più frastuono di una notte d'amore."
16,00

Buchi neri e spazio tempo

Buchi neri e spazio tempo

Aurélien Barrau

Libro: Libro rilegato

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 82

I buchi neri sono oggetti affascinanti. Oggi siamo certi che esistano e che ce ne siano centinaia di milioni nella nostra galassia. Lo spazio e il tempo sono molto differenti da come li conosciamo. Possono anche cambiare l'uno nell'altro! Come si formano i buchi neri e quali sono i fenomeni estranei che avvengono intorno a loro e dentro di loro? Molte domande si pongono ancora e nuove idee un po' folli emergono. Aurélien Barrau evoca le teorie recenti che conducono a un incredibile scenario di stelle in rimbalzo e di acceleratore verso il futuro. Età di lettura: da 10 anni.
12,00

I nuovi feriti. Da Freud alla neurologia: pensare i traumi contemporanei

I nuovi feriti. Da Freud alla neurologia: pensare i traumi contemporanei

Catherine Malabou

Libro: Libro rilegato

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2025

pagine: 320

A partire dal desiderio di proclamare la necessità di un "totale rimaneggiamento teorico della psicopatologia", Catherine Malabou, consapevole che tale operazione implichi un riorientamento della clinica e una revisione filosofica delle basi stesse di questa, propone un confronto tra "sessualità" e "cerebralità", rimettendo in questione la definizione freudiana dell'evento psichico e, soprattutto, affermando che una nuova teoria della causalità psichica debba essere elaborata. Quello che l'autrice intende è aprire una frontiera, troppo a lungo preclusa, con, da un lato, la concezione psicanalitica dell'evento psichico come "saldatura" dei caratteri endogeni ed esogeni degli accidenti, e, dall'altro, dell'aspetto brutale, contingente, completamente esterno e impossibile da anticipare della lesione cerebrale. Un desiderio di far passare una linea di condivisione e di negoziazione tra l'affermazione che ogni effrazione traumatica scatena un conflitto interno e s'iscrive nel percorso di una storia o di un destino individuali, dall'altra parte la rivendicazione del carattere profondamente arbitrario e refrattario di ogni ermeneutica dell'incidente cerebrale. Testimoni di questo discorso sono proprio i "nuovi feriti" - malati di Alzheimer e altri cerebrolesi, ma anche i traumatizzati di guerra, le vittime di abusi sessuali o di catastrofi naturali, gli esclusi sociali. Tutti questi soggetti, nelle reazioni ai colpi subiti, rivelano l'esistenza di una diserzione emozionale e affettiva, una sofferenza che si manifesta il più delle volte come un'indifferenza alla sofferenza. Quello che la Malabou vuole sostenere è che è nel cervello che bisogna cercarne origine e relazioni.
22,00

La morte è solo occhi L'orrore civile dei desaparecidos negli anni della dittatura argentina 1976-1983

La morte è solo occhi L'orrore civile dei desaparecidos negli anni della dittatura argentina 1976-1983

Nora Strejilevich

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2024

pagine: 158

Un intreccio fitto di voci, memoria e documenti ufficiali organizzati in una sapiente struttura a frammenti, rappresenta la trama di questo romanzo testimoniale di Nora Strejilevich. La morte è solo occhi ripeteva la nonna all’autrice e aggiungeva della morte “Non devi averne paura!”. Non né ebbe Nora quando venne sequestrata, rinchiusa e torturata nel centro di detenzione clandestino Club Atlético, a Buenos Aires nel 1977. Nora, per un mese, divenne uno dei tanti, numerosi desaparecidos rinchiusi nei sotterranei di morte di Jorge Rafael Videla capo della giunta militare che nel 1976, prese il potere in Argentina. Nora Strejilevich ha la fortuna di liberarsi e rifugiarsi in esilio prima in Israele, poi in Canada. Nel 1997 pubblica il romanzo Una sola muerte numerosa, da noi tradotto per esigenze editoriali con il titolo La morte è solo occhi. Due anni dopo il regista italo-argentino Marco Bechis ne trarrà l’indimenticabile film Garage Olimpo. Il libro narra della desaparición del fratello Gerardo, della sua fidanzata, di due cugini, nonché il sequestro della stessa Strejilevich, la sua scampata miracolosaamente ai suoi aguzzini. Primo Levi ci ha insegnato che sopravvivere significa avere l’obbligo della memoria, ricostruire il catalogo minuzioso, inequivocabile delle violenze e degli abusi subiti, nel tentativo di spezzare il cerchio del trauma umano, civile, personale; per chi verrà dopo. Inoltre c’è un altro dovere da assolvere: ed è aprire una finestra di luce, adoperare “il racconto lirico”; la poesia come antidoto al dolore e all’orrore dell’esperienza vissuta, ed è questa la cifra tenace, irrinunciabile di questo romanzo connotato ogni forma di antisautoritarismo. A quasi cinquant’anni da quegli tragici avvenimenti, l’Italia, non può tirarsi fuori, mentre della popolazione argentina è fatta di italiani migrati in quel paese.
18,00

Ogni giorno. Esiste un libro da aprire al momento giusto

Ogni giorno. Esiste un libro da aprire al momento giusto

Federica Morrone

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2024

pagine: 332

"Ogni giorno" è un romanzo sul valore salvifico dei libri, sulla gioia di leggere, sulla conquista della consapevolezza, sulle nuove occasioni. Nell'excursus storico che inizia negli anni Settanta, il romanzo segue la protagonista nelle esplorazioni sentimentali, nei ricordi, nelle amicizie sui generis, percorre l'esperienza professionale, fino alla decisione di seguire il consiglio del suo amico Patch: «Metti a disposizione degli altri tutti i libri che hai letto». Così Flora realizza il desiderio di aprire una libreria piena di libri che fanno bene, che accarezzano il cervello e lo stimolano; e dove, in una saletta attigua, si impara a respirare e a meditare. Il romanzo gioca tra reale e contemplazione di un tempo e uno spazio che non sono distinti, bensì contemporanei, in grado di interagire. Flora percepisce il contatto con le energie sottili, è un'ostinata sognatrice, animata da grandi utopie e afflati rivoluzionari, convinta che si possa cambiare il mondo con l'amore, con la solidarietà, con la determinazione. È certa che l'armonia e il trascendente abitino qui e non fuori dal mondo; non sono monopolio di nessuna religione, ma connaturati nella capacità di comportarsi da esseri umani. Ogni giorno è un romanzo di ringraziamento ai librai, che resistono offrendo una casa alla letteratura di tutti i tempi: «Quello che sapevo con certezza è che la lettura è una portentosa forma di resistenza all'alienazione».
20,00

Harraga bruciare per l'Europa. Indagine e psicanalisi dei migranti nel Mediterraneo. Per un pensiero decolonizzato delle frontiere

Harraga bruciare per l'Europa. Indagine e psicanalisi dei migranti nel Mediterraneo. Per un pensiero decolonizzato delle frontiere

Wael Garnaoui

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2024

pagine: 279

Harraga, "bruciare" le frontiere del mare, cercare un "altrove", l'Italia, l'Europa, vuol dire per i migranti tunisini, realizzare un atto di insubordinazione che ha l'aspetto di una messa a rischio totale del proprio essere: è questo il destino degli harrag. Gettandosi nel mare madre, realizzano inconsapevolmente un imperativo categorico: quello di un "desiderio di Occidente", che è allo stesso tempo una scelta forzata e feroce. Gli harraga, divisi fra la speranza di un "salto epico" che possa salvarli e la sofferenza dell'abbandono, tra schegge e scricchiolii, nell'attraversata cercano il luogo impossibile della fiducia in sé stessi. È a partire da questo che il giovane e brillante psicanalista tunisino Wael Garnaoui ci conduce nelle storie di chi parte, di chi è costretto a bruciare, quali le motivazioni profonde di tale scelta e, nella sua indagine diretta, mostra anche il ruolo centrale delle madri nella pulsione migratoria dei figli, sottolineandone la funzione dei dispositivi frontalieri e l'impatto della chiusura delle frontiere sul divenire dei migranti. Come egli stesso precisa: "Decolonizzare il pensiero che pensa le frontiere significa smascherare le resistenze politiche, oggettive e simboliche che si profilano attorno alle frontiere: un meccanismo destinato a gestire popolazioni, a trasformare desideri, a perpetrare la logica stessa della colonizzazione". Questo libro rivela la psicopatologia dell'emigrazione, vista attraverso gli occhi di uno psicanalista mediterraneo, e al tempo stesso oppure uno strumento prezioso per interpretare il malessere della gioventù tunisina, impossibilitata a realizzarsi e spesso pronta a morire nel tentavo di lasciare la propria terra.
20,00

Lasciateli marcire. La parallasse di Antigone. Necessità e contingenza del desiderio

Lasciateli marcire. La parallasse di Antigone. Necessità e contingenza del desiderio

Alenka Zupancic

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2024

pagine: 84

A guidare l'autrice è la domanda: "Cosa c'è nella figura di Antigone che continua ad ossessionarci?". In particolare, sono tre le "ossessioni" che percorrono l'intero testo che vi proponiamo. Prima di tutto è tratteggiata qui la violenza dei principi, della soggettività stessa di Antigone, fino all'incandescenza del desiderio, puro, isolato e assoluto, capace di spingerla fino al limite estremo dell'esistenza. In secondo luogo, la questione dei riti funebri e del ruolo che questi hanno nel placare la simbolica "non morte" che sembra essere l'altra faccia della vita umana, una sorta di irriducibile corrente sotterranea che il trapasso da solo non può né quietare né arrestare. Resta l'atto irremovibile, intransigente di Antigone di dare sepoltura a suo fratello Polinice, per esso disobbedire all'ordine precostituito, dare degna sepoltura al corpo del fratello secondo la legge naturale non scritta degli umani legami di sangue. Da questo l'autrice tratteggia l'interrogativo di una certa dimensione "incestuosa" del linguaggio e della possibilità di una rilevanza universale di un violento desiderio soggettivo. La Parallasse di Antigone, necessità e contingenza del desiderio vuole essere un testo al tempo stesso originale e provocatorio nella sua interpretazione quanto un "intervento" filosofico mirato in una questione tormentata, antica, complesso della psiche umana.
15,00

Cadere nutre la terra. Poesie 1976-2022

Cadere nutre la terra. Poesie 1976-2022

Giuseppe Goffredo

Libro: Libro in brossura

editore: Poiesis (Alberobello)

anno edizione: 2024

pagine: 607

Questa antologia poetica testimonia dello spazio conquistato negli anni dalla poesia di Giuseppe Goffredo. Essa raccoglie testi che vanno dal 1976 al 2022. Così ricompone intere parti - anche se non tutte - di un percorso che ci accoglie come vecchi amici da Poesie di Provincia fino a Cadere nutre la terra, un percorso che si dipana andando avanti nel tempo lungo quarant'anni di poesia che non ci si stanca di leggerla tanto è vita. Questo va ricordato. Qui c'è una caparbia, integra e generosa ricerca di presenza al mondo. Giorgio Manacorda usa, per questo aspetto della poesia di Giuseppe Goffredo, la parola 'engagement'. Termine quasi troppo aggraziato per designare lo scompiglio che la abita, la brace che la scotta, l'inquietudine interiore che la arrovella. Eppure termine corretto. L'impegno civile di Goffredo è DNA fattosi inchiostro. Non è dichiarazione o formula intellettuale. È moto viscerale e lucida, pensata determinazione. Tutto questo scorre nei versi di Giuseppe Goffredo. Una poesia, osserva Alfonso Berardinelli, "che riesce a dire come fosse la prima volta". Nella poesia di Giuseppe Goffredo tutto è detto col candido denudamento di una parola vergine. Come se egli fosse condannato ad essere il primo e l'ultimo testimone dell'esistenza. Giuseppe Goffredo l'esprime con un 'tono' e un ritmo tutti suoi. Non che non vi sia parentela letteraria con altri poeti. Vari autori hanno citato spesso, a questo proposito, Rocco Scotellaro o Andrea Zanzotto. Ce ne sarebbero altri ancora da citare tra quelli - del mondo mediterraneo e orientale si pensi a Mahmoud Darwish - che Giuseppe Goffredo sente profondamente affini. Tuttavia, qualcosa nella sua poesia è restia a collocamenti e raffronti. Ma di altro. Questa non la rende più 'speciale' di altre, ma la rende 'libera'. Un poesia 'mirabile', scriveva Dario Bellezza. Una voce dal Sud che oltrepassa periferie e frontiere.
22,00

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