Giovane Holden Edizioni
Latiboli
Stefano Coronella
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 56
Rivedere se stessi nello specchio degli anni, in un dialogo interiore che usa la poesia per superare la legge del tempo. Ragazzo e uomo si aprono a confessioni intime, radicali, autentiche. Momenti diversi dell'esistenza riflettono ispirazioni dalle apparenze per certi versi distanti, ma in cui si riconosce un cammino di evoluzione segnato dai passi gravi dell'esperienza, che in un animo per sua natura sensibile lascia tracce indelebili. Il desiderio di verità echeggia in un universo che sembra troppo grande negli occhi della giovinezza. Al punto di far apparire illusoria la ricerca di un punto saldo, una certezza che sia in grado di scongiurare la corruzione che ogni cosa vorrebbe divorare. La percezione di realtà non ancora comprensibili e lo spaesamento di un animo ovunque straniero sono alla radice di un tumulto spirituale profondo, che confonde, stordisce, sospende. La maturità ha creato toni più cupi, intridendo i versi di amarezza e della scura consapevolezza di un destino in cui la felicità non riesce più a trovare spazio. Nell'incapacità di riconoscere se stesso e senza poter comunicare con gli altri, la solitudine si fa opprimente. Nelle vertigini di un infinito sempre incombente, ora altro non compare che la ripetizione angosciosa di un semplice simulacro di speranza, che appare ogni giorno più grottesco. Una silloge in cui le parole vengono soppesate con attenzione emotiva, evocando sì intense sfumature liriche, ma non cedendo mai a sofisticazioni retoriche forzate, che per certo sarebbero fini a se stesse e rischierebbero di distaccarsi dalla limpidezza di un pensiero che anche nelle espressioni più drammatiche appare lucido e determinato.
L'astrage
Filippo Nibbi
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 32
Una lettera che salta, danza, scherza il proprio significato e si trasforma in un suono nuovo. Un gesto creativo leggero come un apostrofo è piccolo solo in apparenza, perché sa trascinare un discorso intero verso altre sfumature. Da lì, è una cascata di parole che mutano, sulle prime stranianti eppure cristalline. Lo smarrimento del paradosso dura infatti solo un istante, prima di lasciare rapidamente sempre più spazio a punti di vista imprevedibili su una realtà diversa. Realtà che è quella drammatica di un episodio della storia contemporanea a cui il tempo non ha potuto togliere nulla della sua originaria tragicità. Nella primavera del 1943 le colline del Casentino sono teatro di una delle più gravi stragi nazifasciste accadute in Italia nel corso della Seconda guerra mondiale. L'eccidio di Vallucciole, centonove civili uccisi dalla famigerata divisione tedesca Hermann Goering, è una memoria straziante che viene rivissuta in pagine vivide di presenza e di emozione. Emozione che si ricompone in parole di grande sincerità, che travolgono per la nitidezza con cui aderiscono al registro della testimonianza diretta. È la voce di un uomo qualunque, inerme di fronte alla Storia ma attaccato ferocemente alla vita, a farsi nuovo narratore dei fatti, attraverso una oralità popolare asciutta ma ribollente di dolore. La prosa prima, e a chiudere i versi di un cantico laico vibrante e denso di spirito umano, tornano a rendere viva una sciagura che non può essere dimenticata.
Tutto passa e si scorda. Piccole cronache del tempo di guerra
Rolando Guerriero
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 496
Quali erano le idee, i sentimenti, i timori, le speranze dei toscani nei tumultuosi anni compresi tra il 1940 e il 1948? Una testimonianza singolare viene dalla memoria di un bambino che osservava con curiosità i cambiamenti che si verificavano sotto i suoi occhi, registrando acriticamente i pensieri e i sentimenti degli adulti nella convinzione che fosse sufficiente crescere per arrivare alfine a capire le ragioni del loro comportamento. Soprattutto riteneva essenziale leggere. Leggere tutto quello che era scritto, sui muri, sui giornali, sulle riviste, sui libri. Sullo sfondo dei grandi avvenimenti di quel tempo - i letali bombardamenti, lo sfollamento, i rastrellamenti delle SS, le razzie dei tedeschi, l'arrivo degli alleati, il ritorno della pace - Pippo, il bambino, distrugge e ricostruisce il suo modo di pensare. Un lungo percorso in cui si alternano i frammenti di un variopinto e tragicomico mondo in cui compaiono piccoli artigiani cittadini, compagni di scuola, instancabili mezzadri, sfollati disperati, reduci di guerra e dei campi di concentramento. Egli, nella sua ansia febbrile di divenire grande, ne raccoglie i gesti, le reazioni, le storie, i pensieri, le speranze, le illusioni, il linguaggio. Il mosaico che ne scaturisce, un po' ingenuo, un po' massimalista (com'è tipico dei giovani), non è soltanto lo specchio di un'epoca, ma è possibile leggervi gli insegnamenti e i presagi validi per comprendere la inarrestabile evoluzione che ha posto le basi della società odierna.
Vento di marzo
Anna Paola Sanna
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 128
"Enrico è scappato con la bicicletta di Alberto." Questa frase captata dai ricordi confusi della propria madre, spinge l'io-narrante a ricostruire, un po' basandosi su racconti familiari, molto inventando quando la certezza dei fatti le manca, le storie di tre giovani vissuti nel secolo precedente. Enrico, Tullia e Alberto, tre ragazzi romani, vivono dapprima una tormentata storia d'amore che esplode, con conseguenze impensabili, nell'estate del 1937. Da lì le vicende dei tre giovani e delle loro famiglie si mescolano, in un crescendo sempre più drammatico, con gli eventi storici che in quegli anni travolsero il mondo. Ognuno dei tre protagonisti segue la propria strada, segnando così irreversibilmente la propria formazione e il proprio destino. Ognuno arriverà, da una reazione iniziale tutta emotiva agli avvenimenti, a maturare, in pochissimo tempo, le proprie scelte personali. La narratrice ripercorre gli itinerari dei tre personaggi, a volte seguendo la falsariga dei diari di Enrico che, dopo aver combattuto in Spagna, torna in Italia ed entra nella Resistenza, partecipando a un'operazione concertata tra Alleati e forze partigiane. Più spesso, come dietro una cinepresa, il suo sguardo insegue le vicissitudini degli attori principali spostandosi tra Spagna, Francia, America e Appennino Reggiano, durante un arco temporale che abbraccia la prima metà del Secolo Breve. L'io-narrante infine ritrova la propria memoria familiare e storica, venendo a capo di un intreccio che le pareva inestricabile, anche con l'aiuto di una buona dose di immaginazione. D'altra parte, afferma l'autrice nell'epilogo: "Senza immaginazione non si può veramente capire la realtà." Ed è proprio per questo che, per fortuna, esistono i romanzi.
Canti dall'oscuro
Daniele G. Baccaro
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 56
Canti dall'oscuro è un coacervo sistematico di significanti dotati di vita propria, dai quali ogni lettore potrà trarre, a proprio gradimento, uno o molti significati, come potrà altresì non trovarne alcuno. La silloge presenta una genuina originalità: non opera alcuna discriminazione, volendo dare voce a una passionalità pseudoromantica e mascolina senza dimenticare quel prezioso elemento femminino, elevato sovente alla sacralità che gli è propria; e, mutando egli stesso la voce e il genere narrante, compie un autentico sacrificio in onore della femminilità, omaggiandola con un lirismo unico. Tutto questo senza dimenticare la neutralità della tenebra pura, quel buio privo di inizio e di fine, con liriche solo in apparenza meno elaborate che alle volte quasi spezzano una ritmicità più gradevole, riportando alla luce la vera essenza di cui la silloge è intrisa: la tenebra, declinata nella disperazione anziché in un esistenzialismo che potrebbe offrire squarci di speranza, di luce, di rinascita, evidentemente non gradite al Poeta. La calma presente nelle liriche iniziali lascia presagire un male ignoto, il quale trova la sua espressione in un climax volutamente instabile, come instabile è la percezione della vita. Certo è altresì il nesso di questa percezione: l'incertezza, la peggiore tra le emozioni sperimentabili dall'essere umano, dalla quale tuttavia trapela un presagio funesto, senza nome, umano e al tempo medesimo non del tutto di questo mondo. Non è forse questo lo scopo dell'azione diretta del maligno? È davvero così sensato, insinua il Poeta, relegare a infestazioni, ossessioni, vessazioni e possessioni l'intera gamma dell'esperire umano, senza dar voce, nel modo più imparziale possibile, a questo abisso - o abissi - che da tempo immemore reclama una sua presentazione? Sia al lettore il compito ambizioso di decifrare l'anima e la natura dell'oscuro.
La fabbrica
Antonio Monteleone
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 224
"Ossessivo, ricorsivo, ironico, grottesco, depravato, sensibile, ragionevole, illuminato, detestabile, ipocrita, onesto, disonesto, volgare, inaffidabile, l'anonimo protagonista del romanzo conduce il lettore in una presa diretta dei suoi pensieri, anzi in due: le registrazioni di due on board camera mentali. La prima è un turno di lavoro in fabbrica. Fabbrica tessile. A Biella. Tra le Alpi. Una fabbrica con colleghi e tessuti e macchinari e ingranaggi, con il Capo reparto e le cosce di Elisa, una fabbrica con l'area relax, i pranzi aziendali e quel fascista di Daniele, una fabbrica di rumore, dolore, doppiogiochismo, falsità, una fabbrica di coazione a ripetere dove il protagonista lavora da vent'anni; e dove lavorava Giacomo, fino a che non si è suicidato. Un inaspettato evento chiude il turno di lavoro e il primo labirinto di pensieri del protagonista. E se la fabbrica dipinge con graffiante sarcasmo la metafora di un malessere collettivo, è nella seconda parte che il lettore entra nel malessere personale. Il protagonista si sposta, lui con i suoi pensieri, dentro la casa di Giacomo, a colloquio con il padre dell'amico, Morgan, e viene investito dal suo monologo. Seduto sul divano, nel salotto di casa, circondato da dipinti inquietanti, il protagonista assiste inerme al monologo di un artista, Morgan, ossessionato e sopraffatto dalla propria arte; il monologo di un uomo che è marito e padre di suicidi: vittima, complice e artefice della follia. Senza poter fare a meno di un'ironia e di un senso dell'assurdo salvifici e provvidenziali; senza mai nascondere, anzi riconoscendo apertamente il debito verso i maestri - Camus, Céline, Dostoevskij e quel Thomas Bernhard tanto amato da Giacomo e dall'anonimo protagonista -, La fabbrica è un mondo inestricabile di dicotomie e contrasti: sanità e follia, libertà e coazione, socialità e isolamento, uomo e natura, creatività e ossessione. Ma soprattutto, è un inno a un istintivo e insopprimibile attaccamento alla vita."
Perché non mi innamoro? Il dolore è un talento
Viola Conti
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 80
Stella è una donna di successo, nessuno può dire il contrario. Ottima famiglia, studi eccellenti, un talento importante, incarichi professionali di alto livello, tutta una serie di soddisfazioni personali. E poi una figlia, Marina, intelligente e dinamica, frutto di una passione di gioventù che tuttavia non è sopravvissuta alla prova della vita insieme. Ma anche se in apparenza distaccata, indipendente, glamour e sicura di sé, Stella nasconde delle profonde fragilità. Sembra infatti impossibile per lei riuscire a sviluppare un sentimento di amore reale, incondizionato, quel grande innamoramento in grado di travolgerla e di strapparla a una solitudine sì raffinata ma comunque asfissiante. Quando Michele, appassionato e caparbio, irrompe nella sua vita, pare sconvolgere quella specie di torre di avorio sentimentale in cui Stella si è abituata a vivere. Con lui ogni cosa ha finalmente un sapore particolare, eccitante, e per certi versi destabilizzante. Eppure, tutto il suo entusiasmo non basterà per superare quegli ostacoli interiori che hanno radici inconsce complesse, in una infanzia gelida e piena di ansie, che ha compromesso la sua capacità affettiva. La mental coach Sonia Veggiotti analizza, a corredo del romanzo, tratti e comportamenti della protagonista, riconoscendo in lei il tipo di personalità ossessivo-compulsiva. Questo profilo viene descritto con ordine e metodo, interpretandone gli atteggiamenti alla luce del suo vissuto e proponendo una chiave di lettura psicologica precisa ed esauriente capace di gettare nuova luce su dinamiche molto presenti nel quotidiano.
Federico e il Judo. Le avventure di un piccolo Judoka
Martina Calugi, Stefano Proietti
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 64
"Da praticanti Judoka e insegnanti tecnici, nonché da genitori, (Calugi e Proietti) hanno voluto seguire la crescita del loro piccolo interpretandola alla luce delle tecniche di Judo, rappresentandolo in compagnia di saggi amici gatti e di simpatici avversari peluche con i quali il piccolo protagonista ingaggia lotte epiche seguendo le regole e i principi degli incontri di Judo dei più grandi. Grazie alle illustrazioni di Caterina Pesci seguire le prime avventure judoistiche del piccolo Federico è facile e coinvolgente e porta il lettore nel mondo del gioco di cui anche il Judo fa parte. E se il Judo è un gioco quale modo migliore di impararlo se non attraverso modalità giocose, vicine all'universo dei più piccoli? Il libro di Proietti e Calugi ha il dono della gioia e della semplicità. Sviluppa un argomento complesso, soprattutto per l'uso di un linguaggio specifico, nel modo più vicino all'universo dei più piccoli, ma allo stesso tempo estende il suo fascino anche ai grandi che vogliono esplorare il Judo. Si tratta di un pregevole lavoro di intrattenimento e diffusione della nostra bellissima disciplina, ricca di valori e divertimento, che non potrà che coinvolgere i piccolissimi lettori e gli adulti che si dedicheranno alla condivisione della lettura. Leggere, imparare, crescere: e il Judo diventa uno stile di vita." (dalla prefazione di Domenico Falcone). Età di lettura: da 6 anni.
Un amore maturo
Franco Carboni
Libro: Libro in brossura
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 176
Fausto è un industriale milanese di successo, settant'anni portati molto bene, un matrimonio in crisi e un figlio al quale ha ormai delegato la guida dell'impresa, riservando per sé alcuni aspetti del management. Tra i dossier che segue personalmente c'è la richiesta di un finanziamento bancario che dovrebbe coprire i costi di ampliamento della società. Recatosi in agenzia per avere informazioni sullo stato della pratica, conosce la vice direttrice, Paola, manager brillante, carismatica e molto bella. Nonostante i venti anni di differenza, Fausto se ne innamora perdutamente. A nulla gli vale il pensiero di Sandra, sua moglie, né tantomeno del compagno di Paola - di cui la donna, appena si è resa conto dell'interesse sentimentale di Fausto nei suoi confronti, lo ha messo al corrente. Lusingata e un po' intrigata, Paola gli propone di essere amici. Nella speranza che con il tempo la relazione platonica possa evolversi in qualcosa di più intimo, Fausto accetta e inizia a inviarle quasi quotidianamente una mail, raccontandole le sue vicende e preoccupazioni personali e familiari. Messaggio dopo messaggio, Paola capisce di tenere molto a quel settantenne colto e attraente, che la aiuta a evadere dal suo mondo fatto di cifre aride e colleghi invidiosi. Poi, questa sorta di epistolario 2.0 subisce una brusca virata. Un pomeriggio, infatti, Fausto la vede entrare dall'ingresso artisti in un noto cabaret cittadino: possibile che la bancaria abbia una vita segreta? La storia di Fausto e Paola, narrata con pudore ed eleganza, lambisce i confini dell'amore in età matura, interrogandosi sulla precarietà dei sentimenti, sulle relazioni stabili e sulle motivazioni per cui la convivenza è sempre più difficile.
Code per curiosi e altre storie
Franco Allegranzi
Libro: Libro in brossura
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 80
Sette racconti noir, che hanno come denominatore comune lo scontro dei protagonisti con gli spigoli della vita, quelli con cui prima o dopo facciamo i conti tutti: le pericolose trappole dei social network, le malattie, le difficoltà dei rapporti umani e l'irriducibilità dei pregiudizi nel mondo di oggi. Un professionista di mezza età intenzionato a chiudere una difficile relazione vive una tragica disavventura a causa di un messaggio WhatsApp inviato a indirizzi sbagliati; una pallavolista, impiegata precaria, deve fare i conti con un'improvvisa diagnosi infausta e la speranza di vincere la partita più difficile, quella contro il cancro; il ritorno a casa in bicicletta di una giovane cuoca si trasforma pian piano in un incubo in cui affiorano le paure del passato e le difficoltà del presente. Una influencer adolescente costretta a pagare un prezzo altissimo le invidie del suo successo sui social network e il debutto come speaker in una radio locale; un funzionario ministeriale di mezz'età dà rifugio a una gatta bella e affettuosa, e mentre è in giro in monopattino è vittima di una violenta aggressione notturna. Un ex ferroviere in pensione, arrabbiato con il mondo, scatena la sua ira irrazionale e xenofoba dopo aver subìto un furto in casa. Infine, il fermo immagine di una variegata umanità in coda a uno sportello postale, una mattina d'estate qualunque. Silloge raffinata e impietoso affresco, al tempo stesso, di un quotidiano che non fa sconti a nessuno.
Squilibrio
Marco Riccomini
Libro: Libro rilegato
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 72
Una raccolta di racconti originalissimi, in cui la scrittura pare come accarezzare il mistero di stati mentali sospesi. Uno stato catatonico visto da dentro è la singolare e incredibile prospettiva su cui si affaccia "Non riuscivo a crederci neppure io", che fa da apertura alla silloge. Il presente, le emozioni, il ricordo, la visione si mescolano e si riflettono, si alterano a vicenda e vanno a comporre un mosaico narrativo discontinuo e affascinante. Attraverso alcune delle storie corre poi una sorta di sospiro comune, quello di un tempo ancora pieno della magia dell'infanzia, che si fa riconoscere come la dimensione perfetta in cui lasciar mescolare realtà e immaginazione. Qui la scoperta in sé fa da protagonista, su un orizzonte in cui le strette maglie della coerenza restano un po' allargate dalla meraviglia. E proprio qui particolarissimi personaggi - tra cui il piccolo Asca, nelle cui mani tiene un filo rosso che attraversa diversi racconti, da "La miniera d'argilla" a "Il laghetto dei fichi verdini" - vivono avventure dalle tinte oniriche, che dolcemente si librano nella memoria per sfumare fin nella favola, e anche oltre. E poi "Passato dal futuro", il racconto di una fuga, o meglio di un perdersi, in cui un ritmo serratissimo si intreccia alla veracità di un vernacolo toscano per raccontare una frenesia surreale che vortica sui confini del tempo. Su queste latitudini di ispirazione, non è più una coscienza ordinaria a tracciare una rotta certa, bensì altre suggestioni, fatte forse di libertà, di silenzi, di rimandi, di associazioni archetipiche, di fantasmagorie.
Erbolario d'amore
Mina Tedesco
Libro: Libro in brossura
editore: Giovane Holden Edizioni
anno edizione: 2024
pagine: 96
Chi di noi non ha sognato l'amore? In quante sue forme poi, lo abbiamo trovato. Nella solitudine dell'attesa, quando le ore si moltiplicano e il tempo diventa un supplizio. Nella malinconica ricerca di uno sguardo in cui andare alla deriva, mentre tutto il mondo scompare, scivola via, frusciante come le cime degli alberi accarezzate dal vento. Nel confortevole calore del desiderio, coltivare l'amore, sentire la primavera della nostra vita sbocciare rigogliosa, nell'attrazione magnetica di una passione improvvisa da cui ci lasciamo attraversare come un temporale estivo da cui non serve ripararsi. Infine, sentire la lama inflessibile dell'abbandono, risvegliarsi nella scabra realtà che avevamo dimenticato, sfiorire nella consapevolezza di aver creduto a un'illusione. Ritrovare l'inverno negli occhi e camminare sulle macerie del nostro cuore. Ma tutto questo non spegne il desiderio, come un giardino inesorabilmente rifiorisce dopo l'inverno. Questo è l'amore per la Poetessa, e in versi liberi così lo canta.