Alto Voltaggio

Per gli Autori, il loro incontro è stato come il lancio di un'astronave superveloce, capace di accelerare mondi e destini. Questo testo poliedrico vi catapulterà in un viaggio iniziatico, attraverso territori poco esplorati. Flavia e Armando, con piglio coraggioso, vi guideranno attraverso un dialogo socratico che intreccia significati condivisi. Riflessioni autobiografiche si fondono con naturalezza a inserti saggistici, esplorando diversi livelli di realtà. Il libro indaga il lato esoterico e insidioso della sessualità, le dipendenze affettive, la manipolazione e la comunicazione in ambito relazionale. Approfondisce inoltre le proprietà dei fiori australiani e della floriterapia, le costellazioni familiari e la psico-genealogia, indagando altresì il senso di colpa che spinge l’individuo a sentirsi peccatore. Radicata nel misticismo e nella libera espressione del Sé, l’opera offre una nuova prospettiva sulla sessualità, attraversando i reami di Eros e Psiche e il ruolo dei social. Una lettura perfetta per chi vuole indossare una visione inedita del mondo. Pensato da e per chi è pronto a squarciare un varco sull’invisibile, dissolvere le illusioni e riscrivere il proprio destino.

Nell'immaginario collettivo la famiglia, in particolare la figura della madre, assurge a rifugio supremo ma, come le cronache ci mostrano, la sua figura può essere fonte di traumi profondissimi nei confronti della propria prole. Cosa può accadere nella mente di un figlio la cui mamma minaccia di uccidersi a causa della sua identità omosessuale? L’autore, allora quindicenne, abiurò alla sua natura per paura che la madre mettesse in atto il proprio intento, con tutte le conseguenze del caso. La tredicesima opera dell’autore è un diario intriso di concetti spirituali e psicologici, ma anche un viaggio irriverente nei reami di Eros e Psiche. Raccontandosi in quanto figlio, l’autore ci accompagna negli anfratti più scomodi della sua infanzia, attraverso l’analisi cruda eppur scevra di giudizi dei segreti di famiglia, aspetti di cui preferì tacere finché i propri genitori erano in vita. L’opera racconta lo strazio seguito alla morte della madre, con cui l’autore viveva un lacerante e simbiotico rapporto, illustrando altresì cosa significa sentirsi rifiutati da chi ci ha dato la vita e mostrando al contempo la possibilità di reinventarsi l’esistenza per approdare a un radioso futuro.

Questo saggio sotto forma di diario intimo è un viaggio empatico e potenziante nei vasti perimetri dall'anima e della mente, indagate attraverso filtri spirituali, esoterici, mistici e psicologici. L'autore afferma che l'unico segno di maturità consiste nel comprendere di aver sofferto abbastanza e che non c'è più tempo da perdere, invitando chi ancora fosse irretito nel dolore a rimboccarsi le maniche e ad entrare nell'ignoto. Per cominciare ad agire un diverso copione occorre indagare su di sé in modi mai sperimentati e compiere azioni mai agite prima, che abbiano come fine l'evoluzione e l'espressione dei propri talenti. La tredicesima opera di Armando Zoff, caleidoscopio di prospettive da cui riconsiderare e rilanciare ogni aspetto della propria vita, è un percorso acuto e profondo nelle relazioni, che l'autore considera mezzo supremo per conoscere sé stessi, unitamente alla pratica della meditazione e al diventare amici del silenzio.

Innescata dalla morte della madre, con cui l’autore viveva un rapporto simbiotico e lacerante, la dodicesima opera di Armando Zoff è un viaggio irriverente e profondo nei reami di Eros e della Psiche. Un coraggioso ibrido fra saggio e diario intimo, ove i segreti di famiglia si fondono alla complessa elaborazione dell’omosessualità, in pagine spiazzanti e coinvolgenti. Il lettore sarà chiamato al confronto con prospettive assai distanti dai canoni imperanti. Una candida innocenza dal sapore mistico e spirituale si dipana in tutta l’opera, nonostante la cifra sulfurea e azzardata di cui è permeata, come a dichiarare: “Questo sono io, con il mio vissuto, e quel che tu potrai pensarne sono solo fatti tuoi!”. Armando rivela vicende mai rese pubbliche finché i genitori erano in vita, dando corpo a un girotondo di nutrienti riflessioni su tematiche scottanti, vissute da molti ma di cui pochi osano parlare “per paura del giudizio altrui”.

"Assalto al Limite" è un libro che si situa a metà strada fra saggio e diario intimo, in cui l'autore, attraverso il racconto senza filtri della propria vita, rivela le insidie, gli inganni e le manipolazioni che possono annidarsi nelle nostre relazioni più intime. Perché un rapporto che ritenevamo "importante" improvvisamente finisce come se tutto ciò che c'era non fosse mai esistito? Perché frequentiamo persone che hanno valori e credenze assai diverse dalle nostre e poi ci stupiamo se ne dobbiamo sopportare i comportamenti irricevibili?In queste pagine l'autore si confronta con i propri e altrui attaccamenti, mostrando come sia la nostra incapacità a stare bene da soli che ci porta ad accettare continuamente insani compromessi. Finché non decideremo di superare la nostra dipendenza dal mondo esterno, le relazioni sentimentali e d'amicizia non potranno che assumere la forma di una sorta di fuga da noi stessi che ci impedisce di sapere chi davvero siamo. "Assalto al Limite" è un inno ad un nuovo livello di libertà: libertà dagli altri e dalle follie della società dei bisogni indotti, dalla mente egoica, dai capricci e dalle pretese infantili del nostro bambino interiore.

"Assalto al limite" è un libro che si situa a metà strada fra saggio e diario intimo, e che mostra le insidie, gli inganni e le manipolazioni che possono annidarsi nelle nostre relazioni più intime. L’autore spiega come sia la nostra incapacità a stare bene anche da soli che ci porta ad accettare insani compromessi in tali ambiti. Finché non avremo raggiunto un equilibrio interiore che non dipenda dal mondo esterno, le relazioni sentimentali e d’amicizia conterranno inevitabilmente i codici della dipendenza affettiva, con tutte le conseguenze del caso.

“Il voglioso di Dio” è un testo ardito e spiazzante, un ibrido tra saggio e diario intimo ove convivono tematiche ritenute inconfessabili dai più o tenute separate a causa di condizionamenti che l’autore ascrive all’incapacità di essere sé stessi per la paura del giudizio altrui. L'opera è un viaggio fra le pulsioni omosessuali dei sensi e la ricerca dell'Assoluto, ed è cosparsa di profumi misticheggianti e analisi sul linguaggio usato nella comunicazione odierna, nonché dissezioni sulle insidie celate nei social e nelle chat per incontri. Il libro indaga la complessità di un’esperienza di vita: dapprima sconcertante e poi riconosciuta come richiamo dell’anima ad adempiere la Sua missione. La narrazione audace e ribelle, accompagna il lettore nei rapimenti vissuti dallo scrittore nell'infanzia verso la dimensione trascendente, e poi nell’adolescenza con l'iniziazione alla sensualità, e infine nell’età adulta, impregnata di sostanza invisibile ed esoterica, di stordimenti passionali congiunti al rapimento sensoriale. Come uno scoiattolo della penna, l’autore raggiunge vette di consapevolezza con istinto naturale e poi scende verso abissi d’ombra con giocosa leggerezza.

“La nudità dell'anima” è un sipario aperto sul dialogo come incessante veicolo di crescita, dove il conflitto diventa uno strumento creativo, detonatore di relazioni più evolute. L’autore, a teatro di sé stesso, percorre con autenticità gli scambi di vita tra persone, ora intimi ora superficiali, ora di persona ora attraverso i social network. Su questo palcoscenico si mettono in scena commedie esilaranti o brutali drammi. Gli attori comunque non sono mai neutri e non lo è il veicolo comunicativo, questo sembra suggerirci l’autore, che talvolta spiazza il suo interlocutore con l’ironia e la vena di follia che contraddistinguono il suo spirito di ricerca. La parola è protagonista, poiché detiene un forte potere: può scavare canali che uniscono o determinare fenditure laceranti, guidare a nuove consapevolezze o manipolare subdolamente. Questo diario esperienziale consente al lettore di diventare spettatore dei trionfi e degli abissi relazionali dell’autore, in cui immedesimarsi senza identificarvisi. Il libro diviene così uno strumento di presa di distanza che facilita la chiara visione: allontana il giudice interiore, svelando i meccanismi che sottendono alle relazioni.

L’opera è un diario intimo dal sapore esistenzialista, misticheggiante ed esoterico, che racconta l’iniziazione dell’autore ai misteri più profondi dell’esistenza e culmina in una notte buia dell’anima da cui il protagonista dovrà trovare via di uscita. Il libro ci accompagna altresì nel processo interiore compiuto da Armando, volto ad accettare e amare la propria identità omosessuale, proponendo nuovi cardini di interpretazione sulla complessa realtà del mondo LGBTQ+. Coprotagonista è Videha, severa insegnante di cui Armando fu allievo durante sei durissimi anni di apprendistato. “Chi vorresti essere fra dieci anni?”, gli chiede l’istruttrice durante un’ustionante seduta individuale. Armando inizierà dunque un viaggio al cardiopalma alla ricerca della risposta, ed il lettore, per effetto osmotico, verrà sospinto a porsi le stesse cruciali domande sulle questioni cardine della vita, con cui l‘autore dovrà giocoforza confrontarsi durante il catartico viaggio intrapreso. “L’Indicibile di me stesso” è un potente invito a guardarsi dentro, ad amarsi in tutti i propri aspetti e a riconsiderare l’esistenza attraverso prospettive che insegnano a diventare artefici del proprio destino.

Un diario ad alto voltaggio, un inno alla libertà di essere se stessi in cui l’autore, con coraggio e grande spirito di condivisione, ci rende partecipi della sua realtà nuda e cruda. Il libro è un'onda di luce che passando illumina aspetti di sé e del lettore con una forza assoluta e insuperabile: la verità. La densità del racconto ci invita a uscire allo scoperto, a sperimentare l’oscurità che prepara alla luce, a liberarci del senso di colpa e scardinare il sistema dell’apparire per lasciare spazio all’essere. Il protagonista ci prende per mano, mostrandoci come acquisire la possibilità di dirigere la nostra vita nella direzione auspicata, grazie a un efficace stile narrativo in cui ogni vicenda è sottoposta al vaglio di molteplici interpretazioni psicologiche e spirituali, le quali indicano le infinite possibilità creative racchiuse nella coscienza consapevole. L’opera è un potente invito ad abbandonare la fuga da se stessi, per ricominciare daccapo e creare intenzionalmente il proprio destino.

"La vita muta" è un romanzo che affonda le proprie radici nel sogno, dipanando una trama dai connotati reali, in cui gli eventi, a partire da una comprensione letterale, sono continuamente trasferiti in una dimensione mitica. Punto di partenza è l’indagine su un caso di omicidio, tramite gli indizi che la protagonista Chiara trova disseminati in una biblioteca. L’azione conduce poi su un'isola, luogo del possibile e della relazione contrastata tra la donna uccisa e un musicista. Storie d’amore s'intrecciano ai rapporti di forza e a dinamiche complesse tra genitori e figli. La forza della narrazione compie un sortilegio: i destini dei protagonisti mutano attraverso la rilettura della loro storia. Riconoscendo il mito che incarnano, possono cambiarne il finale. L'opera è al contempo un tentativo riuscito di rielaborazione del mito stesso, alla luce del processo di individuazione junghiano e della psicologia archetipica di James Hillman, di cui si nutrono i protagonisti per trovare Redenzione e senso ultimo.