Cue Press: I SAGGI
Più stelle che in cielo. Il libro degli attori e delle attrici
Goffredo Fofi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 216
Nell’epoca odierna in cui i «divi» sembrano in via di estinzione e la fortuna delle star di Hollywood è spesso fugace, le stelle del passato risplendono più che mai. Marilyn, Ava Gardner, Ingrid Bergman, ma anche Bruce Lee, Marlon Brando, Peter Sellers: miti di ieri, che brillano ancora ai nostri giorni. Stilando i ritratti di decine di attori, Goffredo Fofi, lungo le pagine del libro, racconta con ironia e arguzia i miti e i sogni, i disagi e le insicurezze della nostra società attraverso centinaia di film. Una galleria di gustosi anedotti e mirabili descrizioni in cui protagonisti del cinema del passato come Massimo Troisi, Anna Magnani, John Garfield, James Dean e Montgomery Clift, escono dalla polvere del grande schermo e tornano in vita.«Li ho visti tutti questi film? Sì li ho visti tutti.» Goffredo Fofi.
Antologia del grande attore
Vito Pandolfi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 420
Dopo il tramonto della commedia dell’arte, si apre il secondo grande periodo del teatro italiano, in cui il grande attore emerge come personalità dominante, intrepretando sia i classici, sia i drammi della nuova letteratura straniera: da Metastasio e Alfieri si passa a Pellico e Niccodemi, fino alla riscoperta di Shakespeare, a Verga e Pirandello. Dal Modena alla Duse, da Salvini a Zacconi, lo spettacolo teatrale italiano è improntato sui nuovi sentimenti di indipendenza e libertà. Sorse inoltre il teatro dialettale con i suoi grandi attori popolari in stretta relazione con il varietà (Viviani e Petrolini) e il cinema degli esordi (Fregoli, Musco, fino a De Sica e Totò). In questa antologia, composta da scritti di critici e degli stessi attori, viene rievocata un’epoca felice dello spettacolo teatrale, in cui campeggia il grande attore, figura che rispecchia e incarna i sentimenti, le convinzioni, gli atteggiamenti della nazione.
Cinema e teatro del Fronte Popolare. Negli anni Trenta del Novecento in Francia
Goffredo Fofi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 74
Il Fronte Popolare francese degli anni Trenta non è stato soltanto il tentativo di costituire una coalizione politica socialista come alternativa all’egemonia del capitale, ha rappresentato anche un inesauribile laboratorio culturale. Lungo le pagine del volume, Fofi rievoca con ironia, ma anche filologia storica, le tensioni e i sogni di quel breve ma intenso periodo. Al centro la vivace attività cinematografica e teatrale. Vengono così alla luce gli aspetti e le controversie di una parentesi politica e artistica che risulterà fondamentale per «il nuovo Rinascimento» dello scenario culturale francese del dopoguerra.
Introduzione allo studio del teatro francese
Gianni Poli
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 328
Dalle manifestazioni performative e testuali nel Medioevo, al consolidamento dell’impresa industriale ottocentesca, questo erudito saggio esamina le idee e i fatti dello spettacolo in Francia ricostruendone l’evoluzione tecnica e organizzativa e le prospettive artistiche e sociali. Il fenomeno è documentato cronologicamente in cinque parti, comprensive ciascuna di Panorama storico, Fonti e studi, Il luogo e lo spazio, L’evento e la messa in scena, L’attore, L’autore e il testo. Nella Premessa, le problematiche più complesse e controverse s’inseriscono nel dibattito attuale, con aggiornamento della terminologia e dei metodi della documentazione e della storiografia, riferite alle categorie culturali, linguistiche e socio-economiche. La coscienza della propria funzione riemersa nell’attore medievale evolve alla confluenza nella Renaissance delle arti (Dalle origini al 1548). L’idea d’un ‘teatro’ senza luogo deputato e d’origine ‘religiosa’, condivisa da una teoria evoluzionistica e secondo una visione teleologica, muta con le ricerche novecentesche sulle categorie di ‘sacro’ e di ‘profano’ e sugli eventi spettacolari reali. Le nuove ipotesi, debitrici verso discipline quali la sociologia e l’antropologia, la semiotica e l’informatica, valutano anche testimonianze extra-teatrali. La scena del popolo e il teatro dei potenti (1548-1680) studia le troupes itineranti nell’aspirazione a stabilizzarsi. Il sistema dei privilegi modella uno spettacolo al servizio del sovrano. L’esperienza esemplare di Molière valorizza lo statuto dell’attore e la funzionalità crescente dei luoghi teatrali. La richiesta di teatro gode delle condizioni economiche (Il gioco del teatro, dal Barocco all’Illuminismo 1680-1789) e su quest’arte assume rilevanza la riflessione teorica. Organizzazione ed estetica trovano sintesi in LeKain, attore-vedette. Dalla Rivoluzione all’Impero (1789-1815) documenta l’influenza dei mutamenti politici sul teatro usato come ‘giornale’ vivente, mentre le Arti appaiono funzionali al programma politico. Negli spazi della Città, l’arte d’élite cerca pubblici di massa, mutando topografia e generi. Talma si impone come vedette, monstre sacré che rivaleggia con l’Imperatore. Nell’Ottocento post-napoleonico (Teatralità industriale, dal dramma romantico al vaudeville, 1815-1887), arte e divertimento divergono in un Teatro specializzato e in uno oggetto di consumo. La tecnica produttiva e l’investimento finanziario conferiscono all’attore e all’impresario alto rango e nuovi ruoli sociali.
La figlia di Ibsen. Lettura di Hedda Gabler
Paolo Puppa
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 140
Hedda Gabler, protagonista del dramma omonimo ibseniano, è uno dei personaggi più controversi dell’autore norvegese e di tutto il teatro europeo fine Ottocento. È una donna malata di estetismo, piena di paure e di nevrosi, che si uccide per non restare vittima delle trame da lei stessa ordite e per liberarsi dalla terribile noia in cui soffoca. Non potendo realizzare la bellezza di cui delira, esce di scena brutalmente, mentre le sopravvivono i protagonisti del mondo quotidiano, angusto, ipocrita e piccolo-borghese. Hedda è un’eroina antipatica, dunque, che brucia i libri agli scrittori suoi spasimanti e vede quale massimo rischio per lei l’ipotesi di restare incinta. Donna sterile per eccellenza, priva di futuro, patetica e impotente, questo personaggio consente nondimeno una critica radicale della società del suo tempo e del teatro che la rappresenta, divenendo una sorta di simbolo angoscioso della morte dell’arte (anche teatrale) nella cultura organizzata su basi di massa, testamento luttuoso sull’impossibilità di essere autori e attori tragici nel salotto della chiacchiera e dell’intrigo. Lo studio ripercorre tutta l’opera ibseniana, sezionandola per temi fissi e per archetipi, dall’eroe dell'ascesi all’eroe della caduta nei sensi, dalla Valchiria, divoratrice d’uomini, alla Ninfa Egeria, al contrario umile e febbrile ancella dell’intellettuale, ritrovando in Hedda Gabler una paradossale sintesi di tali ruoli e nel suo torbido rapporto col padre una metafora cifrata sul mistero della scrittura.
Fantasmi contro giganti. Scena e immaginario in Pirandello
Paolo Puppa
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
pagine: 164
Una compagnia teatrale fallita, che vaga fuori dalla Città, che l’ha praticamente espulsa, alla ricerca di nuovi pubblici. La dirige un’attrice, Ilse, ossessionata dai fantasmi del Poeta, che per lei si è suicidato, e del personaggio di Madre, del testo poetico che si ostina a voler recitare. Il gruppo si imbatte, nel suo peregrinare, in una strana Villa, nascosta tra i monti, abitata da mostruose ed enigmatiche creature che si danno, la notte, a pratiche esoteriche di magia e a giochi oniroidi, per esempio quello di vedere sui muri interni proiettati i prodotti allucinati delle proprie fantasie. I due mondi si contrappongono, si riconoscono, si fondono per un attimo. Poi la compagnia, inutilmente invitata a restare per sempre nel misterioso Ospizio, riprende il cammino, per andare a rappresentare la Poesia davanti ai giganteschi lavoratori della Città Nuova. Qui Ilse verrà sbranata. Questa è la fabula dei Giganti della montagna, testo mitico-allegorico, mai terminato da Pirandello, testamento incompiuto, pieno di catastrofiche intuizioni sul futuro del teatro nell’industria culturale e nella società di massa. Questo studio intende decifrare le ambiquità contraddittorie del testo, leggendolo come una formidabile metafora del percorso che dalla scena teatrale porta allo schermo cinematografico, non solo all’interno dell’opus pirandelliano, ma entro gli orizzonti tragici-normalizzati della società novecentesca dello spettacolo.
L'ottobre teatrale (1918-1939)
Vsevolod Mejerchol'd
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
L’attività di Mejerchol’d nel periodo prerivoluzionario si divise tra i piccoli teatri sperimentali, dove portò avanti le sue ricerche sul movimento e sulle tecniche della commedia dell’arte, e i grandi teatri imperiali, dove diresse spettacoli celeberrimi come Don Giovanni di Molière o Un ballo in maschera di Lermontov. Aderì tra i primi alla rivoluzione del 1917 e cominciò subito la sua nuova linea di teatro politico («L’Ottobre teatrale», come lui stesso la definì) con spettacoli come Albe di Verhaeren e Mistero buffo di Majakovskij. Continuò la sua opera di regista rivoluzionario nel teatro che portava il suo nome: mise in scena classici (La foresta di Ostrovskij, Che disgrazia l’ingegno! di Griboedov, Il revisore di Gogol’) e contemporanei (II mandato di Erdman, L’ultimo decisivo di Viànevskij), suscitando ad ogni ‘prima’ polemiche furiose, attacchi e difese appassionate. All’attività di regista affiancò costantemente quella di insegnante, lanciando fra l’altro la famosa formula della biomeccanica, che accanto alle scenografie costruttiviste segnò un’epoca nel teatro immediatamente post-rivoluzionario. La prima parte del volume raccoglie gli scritti teorici, suddivisi in sezioni tematiche: interventi politici e polemici dei primi anni dopo la rivoluzione, scritti sull’arte dell’attore, sulla formazione e i compiti del regista e infine sull'edificio teatrale e la sua nuova struttura secondo le esigenze di uno spettacolo rivoluzionario. Nella seconda parte sono raccolti i materiali sugli spettacoli più noti o più documentati. Da questa serie di scritti, spesso del tutto inediti in Occidente, viene fuori una emozionante cronaca dal vivo: vent’anni di vita di un uomo che ha avuto un ruolo leggendario nella storia del teatro europeo del Novecento. Edizione riveduta e ampliata.
Dire luce. Una riflessione a due voci sulla luce in scena
Cristina Grazioli, Pasquale Mari
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2020
Il presente volume è la traccia di un dialogo tra riflessione sulla luce e la sua dimensione operativa, come naturale esito di un confronto che si è svolto nelle pagine di un’ininterrotta corrispondenza, e nella forma viva e condivisa di seminari e incontri. Due punti di partenza distinti che, nella loro rispettiva specificità, condividono lo stesso orizzonte. Due voci che, nella distanza, incrociano le stesse coordinate di riferimento, condensandole in dodici parole-mondi (Invisibilità, Materia, Scrittura, Polvere, Buio, Colore, Movimento, Voce, Trasparenza, Atmosfera, Botanica, Aria). Le riflessioni intrecciano rimandi puntuali al lavoro di scena e considerazioni di tipo storico-critico aperte su territori contigui alle arti performative come fotografia, cinema e arti figurative; uno sguardo che si posa a cadenza regolare su immagini che vengono proposte come parte integrante del tessuto discorsivo.
Il teatro di Verga
Siro Ferrone
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 222
Il volume ricostruisce la storia della produzione teatrale di Giovanni Verga, dagli esordi fiorentini (‘Rose caduche’) alle maggiori opere veriste (‘Cavalleria rusticana’, ‘La Lupa’) fino al discusso dramma ‘sociale’ (‘Dal tuo al mio’). La lettura dei testi procede secondo una scansione diacronica e illustra nello stesso tempo i principali territori drammaturgici abitati dallo scrittore (la Firenze del nascente teatro borghese, la Milano del ‘vero a teatro’), tentando di costituire un bilancio dei debiti e dei prestiti che legano l’opera verghiana alla storia del nostro teatro, con particolare riferimento alla fase ‘riformatrice’ di ‘Cavalleria’. L’analisi delle opere drammatiche si intreccia di pari passo con il riesame del più generale problema del linguaggio e dell’ideologia del Verga maggiore. Se di ‘Rose caduche’, l’opera ‘prima’, si approfondisce infatti il valore sperimentale in rapporto a ‘Una peccatrice’, analoga parentela si propone per i drammi del congedo rispetto al tormentato laboratorio della ‘Duchessa di Leyra’; mentre per ‘La Lupa’ si propone un esame comparativo tra l’originaria novella, il successivo libretto d’opera e il definitivo dramma in prosa.
I teatri di Pasolini
Stefano Casi
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 300
Pier Paolo Pasolini è stato studiato da molti punti di vista, mettendo in risalto ora la produzione poetica, ora la prosa e la saggistica, ora la cinematografia e l’impegno politico nel leggere il suo tempo. Ma il suo teatro è stato in genere ritenuto dalla critica qualcosa di minore. Stefano Casi si propone in questo volume di sradicare tale interpretazione, mettendo in evidenza la centralità del teatro nel pensiero e nell’opera dello scrittore, partendo dall’adolescenza friulana vissuta alla ricerca di una drammaturgia sperimentale e di una lingua nuova che la potesse reggere. Al di là dell’analisi minuziosa degli scritti, anche giovanili, destinati dallo scrittore alle scene e a un riesame minuzioso degli allestimenti, il volume mette in evidenza – attraverso una fitta serie di carteggi, appunti, note a margine e documenti autografi spesso inediti – l’autentica vocazione teatrale di Pasolini, rovesciando un luogo comune della critica. Introduzione di Luca Ronconi.
Café-chantant. Personaggi e interpreti
Rodolfo De Angelis
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 268
Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento numerosi caffè ospitano, su una piccola pedana e accompagnati al pianoforte, cantanti e attori. Ben presto caffè grandi e piccoli, ricchi e poveri, adottano quest’uso: si trasformano in caffè-concerto. Seguendo l’esempio francese, a partire dal 1890, nascono i primi cafè-chantant: si tratta di ampi e lussuosi locali con tavolini da caffè dove, senza alcun biglietto d’ingresso ma con consumazione obbligatoria dei migliori liquori internazionali, la sera si tiene spettacolo. Sono luoghi esotici con attrazioni, vedette e chanteuses. Se il teatro è sempre più la forma di spettacolo privilegiata dalla borghesia, vige il silenzio e le luci si spengono a inizio spettacolo per riaccendersi alla fine, il cafè-chantant ospita una folla chiassosa e rumorosa di spettatori e una varietà di artisti. Cantanti, attori, imitatori, numeri d’arte varia sono un richiamo per il pubblico, provengono da altri generi e si affermano qui, nei cafè-chantant. È il luogo dove tutto è spettacolo, gli artisti sul palco alla pari degli spettatori in sala. La scena del cafè-chantant sente e subisce, più di qualsiasi altro teatro, comportamenti, abitudini e mode del tempo, tanto da diventarne fedele specchio.
Le mie regie. Le tre sorelle
Konstantin S. Stanislavskij
Libro: Libro in brossura
editore: Cue Press
anno edizione: 2019
pagine: 246
Questa serie di capolavori raccoglie le note di regia in cui Stanislavskij ha fissato la sua interpretazione dei grandi testi čechoviani, divenendo un punto di partenza nella storia della regia. Libri fondamentali, inoltre, per capire le opere di Anton Čechov rappresentate all’inizio del secolo scorso. Se questi testi sono arrivati in Italia, lo si deve a Fausto Malcovati, che ha curato e tradotto i volumi, e a Franco Quadri, che li pubblicò per la prima volta con la sua Ubulibri. Nella sua analisi, Malcovati riesce a illuminare il complesso rapporto registico tra i due direttori del Teatro d’Arte, Stanislavskij e Nemirovič-Dančenko (drammaturgo lui stesso e fraterno amico di Čechov) e il contesto storico in cui queste opere furono prodotte. Nel confronto diretto tra testi e annotazioni, corredate dagli schizzi disegnati da Stanislavskij stesso e dalle foto degli allestimenti, è finalmente possibile ricostruire e visualizzare i famosi spettacoli del Teatro d’Arte, come furono interpretati al loro debutto a Mosca, più di cento anni fa. Un avvenimento culturale: la documentazione di un incontro storico alle origini di un nuovo modo di intendere il teatro.