Bollati Boringhieri: Saggi. Arte e letteratura
Storia della letteratura come provocazione
Hans Robert Jauss
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 288
Nella Francia del 1857 uscirono due romanzi di adulterio borghese in provincia che ebbero diversa fortuna: Madame Bovary di Gustave Flaubert e Fanny di Ernest Feydeau. Con tredici edizioni nell'arco di un anno, il secondo furoreggiò presso un pubblico avido di licenziosità poetizzata e ridotta a cliché, mentre il primo all'inizio fu compreso da pochi e menò scandalo per lo stile impersonale e non giudicante, che un critico di allora paragonò a una macchina da narrazione di puro acciaio. Ma proprio l'incertezza di giudizio in cui lasciava i lettori, inceppando in loro l'ovvietà di una riprovazione morale secondo convenzione, contribuì in seguito a consacrare Madame Bovary come punto di svolta nel romanzo e finì per archiviare il trionfo di Fanny tra le pagine ingiallite dal tempo. La vicenda appartiene alla folta casistica che Hans Robert Jauss, il maggior esponente della Scuola di Costanza, discute in questo libro, uno degli atti costitutivi della teoria della ricezione. Qui incontriamo, nel vivo del loro definirsi, i concetti di orizzonte d'attesa, soglia epocale ed efficacia, poi entrati nel lemmario di chi riflette sul fatto letterario. In un periodo di auge della scienza del testo – gli anni sessanta del secolo scorso –, quando le nozioni di forma, sincronia, struttura, sistema sembrano spodestare del tutto una storia della letteratura ormai in declino, Jauss la rimette provocatoriamente in campo, al di là di ogni schematismo annalistico, intenzione monumentale o dispiegamento antiquario. La storicità dell'opera viene in evidenza solo attraverso l'interazione dialogica tra produzione e fruizione, autore e pubblico, e il suo carattere artistico si commisura al mutamento d'orizzonte richiesto dalla sua ricezione. Se ci si limita a vellicare le esigenze estetiche del gusto abituale, insomma, non ci si può candidare a Madame Bovary.
La fede negli astri. Dall'antichità al Rinascimento
Fritz Saxl
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2016
pagine: 528
Per Saxl, come già per Warburg, l'astrologia (e l'iconografia astrologica) occupa un posto centrale nella storia della tradizione classica, poiché le antiche divinità, travolte come tali dal crollo del paganesimo, sono però sopravvissute nel Medioevo non solo come nomi dei pianeti (o dei giorni della settimana), ma anche come simboli di altrettante "essenze", e del loro influsso sugli uomini e la loro vita. Il cristianesimo non aveva nulla da sostituire all'antico sistema astrologico, con la sua pretesa universalizzante di spiegare e prevedere i destini dell'uomo e il carattere di ognuno: tramandata (ma anche osteggiata) come una sapienza in sé chiusa e coerente, l'astrologia conservò quindi, quasi in un bozzolo, frammenti dell'antica scienza e dell'antica mitologia. Le strade di questa storia, che Saxl ripercorre con dominio delle fonti e delle immagini più disparate, portano da Babilonia al Rinascimento italiano attraverso tappe molteplici, fra cui hanno un posto specialissimo i greci e gli arabi. Passando per luoghi e culture così diversi tra loro, le figure degli dei e delle costellazioni vengono in più d'un modo ripensate, e perfino stravolte, ma restano pur sempre riconoscibili e per così dire "pronte al recupero" fino a comporre per la cultura occidentale un sensibile e ricchissimo deposito di memoria storica.
La sopravvivenza degli antichi dei. Saggio sul ruolo della tradizione mitologica nella cultura e nell'arte rinascimentali
Jean Seznec
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2015
pagine: XXIX-464
Oggi sappiamo che le divinità pagane non sono mai morte. Che l'idea di una rinascita quattro-cinquecentesca dell'antico pantheon dopo secoli di eclisse è tanto trionfale quanto priva di fondamento. Se la storiografia artistica ha riannodato i legami tra Medioevo e Rinascimento è merito soprattutto di un giovane studioso che nel 1940, in piena guerra, ha dato alle stampe questo saggio ai tempi assolutamente pionieristico, in cui lo schema oppositivo morte-resurrezione lascia il passo al principio continuista della sopravvivenza. Nel suo «libro di giovinezza», dal ricchissimo corredo illustrativo, Jean Seznec ha profuso infinite ricognizioni di miniature, scritti astrologici, enciclopedie, trattati e monumentali cicli figurativi, documentando come durante il lungo transito medievale gli dei dell'antichità avessero conservato attributi riconoscibili, nonostante l'iconografia barbarizzata e cristianizzata. Fossero sopravvissuti, insomma, alla stregua di «incarnazioni di idee». Con l'arte rinascimentale quelle divinità ripresero il loro lontano aspetto. Sulle pareti e nelle volte dei palazzi, o nelle cupole delle cappelle, i contenuti ancora vivi si ricongiunsero alle forme precedenti: irriducibile alla pura funzione decorativa, un intero «universo di dei planetari, di eroi e di allegorie» reclamò la propria ascendenza. E fino a Seznec serbò il segreto del proprio debito nei confronti del Medioevo. Presentazione di Salvatore Settis.
L'invenzione della natura selvaggia. Storia di un'idea dal XVIII secolo a oggi
Franco Brevini
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2013
pagine: 438
Gli antichi "sentivano naturalmente", noi invece "sentiamo la natura". Alla fine del Settecento una sensibilità nuovissima, inaudita, trova un emblema nelle parole di Schiller. Perduta per sempre la naturalezza fusionale che stringeva i nostri avi al loro ambiente di vita, percepiamo la distanza che separa la civiltà dallo sconfinato e dall'inesplorato che le si ergono di fronte, esercitando una fascinazione prima sconosciuta. La natura selvaggia nasce allora, e assume subito i contorni del mito. Certo, è vecchia quanto il mondo, ma va in scena solo con la modernità, quando viene plasmata come costruzione culturale. Muraglie di ghiaccio, forre paurose, montagne svettanti, acque abissali che ribollono di tempesta sono tenute a battesimo soprattutto in epoca romantica da scrittori, pittori e filosofi, e continuano a proiettare il loro sublime artificio sull'esotismo di massa, sui viaggi estremi offerti in pacchetti dalle agenzie, sull'ecoturismo di nicchia, sull'avventura no-limits. Tra coloro che ripercorrono da studiosi quell'universo mille volte descritto e idoleggiato, pochissimi possono dire di averlo anche esplorato sul campo. Uno di loro è Franco Brevini, letterato di lungo corso e viaggiatore con una predilezione per le condizioni-limite. E ancor più rara è l'efficacia della sua scrittura, che contrappunta la riflessione intorno alla wilderness, all'ecologia e all'etica ambientale con l'esperienza diretta dei cinquemila, dei paesaggi boreali o del Borneo.
Tra due linguaggi. Arti figurative e critica
Pier Vincenzo Mengaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2005
pagine: 144
Si può spiegare a parole un quadro, una statua, un monumento architettonico? In che modo la scrittura gareggia con la cosa descritta? A quali procedure retoriche e risorse stilistiche attinge la descrizione di un'opera d'arte e che cosa la distingue dalla descrizione letteraria di un paesaggio? Tutti interrogativi a cui sono state date risposte diverse da filosofi, storici dell'arte, estetologi e critici. Mengaldo entra nel vivo della questione attraverso una fittissima campionatura di critici figurativi degli ultimi tre secoli, convocando Denis Diderot, Jacob Burckhardt, Erwin Panofsky, Emilio Cecchi, Roberto Longhi.
Elogio dell'imprecisione. Percezione e rappresentazione
Giovanni Garroni
Libro: Copertina morbida
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2005
pagine: 176
È proprio vero che per capire un'architettura, ma anche un oggetto qualsiasi, una forma, la precisione descrittiva è l'elemento determinante? La precisione è la condizione per capire il senso delle cose. Eppure essa, da sola, spesso non ci spalanca le porte del significato. Esso resta in parte celato dentro le cose e le rappresentazioni delle cose. Questo studio cerca di evidenziare un aspetto della comunicazione che architetture, oggetti, forme mettono in campo: l'imprecisione della definizione della loro immagine. Ciò che c'è di indeterminato negli oggetti costituisce quel bordo ambiguo che permette le sovrapposizioni, le allusioni e anche le confusioni.
L'autoreverse dell'esperienza. Euforie e abbagli della vita flessibile
Filippo La Porta
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2005
pagine: 150
Se l'esperienza è esposizione al dolore, alla noia, al tempo morto della passività e alle loro conseguenze irreversibili, la nostra vita quotidiana sembra averle preferito un surrogato artificioso, una simulazione meno vulnerabile. Siamo immersi nell'euforia dell'interazione controllata, dell'autoriferimento senza pathos, dell'atrofia dei sensi come garanzia anestetica. Attraverso lo scrutinio della letteratura e del pensiero critico contemporanei, La Porta ci riavvicina alle ragioni antropologiche ed etiche di un'esperienza possibile: il contrario del comodo "autoreverse" che ci allestisce il rumoroso teatrino della cultura nazionale, abitato da postavanguardie conformiste e da fatui eversori sedotti dall'esistente.
Treni di carta. L'immaginario in ferrovia: l'irruzione del treno nella letteratura moderna
Remo Ceserani
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2002
pagine: 312
Dall'irruzione della vaporiera nelle letterature romantiche europee all'esaltazione futurista che fa del treno uno dei simboli della modernità, la ricerca di Ceserani offre, attraverso l'analisi di una scelta di testi delle letterature europee, una ricostruzione dell'immaginario individuale e collettivo.
Gadda e il barocco
Robert S. Dombroski
Libro
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2002
pagine: 148
Secondo Dombroski, che fornisce qui una inedita interpretazione dell'opera di Carlo Emilio Gadda, l'immaginazione barocca dello scrittore italiano è collegata con i principali orientamenti intellettuali contemporanei, e in particolare con quelli che, abbandonata la concezione di un mondo esterno razionale, adotta quella di un mondo in sé creativo, un mondo non strutturato in modo lineare, ma secondo piani frammentari. Il 'barocco' che Gadda vede in natura e che egli riproduce nei testi è un mondo di questo genere. In altri termini in Gadda la ricerca della profondità fa tutt'uno con l'esigenza di scandagliare la complessità del reale.
La leggenda dell'artista. Un saggio storico
Ernst Kris, Otto Kurz
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 1998
pagine: 176
In un libro che avrebbe fatto la delizia di Teofrasto, tanto ricca è la documentazione aneddotica che la sostanzia, Kris e Kurz si mettono sulle tracce dei caratteri genetici e determinativi della figura dell'artista, non solo nella civiltà occidentale, trovando nelle varie epoche e paesi consonanze sorprendenti. Campo d'indagine e banco di prova dell'analisi è appunto la tradizione aneddotica, che per l'Occidente risale almeno a Duride di Samo, discepolo di Teofrasto, e scende fino alle grandi raccolte biografiche settecentesche. Una tradizione che - mostrano gli autori - si svolge intorno ad alcuni poli fondamentali, ove si tendono a mettere in luce ben determinati aspetti della vita e della personalità dell'artista: umile origine, intervento di un caso fortunato, autodidattismo nativo, estro incontenibile. L'artista è anzitutto un "enfant prodige" baciato dalla sorte, estraneo ma innalzato dal basso al sommo della piramide sociale. E la sua è la vita bizzarra, trasgressiva di un bizzoso: che sceglie a volte la miseria, e a volte è adulato dai potenti; dipinge assorto nelle città assediate e s'immerge in zuffe coi rivali, in beffe al pubblico; è geloso delle sue opere e per un nulla le distrugge; lavora con foga incredibile, come Tintoretto, o si adagia nella contemplazione, come Leonardo. Insomma, la vita di un personaggio da leggenda che, nella varietà e imprevedibilità delle sue reazioni, racchiude e cristallizza il mistero di quella particolarissima forma di magia che è la creazione d'immagini.
La valigia senza manico. Arte, design e karaoke. Conversazione con Francesca Alfano Miglietti
Enzo Mari, Francesca Alfano Miglietti
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2004
pagine: 100
"Nella maggior parte delle sue opere, Enzo Mari esplora, con consapevole vena romantica, le tensioni di un immaginario che sceglie i materiali per le loro simbologie e i loro caratteri allusivi. Un universo che nasce dall'immaginario collettivo, sicuramente colto, l'immaginario di un artista da sempre controcorrente". Si intuisce nelle opere e nei progetti, che per Enzo Mari le immagini non rappresentano il mondo: lo creano, nella consapevolezza di un complesso gioco di forme e di significati, per il quale la qualità della forma è qualità del linguaggio e la qualità del linguaggio è qualità politica". (Dall'introduzione di Francesca Alfano Miglietti)
Un dialogo ininterrotto. Interviste 1952-1994
Franco Fortini
Libro: Libro in brossura
editore: Bollati Boringhieri
anno edizione: 2003
pagine: LI-803
Mi sono voluto distinguere e separare, anzi increscere alla mia età; e mi auguro di esserci riuscito. Se il "sentimento di inappartenenza", ribattuto come un punto d'onore per una vita intera, ha avvolto Franco Fortini in un alone quasi leggendario di asprezza e curiosità, lo ha anche condotto a praticare, forse più di ogni altro, lo stile intellettuale del dialogo. Nel fragore artefatto di quella che chiamava la "corruzione comunicativa", la sua voce ha tenuto fermo alla politicità del dire, si trattasse di etica o di lirica, di teoria letteraria o di religione, di autobiografia o di società. E' intervenuto sulla grande stampa, su riviste, su fogli durati una stagione, mentre i tradizionali interlocutori collettivi, ossia partiti, gruppi e movimenti, mutavano pelle o si estinguevano. Quanto fosse dialogica la voce monologante di Franco Fortini lo testimonia la stupefacente massa di interviste - spesso introvabili, e qui raccolte per la prima volta - con cui si è ostinato a "dare un senso al presente" , prendendo partito di fronte alle urgenze della storia, scuotendo le apparenze di politica e cultura, chiosando la sua attività di poeta e saggista, raccontandosi asciuttamente, senza compiacimenti introspettivi e senza sconti.

