Audino: La buona politica
Per fare il sindaco. Idee, storie e strumenti
Valentino Castellani, Matteo Bagnasco
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2014
pagine: 110
Valentino Castellani è stato uno dei protagonisti di una stagione in cui i sindaci hanno svolto un ruolo centrale per il rinnovamento del Paese. Stimolato dalle domande e dalle riflessioni di Matteo Bagnasco, in questo libro fa emergere il racconto di un mestiere ricco e appassionante ma impegnativo dal punto di vista umano e professionale. Attraverso testimonianze che arrivano dalla storia di Castellani ma che chiamano in causa anche altre esperienze, il dialogo affronta i seguenti temi: come si costruisce un programma di governo, quali sono i collaboratori più importanti nella squadra, perché un sindaco deve saper guardare ben oltre i confini della propria città, come relazionarsi con i poteri della città, quale forme di partecipazione dei cittadini e della cosiddetta "società civile" sono possibili, come riuscire a vivere ancora una propria dimensione privata. Un libro che vuole raccontare il mestiere del sindaco: quali tecniche e strategie bisogna imparare a conoscere o, meglio, quali ferri del mestiere è necessario imparare a maneggiare, quale la cassetta degli attrezzi a disposizione, quali le insidie più pericolose, quali gli inciampi più frequenti, quali le prove a cui irrinunciabilmente si è sottoposti, anche da un punto di vista umano ed emotivo. Un libro rivolto a quanti (tutti) un sindaco ce l'hanno e vogliono provare a capirci di più, ad avvicinarsi al suo mondo; ma anche, perché no, a chi in cuor suo vuole farlo il sindaco, che sia di una grande città o di un paesino.
Voglio il mare non una pozzanghera. Conversazioni su PD, buona politicca e un'altra idea di mondo
Laura Puppato, Daniela Brancati
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2013
pagine: 94
Questo libro è una conversazione a distanza fra la protagonista - Laura Puppato -e una giornalista - Daniela Brancati - che ne coglie l'originalità nel panorama politico italiano. Puppato è una outsider rispetto al sistema e ne combatte a viso aperto le storture e le distorsioni. Scomoda e amata, si racconta partendo dagli esordi come rappresentante degli studenti fino ai giorni più vicini a noi intrecciando la storia italiana con quella locale. Oggi Laura è arrivata al Senato della Repubblica, ma si sente ancora (come quando alle primarie del centro-sinistra sfidò Bersani, Renzi, Tabacci e Vendola) la rappresentante di "un'altra idea di mondo" rispetto al pensiero dominante fra i big del suo partito - il PD. Convinta che il nostro Paese si possa davvero cambiare, anche grazie a un diverso sguardo femminile, a chi le chiede: "Che ci fai ancora in quel partito? ", lei risponde: "Che ci fai tu fuori". Ne esce lo spaccato di una donna in politica. Una nativa del Partito Democratico (non ha mai militato in altri partiti prima) con un progressivo avvicinamento alla politica attraverso il volontariato e la battaglia civile. Qualcuno oggi la iscrive al partito dei "dissenzienti", ma Puppato rifiuta questa etichetta, così come, per la verità, rifiuta tutte le etichette.
Strade parallele (la scuola, la vita). Dialogo tra un insegnante degli anni '70 e uno studente di oggi
Fiorenzo Alfieri, Leonardo Menon
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2013
pagine: 162
In Italia la scuola superiore disperde, prima della conclusione del suo corso, quasi uno studente su quattro, e (cosa ancora più grave) non piace all'80% dei ragazzi che resistono alla dispersione. Il senso di estraneità degli studenti italiani nei confronti della loro scuola (le "strade parallele") è un'emergenza politica: perciò ci troviamo in questa collana. Il libro vuole rivolgersi a tutti - insegnanti, famiglie, studenti, comuni cittadini - con un linguaggio semplice e diretto, per sollecitarli a capire e possibilmente ad agire per cambiare la situazione esistente. Non si limita a toccare temi di carattere generale, ma entra nel vivo della didattica considerando anch'essa questione di primaria importanza politica, malgrado la sottovalutazione di cui soffre nel nostro Paese. Tra gli anni '60 e '70 un giovanissimo Fiorenzo Alfieri faceva il maestro elementare in una scuola della periferia operaia di Torino, applicando (insieme ai suoi colleghi del Movimento di Cooperazione Educativa) tecniche didattiche che hanno avuto successo con gli alunni e con le loro famiglie. In seguito, ha continuato a occuparsi di educazione come dirigente scolastico e come amministratore della sua Città. Ora, non più impegnato in prima persona, ha proposto al nipote Leonardo, studente di seconda liceo scientifico, di dialogare con lui sulla scuola reale. Ne è nata una sorta di dialogo socratico che offre una diagnosi della situazione né reticente né catastrofista, affiancata da proposte concrete.
Il potere delle fondazioni
Giorgio Arfaras
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2013
pagine: 79
Dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, emerso a inizio 2013, qualcuno ha riscritto così la celebre frase di Brecht contro le banche: "Che cos'è una rapina in banca di fronte alla fondazione di una banca?". Ma lo scandalo è davvero colpa delle fondazioni bancarie finite in mano alla politica? È davvero nelle fondazioni stesse l'origine della corruzione e della malversazione? In questo libro Arfaras cerca di smontare la faciloneria con la quale si tranciano giudizi sommari e prova a sbrogliare la matassa, analizzando anche quanto avviene nelle banche europee. Quando e perché le fondazioni bancarie sono nate, come funzionano e come dovrebbero funzionare, se sia vero che la privatizzazione delle banche avviata nel 1990 è servita soltanto a portare le stesse sotto il controllo della politica, cioè delle forze politiche dominanti nei singoli territori. Un'analisi sulla presenza della "politica", sulla gestione dei fondi per le erogazioni e per gli investimenti sul territorio, sulle capacità gestionali teoriche e pratiche di questi anni, sul rapporto condizionante con il debito pubblico italiano da un lato e la pressione delle direttive europee dall' altro.
Una città aperta
Gianni Borgna
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2013
pagine: 131
Quindici anni di grandi trasformazioni culturali avvenute a Roma sotto la direzione di Gianni Borgna, assessore alla Cultura durante le giunte di Rutelli e Veltroni. Cos'era Roma prima del 1993, anno in cui si insediò la giunta Rutelli? Dopo le iniziative genialmente "effimere" di Renato Nicolini l'inventore dell'Estate romana, imitata da tutte le città italiane -, Roma, tornata alle giunte centriste e sprofondata nel commissariamento, era diventata una città amorfa incapace di promuovere cultura. La nuova giunta di centro-sinistra dà vita a strutture culturali necessarie e soprattutto permanenti. Dal progetto dell'Auditorium di Renzo Piano al sistema bibliotecario e museale alla creazione di spazi espositivi come le Scuderie del Quirinale, il MACRO, il nuovo Palazzo delle Esposizioni, il MAXXI. E poi i teatri di cintura nelle periferie, la Notte bianca, la Festa della Musica e quella del Cinema: Roma tornò a essere una città aperta al resto d'Europa e al mondo. Si parlò di "modello Roma" e di "new roman renaissance". Il racconto appassionato di questa lunga esperienza di governo dimostra come è possibile fare politica culturale in una grande città coinvolgendo tutti i cittadini e facendo del lavoro culturale un potente motore di sviluppo economico. Borgna nelle sue conclusioni prova poi a indicare dieci nuovi obiettivi da perseguire, per riprendere il cammino interrotto dopo la pausa della giunta di centro-destra di questi anni. Prefazione di Bertrand Delanoë.
Politicamente s-corretto. La sinistra dalla Bolognina a oggi nel racconto controcorrente di un protagonista
Emanuele Macaluso
Libro
editore: Audino
anno edizione: 2012
pagine: 96
Emanuele Macaluso, in quest'intervista con Peppino Caldarola, lontana dalla rievocazione memorialistica, svolge un esame critico della storia della sinistra in questi vent'anni che ci separano dalla grande crisi della Prima Repubblica. E se c'è una preoccupazione che veramente lo assilla è la tabula rasa fatta dal '92 in poi nei confronti della tradizione culturale delle grandi forze politiche che hanno costruito la democrazia in Italia. Perché questo, pare a Macaluso, è il motivo principale dell'inadeguatezza attuale delle classi dirigenti. Ripercorrendo questo cammino, l'autore affonda il bisturi proprio sulle pseudocertezze che hanno animato l'attività e l'iniziativa politica degli eredi, loro malgrado, del PCI. Questa classe dirigente post-muro di Berlino, trovatasi all'appuntamento con la storia cioè dimostrare di saper governare il paese, per la prima volta dal dopoguerra -, non ha saputo esserne all'altezza. Coetaneo e amico di Napolitano, entrambi appartenenti alla corrente "migliorista" del PCI - sempre sotto accusa di intelligenza col nemico per l'atteggiamento riformista e non velleitariamente rivoluzionario -, Macaluso, oltre a tracciare una ricostruzione puntigliosa e non conformista di questi anni, fornisce un esempio di analisi lucida e dettagliata degli errori del centrosinistra e dei suoi presunti alleati.
La vita che vorrei. Un confronto sul vissuto, la politica, il Paese che è stato e quello che potrebbe essere
Nichi Vendola, Lidia Ravera
Libro: Libro in brossura
editore: Audino
anno edizione: 2012
pagine: 111
Come governare una regione e come governare l'Italia, come fare dell'Europa un soggetto politico. Come dar conto che il mondo è due, le donne e gli uomini, come coniugare San Francesco d'Assisi con Giacomo Leopardi. Come scegliere la fraternità, come fare la rivoluzione senza spargere sangue, come ritrovare un senso collettivo, come nutrirsi del passato, vivere nel presente, lavorare per il futuro. Guardare da vicino uno dei leader di cui più si parla, e provare a confrontarsi senza preconcetti, senza parti assegnate, senza cercare riparo nell'astrattezza del linguaggio politico o nella facile retorica delle buone intenzioni. Una conversazione senza rete, senza scorciatoie elettroniche, due corpi in una stanza, quattro occhi, due voci. Condividere uno spazio, guardarsi in faccia. Questo è un libro che parla di una possibile buona politica, un dialogo tra un politico che ama la narrazione e una narratrice che vuole indagare la politica.
La città che non c'era. Un racconto molto personale del processo che ha rilanciato l'immagine e lo sviluppo di Torino
Fiorenzo Alfieri, Steve Della Casa
Libro: Copertina morbida
editore: Audino
anno edizione: 2012
pagine: 159
Chi torna a Torino dopo tanto tempo quasi non la riconosce più. Chi non c'era mai stato la considera una delle città più belle e vivibili d'Europa. Che cosa è successo? Ce lo raccontano due dei protagonisti di una metamorfosi che non si è verificata in nessun'altra città italiana. Il racconto ha inizio a partire dalla Torino operaia degli anni Settanta e si snoda fino ad arrivare alla Torino delle Olimpiadi e dei 150 anni dell'Unità d'Italia, quando tutto il mondo finalmente può conoscere una città diversa, elegante, capace di usare la cultura come un grande strumento di attrazione. Un filo rosso che unisce la Torino di Novelli, di Castellani e di Chiamparino, con al centro la volontà dei Torinesi di non accettare un declino che sembrava inevitabile. Il simbolo di quella volontà è il Piano strategico che il Comune nel 1998 propose di redigere in modo partecipato. Ne derivò una "narrazione" condivisa di un futuro possibile, in cui la novità più eclatante consisteva nella centralità assegnata alla cultura. Il "caso Torino" dimostra infatti, in modo lampante, che è sbagliato considerare la cultura un lusso da "tempi di vacche grasse". È la cultura la sola capace di produrre contestualmente bellezza e ricchezza. Ma questo è possibile solo se le iniziative culturali sono inquadrate in una strategia di sviluppo complessivo che dia loro giustificazioni e prospettive. Quello che è avvenuto a Torino potrebbe avvenire in ogni città italiana.
Per un programma di sinistra (ma forse anche di destra)
Anonimo PD
Libro: Copertina morbida
editore: Audino
anno edizione: 2012
pagine: 78
"Sono stato per una vita intera a sinistra, nella buona come nella cattiva sorte. Ho avuto ruoli di primo piano e ho vissuto periodi lunghi in un cono d'ombra. La partita fra me e la sinistra è pari e patta. Ho avuto e ho dato". Così si presenta il nostro autore prima di iniziare a descrivere il suo progetto di sinistra, teso a evitare che il suo partito oscilli, come lui dice, "tra la salita sui tetti e il desiderio di andare a braccetto con Casini", rischiando sempre più di essere subalterno sia alla sua sinistra che al centro. Il libro, nato come intervista e poi costretto a trasformarsi in testimonianza anonima, si apre con un documento in otto punti, che si conclude con un possibile programma per la crescita sostenibile, che potrebbe essere definito sia di sinistra che di destra. È questo è il paradosso. Dice l'Anonimo: "Ha senso dirsi ancora di sinistra? Con il cuore rispondo sì. Con la mente dico che per stare da quella parte bisogna avere il coraggio della ricerca in campo aperto. Le bandiere, per quanto gloriose, possono rappresentare l'ostacolo più grande per aiutare davvero chi ha più bisogno".
Nostalgia canaglia. Perché la politica torni passione. Gli errori che non dobbiamo ripetere
Franco Giordano, Peppino Caldarola
Libro: Copertina morbida
editore: Audino
anno edizione: 2012
pagine: 95
Ma è davvero morta la politica? Franco Giordano e Peppino Caldarola sono convinti del contrario e in un lungo viaggio, ricco di riflessioni sul passato, scrivono un breviario per la buona politica. Come si viveva nel Pci, le sue regole ferree ma anche la sua umanità e poi il dramma della fine di quell'esperienza con la scissione, che separò coloro che volevano rifondare il comunismo dai riformisti. Il dialogo procede senza indulgenze sul filo della nostalgia, ma con la presa d'atto dei ritardi della sinistra, dei suoi errori e dei suoi abbacinamenti. Per arrivare all'oggi, alla politica prigioniera delle nomenclature e commissariata dai "tecnici" al governo. Lo sguardo si fa spietato, ma si dirige curioso verso il mondo di cittadini che non smette di pensare in grande e non rinuncia a farsi protagonista di nuove sfide. La sinistra che Giordano e Caldarola sognano, da punti di osservazione diversi, deve farsi largo fra le sue macerie e i suoi valori non addomesticabili, perché, come scrive Umberto Galimberti nella Prefazione, "occorre quindi resistere alle sirene della nostalgia, e al tempo stesso non rassegnarsi al tramonto della politica che, nella sua essenza, è la prefigurazione di una società più giusta".