Vita e Pensiero: Punti
PNRR e formazione. La via della transizione ecologica
Pierluigi Malavasi
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2022
pagine: 152
L'Unione Europea ha risposto nel 2020 alla crisi pandemica con un programma per i Paesi membri di portata e ambizione inedite, ilNext Generation EU, che prevede investimenti e riforme per accelerare la transizione ecologica e digitale, migliorare la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori, conseguire una maggiore equità di genere, territoriale e generazionale. Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) approvato nel 2021, l'Italia può cogliere l'occasione, nell'ambito del programma europeo, di riprendere un percorso di sviluppo sostenibile e duraturo. A tutti gli attori che saranno coinvolti nella gestione del Piano compete la responsabilità tecnico-operativa e la testimonianza di valori civili che oltrepassino l'interesse individuale o di singole parti. La riuscita del PNRR dipenderà dalla tensione formativa con cui agiremo per la ripresa e la resilienza nel nostro Paese, alle cui fragilità dal punto di vista ambientale, economico e sociale si aggiungono le incertezze dello scenario internazionale. Si avranno concrete possibilità di ripresa e resilienza se riforme, missioni e interventi saranno diretti in modo efficace a disegnare il progetto di una società inclusiva e solidale, a ricostruire il patto educativo tra culture e risorse naturali. È la via della transizione ecologica per il futuro della civiltà umana.
The economy of Francesco. Il racconto dei protagonisti per una nuova economia
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2022
pagine: 104
Ideali, esperienze, proposte concrete e zero ideologie: ecco cos'è The Economy of Francesco, il movimento nato per "avviare processi" non per "occupare spazi". Protagonisti migliaia di giovani chiamati direttamente da papa Francesco a rinnovare il modo in cui concepiamo e viviamo l'economia. «Scrivendo di loro, condividendo iniziative e attività - ricorda Maria Gaglione - abbiamo visto nascere EoF: un ecosistema di persone e relazioni, cresciuto nella storia del nostro tempo come sentinella di una speranza non vana». I protagonisti di questo libro sono quindi loro, i giovani di EoF e le loro storie personali che si sono intrecciate negli ultimi due anni, in vista del nuovo summit globale ad Assisi. Andrea, Myriam, Charl, Olena, José Oscar e altri 21 testimoni in rappresentanza di tremila giovani da centoquindici Paesi di tutto il mondo: «Leggendo le storie di queste giovani economiste ed economisti, imprenditori, imprenditrici e change-makers - scrive Luigino Bruni nella Prefazione - forte è l'impressione di trovarsi in una nuova Mille e una notte, dove, anche qui, ogni storia termina nell'inizio della storia successiva». Le voci raccolte in questo volume sono anche un antidoto ai "fattoidi" prodotti dai media tradizionali e alle fake news che proliferano sui social. Perché sono voci, volti ed esperienze reali. Sono storie alle quali è possibile attribuire un significato, e grazie alle quali intravedere il senso di un processo come The Economy of Francesco.
La Parola e la cosa. Saggi sulla resistenza della poesia
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2020
pagine: 144
Non è vero che «la poesia non fa succedere niente», come scrisse il grande poeta W.H. Auden. La poesia salva le parole. La poesia ci accompagna verso il sacro, il mistero. La poesia è una chiave inimitabile per comprendere le varie epoche storiche. Allarga i nostri orizzonti, finanche all’eterno, come succedeva a Clemente Rebora. Sembra essere questa la conclusione a cui si arriva leggendo questa raccolta di saggi composti nel nuovo millennio, tutti firmati da poeti: Maurizio Cucchi, Roberto Mussapi, Franco Loi, Patrizia Valduga, Giuseppe Conte, Valerio Magrelli, che in particolare fa un affondo sul rapporto tra poesia e lettori, e Guido Oldani, che invece sale sul ring sempre aperto della poesia religiosa, e sul suo declino. Un declino già raccontato da Luciano Erba, che nel 2003 rifletteva sull’uscita di scena della poesia italiana dal mondo dei media. Una crisi alla quale non arrendersi, perché «lo studio dei testi poetici è necessario, essenziale, generativo», come sottolinea Alda Merini in un’intervista a tu per tu tra i fornelli di casa. Un tema che ritroviamo nel dialogo tra Mario Luzi, sull’orlo dei 90 anni, e Mussapi, che discutono non solo di poesia, ma anche di teatro e calcio. Perché la poesia è vita, «un punto di vista sul mondo», come scrive il critico Alfonso Berardinelli, che in chiusura del volume rilegge il Novecento attraverso la divina arte, con un’avvertenza: «la critica non spiega la poesia, ne parla a modo suo». Prefazione di Uberto Motta.
C'è dell'altro. Saggi su psicoanalisi e religione
Julia Kristeva
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2019
pagine: 156
Nuove malattie dell'anima, derive nazionalistiche e rifiuto dello straniero, secolarizzazione del pensiero e radicalizzazione della fede: sono le attualissime tematiche che Julia Kristeva affronta nei saggi qui raccolti, mettendone a fuoco di volta in volta aspetti diversi fino a penetrare nel cuore stesso del problema di senso dell'umano. Che sta nell'aver dismesso come ormai inutili quelli che invece continuano a essere i «costitutivi antropologici fondamentali»: il bisogno di credere e il desiderio di sapere. Il bisogno di credere non è solo l'origine di ogni religione, ma una necessità antropologica pre-religiosa e pre-politica. È l'investimento in un altro che mi riconosce e che riconosco, un 'credito' che fa esplodere quel desiderio di sapere, di porre domande, che anima la libertà di pensiero. È proprio nella ricerca di equilibrio tra bisogno di credere e desiderio di sapere che possono incontrarsi psicoanalisi e religione, l'una lasciandosi interrogare dalle questioni fondamentali che l'esperienza religiosa non cessa di frequentare, l'altra prendendo spunti dall'indagine psicoanalitica delle dinamiche umane e del rapporto con l'alterità. E dal riconoscimento di un comune terreno, si può partire per immaginare nuove strade che reinventino l'umanesimo e permettano di costruire «una passerella al di sopra dell'abisso, la sola che può proteggere - attraverso la diversità culturale diventata condivisibile - l'umanità stessa».
Educare robot? Pedagogia dell'intelligenza artificiale
Pierluigi Malavasi
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2019
pagine: 162
Educare robot? La domanda costringe a interrogarci su limiti e potenzialità di macchine e algoritmi o meglio sulle responsabilità delle nostre scelte, sui loro effetti. Dispositivi tecnologici sempre più sofisticati, autonomi e integrabili con il nostro organismo simulano capacità umane. Ciò che chiamiamo intelligenza artificiale segna la vita di ogni giorno e costituisce una sfida per il futuro della civiltà. Sfida e quindi incognite, rischi e opportunità. Educare robot significa coltivare le risorse creative e civili delle persone in contesti relazionali dove la connettività digitale è così pervasiva che risulta impensabile interpretarne le logiche senza un'adeguata consapevolezza pedagogica. Si tratta di educare al discernimento e comprendere come innovazioni radicali, di processo e prodotto, possano concorrere al bene comune per affrontare bisogni educativi e fragilità sociali, disuguaglianze e povertà. Una pedagogia dell'intelligenza artificiale sollecita a prendersi cura dell'umano. Chiama in causa genitori, insegnanti e coloro che si occupano di formazione come chi progetta, fabbrica e utilizza macchine 'intelligenti'. Per favorire la maturazione di una coscienza responsabile, per la generazione di valori e azioni eque e solidali. Prefazione di Maria Grazia Riva.
Scusi prof, cos'è il populismo?
Andrea Boitani, Rony Hamaui
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2019
pagine: 172
Uno studente universitario e una professoressa discutono, in un 'dialogo socratico', del populismo. I chiostri dell'Università Cattolica di Milano fanno da sfondo al loro intenso scambio di idee, in cui si avvicendano argomenti storici, economici, sociologici, politici nel tentativo di circoscrivere un fenomeno che si rivela sfuggente. Ideologia 'sottile', capace di combinarsi con altre ideologie 'piene' come il socialismo, il liberalismo o il nazionalismo, il populismo ha un'ampia dimensione storica (se ne trovano tracce in molte epoche, da Giulio Cesare in poi) e geografica (dal Sud America all'Europa). Spesso ha rasentato il totalitarismo e mantiene sempre un rapporto conflittuale con le democrazie rappresentative. Diversi sono i 'fattori di domanda' che spingono la gente a richiedere politiche di protezione (globalizzazione, diseguaglianze, crisi del welfare, flussi migratori), così come i 'fattori di offerta' che stimolano la nascita di leader carismatici, movimenti e partiti populisti. Il libro li affronta affidando al personaggio dello Studente le domande che tutti vorremmo porre sull'argomento e alla Prof il compito di spiegare con rigore scientifico ma insieme con disponibilità e passione civile questo fenomeno sempre più rilevante nella politica di oggi.
Apologia del rischio. Scrivere è una roulette russa
Ferruccio Parazzoli
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2018
pagine: 108
Un autore italiano riflette sullo stato della letteratura chiedendosi se la scrittura abbia ancora un senso, e quale, nella società di oggi. Una società senza più punti di riferimento, senza forma e volto, anonima e virtuale, che ha contaminato anche la narrativa. Lo scrittore pare infatti ormai adattato al linguaggio di massa, separato dalla propria identità più profonda, rinchiuso in un orizzonte unidimensionale senza più salti nella vertigine degli abissi né slanci verso le vette dell'alto del senso. Negli interventi raccolti in questo libro, Ferruccio Parazzoli non fa sconti alla narrativa italiana contemporanea, che ha appiattito la tragedia nella cronaca e si è accomodata nel cerchio del nichilismo debole, nel 'niente ha più senso'. Ma nello stesso tempo non rinuncia al «principio tenero della speranza» e, convinto che il linguaggio sia uno dei pochi modi di resistere al caos e al dolore, prova a indicare la strada di un riscatto. Una strada che parte dallo stimolo dell'inquietudine, del rischio, costante motore della scrittura; dalla ricerca della 'pallottola d'argento' che esplode, dopo tanti 'clic' a vuoto, nel 'bang' che dà valore e verità umana alla letteratura; dal desiderio di scoprire ciò che sta dietro la porta sprangata, «la porta che non aprimmo mai» dei Quattro quartetti di Eliot, «sul giardino delle rose». Prefazione di Giuseppe Lupo.
Ritorno ai classici
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: 103
Ha ancora senso studiare il latino e il greco oggi? La formazione scolastica conserva ancora un canone di riferimento? Silicon Valley sta prendendo il posto di Atene, Gerusalemme e Roma? E se sì, è un bene o un male? I saggi qui raccolti, scritti da autorevoli voci della cultura italiana, si misurano con queste domande, rese particolarmente pressanti dalla transizione accelerata della società occidentale. Gli studi classici, e in primis il liceo classico, istituito nel nostro Paese oltre un secolo fa, sono oggi presi di mira per la loro inattualità, per la ristretta specializzazione, per l'evidente sconfitta a opera del sapere scientifico nella guerra tra le 'due culture'. Certamente, il rischio di trasformare il latino e il greco in discipline esoteriche coltivate da un manipolo di 'iniziati' esiste, e viene denunciato non da ora; ma, dopo le chiusure degli ultimi anni del Novecento, si fa adesso strada con insistenza anche la consapevolezza, e addirittura la rivendicazione, dell'impossibilità di sbarazzarsi di un patrimonio che, quand'anche venisse estromesso dai programmi scolastici, resterebbe parte ineludibile di un'identità culturale, non solo italiana. E non deve stupire che questa fondamentale «utilità dell'inutile» sia sostenuta anche da importanti scienziati, che ritengono la cultura umanistica un imprescindibile strumento perché l'uomo possa 'leggere' le conquiste scientifiche e tecnologiche e, allenato dalla capacità di riflessione e dal pensiero critico, non ne venga solo dominato. Il 'ritorno ai classici' non è allora un'operazione nostalgica ma, al contrario, gravida di futuro. Il punto è che quel tesoro di sapienza dell'umano non rimanga precluso, che i valori condivisi vengano riscoperti e mostrati alle nuove generazioni, che l'accesso al sapere sia reso disponibile per tutti, in modi più creativi e attuali. Prefazione di Alessandro Zaccuri.
Scuole, lavoro! La sfida educativa dell’alternanza
Pierluigi Malavasi
Libro: Libro in brossura
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: 124
Far fiorire le scuole per generare lavoro creativo, libero e solidale: questa è la pedagogia che percorre il libro, un’alleanza per dare risposta a tanti giovani che si trovano in situazione di disagio e di esclusione, che non lavorano e non studiano. Sulla scia dell’innovazione legislativa che prevede l’alternanza scuola-lavoro, la sfida è di accendere il desiderio di imparare e l’avventura di insegnare. Nel curricolo del secondo ciclo di istruzione, includere moduli in cui gli allievi possano svolgere esperienze in contesti lavorativi reali presenta un carattere piuttosto inedito per la realtà italiana, richiede culture e scelte progettuali e organizzative non scontate nella nostra tradizione. Tra scetticismo e speranze, carenze organizzative e riscatto sociale, l’alternanza scuola-lavoro rappresenta uno degli ambiti più promettenti dove attuare progetti per il miglioramento effettivo delle istituzioni scolastiche e del mondo del lavoro, coinvolgendo famiglie, associazioni e imprese. Sapere e saper fare insieme per spezzare le catene della precarietà, dello sfruttamento, della disoccupazione. Cambiare la scuola, cambiare il lavoro!
Il tuffo nel pozzo. È ancora possibile fare del buon giornalismo?
Domenico Quirico
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2017
pagine: 88
Il giornalismo è morto? E, se è vivo, può essere ancora chiamato giornalismo? Uno dei nostri più bravi inviati in zone di guerra si interroga sul mestiere di dare notizie in questo tempo così veloce e spesso superficiale. Una professione che non solo cambia pelle, ma sta perdendo il suo senso e forse anche la sua etica. In una riflessione maturata a partire dall'esperienza personale Domenico Quirico svela senza sconti le cadute, le scorciatoie, il pressappochismo e a volte il cinismo che caratterizzano un settore sempre più alla rincorsa affannata dei lettori e sempre meno attento al racconto partecipe della realtà. Ecco allora il giornalismo del 'sentito dire', chiuso in redazione o anche nella finzione dorata degli 'alberghi dei giornalisti', vicini ma in realtà lontanissimi dalle zone d'azione. Un giornalismo fatto di collage di flash d'agenzia, notizie rintracciate su internet, articoli altrui scovati negli archivi. Un giornalismo travolto dall'immediatezza della rete e freddo, che si nasconde dietro le regole della neutralità. Invece, un altro modo di raccontare il presente è possibile, soprattutto il presente delle guerre, delle vittime, l'orrore, l'abbandono, scoprendovi squarci di umanità e anche di amore. Si tratta, dice Quirico, di 'tuffarsi nel pozzo', di annullare le distanze, di raccogliere su di sé l'odore terribile e vero della vita che, portato in superficie, diventerà racconto e storia, testimonianza che rimane e fa riflettere, muovere e commuovere.
La foresta e l'albero. Dieci parole per un'economia umana
Luigino Bruni
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2016
pagine: 96
Merito, efficienza, competizione, leadership, innovazione? Sono parole che appartengono al lessico economico, ma che hanno ormai valicato i confini del mondo del lavoro e della produzione per occupare tutti gli ambiti della vita. Di più, sono diventate una sorta di grammatica universale, di pensiero unico per esprimere virtù vincenti in tutti campi dell'umano. Eppure, quest'invasione di frasi, espressioni, slogan provenienti dal mondo delle imprese si rivela di una povertà incolmabile quando si tratta di accedere alle cose più profonde e vere della vita. E in tempi come questi, di crisi non solo economica ma anche antropologica, si avverte un'acuta indigenza d'espressione, che svela l'inadeguatezza di queste nuove 'parole d'ordine'. Il libro di Luigino Bruni torna allora ad altre parole, a quel patrimonio spirituale e civile che è stato dissipato e infragilito, se non addirittura messo al bando e rinnegato. Parole come mitezza, lealtà, generosità, compassione, umiltà, che esprimono virtù 'preeconomiche' e si rivelano essenziali alla piena fioritura umana. Non si tratta di un'operazione nostalgica: riscoprire queste virtù significa soprattutto far dire cose nuove alle vecchie parole, rigenerarle per andare incontro allo spirito del tempo e soccorrerlo. Perché anche la grande cultura aziendale ha bisogno dell'ossigeno di queste virtù che non è capace da sola di generare. Come una foresta, ricorda Bruni, vive di biodiversità, di tante specie diverse, oggi l'albero dell'economia, per tornare a crescere bene, ha bisogno più che mai di essere affiancato da tutti gli altri alberi dell'esperienza umana, da quelle antiche e rigenerate virtù che consentono lo sviluppo integrale delle persone, dentro e fuori il mondo del lavoro.
La tradizione e il sacro
Roger Scruton
Libro: Copertina morbida
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 2015
pagine: 97
Molto del pensiero europeo contemporaneo sembra incapace di accettare la propria eredità culturale, ripudiando come superati o ormai irrilevanti valori un tempo condivisi e sposando un atteggiamento ignavo per cui, nel nuovo ordine globale, ogni valore è uguale all'altro. Contro questo spirito di appiattimento e di negazione si batte Roger Scruton, pensatore inglese che volentieri si esprime anche al di fuori del mondo accademico, con interventi e articoli su giornali che uniscono alla lucidità dell'argomentare uno stile vivace e personale. I saggi raccolti in questo libro ne sono un riuscito esempio. Smascherando le polemiche antireligiose dei 'nuovi atei', infilati nel vicolo cieco dell'idolatria della scienza, Scruton ci riporta alla consapevolezza che la ragione non basta, che ci appartiene anche l'esperienza di un mistero che ci dà senso là dove si fermano le risposte scientifiche. Questa esperienza, che si manifesta più chiaramente nell'incontro con la bellezza e il sacro, si incarna, per noi, anche nella cultura europea, nei valori che sono la nostra eredità: il concetto di cittadinanza e di laicità della legge; la nazionalità come condivisione; la capacità di autocritica che permette la tolleranza; e infine il cristianesimo che tutto questo fonda.