Skira: Cataloghi arte contemporanea
Plessi sposa Brixia. Ediz. italiana e inglese
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 96
Le antiche vestigia della città di Brescia riscritte con l'alfabeto tecnologico e multimediale di Plessi. Il volume accompagna la grande mostra che la città di Brescia dedica a Fabrizio Plessi, caratterizzata da installazioni digitali, videoproiezioni e digital walls monumentali finalizzati a creare un percorso immersivo e coinvolgente di altissime tecnologie, luce, suono e immagini in movimento, specificamente dedicato alle vestigia e al patrimonio cittadino. Fabrizio Plessi è il pioniere della videoarte e delle videoinstallazioni in Italia ed è considerato protagonista internazionale delle ricerche sulle nuove tecnologie elettroniche e digitali e della new media art: dal 1968 a oggi ha sviluppato cicli coerenti e rigorosi dove centrale è il dialogo tra le potenzialità delle tecnologie elettroniche e digitali con il patrimonio della cultura materiale e immateriale, nel tentativo di indagare la persistenza dei valori del passato nel tempo attuale e quale eredità per il futuro. La storia dell'umanità, le vestigia e le tracce che questa ha lasciato nel tempo, le forme con le quali sono stati rappresentati e trasmessi il potere, la gloria, la bellezza, la vittoria, la morte, la salvezza, la speranza, l'analisi dell'immagine-icona e il problema della relazione tra opera e ambiente, il dibattito sul concetto di monumento, modernismo, post-umanesimo sono al centro dell'indagine di Fabrizio Plessi. Nell'ultimo triennio Plessi ha sviluppato un'indagine cruciale dove i colori dell'oro e del nero sono eletti quali vettori di un'ideale conclusione del processo alchemico e digitale degli elementi dell'Acqua, della Terra, del Fuoco e dell'Aria e dei Fondamenti della storia dell'uomo, in una cangiante messa in scena della trasformazione e della rigenerazione dell'arte quale manifestazione della cultura e dell'identità dell'uomo: un'indagine che si nutre, anche, di una profonda riflessione sulla Vanitas e sulla tragedia umana dell'ultimo periodo, causata dalla pandemia e dalle guerre.
Maurizio Donzelli. Spellbound
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 152
Un nuovo capitolo del progetto triennale "Una generazione di mezzo". Maurizio Donzelli (1958), artista bresciano, nato nella seconda metà del XX secolo e noto a livello nazionale e internazionale, è protagonista insieme a Paola Pezzi di questo nuovo progetto di "generazione di mezzo", sintetizzato nell'evocativo titolo "Spellbound". Spellbound, "incantato", "ammaliato": con questo termine, utilizzato da Alfred Hitchcock nel film omonimo del 1945 - in italiano "Io ti salverò" - si fa allusione agli stati psico-emotivi dei due protagonisti, ovvero l'uomo interpretato da Gregory Peck affetto da amnesia in seguito a un trauma e il personaggio della dottoressa interpretata da Ingrid Bergman, psicoanalista incantata dall'amore. Con questo termine si vuole così alludere sia a quell'incantamento che il riguardante ha nei confronti dell'opera sia all'incontro tra due artisti (Maurizio Donzelli e Paola Pezzi), caratterizzati da linguaggi differenti ma parimenti efficaci. Maurizio Donzelli si interroga sull'inizio del processo iconico e sulle modalità dello sguardo, andando a cercare nell'ornamentale i ricami e i filamenti della nostra stratificata geografia culturale e filosofica. Le sue opere sono enigmi di immagini latenti che affiorano e si immergono nelle stratificazioni del colore e del segno, attivatori del patrimonio iconico di ciascun riguardante: opere come laboratori, capaci di generare una efflorescenza di immagini che l'una sull'altra s'intrecciano, tra lontani echi e latenti principi iconici. La sua opera potrebbe così rappresentare il valore dello spazio come geografia e sconfinamento dello sguardo.
Paola Pezzi. Spellbound
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 144
Un nuovo capitolo del progetto triennale "Una generazione di mezzo". Paola Pezzi (1963), artista bresciana, nata nella seconda metà del XX secolo e nota a livello nazionale e internazionale, è protagonista insieme a Maurizio Donzelli di questo nuovo progetto di "generazione di mezzo", sintetizzato nell'evocativo titolo "Spellbound". Spellbound, "incantato", "ammaliato": con questo termine, utilizzato da Alfred Hitchcock nel film omonimo del 1945 - in italiano "Io ti salverò" - si fa allusione agli stati psico-emotivi dei due protagonisti, ovvero l'uomo interpretato da Gregory Peck affetto da amnesia in seguito a un trauma e il personaggio della dottoressa interpretata da Ingrid Bergman, psicoanalista incantata dall'amore. Con questo termine si vuole così alludere sia a quell'incantamento che il riguardante ha nei confronti dell'opera sia all'incontro tra due artisti (Maurizio Donzelli e Paola Pezzi), caratterizzati da linguaggi differenti ma parimenti efficaci. Paola Pezzi è l'alchimista dei materiali: oggetti di uso comune, scarti e rimanenze di materie povere e dimenticate nelle sue mani diventano rigogliosi oggetti plastici che affiorano dalle pareti. Le metamorfosi della materia raccontate dalle sue opere nascono dall'incontro tra la sapienza del gesto manuale, la lentezza della sapiente composizione concettuale e la poetica, ancestrale componente femminile evocata dalla tessitura e dall'intreccio che predominano nella prassi compositiva del suo lavoro. La sua opera potrebbe rappresentare il percorso della materia come gesto e traccia del fare.
Lorenzo Mattotti. Storie ritmi movimenti
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 224
"Lorenzo Mattotti: Storie, ritmi, movimenti" riunisce per la prima volta una larghissima selezione di quadri di grandi dimensioni, pastelli originali, schizzi preparatori, taccuini e affiche, realizzati dall’artista in relazione ai tre mondi della creazione artistica che da sempre ispirano il suo lavoro: il cinema, la musica e la danza. La monografia permette non solo di intraprendere un viaggio mozzafiato attraverso i colori materici e avvolgenti tipici dell’artista, ma anche di ripercorrere le tappe salienti della sua carriera, dagli esordi nella stampa underground italiana alle prestigiose collaborazioni internazionali. Suddiviso in tre capitoli principali, corrispondenti alle tre sezioni della mostra, il volume mostra anche la capacità di Mattotti nel trovare soluzioni originali e innovative per ogni ambito della creatività al quale si approcci, dimostrando il suo formidabile talento come illustratore, pittore, fumettista e regista. Questi tre capitoli sono presentati da un testo introduttivo della curatrice, Melania Gazzotti, seguito da un saggio dello scrittore e giornalista Marco Belpoliti che contestualizza l’opera di Mattotti dal punto di vista storico e artistico. Nella sezione dedicata al cinema (introdotta da un saggio di Charlotte Serrand, direttrice del Festival international du film La Roche-surYon) sono presentati oltre a illustrazioni e quadri anche i disegni degli storyboard realizzati da Mattotti come regista. La sezione dedicata alla musica analizza l’influenza della musica nel lavoro di Mattotti; è introdotta da un saggio di Emilio Varrà, direttore Associazione culturale Hamelin di Bologna, seguito da un testo del semiologo Daniele Barbieri sul rapporto tra musica e fumetto. La sezione dedicata alla danza è infine introdotta da un saggio di Gigi Cristoforetti, direttore Fondazione Nazionale della Danza Aterballetto, con il quale Mattotti ha più volte collaborato.
Not vital. Sculpture
Alma Zevi
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 468
La prima monografia interamente dedicata all'opera scultorea di Not Vital, uno dei più importanti scultori internazionali La carriera di Not Vital (Sent, Svizzera, 1948) si sviluppa in oltre cinquant’anni di attività e l’artista è considerato una delle voci principali e più radicali nel panorama della scultura contemporanea. Questa monografia offre una selezione estremamente ampia della sua produzione e fornisce un quadro illuminante di una carriera straordinaria, costituendo un imprescindibile punto di riferimento per chi vuole conoscere l’artista e le sue pratiche scultoree e architettoniche davvero uniche. Il volume è introdotto da un’analisi tematica dell’opera scultorea di Not Vital, suddivisa in cinque sezioni (La trasformazione; I sogni, le esperienze e l’identità; L’umorismo; La natura, gli animali e il folclore; La materialità e la scultoreità); questi temi vengono successivamente affrontati e ampliati per creare una sorta di narrazione. Il libro è scandito in dieci capitoli intitolati e definiti dai diversi luoghi in cui Not Vital ha vissuto e lavorato dalla sua nascita, nel 1948, fino alla fine del 2021. Segue il corpus principale dell’opera, costituito dal catalogo cronologico e descrittivo di 455 sculture, “SCARCH” e relative opere su carta; questa sezione centrale è accompagnata da un’ampia selezione di disegni e scritti originali di Not Vital, oltre a fotografie d’archivio e disegni tecnici delle opere architettoniche, materiali in gran parte inediti. La sezione finale comprende una breve biografia dell’artista, l’elenco delle esposizioni, la bibliografia e l’indice. Il termine “SCARCH” è stato coniato dall’artista per descrivere la sua combinazione unica di scultura e architettura, un’intersezione che lo ha sempre interessato e che negli ultimi decenni è diventato un aspetto centrale della sua pratica.
Pablo Atchugarry. Una vita tra Lecco e il mondo
Pablo Atchugarry
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 232
Un excursus sulla vita dell'artista Pablo Atchugarry (1954), dalle prime opere pittoriche ispirate dalla passione ereditata dal padre Pedro e figlie di un figurativismo che si avvia all'astratto, fino alle attuali produzioni scultoree realizzate in marmo, soprattutto quello statuario di Carrara, bronzo e legno. Una ricca produzione che ci racconta l'intenso rapporto tra forma, materia e luce. La monografia, che accompagna la grande mostra antologica, è pubblicata in occasione del quarantacinquesimo anniversario della prima esposizione di Atchugarry in Italia, avvenuta proprio a Lecco nel 1978, nel territorio che l'ha accolto per tutta la sua produzione artistica e che lo ha visto divenire un indiscusso protagonista della scultura contemporanea nel mondo, un ponte tra due culture lontane nello spazio ma vicine nello spirito: quella italiana e quella uruguayana. Il volume vuole essere un omaggio al rapporto e all'attaccamento che il Maestro conserva ancora oggi con Lecco e racconta come in questa città un giovane artista ha trovato la sua strada, aiutato da persone che, soprattutto all'inizio, hanno creduto nelle sue capacità e nella sublimità della sua arte in divenire. "Amo l'Italia - dichiara Atchugarry - dove sono arrivato da giovane quando lasciai la mia terra, l'Uruguay, per venire in Europa e attingere alle fonti della cultura. Era il Viaggio; la prima città è stata Roma, nel 1977, poi passai per Parigi e Copenaghen. Dal 1978 mi sono stabilito in Italia, a Lecco, dinanzi a quel ramo del lago di Como, dove sono rimasto tutta la vita e ho cresciuto i miei figli e la mia arte per poi diffonderla nel mondo."
Piero Dorazio. La nuova pittura. Opere 1963-1968
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 504
Una selezione di opere di Dorazio della metà degli anni Sessanta, tra le più significative di un periodo di particolare importanza per vitalità creativa e originalità Protagonista dell'arte del secondo Novecento e attivo promotore delle tendenze non-figurative espresse degli artisti del Gruppo Forma, attraverso un attento e articolato dialogo con le posizioni storiche e contemporanee in direzione astratta, Piero Dorazio intorno al 1960 consegue un rilevante successo internazionale con la serie delle "trame", dipinti in cui il fitto intreccio cromatico unitario partecipa del clima di superamento dell'informale. Dal 1963 la sua pittura offre un nuovo orientamento, rompendo la forma compatta che ha contraddistinto le sue opere fino a quel momento, attraverso l'invenzione di nuovi temi. Questi, aprendo a composizioni pittoriche fondate sull'uso del colore timbrico, tramite differenti accostamenti, intrecci e aperture, dialogano con la situazione del tempo, fondandosi su un forte ricorso alla creatività. Le realizzazioni tra il 1963 e il 1968 assumono un carattere di originalità all'interno del contesto degli anni sessanta, distinguendosi tanto dalle riduzioni espressive delle ricerche visuali o della pittura "sistemica", quanto dalle correnti indirizzate al confronto con l'immagine nella sua qualificazione mediatica. Dorazio dialoga con le maggiori figure della critica e dell'arte internazionale, in particolare statunitense, insegnando alla University of Pennsylvania di Filadelfia, dove gli è affidato il riordinamento del Department of Fine Arts, rapportandosi inoltre con le correnti europee, in particolare tedesche. Oltre a esporre in gallerie e musei americani ed europei, nel 1966 Dorazio è invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia, dove sono riuniti oltre venti lavori tra i più importanti del periodo. Piero Dorazio. La nuova pittura. Opere 1963-1968 presenta i lavori di questo periodo, a segnalare l'importanza di quella stagione della sua opera che ne rilancia l'immagine oltre le prospettive in cui frequentemente viene inquadrata. Queste opere vengono affiancate da una selezione di lavori eseguiti da Dorazio nel 1968 durante il soggiorno di alcuni mesi a Berlino, dove matura ulteriori aspetti del suo linguaggio pittorico. Francesco Tedeschi è professore ordinario di Storia dell'arte contemporanea all'Università Cattolica di Milano. Le sue ricerche spaziano dall'Ottocento al Novecento, con contributi sulle avanguardie storiche e su singoli protagonisti dell'arte contemporanea.
Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà-The Great Theatre of Civilizations
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 178
Concepita per gli interni e gli esterni del Palazzo della Civiltà Italiana, la mostra "Arnaldo Pomodoro. Il Grande Teatro delle Civiltà" si configura- come un "teatro" autobiografico, al contempo reale e mentale, storico e immaginifico, in cui vengono messe in scena opere realizzate dall'artista tra la fine degli anni cinquanta e il 2021, insieme a materiali d'archivio, molti dei quali inediti - corrispondenze, bozzetti, disegni, fotografie, libri d'artista - che evocano la dimensione dello studio e dell'archivio. La mostra, documentata in questo catalogo, esplora l'interconnessione, nella pratica di Pomodoro, fra arti visive e arti sceniche e mette in evidenza il rapporto tra la dimensione progettuale e la sua realizzazione. Una trama da cui emergono possibili e molteplici riferimenti a quelle "civiltà" arcaiche, antiche, moderne o anche solo fantastiche, a cui l'opera di Pomodoro costantemente rinvia, originando forme, segni e materie che sono al contempo memoria del passato e visione del futuro e che rifondano le nostre conoscenze e i nostri immaginari, la nostra esperienza del tempo e dello spazio, della storia e del mito.
A postcard for Floyd. A blind sight story
Giangiacomo Rocco di Torrepadula
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 356
Un progetto di mail art partecipativo che parte da una riflessione sulle neuroscienze comportamentali per combattere il pregiudizio, in primis razziale, e attiva attraverso l'arte e il processo creativo i canali del ragionamento. George Floyd è un afro-americano morto soffocato durante l'arresto il 25 maggio 2020, dopo che un poliziotto l'aveva immobilizzato tenendogli per 9 minuti un ginocchio sul collo. "I can't breathe..." Vedendo quelle immagini, Giangiacomo Rocco di Torrepadula istintivamente ha scattato una sequenza di una candela privata della sua fiamma, 9 fotografie per ciascuno di quei drammatici 9 minuti. Con lo scopo di generare una riflessione corale sul problema, l'autore ha spedito una cartolina con uno di questi scatti chiedendo una frase, un'immagine, qualunque idea le emozioni potessero suggerire. La reazione è stata sorprendente con il contributo di personaggi noti della cultura, artisti e creativi, ma anche gente comune: 382 cartoline, piene di emozioni, pensieri, riflessioni intime, disegni, fotografie, persino composizioni musicali e video, tutte pubblicate in questo volume. Tra i tanti che hanno partecipato i fotografi Oliviero Toscani, Maurizio Galimberti, Mario Cresci, Francesco Cito; gli attori Cristiana Capotondi, Giuseppe Cederna; i musicisti Max Casacci (Subsonica), Andy (Bluvertigo); i giornalisti Gad Lerner, Carlo Verdelli, Michele Buono; i curatori Denis Curti, Fortunato D'Amico, Roberto Mutti; lo scrittore Maurizio De Giovanni; gli artisti Ercole Pignatelli, Max Marra e la fondazione di Michelangelo Pistoletto; il rapper Amir Issa e il writer Flycat; gli architetti Giulio Cappellini, Italo e Margherita Rota, Ilaria Marelli; il direttore d'orchestra Riccardo Chailly; gli illustratori Emilio Giannelli, Beppe Giacobbe, Sandro Fabbri. Non mancano testi di approfondimento con i contributi di alcuni esponenti di punta della comunità nera, Adama Sanneh, Angelica Pesarini, Luisa Wizzy Casagrande, Rahma Nur. Il progetto ha l'ambizione di andare oltre il libro, promuovendo un movimento di consapevolezza e di azioni positive in ambito culturale, artistico e sociale sul tema del pregiudizio.
Frida Kahlo, Diego Rivera. La collezione Gelman
Daniela Ferretti
Libro: Libro rilegato
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 208
Frida Kahlo e Diego Rivera: una delle più travolgenti storie d'amore e di passione dell'intera storia dell'arte Frida Kahlo - figura centrale dell'arte messicana, nonché la pittrice latinoamericana più celebre del XX secolo - e il marito Diego Rivera, tra i più importanti muralisti del Messico, formano una delle coppie più emblematiche della storia dell'arte mondiale. Frida e Diego sono infatti riconosciuti per il loro fondamentale contributo all'evoluzione dell'arte. Entrambi, pur avendo stili completamente diversi, sono diventati due degli artisti più celebrati e iconici del Messico e hanno avuto un ruolo cruciale nella definizione e nell'affermazione dell'Avanguardia messicana. Frida e Diego non sono però conosciuti solo per il loro talento e la loro visione dell'arte, ma anche per la loro burrascosa storia d'amore durata oltre quarant'anni, alimentata da convinzioni e passioni reciproche. Curato da Daniela Ferretti e pubblicato in occasione dell'esposizione padovana, il volume racconta il mondo di questa coppia di artisti messicani attraverso un nucleo di opere appartenenti alla collezione statunitense di Jacques e Natasha Gelman. Accanto alla grande pittura di Frida Kahlo (con i celeberrimi autoritratti) e di Diego Rivera, viene proposta un'ampia sezione di fotografia con ritratti realizzati da Héctor García, Manuel Álvarez Bravo, Gisèle Freund, Martin Munkácsi, Nickolas Muray, Lucienne Bloch, Edward Weston e una selezione di costumi messicani. Ne emerge il ritratto di un Messico iconico, forte, vivo, di una terra che alla metà del '900 attrasse intellettuali, artisti, militanti e avventurieri dal Vecchio Continente. E nessuno come Frida Kahlo e Diego Rivera ha saputo tradurre nell'arte quel mondo di passione, bellezza, forza e sofferenza.
Consagra. Seduzione e libertà della pittura
Sergio Troisi
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 112
Il volume presenta oltre quaranta opere di Pietro Consagra, dipinti posti in dialogo con alcune sue sculture, così da verificare, nel confronto tra pittura e scultura, quell'unicità indivisa dell'ispirazione dell'artista avvertita dalla critica più accorta. Scultore, pittore, teorico e artefice degli edifici della Città frontale, Pietro Consagra è stato uno degli artisti più importanti del panorama italiano e internazionale del secondo Novecento. Dagli inizi degli anni settanta del secolo scorso, la pittura assunse un ruolo di crescente importanza nell'opera di questo grande maestro siciliano, da sempre artefice di un'intensa attività grafica, soprattutto in funzione della scultura ma ugualmente dotata di una sua specifica autonomia, sino a divenire, come egli stesso ebbe a scrivere, una diversa componente di libertà e di avventura. Allo stesso tempo, la pittura gli permise di esplorare in altri modi quel sentimento del colore che si era manifestato nella sua ricerca a partire dagli anni sessanta, prima con i Piani sospesi in metallo dipinto e in seguito con i Ferri trasparenti e quindi, dal decennio successivo, con le pietre e i marmi, esposti per la prima volta nella grande antologica allestita a Palazzo dei Normanni nel 1973. La sua produzione pittorica attraversa tanta parte dell'arte del secolo scorso, recependo nel senso costruttivo del colore la lezione di alcuni grandi artisti: da Magnelli a Matisse e a Calder. Queste suggestioni vengono accolte e rielaborate da Consagra coerentemente con gli assunti storici della sua opera, prima fra tutti la frontalità degli elementi figurali: in accordo personalissimo con la grande tradizione del Novecento, un'identità tra struttura, segno e decorazione.
Mario Bionda. Immagini, erosioni, spazi (1950-1964)
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2023
pagine: 76
L'opera di Mario Bionda (Torino 1913 - Penango 1985) Tra i protagonisti della stagione informale, Mario Bionda (Torino, 1913 - Penango, 1985) è autore di una pittura che esprime l'intimo dramma umano, tra contemplazione della natura e rarefazione dell'immagine. Le opere degli anni cinquanta e sessanta, alle quali è dedicato il volume, stratificano materiali naturali e pigmento, colori allusivi agli elementi della natura (fuoco, acqua, terra), nei toni dei bruni e dei verdi dei boschi e delle paludi, o nei bianchi, grigi e azzurri del cielo e del mare. I frottage su carta colgono le tracce vive delle forme naturali e della superficie della materia. I dipinti dell'artista raccolti attorno alle due opere della Collezione Boschi Di Stefano, Immagine bruna ed Elemento marino, entrambe del 1962, sono realizzati tra il 1950 e il 1964 e ben esemplificano l'intensità del suo periodo informale. Nato a Torino nel 1913, Mario Bionda dal 1927 al 1933 frequenta lo studio di Felice Casorati e partecipa alle mostre collettive organizzate dal Maestro in alcune città italiane. Nel 1930, a soli 17 anni, espone alla XVII Biennale di Venezia e, nel 1935, alla sua prima Quadriennale di Roma dove sarà presente altre due volte, nel 1959 e nel 1965. Lasciato lo studio di Casorati, si trasferisce prima nel Monferrato, poi a Milano, ma lo scoppio della seconda guerra mondiale lo costringe ad allontanarsi dalla pittura. Alla fine della guerra inizia a creare giocattoli e nel 1954 si dedica esclusivamente alla pittura. A partire dal 1950 condivide con Alfredo Chighine lo studio milanese; è proprio Chighine che, in occasione della personale alla Galleria Pater di Milano, lo presenta a Gino Ghiringhelli, della Galleria Il Milione, che decide di iniziare a lavorare con lui. Il sodalizio con Il Milione lo porta ad allestire molte esposizioni personali e collettive in Italia e all'estero. Nel 1958 partecipa per la seconda volta alla Biennale di Venezia e nel 1963 si trasferisce nel "Quartiere delle Botteghe" di Sesto San Giovanni, frequentato da molti altri artisti fra cui Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Claudio Papola, Arturo Vermi, Lino Marzulli. Nel 1983 torna a vivere nella campagna astigiana, a Penango, dove morirà pochi anni dopo, nel 1985.