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La politica dell’esclusione. Deportazione e campi di concentramento

La politica dell’esclusione. Deportazione e campi di concentramento
Titolo La politica dell’esclusione. Deportazione e campi di concentramento
Autore
Argomento Società, scienze sociali e politica Politica e governo
Editore Tra le righe libri
Formato
Formato Libro Libro: Libro in brossura
Pagine 488
Pubblicazione 01/2020
ISBN 9788832870954
 
18,00

 
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Nella storia i campi di concentramento sono serviti per demolire ciò che doveva essere, per convertire le volontà, per annichilire l’essere umano nel corpo e nella personalità. Insomma, si è trattato «di costruire un’umanità riunificata e purificata, non antagonista». In questo modo, «da una logica di lotta politica si scivola presto verso una logica di esclusione, quindi verso una ideologia dell’eliminazione e […] dello sterminio di tutti gli elementi impuri», oppure della loro rieducazione e del loro controllo. I campi per civili (di internamento, di concentramento, di sterminio) sono un prodotto della politica che si fa totalitaria, dispotica, violenta, padrona, manifestando la volontà di dominare la storia, per accelerarla, deviarla, modificarla, indirizzarla. Sono politica oscena, che cerca il trionfo anche nella carne e nel sangue. Sono il paradigma biopolitico della modernità. Infatti, è con la modernità che la violenza politica si esprime in forme sempre più degradanti dell’essere umano in quanto tale. Questo saggio affronta il tema della politica dell’esclusione dove il corpo dell’individuo, del nemico, diventa la posta in gioco delle strategie politiche.
 
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