L'area dolomitica del ferro nasce e si organizza intorno al Fursìl, presso Colle S. Lucia, dove il primo documento che vi attesta l'estrazione del minerale risale al 1177. I forni di Selva di Cadore, di Alleghe, di Caprile e di Andraz appaiono per la prima volta tra il 1244 e il 1300: è lecito quindi ritenere che siano sorti in funzione di quelle miniere e per il trattamento del minerale che ivi si estraeva. Nei secoli successivi sono attivi diversi forni da ferro nelle vicine val di Zoldo, valle agordina e in Cadore, alimentati parte dal minerale del Fursìl e parte da altri giacimenti secondari. Verso la metà del Cinquecento la produzione complessiva tra ferro, ghisa e acciaio arriva alle 900-1000 tonnellate annue. Un massimo storico, con ogni probabilità. Poi inizia il lungo declino della siderurgia dolomitica: vi contribuiscono molti fattori, tra i quali dal lato della produzione l'aumento dei prezzi del minerale e del combustibile, dal lato dei consumi la concorrenza del ferro lombardo e di quello di Carinzia. A fine Seicento restano solo i forni di Caprile e quello di Dont in Zoldo: resisteranno fino alla chiusura delle miniere del Fursìl verso la metà del secolo XVIII.
Il ferro delle Dolomiti. Miniere, metallurgia, produzione dal XII al XVIII secolo
Titolo | Il ferro delle Dolomiti. Miniere, metallurgia, produzione dal XII al XVIII secolo |
Autore | Raffaello Vergani |
Argomento | Scienze umane Storia |
Editore | Cierre edizioni |
Formato |
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Pagine | 128 |
Pubblicazione | 08/2024 |
Numero edizione | 2 |
ISBN | 9788855202749 |