Nel 1576 le Leges novae di Genova stabiliscono che due volte l'anno si sorteggino cinque patrizi per rinnovare i Serenissimi Collegi, la massima carica di governo. Su quei cinque nomi naturalmente si scommette, e lo si fa secondo modalità che prefigurano il gioco del lotto. Dal 1644, quando la Repubblica autorizza le scommesse e ne appalta la gestione, la loro popolarità non fa che crescere in patria e nel resto d'Italia, al pari degli introiti per le casse pubbliche e private; cosicché altre città cercano di copiarne lo schema, e spesso dietro quei tentativi vi sono speculatori liguri, compresi gli stessi appaltatori. Se l'origine genovese del lotto è nota da tempo, in questo libro si esaminano per la prima volta, sulla scorta della documentazione archivistica, i meccanismi primitivi del gioco, le modalità degli appalti, le manovre per riprodurlo al di fuori di Genova, le ricadute economiche e istituzionali che ne sono derivate, alcune delle quali decisamente curiose e inaspettate.
Un giuoco così utile ai pubblici introiti. Il lotto di Genova dal XVI al XVIII secolo
Titolo | Un giuoco così utile ai pubblici introiti. Il lotto di Genova dal XVI al XVIII secolo |
Autore | Giovanni Assereto |
Argomento | Scienze umane Storia |
Collana | Ludica minima, 12 |
Editore | Viella |
Formato |
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Pagine | 136 |
Pubblicazione | 07/2013 |
ISBN | 9788867280469 |