La poesia della Bellrham è sospesa tra un fosco presentimento della morte – quasi un dialogo continuo con l’oltretomba – e una tensione amorosa per la vita, la famiglia e la quotidianità dei giorni della quale, pure, non manca di mettere in luce idiosincrasie, violenze e ingiustizie diffuse. La critica ha parlato di una sorta di nuovo Barocco per la sua poesia dove coesistono terminologie specialistiche della Medicina e squarci visionari che fanno pensare al più puro surrealismo. Entrare in una poetica così magmatica e a tratti scivolosa per cercarne di dare una versione nella nostra lingua non è compito semplice, dal momento che la poetessa coniò – come il critico Siomara España annota nello studio preliminare – un suo codice linguistico particolarissimo, inedito, personale e multi-stratificato. Eppure è un tentativo sentito (e in qualche modo doveroso) frutto di quella “chiamata” insondabile che non si è potuto eludere.
Le iguane non mi turbano più
| Titolo | Le iguane non mi turbano più |
| Autore | Dina Bellrham |
| Curatore | Lorenzo Spurio |
| Illustratore | Alessio Gherardini |
| Argomento | Poesia e studi letterari Poesia |
| Collana | Ballate international |
| Editore | Le Mezzelane Casa Editrice |
| Formato |
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| Pagine | 100 |
| Pubblicazione | 09/2020 |
| ISBN | 9788833284583 |

