Milieu: Ombre rosse
Rabbia e stile. Storie di mods e degli Statuto
Oskar Giammarinaro
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2022
pagine: 240
Nascita e sviluppo in Italia e in particolare a Torino, della scena Mod: un racconto dedicato al periodo d’oro, quello delle origini, negli anni ottanta, rivissuto attraverso l’esperienza e i ricordi di ragazzi accomunati tra loro dalla cultura modernista, con il suo epicentro nella celebre piazza Statuto. Se oggi il nostro paese può vantare una consistente scena musicale ska, questo dato non può che essere collegato di riflesso alla cosiddetta old school nata durante il revival mod del 1979, della quale gli Statuto rappresentano non solo il primo gruppo in assoluto a cantare testi in italiano, ma soprattutto rimangono la formazione più longeva in assoluto, in attività dal lontano 1983. "Rabbia e stile. Storie di Mods e degli Statuto", scritto da Oskar, cantante e leader degli Statuto, ripercorre con stile corale quel periodo, mantenendo un registro diretto, epico e a tratti ironico, che ricorda i racconti ascoltati dai fratelli maggiori, che dietro una sottile aura di malinconia celano nostalgie che il tempo non cancella facilmente. Tra risse allo stadio, concerti e scontri con punk e skin, un memoir di formazione che racconta un’intera epoca, introdotta dalla lunga prefazione di Valerio Marchi, che ripercorre le radici della scena culturale mod a partire dagli anni sessanta e dallo sviluppo del Beat italiano. La seconda parte del libro racconta gli ultimi anni del gruppo con un occhio particolare all’amicizia con un grande musicista, Ezio Bosso, che face parte di una delle prime formazioni degli Statuto. Ricordi epici e commoventi di un grande e indimenticato artista.
Una nuova strada. Memorie di un rivoluzionario a tempo pieno
Marcello Ghiringhelli
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2022
pagine: 148
“La mia storia si conclude con il mio ultimo trasferimento al carcere delle Nuove di Torino, da dove vengo scarcerato il 25 aprile 1981. Venti giorni dopo entro nelle Brigate Rosse come rivoluzionario a tempo pieno... ma questa è un’altra storia.” Terminava con questo finale aperto "La mia cattiva strada" l’avventuroso memoir di Marcello Ghiringhelli, rapinatore e poi brigatista. Ghiringhelli ha tutto quello che ci vuole per essere un personaggio letterario di quelli tosti: cresciuto in un ambiente popolare antifascista alla periferia di Torino, è stato operaio di fabbrica fin dalla tenera età, legionario nella guerra d’Algeria a 17 anni, disertore a 18 anni, rapinatore e gangster del milieu franco-piemontese dai 18 ai 40 anni. Questo secondo capitolo della sua vita è quello meno noto, inizia con l’uscita dal carcere e affronta il periodo della sua militanza nelle Brigate Rosse, nel periodo in cui la lotta armata ha già iniziato la sua fase discendente e, oltre ai conflitti quotidiani con le forze dell’ordine, si assiste a diversi scontri in carcere e fuori tra le diverse anime dei gruppi legati alle Br, passati da partito della guerriglia ad arcipelago di forze centrifughe, in lotta tra loro. Sono pagine ricche di azione, che raccontano la clandestinità e la militanza senza sconti, fondendo realismo e romanzo di genere come nei migliori polar.
Quando caddero le stelle rosse. Viaggio negli ultimi giorni delle repubbliche socialiste
Rosella Simone
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2022
pagine: 232
9 novembre 1989, Berlino. Il Muro viene assaltato da una valanga di persone, per lo più giovani che ballano, ridono e picconano il cemento con ferocia e determinazione. Tra di loro ci sono due donne italiane, la giornalista Rosella Simone e la fotografa Simonetta Massaia Lamberti. Da sei mesi sono in viaggio lungo la Cortina di ferro e stanno testimoniando in diretta un cambio storico epocale, il crollo dell'Europa dell'Est. Due donne curiose che, mentre tramonta il dualismo che aveva organizzato il mondo dopo la seconda guerra mondiale (da una parte il capitalismo dall'altra il socialismo reale), si interrogano sul futuro. E soprattutto cercano di cogliere le varie sfumature di quello che accade oltre la schiera di telecamere e installazioni pronte a trasmettere al mondo le immagini uniche e indimenticabili della storia in diretta (la prima volta a memoria d'uomo e anche di donna). È il racconto di un mondo che collassa su se stesso, ma è anche un momento di incontro unico con la sua umanità dolente, abitanti dell'Est che spesso per la prima volta si affaccia oltre il confine. Una comunità variopinta, fatta di soldati e di furfanti, di avventurieri e di disperati, di sogni e di illusioni, in un mondo destinato a uniformarsi rapidamente. Partendo da alcuni articoli scritti e usciti tra il 1989 e il 1991 per "Il Secolo XIX", "Marie Claire" e "Panorama", Rosella Simone riprende il filo dei ricordi e ricostruisce il suo viaggio lungo la Cortina di ferro, tra i pochissimi italiani testimoni di quegli avvenimenti.
Via Padova. Nascita di una periferia milanese. 1900-1926
Dino Barra
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2022
pagine: 208
Via Padova è considerata una delle “strade simbolo” di Milano e da diversi anni è diventata archetipo di periferia, non solo nel capoluogo lombardo. È sinonimo di quartiere multietnico e mutante anticipatore di tendenze sociali all’interno dei territori metropolitani per le questioni della convivenza tra culture diverse, dell’accoglienza, dei diritti dei più deboli. La via Padova che oggi conosciamo inizia a prendere forma attorno all’ultimo ventennio dell’Ottocento. Prima di questo arco di tempo c’era una campagna fertile fatta di cascine e piccoli borghi. Con metodo storico e un ampio lavoro di ricerca, accompagnato da una scrittura divulgativa, il libro ricostruisce nelle sue linee generali la nascita e il configurarsi di questa periferia milanese, mettendo a fuoco i fattori propulsivi della sua densificazione urbana a cavallo del secolo e le caratteristiche urbanistiche che le danno forma. Soprattutto, prova a gettare lo sguardo sul paesaggio umano di questa periferia che nasce: le persone che la abitano, già da allora in gran parte provenienti da altri luoghi, la loro condizione sociale, il loro modo di pensare. Ovunque l’identità dei nuovi agglomerati industriali si costruisce attorno alla frattura sociale e all’adesione agli ideali socialisti e anarchici nella visione dei primi decenni del Novecento. Prima della guerra, ma soprattutto durante il biennio rosso, che vede i cittadini di via Padova costantemente in rivolta. Sotto questo profilo, le vicende politiche di questa periferia a est di Milano sono parte integrante di un movimento più ampio di emancipazione delle classi subalterne che andava crescendo impetuosamente da un capo all’altro della penisola e dell’Europa.
Miccia corta. Una storia di prima linea. 3 gennaio 1982
Sergio Segio
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2022
pagine: 240
Sergio Segio, il «comandante Sirio», è stato tra i fondatori di Prima Linea, l’organizzazione armata di estrema sinistra che ha contato mille militanti e migliaia di simpatizzanti e che si è caratterizzata per il rapporto e l’internità con il movimento del Settantasette. In questo libro descrive una delle azioni più clamorose e audaci della lotta armata in Italia: l’assalto al carcere di Rovigo con cui liberò la sua compagna, Susanna Ronconi, e altre tre detenute politiche. Il cuore del racconto si snoda in una sola giornata, il 3 gennaio 1982, con un ritmo incalzante tipico dei migliori di film d’azione. Sullo sfondo si intersecano i fotogrammi dei movimenti degli anni Settanta. Uscito in una prima edizione nel 2005 è diventato subito un classico della memorialistica degli anni Settanta, sia per l’esperienza dell’autore, sia per la capacità di narrare quegli avvenimenti senza censure di sorta. Un libro fondamentale per capire quegli anni, tanto da aver liberamente ispirato nel 2010 il film La Prima linea di Renato De Maria, interpretato da Riccardo Scamarcio e Giovanna Mezzogiorno, una pellicola che ha fatto molto discutere e dalla quale Segio ha preso decisamente le distanze. A 40 anni di lontananza dal Settantasette e a 35 dall’assalto di Rovigo, il testo, che si richiama per tradizione narrativa e culturale a grandi film western come Giù la testa e Mucchio selvaggio, in questa nuova versione è stato rivisto, rimontato e significativamente ampliato, con nuovi capitoli e un’ampia introduzione sul “Come è cominciata”, con il racconto delle prime azioni e del percorso di formazione di Senza Tregua e di Prima Linea e un “Epilogo”, in cui l’autore racconta un progettato attacco a un carcere speciale, le torture a opera di polizia e carabinieri e gli omicidi di militanti avvenuti in carcere, oltre a ripercorrere il proprio arresto e la fine di Prima Linea e della lotta armata.
Pino. Vita accidentale di un anarchico
Claudia Pinelli, Silvia Pinelli, Claudia Cipriani, Niccolò Volpati
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 157
Era la notte tra il 15 e il 16 dicembre 1969 quando il ferroviere anarchico e partigiano Giuseppe Pinelli, detto “Pino”, moriva a 41 anni precipitando da una finestra della questura di Milano, dove era trattenuto per accertamenti dopo l’esplosione della bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano. Questo romanzo per immagini, ispirato alla docufiction Pino, vita accidentale di un anarchico di Claudia Cipriani e Niccolò Volpati, va alla scoperta dell’uomo, del marito e del padre, con le sue idee, le sue passioni e i suoi affetti, partendo proprio da quel fatidico 1969 e arrivando al 2009, quando il Presidente Giorgio Napolitano lo definì “la diciottesima vittima della strage di Piazza Fontana”. La storia di Giuseppe Pinelli viene raccontata in modo inedito dalle figlie Claudia e Silvia. Si entra gradualmente in una storia complessa e intricata, che, per quanto già conosciuta e raccontata in molte testimonianze – libri e opere teatrali, fra cui quella celebre di Dario Fo, Morte accidentale di un anarchico – accresce nelle due bambine, che man mano crescono, il livello di consapevolezza, s’infittisce il quadro delle informazioni, si articola il discorso politico e il contesto storico: le contestazioni a cavallo tra gli anni sessanta e settanta, la “strategia della tensione”, l’Europa divisa in due blocchi. Elementi essenziali per comprendere come una storia apparentemente piccola sia diventata parte della Storia del Paese. Per chi già conosce la storia di Pinelli, il racconto delle figlie permette di esplorare, insieme al contesto politico, anche quello emotivo, familiare e dunque più intimo. "Pino, vita accidentale di un anarchico" racconta la morte di Pinelli, ma soprattutto la vita, e la storia di una donna, Licia, che ha lottato tutta la vita per rendere giustizia al marito.
Mastini. Romanzo di una vita in fuga
Renilde Mattioni
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 176
Johnny lo zingaro, al secolo Giuseppe Mastini, è uno dei banditi più iconici della storia criminale italiana, una figura discussa e controversa, che in tanti hanno provato a decifrare senza successo e che per la prima volta ha deciso di raccontarsi. Amico d'infanzia di Pino Pelosi, l'assassino di Pasolini - episodio su cui più volte si è tentato di coinvolgerlo - Johnny è nato nel 1960 da una famiglia di giostrai di origine sinti ed è cresciuto nomade, senza una educazione scolastica, con la legge della strada. Arrestato in giovane età e insofferente al mondo dei riformatori e del carcere, organizza con successo più di una evasione. Nel 1987 ottiene un permesso per buona condotta ma si rende latitante rifugiandosi all'interno di una casa di pescatori, fino alla notte di follia che gli cambia la vita. Una notte durante la quale ruba diverse vetture, sequestra una giovane donna, uccide un agente e viene infine individuato e arrestato con la sua compagna. Da quella notte solo silenzi intervallati da tentativi di evasioni più o meno riusciti, fino a oggi, ancora in carcere a scontare la sua pena, senza riduzioni. "Mastini" è il frutto romanzato di numerose conversazioni con l'autrice alla maniera di Truman Capote. Il ritratto a più tinte del rocabolesco percorso esistenziale e delle tante fughe di uno dei banditi più noti della storia della malavita romana e italiana.
Corpo estraneo. Storia di Giorgio Vale (1961-1982)
Carlo Costa, Gabriele Di Giuseppe
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 264
Frutto di un lavoro di ricerca decennale, "Corpo estraneo" ricostruisce per la prima volta la vicenda biografica di Giorgio Vale, figura di spicco della sanguinosa stagione dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), il più importante gruppo armato dell’estrema destra, attivo tra la fine degli anni settanta e i primi anni ottanta. Vale è stato un neofascista anomalo, difficilmente inquadrabile in facili cliché interpretativi, in virtù della sua pelle nera, derivante delle origini eritree del padre Umberto. Un black italian che proietta la storia coloniale, così distante nel tempo, fino ai più tumultuosi anni della storia repubblicana. Già militante di Terza Posizione, gruppo del caotico magma extraparlamentare nero nella Roma degli anni settanta, Vale bruciò le tappe della militanza radicale tramite un’escalation irreversibile che lo condusse nei NAR, lo vide erroneamente collegato alla strage di Bologna e che si concluse tragicamente in un appartamento di periferia nel maggio 1982. Suicida, nella versione della Procura di Roma; ucciso dalla polizia, con la benedizione del SISDE, secondo la famiglia. La vicenda biografica di Vale e la parallela ricostruzione storica degli ambienti dell’estremismo nero sono condotte in modo approfondito, sulla base di una ricerca innovativa che si avvale di molte fonti istituzionali, solo recentemente rese accessibili. Questa mole documentale è inoltre integrata da un importante apparato di fonti orali e si avvale del prezioso archivio familiare, prodotto e conservato negli anni dal padre di Vale per cercare di dimostrare la tesi dell’omicidio del figlio. Un libro che colma un grande vuoto storiografico negli studi sul neofascismo italiano e sulle vicende a essi attribuite e mai del tutto chiarite, in primis la strage di Bologna. Prefazione di Guido Salvini.
Giandante X
Roberto Farina
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 384
Giandante X (Milano, 1899-1984). Pittore, scultore, architetto, poeta. Ha combattuto su tutti i fronti del Novecento, seguendo senza sosta la propria strada, fin dove le forze gliel'hanno permesso. Per i fascisti fu un anarchico, per i comunisti un compagno, per i repubblicani spagnoli un miliziano delle Brigate internazionali, per lo Stato francese uno "straniero indesiderato", per la Resistenza un partigiano. Si unì di volta in volta al compagno più vicino. Infine, fu sempre solo. Per le sue scelte è stato amato, frainteso, punito. Il mercato dell'arte non ha mai saputo che farsene di lui. Alcuni, pochi, discutono ancora se sia o no un grande artista. Ma essere grandi artisti non significa nulla, essere artisti puri, ecco ciò che conta. Nelle pagine di questo libro si va alla ricerca di Giandante X tra scrittori, filosofi, rigattieri, antiquari, partigiani. Giovanni Pesce e Nori Brambilla, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, il signor Manusè che aveva il chiosco di libri e Amatore Sciesa che disse in faccia al boia: "Tiremm innanz", Guido Picelli l'Ardito del Popolo colpito alla schiena, Dino Formaggio e Don Chisciotte... La trincea, i campi di concentramento, un canto di dolore e d'amore, i compagni. Le confessioni, il dubbio, la fame, il freddo. La deportazione, la prepotenza, il privilegio, i martiri, la resurrezione e la poesia. Il carcere. L'arte. L'anarchia. Una storia di vita, morte e libertà. Edizione definitiva, con centinaia di immagini delle opere e degli inediti di Giandante X, con un lungo apparato critico e i contributi tra gli altri di Antonello Negri, Giampiero Mughini, Roberto Dulio, Miuccia Gigante, Leonida Repaci, Marcello Cora. Prefazioni di Antonello Negri e Giampiero Mughini.
Un'osteria a Milano
Enzo D'Antonio
Libro: Copertina morbida
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 224
Precario dopo il licenziamento, il giornalista Gigi Lobo, si stabilisce in una periferia urbana povera ma in via di gentrificazione, deciso ad abbandonare il mestiere e il fallimentare sodalizio professionale con il paparazzo Caffarelli. Diventato barista all'osteria (un lavoro fisso!), al centro di strade malfamate dove circolano abitanti di ogni parte del mondo, si immerge nel nuovo ambiente. Tra i bizzarri habitué spiccano Jimmy "Ceviche", chef peruviano virtuoso del coltello che usa il peperoncino amazzonico come arma, e la trans brasiliana Eliane, ex prostituta, piccola spacciatrice e sensitiva di professione. Sfruttando dal bancone le competenze da giornalista, Gigi si accorge che il locale è indebitato con un commercialista strozzino, Sergio. La polizia sa ma aspetta a intervenire, i soci del locale, Giorgio e Vito, subiscono senza reagire. Ricostruita la ragnatela di affari illeciti di Sergio, Gigi passa all'azione con l'aiuto dei suoi alleati, compresi i soci e il ritrovato amico paparazzo. La commedia, sempre brillante nel ritmo e nei toni, ora scava più a fondo. Con l'arrivo di Luz, la curandera moglie di Ceviche, al pensiero maschile si sostituisce il femminile, allo scontro la sapienza millenaria della medicina amazzonica. Il ricorso all'ayahuasca come cura dell'avarizia è un colpo di scena visionario e psichedelico che ne innescherà molti altri.
Gli Arditi del popolo. La prima lotta armata al fascismo (1921-22)
Andrea Staid
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 128
In questo libro, Andrea Staid propone un'analisi degli eventi e delle cause che diedero vita agli Arditi del popolo nel 1921 evidenziandone l'originalità politica rispetto ai movimenti di quel periodo storico. Una rilettura del biennio '21-'22 che vede inizialmente contrapporsi da una parte gli Arditi del popolo insieme agli antifascisti e dall'altra i fascisti e i loro sostenitori. Viene esaminato il percorso politico di questa organizzazione: dalla sua formazione, al suo assetto di tipo militare, ai rapporti con i movimenti della sinistra ufficiale fino alle ambiguità che la condussero all'oblio. Un'attenzione particolare è rivolta agli episodi avvenuti nella città di Parma, per ribadirne l'unicità dell'unione popolare sviluppatasi nel borgo di Oltretorrente e culminata con le leggendarie barricate dell'agosto 1922, quando gli Arditi di Guido Picelli sconfissero i fascisti di Balbo, unica sconfitta subita dai fascisti prima della Marcia su Roma, nonostante la differenza delle forze in campo in termini numerici e di armamenti. Nella seconda parte, la lettura storica degli eventi lascia spazio a frammenti unici di testimonianze orali delle giornate delle barricate e a un racconto per immagini delle figure emblematiche dell'arditismo: anarchici, comunisti, irregolari, ribelli, la cui convivenza, non sempre pacifica, sarebbe proseguita nella Guerra di Spagna e nella Resistenza.
Donne oltre le armi. Tredici storie di sovversione e genere
Rosella Simone
Libro: Libro in brossura
editore: Milieu
anno edizione: 2021
pagine: 354
“Avevo voglia di parlare delle donne della mia generazione. Donne nate nel Novecento che hanno vissuto la loro epoca e che perciò si sono dovute misurare con regimi dittatoriali di destra e di sinistra e altre che di fronte alla prepotenza del capitale hanno cercato la loro libertà e quella di tutti anche con le armi ma che delle armi non hanno fatto un feticcio. Alcune sono mie amiche, altre le ho appena sfiorate ma tutte sono, in vario modo, legate alla mia vita.” Storie di donne che in vari angoli del mondo hanno scelto la lotta, in molti casi armata. Si parte dall’Italia con Nadia Ponti, condannata per la militanza nelle Brigate rosse a più ergastoli, lancia oggi questo imperativo “scomodarsi”, un andare verso l’altro che non è la cura ma inseguire il desiderio come possibilità di reinventare il mondo. Susanna Ronconi, condannata per Prima linea rivendica il diritto a una biografia degli sconfitti. Senza eroismi ma con risolutezza raccontano la loro vita anche altre donne: Enza Siccardi, anarchica, Ruth Torres (del Frente sandinista nicaraguense), Delia Cornejo (Frente Farbundo Martì), Petra Krause (tedesca internazionalista), Marisa (Frap), Diana Chuli scrittrice albanese che a vissuto la dittatura di Enver Hoxha e Clara Queroz in Portogallo sotto la dittatura fascista di Salazar. Infine c’è Nessrim Abdullah comandanta kurda sul fronte di Rojava. Da qualche anno il tema del rapporto tra donne e la militanza nei gruppi armati è diventato centrale nella memorialistica della storia politica novecentesca. Rispetto ad altri libri apparentemente analoghi, Rosella Simone affronta il tema con uno sguardo interno e utilizzando lo strumento dell’incontro, finendo per tracciare storie che vanno oltre il racconto della militanza politica e diventano affresco di un’epoca di emancipazione femminile.

