Luiss University Press: Pensiero libero
Fuga dall'impero. La caduta di Roma e le origini della prosperità occidentale
Walter Scheidel
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 684
La caduta dell'Impero romano è stata spesso considerata come la fine di uno dei più grandi e ineguagliabili modelli di civiltà che l'Europa abbia conosciuto. Molti, inoltre, hanno ritenuto che il crollo del potere di Roma sia coinciso con un brusco arresto dello sviluppo dell'intero Occidente. In questo libro destinato a cambiare radicalmente ogni punto di vista sulla nostra civiltà e le origini del suo benessere, Walter Scheidel sostiene l'esatto contrario. È stata proprio la conclusione repentina di quella grande creazione politica, che Virgilio immaginava immortale a rendere possibile l'inizio dell'ascesa economica europea, gettando le basi per la grande prosperità del Vecchio Continente nell'epoca moderna e contemporanea. Questo libro, già classico, spaziando tra epoche, luoghi e personalità distanti tra loro come Bisanzio, il "Celeste Impero" cinese, Gengis Khan e Napoleone, dimostra come la grande trasformazione economica all'origine del nostro benessere è dovuta a eventi drammatici, e che l'accentramento di un enorme potere, in termini di crescita e sviluppo, non è mai una buona idea.
Di pari passo. Il lavoro oltre l'idea di inclusione
Fabrizio Acanfora
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 144
Nel mondo del lavoro sembra essere in atto una rivoluzione culturale rispetto al modo in cui vengono percepite e vissute le naturali differenze tra le persone, quali quelle di etnia, cultura, genere, orientamento sessuale e abilità, e formule relative alla "inclusione delle diversità" stanno diventando per molte aziende un vero e proprio marchio di qualità. Se tuttavia in molti casi il desiderio di cambiamento è concreto, il rischio è che dietro a tali formulazioni si celino politiche e azioni destinate a un impatto reale limitato. Secondo questo libro, infatti, simili processi inclusivi partono spesso da premesse errate, quali non chiedersi chi includa chi e quanto l'inclusione lavorativa sia compatibile con l'attuale sistema socioeconomico. Con "Di pari passo" Fabrizio Acanfora, muovendo dalla sua esperienza personale, suggerisce un superamento del concetto di inclusione, proponendo di sostituirlo con quello di "convivenza delle differenze." Tale cambio di prospettiva invita innanzitutto a riconsiderare l'idea di normalità come dato statistico e non valoriale, scardinando la presunzione che esista un "consesso dei giusti" capace di accogliere paternalisticamente i "diversi." Pensare la differenza come normalità, riformulare il concetto di inclusione mettendo al centro la persona e affrontare le criticità strutturali di un sistema basato sulla disuguaglianza sono le reali questioni su cui ci invita a riflettere questo libro.
Le macchine di Dio. Gli algoritmi predittivi e l'illusione del controllo
Helga Nowotny
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 206
L'essere umano ha dei nuovi compagni: robot, intelligenze artificiali e non solo. Una nuova specie digitale, con cui stiamo imparando a convivere. Se i nostri timori sono legati al pericolo che gli algoritmi conquistino troppo potere, la vera sfida per il futuro è di evitare di essere noi, inconsapevolmente, a cederglielo, in cambio di qualche comodità in più o di qualche promessa di sicurezza o efficienza. Una grande conquista della modernità è infatti quella di aver "aperto" il futuro, abbandonando una visione predeterminata del nostro destino. Ma cosa succede se iniziamo a fidarci ciecamente delle previsioni degli algoritmi predittivi, a cui affidiamo sempre più responsabilità? Il futuro rischia nuovamente di richiudersi su di noi, dando vita a profezie algoritmiche che siamo noi stessi a far avverare. L'impatto degli algoritmi sulle nostre vite, in questo modo, è destinato a ingigantirsi, con tutto il carico di pregiudizi, errori, imprecisioni e mancanze che si portano dietro. Helga Nowotny ci aiuta a interpretare il futuro che abbiamo di fronte, e a conquistare così la consapevolezza necessaria a non diventare succubi delle macchine di Dio. Prefazione di Andrea Prencipe.
Le cose che abbiamo. Essere e avere alla fine del capitalismo
Eula Biss
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 257
"La mia vita adulta si può dividere in due parti distinte: prima che avessi una lavatrice e dopo", scrive Eula Biss riflettendo su quanto avere più soldi significa avere più tempo e sui cambiamenti e benefici che questo ha comportato nella sua vita. Partendo dal racconto dell'acquisto della sua prima casa, "un contenitore per la lavatrice", Biss riflette sulla nostra esperienza di vita nel capitalismo, su come il suo avvento abbia trasformato la quotidianità delle persone e come il suo sistema valoriale permei e influenzi completamente tutte le relazioni che intratteniamo con altri esseri umani e con gli oggetti che possediamo e che desideriamo possedere. Ripercorrendo il pensiero di Karl Marx, John Kenneth Galbraith, Thorstein Veblen e David Graeber, tra gli altri, confrontandosi con icone pop come Beyoncé o i Pokemon, muovendosi in circoli familiari, lavorativi e di vicinato, Biss chiede, a sé stessa e alla classe media, la sua, su quali valori stiamo fondando le nostre vite? Cosa significano oggi lavoro, classe, privilegio e precariato? Quali linee tracciano le persone per dividere la società? In che modo siamo legati gli uni agli altri? "Le cose che abbiamo" è uno studio sugli esseri umani come creature economiche, un saggio letterario e politico in cui torna centrale il tema, caro a Biss, dell'essere comunità.
Io tiranno. La società digitale e la fine del mondo comune
Éric Sadin
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 232
Proteste, manifestazioni, sommosse, scioperi, rifiuto dell’autorità e sfiducia massima nelle istituzioni: negli ultimi anni, in Europa, la rabbia sociale è cresciuta sempre di più, fino a diventare il tratto caratteristico del nostro tempo. Le ragioni sono ben note: l’aggravarsi delle disuguaglianze, il deterioramento delle condizioni di lavoro, il declino dei servizi pubblici. Ma la violenza con cui tutto ciò si sta manifestando è senza precedenti perché per la prima volta espressa da un soggetto nuovo: l’individuo tiranno. Un essere ultra-connesso, intrappolato nella sua soggettività, costantemente rafforzato nell’idea di essere il centro del mondo e di sapere e potere tutto. Così, se le crisi economiche rafforzano l’impressione di essere espropriati, la tecnologia aumenta invece quella di essere onnipotenti. Le conseguenze sono deleterie: per un verso assistiamo al crollo dei legami sociali e della fiducia nella politica, per un altro all’aumento del populismo, delle teorie della cospirazione e della violenza. I momenti di crisi, perciò, non sono vissuti come problemi sociali ai quali far fronte con soluzioni comuni, ma come attacchi personali al proprio benessere. Ma come sconfiggere questo nuovo, inquietante totalitarismo delle masse? Come uscire da questa ingovernabilità permanente? Secondo Sadin, lavorando per ricostruire i valori comuni e un nuovo contratto sociale.
Misure attive. Storia segreta della disinformazione
Thomas Rid
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2022
pagine: 496
Viviamo nell’era della disinformazione. Agenzie di comunicazione, professionisti dei social media e abilissimi hacker sono l’esercito silenzioso di chi, attraverso divulgazione di fake news e falsificazione di dati, agisce spesso nei lati più oscuri dell’informazione con un unico obiettivo: indebolire la democrazia mettendo in dubbio la sua stessa credibilità. Era il 2016 quando Thomas Rid, tra i massimi esperti di cybersecurity a livello globale, alle porte delle elezioni americane portò alla luce la notizia di un’operazione sotto copertura da parte dell’intelligence russa per ribaltare il risultato elettorale. È l’evoluzione delle cosiddette “misure attive”, ovvero di tutte quelle attività di influenza architettate strategicamente per raggiungere un determinato obiettivo. Dalle campagne di disinformazione post rivoluzione russa che hanno portato alla Guerra Fredda a quelle organizzate ad arte da CIA e KGB nel corso della storia, fino alla più recente vicenda della “fattoria dei troll” di San Pietroburgo. Con "Misure attive" Thomas Rid traccia una storia della disinformazione professionale organizzata, ricostruendo attraverso documenti esclusivi alcune delle vicende più significative e incredibili dell’ultimo secolo, dimostrando, tra le altre cose, come le spie avessero imparato a muoversi agilmente tra le pieghe di Internet molto prima della vicenda WikiLeaks. Il libro di Rid è anche una riflessione sul futuro che ci aspetta, che assomiglia sempre di più a una casa di specchi in cui sarà indispensabile imparare a distinguere la realtà da tutti i suoi verosimili riflessi.
Post-società. Il mondo dopo la fine della modernità
Carlo Bordoni
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2021
pagine: 192
"Siamo in transito. Non è una metafora. Dopo tanto vagare senza una meta all'interno della società liquida, ci siamo arenati. È un approdo sconosciuto, che assomiglia al mondo che abbiamo lasciato, ma con caratteristiche inedite. In questa nuova fase, si possono scorgere i segni di una modernità in rapido declino propri della società liquida di Zygmunt Bauman, che è stata solo un passaggio temporaneo, un avvertimento di ciò che sarebbe avvenuto di lì a soli pochi anni. L'idea di liquidità, come ultima fase della modernità, conteneva segni evidenti di un disagio sociale: l'insicurezza e l'incertezza nei rapporti umani, la disgregazione della solidarietà, l'individualismo, tradotto in una ricerca frenetica del proprio interesse personale. Questi segnali erano poi accompagnati da più inquietanti dimostrazioni di un cambiamento inarrestabile, tra cui la crisi del lavoro, sempre più precario e smaterializzato, assieme alla supremazia delle nuove tecnologie nella comunicazione, come nei processi produttivi. E infine la sfiducia nella politica, visibilmente privata di un potere effettivo: un potere ormai passato nelle mani di entità sovranazionali e di grandi gruppi finanziari. L'improvvisa diffusione della pandemia da Covid-19 ha contribuito ad accelerare il mutamento, rendendolo necessario nella sua tragicità e nell'urgenza di una risposta quanto più immediata alle esigenze di sicurezza, continuità, riconversione. L'accelerazione ha impresso ritmi inimmaginabili a un processo che era già iniziato a causa della crisi della modernità, ma che avrebbe impiegato più tempo per realizzarsi. Cosa succede ora? Secondo alcuni osservatori, tra cui il sociologo Alain Touraine, ci aspetta un'inquietante prospettiva di 'de-socializzazione' o di fine del sociale. Potremmo allora definire 'post-società' questo tempo nuovo che incombe, una condizione in cui prevalgono le moltitudini, muta la modalità delle relazioni sociali e si alterano i rapporti tra pubblico e privato."
I figli dell'algoritmo. Sorvegliati, tracciati, profilati dalla nascita
Veronica Barassi
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2021
pagine: 192
Viviamo in un periodo storico in cui ogni traccia lasciata da noi e dai nostri figli viene trasformata in dati. Per la prima volta stiamo creando una generazione "datificata" da prima della nascita. I dati dei nostri bambini vengono aggregati, scambiati, venduti e trasformati in profili digitali, e sempre più utilizzati per giudicarli e decidere aspetti fondamentali della loro vita. È una trasformazione epocale, e sta avvenendo sotto i nostri occhi.
Il nemico dentro. Perché siamo noi stessi a distruggere la democrazia
Tom Nichols
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2021
pagine: 224
"Abbiamo incontrato il nemico, e siamo noi", diceva all'inizio degli anni '70 Pogo, un popolare personaggio dei fumetti. Walt Kelly, il suo creatore, non immaginava che la battuta sarebbe diventata un modo di dire comune, né che avrebbe descritto a perfezione la situazione di cinquant'anni dopo. Mentre in Occidente le condizioni materiali di vita sono le migliori di sempre e continuano a migliorare, infatti, risentimento e malcontento sembrano dominare ogni spazio del - la vita comune: élite ciniche e corrotte, stranieri e immigrati, banchieri e intellettuali sono di volta in volta i "colpevoli" della decadenza che tanti cittadini dei paesi più evoluti al mondo percepiscono ormai in modo tanto drastico da mettere in discussione la democrazia liberale. Il consenso ottenuto da autocrati populisti, la propensione di molti per un governo di funzionari non eletti o le giustificazioni per l'uso politico della violenza sono i pericolosi segnali di tendenze illiberali sempre più diffuse: dopo aver superato malattie, tensioni sociali, guerre e tragedie di ogni tipo, i paesi occidentali rischiano il paradosso di non superare la sfida di prosperità e benessere. Ma dove ha fallito la democrazia? La risposta che Tom Nichols dà in questo libro ha la forma di un'al - tra, scomodissima domanda: e se invece fossimo noi a non aver superato la prova della democrazia? Quando Edward Banfield teorizzò il "familismo amorale" nella Basilicata degli anni '50, stava descrivendo una società disfunzionale in cui persone altrimenti perbene erano capaci di pensare soltanto al loro benessere e a quello della loro ristretta cerchia familiare: uno schema che rischia di descrivere ancora meglio noi, cittadini globali del Ventunesimo secolo, ormai incapaci di dedicare tempo, motivazione, impegno e persino intelligenza ai temi politici del giorno - a meno che non siano per noi di vitale importanza personale. Secondo Tom Nichols, siamo ormai diventati una società narcisistica e infantile, affamata non di pane ma di conferme tribali e nazionalistiche, nella quale le tentazioni autoritarie stanno mettendo sempre più a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Tutto è perduto, dunque? No, perché, anche se sarà difficile, resuscitando virtù dimenticate come amore per la comunità, compromesso, orgoglio civile e sacrificio, potremo difendere la democrazia, ancora oggi il nostro più prezioso bene comune.
Il naufragio del Mentor. I marmi del Partenone e la guerra per il dominio d'Europa
Marta Boneschi
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2021
pagine: 232
Quando, il 17 settembre 1802, il brigantino Mentor affonda all'imbocco del porto di San Nicolò nell'isola di Cerigo, pochi sanno che sta trasportando una grande quantità di opere d'arte sottratte al Partenone, all'Acropoli di Atene e ad altre località della Grecia. La spoliazione sta avvenendo per mano di un aristocratico scozzese, Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, che sta impegnando gran parte delle sue energie a traslocare in patria i tanti tesori, o a salvarli, come lui è fermamente convinto, dall'incuria, dai furti e dalla distruzione. L'avventurosa storia dei marmi del Partenone che Marta Boneschi ricostruisce in questo libro non è soltanto una vicenda centrale per la storia dell'arte. È attorno a queste "poche pietre di nessun valore", come Elgin le definì, che si svolge la storia delle identità nazionali europee e della loro emersione: oltre che con l'uso delle armi, infatti, le grandi potenze dell'epoca si scontrarono anche sul particolare campo di battaglia della supremazia culturale, con il possesso e l'esposizione delle antichità che divenne un elemento centrale di prestigio e ostentazione di potenza. Il naufragio del Mentor, ripercorrendo la vicenda dello sfortunato viaggio dei "marmi di Elgin" verso l'Inghilterra e quella del loro recupero, ricostruisce un momento centrale della storia del Vecchio Continente. Napoleone, l'Ammiraglio Nelson e il Sultano Selim III, Antonio Canova e Giovanni Battista Lusieri, Lord Byron e John Keats sono solo alcuni dei protagonisti di una questione ancora aperta che vive nel dibattito sull'appropriazione del patrimonio culturale e nell'eco stessa di ciò che oggi significa essere europei.
Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguaglianza
Katharina Pistor
Libro: Copertina morbida
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2021
pagine: 288
La profonda disuguaglianza diffusa a livello globale, che vede la maggior parte delle ricchezze mondiali concentrate nelle mani di pochissimi, costituisce uno dei temi più urgenti sui quali si concentrano studiosi e policy makers. Tuttavia, benché non manchino analisi e proposte di soluzione, sembra stranamente sfuggire una risposta precisa a una semplice domanda: come è stata creata inizialmente la ricchezza? E perché il capitale spesso sopravvive a scosse e cicli economici che lasciano tutti gli altri alla deriva, senza i guadagni accumulati in precedenza? La risposta, secondo Katharina Pistor, è nel diritto, uno strumento potente per garantire l'ordine sociale, ma anche un mezzo pericoloso, se utilizzato con altri fini. Pistor sostiene che, contrariamente a quanto spesso si ritiene vero, il diritto è tutt'altro che un attore secondario nel grande processo che porta semplici oggetti, capacità o idee a trasformarsi in risorse. È proprio negli studi legali, anzi, che avviene la codifica del capitale, l'elaborazione, cioè, di quegli strumenti e istituzioni capaci di rendere un pezzo di terra, un edificio, l'idea per un nuovo farmaco o una stringa di codice digitale asset capaci di generare ricchezza per chi li detiene. Ma chi, e per il bene di chi, determina quali risorse sono codificate in capitale, controllando di fatto la distribuzione della ricchezza e gli enormi privilegi che ne derivano? Il codice del capitale fa luce sui meccanismi consolidati, eppure silenziosi e poco visibili, per mezzo dei quali i detentori di capitale e i loro legali creano ricchezza e disuguaglianza, generando il rischio concreto che venga erosa sempre di più la legittimità degli Stati e delle loro leggi. Un meccanismo temibile, che può essere combattuto tramite la codifica di nuovi diritti, una strada lunga e difficile ma grazie alla quale la società democratica potrà riprendere la strada del proprio destino.
Gente di nessuno. Rifugiati e migranti in Europa dal 1938 a oggi
Linda Polman
Libro
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2020
pagine: 272
L'arrivo in Europa di migliaia di persone in fuga dalla guerra, da regimi autoritari o semplicemente in cerca di un futuro migliore, sembra abbia generato una profonda crisi di identità nel Vecchio continente. Le frequenti difficoltà dei governi europei a elaborare efficaci politiche di gestione dei flussi o di accoglienza, o addirittura lo scambio reciproco di accuse e il desiderio malcelato di scaricare il problema su qualcun altro rappresentano, secondo molti osservatori, la più seria minaccia alla tenuta dell'Unione europea. Tensioni di questo tipo non sono tuttavia una novità: con "Gente di nessuno", Linda Polman mostra infatti come la questione dei rifugiati e dei migranti abbia rappresentato un nervo scoperto per l'Europa fin dalla prima conferenza sul tema, tenutasi subito prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale. Allora come oggi, il sentimento diffuso era che queste persone non appartenessero a nessuno e che limitarne l'arrivo o respingerle fosse l'unica soluzione praticabile. Ripercorrendo le vicende drammatiche degli uomini e delle donne che, nel corso dei decenni, hanno visto negli ideali europei una speranza destinata a essere frustrata, ma anche di coloro che hanno combattuto perché gli oppressi trovassero nell'Unione una nuova casa, Linda Polman racconta una storia che non può essere ignorata affinché l'Europa mantenga la promessa di civiltà dalla quale era nata. Prefazione di Francesca Mannocchi.