La nave di Teseo: Le onde
Legàmi. Agenda 2025
Paulo Coelho
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 264
Accompagna ogni giorno dell’anno con una selezione dei pensieri dell’autore di maggior successo dei nostri tempi, Paulo Coelho.
Letteratura e ideologia
Xingjian Gao, Claudio Magris
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 80
Viviamo in un’epoca post-ideologica, ma ciò non significa che le ideologie non esistano più, anzi ci circondano in modo più o meno invadente, più o meno silenzioso: in questo scenario ancora incerto, che potere hanno gli scrittori e gli intellettuali Qual è il ruolo della letteratura? Gao Xingjian e Claudio Magris, in un ideale dialogo tra Oriente e Occidente, prendono posizione: a favore del ruolo centrale e insostituibile della letteratura contro ogni forma di potere ideologico. Due interventi insieme letterari e politici, distanti ma affini per profondità, aderenza alla vita, adesione personale.
Sylvie. Testo francese a fronte
Gérard de Nerval
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 192
L’interesse di Umberto Eco per Sylvie risale al primo casuale incontro con la narrativa di Gérard de Nerval, all’età di vent’anni: “ho letto il racconto in stato di assoluta innocenza, e ne sono stato sconvolto”. Da allora Eco ha fatto di questa novella l’oggetto di corsi universitari, saggi e numerose citazioni, seguendo le ragioni di quella giovanile fascinazione fino a tradurla personalmente, con un ampio commento a corredo del testo. Pubblicato originariamente nel 1854, Sylvie è il più significativo e compiuto esempio dell’originalità creativa di Nerval. Letto e studiato da Proust, che in Contro Sainte-Beuve lo interpreta come espressione delle “misteriose leggi del pensiero”, racchiude tra le sue pagine un’alchimia di atmosfere sospese e stati d’animo impalpabili, che rimandano a una condizione di “mancanza” che anticipa l’approccio psicanalitico. È l’effetto-nebbia, evocato da Proust, a colpire il lettore-traduttore Eco: uno spaesamento, per chi esce dalla lettura, simile a “quella soglia mattutina in cui ci si risveglia lentamente, e si confondono le prime riflessioni coscienti con gli ultimi bagliori onirici e si perde (o non si è ancora superato) il confine tra sogno e realtà. [...] Ho riletto tante volte questo racconto nel corso degli ultimi quarantacinque anni, e ogni volta cercavo di spiegare a me stesso e agli altri perché mi facesse quell’effetto. Ogni volta credevo di averlo scoperto, eppure ogni volta che riprendevo a rileggere mi ritrovavo come all’inizio, ancora prigioniero”.
Viaggiatori ai margini del paesaggio. Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi, Jodice
Corrado Benigni
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 208
Nel 1984 appare "Viaggio in Italia", il progetto fotografico collettivo ideato da Luigi Ghirri che ha rivoluzionato il modo di rappresentare il paesaggio italiano: per la prima volta i fotografi scelgono di uscire dai centri storici delle città. La loro attenzione si sposta ai margini, alle periferie e ciò che fino ad allora non era considerato degno di uno sguardo artistico perché disarmonico, eccentrico, diviene invece il soggetto ricorrente di un nuovo modo di raccontare il nostro paese. Il paesaggio non è più solo lo sfondo sul quale si svolgono le vicende umane, non è più solo un “tema”, ma la lente attraverso cui guardare. Quarant’anni dopo, questo volume traccia, in un unico grande racconto, sette vie dentro quell’esperienza, attraverso il lavoro di alcuni degli autori più rappresentativi – Ghirri, Barbieri, Basilico, Chiaramonte, Cresci, Guidi e Jodice – che hanno aperto strade inedite alle generazioni successive di fotografi e artisti. Intrecciando i percorsi artistici di ciascun autore, e avendo come filo conduttore l’esperienza di "Viaggio in Italia" e il loro legame con Luigi Ghirri, Corrado Benigni ricostruisce, con una scrittura precisa, la genesi di quel progetto e l’importanza seminale che ha avuto per i decenni seguenti. Per la prima volta, la fotografia sceglieva di uscire dai propri confini per dialogare con altre forme espressive (la letteratura, il cinema, l’architettura, la grafica), aprendosi al mondo come mai prima: una rivoluzione che arriva fino a noi, alla cultura visiva in cui siamo immersi.
Dialoghi sulla fede
Martin Scorsese, Antonio Spadaro
Libro: Libro rilegato
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 160
Il 3 marzo 2016, a New York, padre Antonio Spadaro incontra a casa sua Martin Scorsese per parlare di "Silence", il film che il regista italoamericano ha dedicato alle persecuzioni dei gesuiti in Giappone, e del suo rapporto con la fede. Quella prima chiacchierata, foriera di stimoli e suggestioni per entrambi, dà il via a un dialogo che prosegue ancora oggi. Un discorso che, attraverso vari incontri, affronta i temi cari a Scorsese: dall’infanzia in una New York molto diversa da quella che conosciamo ora fino ad arrivare al recente e bellissimo "Killers of the Flower Moon", passando per profonde riflessioni sulla fede e la grazia che, in modo più o meno velato, traspaiono dalle sue opere. Tra i frutti del dialogo, anche lo storico incontro tra papa Francesco e Scorsese e la scrittura, da parte di quest’ultimo, di una prima sceneggiatura per un film dedicato alla vita di Gesù, per rispondere a un appello del Santo Padre agli artisti. In queste pagine, Spadaro e Scorsese ripercorrono la carriera del regista premio Oscar, i suoi pensieri sulla fede, le paure e le ispirazioni, donando al lettore un ritratto nuovo e inedito di uno dei principali esponenti contemporanei della settima arte.
Kafka
Mauro Covacich
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 144
“Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” A partire da questo pensiero già definitivo, scritto in una lettera all’amico Oskar Pollak da un Franz Kafka appena ventenne, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese in un corpo a corpo tra vita e letteratura. Kafka scrive in una lingua che non era la sua, ma il tedesco dell’impero austro-ungarico imparato a scuola: “ogni lingua è un mondo. Se scegli quella di un altro, ti aggirerai tutta la vita per un mondo non tuo. E anche quando ti capiterà di rispecchiarti nelle vetrine, ti accorgerai che quel tizio riflesso non sei tu”. Questa estraneità rispetto alla vita, rispetto all’amore, rispetto al padre Hermann e alla famiglia, scolpisce la scrittura e l’immaginario con cui Kafka concepisce i suoi capolavori: La metamorfosi, Nella colonia penale, Il processo. Ma anche le pagine di diario in cui annota i sogni, i libri letti, le serate con gli amici e le visite ai bordelli; e proprio in un postribolo della Trieste teresiana, Franz potrebbe avere incontrato James Joyce. Il soggiorno triestino di Kafka rivive nell’indagine letteraria di Covacich, fino agli archivi delle Generali dove la grafia del praghese sembra seguire l’alienazione di un lavoro d’ufficio che non gli lasciava tempo per l’immaginazione. Con una prosa esatta – che unisce autobiografia e racconto – Mauro Covacich affronta il suo grande amore letterario, una lunga passione cresciuta fin dall’adolescenza. Covacich segue Kafka nel vento dell’est con la complicità con cui si guarda a un fratello, rincorre le inquietudini della mente di un genio che non avrebbe voluto essere letto, e che qui rivive “la certezza di non essere una chimera”.
Filosofia e storia. Viste da un filosofo parziale e pieno di pregiudizi
Marco Santambrogio
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 304
“A scuola, a parte le discipline scientifiche, in realtà si studia solo la storia. Se avete fatto il classico vi sarete accorti di non aver studiato la letteratura italiana ma la storia della letteratura italiana. Lo stesso vale per la storia della letteratura latina e la storia della letteratura greca. Poi non avete studiato la filosofia ma la storia della filosofia (con lo stesso insegnante di storia). E non avete studiato né musica né arti visive, ma storia dell’arte. E naturalmente avete studiato storia − politica, militare, culturale, economica, sociale... C’è solo la storia. Nei licei diversi dal classico i programmi delle materie umanistiche sono ridotti, di poco o di molto, ma seguono gli stessi criteri generali, perché all’epoca in cui sono state stabilite le linee fondamentali dei programmi ministeriali il liceo classico era il modello di tutti gli altri. Ma come si dovrebbero studiare altrimenti le materie umanistiche? I programmi, che ancora si ispirano alla filosofia storicista, sono un grave ostacolo per quegli insegnanti intelligenti e innovatori che cercano di rendere la scuola un’esperienza entusiasmante per i loro allievi. In questo libro ho cercato di mostrare che l’impostazione storicista, con l’esagerata importanza attribuita alla storia e la parallela sottovalutazione del sapere tecnico e scientifico, impone agli studenti una dieta intellettuale monotona. Non li incoraggia a leggere i classici né a dedicarsi seriamente alle arti. Non insegna loro a scrivere. Soprattutto non insegna loro che cosa voglia dire, in teoria e in pratica, in filosofia come nella vita, prendere una posizione sulla base di argomenti, prove, ragioni, valutando i pro e i contro, ascoltando le ragioni degli altri.”
Il cabaret dei ricordi
Joachim Schnerf
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 160
Domani mattina Samuel andrà a prendere la moglie e il loro primogenito al reparto maternità. Così, in quest’ultima notte di solitudine, all’alba di una vita che non sarà più la stessa, Samuel è inquieto e non riesce a dormire. Diviso tra esaltazione e angoscia, ricordando il passato e pensando al futuro, la sua notte è infestata da molte storie che lo accompagnano da tutta la vita. Quella della sua famiglia prima di tutte, ma, ancor di più, quelle che narrava la prozia Rosa, che nel secondo dopoguerra si era stabilita in Texas dove aveva allestito uno straordinario e rinomato cabaret. Le storie che Samuel si raccontava da bambino, quando con i cugini si travestiva da cowboy e giocava a cercare la prozia nel deserto di un’America fantastica, affrontando nemici immaginari. Quelle che Rosa, ormai ultima sopravvissuta ad Auschwitz, ha raccontato ogni sera nei suoi spettacoli. Tutte storie che Samuel condividerà con suo figlio, il bambino nato mentre Rosa sta per dire addio al suo amato palcoscenico. Presto non ci saranno più testimoni da passare, ma resteranno il racconto e l’invenzione, capaci di svelare ciò che credevamo scomparso, di evocare l’indicibile ma soprattutto di impedire di stravolgere il passato. Perché, al cabaret dei ricordi, l’importante è non dimenticare mai. In questo romanzo intimo, commovente, delicato e ironico, Joachim Schnerf costruisce una narrazione che riesce con leggerezza ad affrontare temi profondi, umani e universali come il rapporto con il proprio passato, il senso di appartenenza, l’abbandono e la morte.
L'Islam spiegato ai nostri figli. E agli adulti che vogliono rispondere alle loro domande
Tahar Ben Jelloun
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 240
L’11 settembre 2001 il mondo occidentale viene stravolto per sempre: due aerei colpiscono le Torri gemelle a Manhattan. L’America è sconvolta, la paura di altri attacchi terroristici si diffonde, ogni arabo diventa sospetto. È a partire da questo scenario che si sviluppa la conversazione – protagonista di questo piccolo quanto lucido e sentito gioiello letterario – tra Tahar Ben Jelloun e sua figlia di dieci anni, a disagio con se stessa e con le proprie origini musulmane, di fronte a una televisione che continua a dire che “i musulmani sono tutti cattivi”. Rispondendo alle domande curiose della bambina, Ben Jelloun affronta le questioni più calde del nostro tempo – la guerra globale al terrore, l’integrazione in Europa, il ruolo delle grandi potenze del mondo arabo – e spiega, con semplicità ma rifuggendo ogni semplificazione, cos’è l’Islam, qual è la differenza tra arabo e musulmano, cos’è il fanatismo, cos’è il terrorismo e, soprattutto, quale spazio ha la tolleranza nel mondo arabo e quali lezioni quest’ultimo ha saputo dare a tutto l’Occidente. Dopo il best seller mondiale Il razzismo spiegato a mia figlia, Tahar Ben Jelloun torna a raccontare ai ragazzi, e ai loro genitori e insegnanti, il mondo in cui viviamo e le sfide che li aspettano.
I frutti della memoria. La mia testimonianza nelle scuole
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 160
“Cari studenti, dopo tantissimi anni che mi mandate lettere, versi, disegni, sento il bisogno di rispondervi, di raccontare non il mio vissuto, che conoscete, e spero non dimenticherete mai, come me, ma la vostra promessa di portare avanti la testimonianza. Se l’uomo ancora non ha imparato dai propri misfatti, provate voi giovani a essere meglio dei vostri predecessori e cercate di creare una nuova convivenza pacifica, civile e rispetto reciproco con chiunque e ovunque. ‘Basta una goccia di bene,’ mi ha detto Papa Francesco, ‘per migliorare questo mare nero che è il mondo.’ Gli ho risposto che io ho fatto già una pozzanghera. E continuerò ancora, finché potrò, perché non è mai inutile. La memoria per tutti è fondamentale, vitale. Convinzione che devo a voi, alle vostre lettere. Vi consiglio di alimentare il bene dentro di voi, e lasciate morire di fame il male.” Edith Bruck. Un volume che raccoglie le lettere e i testi degli studenti di tutte le età che Edith Bruck ha incontrato in questi anni, portando nelle scuole e ovunque la sua testimonianza ininterrotta per non dimenticare l’orrore dell’Olocausto.
Capocrazia. Se il presidenzialismo ci manderà all'inferno
Michele Ainis
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 208
Il presidenzialismo è la grande riforma annunciata dal governo Meloni, che potrebbe realizzarsi in questa legislatura dopo decenni d’attese e di dibattiti. Già, l’Italia è un paese che ama le rivoluzioni ma affossa le riforme, come hanno imparato a proprie spese molti leader nostrani, da Berlusconi a Renzi. Sennonché il presidenzialismo ha le sue forme, i suoi modelli (sono tre). Noi rischiamo viceversa di crearne una maschera deforme. Perché siamo la patria del “quasismo”, e allora ci inventiamo una riforma quasi presidenziale, quasi parlamentare. Che rafforza il peso del presidente del consiglio indebolendo i contrappesi, dal parlamento al capo dello stato. D’altronde ne abbiamo collezionate tante, di riforme pasticciate. Niente di nuovo sotto il sole. La verità è che un presidenzialismo sgangherato ce l’abbiamo già: è la capocrazia che domina la vita dei partiti, divenuti feudi d’un principe circondato da mille cortigiani; è il potere solitario dei sindaci e dei governatori; è l’abuso decisionista dei decreti legge da parte del governo di turno; è una legge elettorale che ci rende spettatori, confiscando la nostra libertà di decidere gli eletti. Per riportare ordine in questa democrazia malata, bisogna riprendere in mano la Costituzione, denunciarne i tradimenti. E in ultimo interpellare gli italiani, come accadde con i padri costituenti: giganti che guardiamo ormai da troppo lontano.
Statue viventi. Con i disegni dell'autore
Günter Grass
Libro: Libro rilegato
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2024
pagine: 80
Alla domanda con quale donna della storia dell’arte avrebbe voluto cenare, Umberto Eco rispondeva senza esitazioni con un nome: Uta di Naumburg. Uta di Naumburg è una delle dodici statue in cui un anonimo scultore del XIII secolo ha raffigurato i fondatori e benefattori della cattedrale della città. Uta è caratterizzata da un gesto modernissimo: con la mano destra alza il collo della pregiata veste, come per difendersi dal pingue, forse violento e certamente non amato sposo, Ekkehard. La bellezza del volto, l’aura malinconica e tragica di Uta rapiscono Günter Grass fin dal primo incontro, sul finire degli anni ottanta. Grass inizia a convocare i dodici fondatori, e soprattutto la bella Uta, sulle pagine bianche, disegnandoli, immaginando conversazioni con e tra di loro. Anni dopo, quando il Muro è caduto e il mondo è cambiato, l’autore riconosce la fatale Uta nel profilo di un’artista di strada, una statua vivente che rappresenta appunto Uta, e sembra inseguirlo tra le piazze di Colonia prima e Milano poi. Cerca di parlarle, ma un ambiguo sgherro (una strana reincarnazione del cattivo Ekkehard) lo allontana bruscamente. Infine la ritrova a Francoforte, sempre statua vivente, ma nei panni di un’altra donna, Elisabetta delle Rose. Questa volta riesce a parlarle, ma non sa che, seguendo fino in fondo questa ossessione letteraria, inconfessabile persino a sua moglie, Grass si troverà in serio pericolo. Un racconto inedito del premio Nobel per la Letteratura, con i disegni originali dell’autore. Inizialmente concepito come un capitolo della sua autobiografia, questo testo è stato scoperto solo recentemente negli archivi di Günter Grass dalla sua storica collaboratrice, Hilke Ohsoling.