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Kellermann Editore: Grado babo

Vini proibiti. Clinton, Fragolino, Bacò e gli altri vitigni ribelli

Vini proibiti. Clinton, Fragolino, Bacò e gli altri vitigni ribelli

Michele Borgo, Angelo Costacurta

Libro: Libro in brossura

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2022

pagine: 144

Parlare dei vitigni / vini proibiti o ribelli significa ritornare indietro di circa 170 anni per capire il perché della loro storia, nata per le necessità emerse nei principali Paesi viticoli dell'Europa. Si trattava infatti di porre rimedio a una serie di situazioni fitosanitarie succedutesi, una dopo l'altra, per cause pressoché accidentali. Un tuffo nel passato che ci obbliga a rileggere indagini e studi biologici ed epidemiologici su tre avversità parassitarie della vite per cercare di capire la situazione sorta in Europa a partire dalla metà dell'Ottocento con l'arrivo dell'oidio, della fillossera e della peronospora. Tre avversità che, da quel momento, hanno cambiato, la millenaria storia vitivinicola mondiale. Il titolo dato a questo volume attrae il lettore verso la scoperta del mistero che si nasconde dietro il termine "proibito"...
18,00

Donnas. I vini della Valle d'Aosta tra signorie alpine e dominio sabaudo

Donnas. I vini della Valle d'Aosta tra signorie alpine e dominio sabaudo

Elena Erlicher

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2022

pagine: 111

Un vino che profuma di fiori e di erbe di montagna, già conosciuto nel medioevo, quando in Valle d'Aosta le signorie alpine affrontavano le sfide sulle franchigie con le comunità di viticoltori e agricoltori. I castelli e l'egemonia politica in Valle d'Aosta da parte delle famiglie come i Savoia e gli Challant fanno da scenario alla diffusione di vitigni come il Donnas e il Nebbiolo (localmente chiamato Picotendro). Nel medioevo, intorno alla coltivazione di queste uve, si cominciarono a creare delle fratture con i viticoltori relative alle franchigie per il commercio dei vini. Il dominio Sabaudo "risolse" in qualche modo la diatriba. Il libro ne ripercorre le tappe storiche soffermandosi sulla conoscenza dei vini locali, proponendo anche un percorso sui luoghi da visitare nell'area del Donnas doc, e focalizzando l'attenzione sulla conoscenza delle erbe di montagna che si ritrovano nel bouquet tipico di questi vini. Elena Erlicher. È laureata in filosofia e giornalista, dopo varie collaborazioni con altre testate, oggi coordina la squadra di redazione di Civiltà del bere. É certificata Level 3 del Wine & Spirit Education Trust. Prefazione di Marco Reinotti.
15,00

Grado babo da Klosterneuburg l'unità di misura del mosto diffuso in tutte le cantine

Grado babo da Klosterneuburg l'unità di misura del mosto diffuso in tutte le cantine

Sergio Tazzer

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2022

pagine: 48

Grado Babo è il titolo che dedichiamo al nome della collana omonima per spiegarne l'origine, la diffusione e il suo inventore: August Wilhelm von Babo, direttore della cantina di Klosterneuburg. Nei vigneti e nelle cantine questo nome in codice ormai da oltre cent'anni fa parte della tradizione e del lessico, ma il grande pubblico non ne conosce l'origine. Esso è legato a un semplice strumento di valutazione del contenuto zuccherino del mosto, il cui inventore è egli stesso parte della storia della moderna vitienologia. Prefazione di Enzo Michelet.
9,00

Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo

Vermouth di Torino. Dai liquoristi del Settecento il nobile vino aromatizzato che inebria il mondo

Giusi Mainardi

Libro: Libro in brossura

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2022

pagine: 128

Nato nelle botteghe dei liquoristi torinesi del Settecento è il più importante vino aromatizzato italiano, profumato di erbe e spezie esotiche, protagonista dell'aperitivo in tutto il mondo. Il Vermouth di Torino è per eccellenza un simbolo dell'aperitivo in tutto il mondo. Nasce nel 1700 dalla maestria dei liquoristi torinesi, poi diventa un prodotto esportato ovunque. Immagini indimenticabili sono state create da importanti artisti per la sua réclame. Stupende etichette con la loro speciale grafica ne hanno portato e ne portano il nome in mille Paesi. Questo vino sta vivendo un'epoca di grande apprezzamento, tanto da aver ottenuto dall'Unione Europea il riconoscimento dell'Indicazione Geografica che identifica e sancisce il legame con una terra, una tradizione, un "saper fare" unico. Bevuto puro o in celeberrimi cocktail, il Vermouth di Torino è protagonista di un racconto avvincente che parte dalla mondana "ora del Vermouth" tipica di Torino, per giungere al moderno rito sociale dell'"happy hour".
16,00

Primitivo. Il vino dei due mondi

Primitivo. Il vino dei due mondi

Antonio Calò, Angelo Costacurta

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2022

pagine: 144

Armonia, ordine, bellezza del paesaggio, qualità del vino, che nel caso del Primitivo si aggiungono ad un termine irrinunciabile: tradizione. Se il vino nasce dalla composizione delle vigne, dobbiamo considerare che i cambiamenti nell'ambito produttivo viticolo sono per natura lenti, legati al fatto che trentennale è la normale vita di un impianto. I trent'anni poi sono il seguito della tradizione mitigata da ponderata innovazione. Chi scelse il nome del Primitivo? La memoria, che è storia ed è anche leggenda, ci racconta di un religioso, appassionato di botanica, don Francesco Filippo Indellicati, di Gioia del Colle, la città pugliese a metà strada dallo Jonio all'Adriatico. Sul finire del Settecento individuò il vitigno, oggetto di scambio con la costa orientale adriatica, confacente alla sua idea di rinnovamento viticolo. Un vitigno che fruttificava presto, primo a maturare. Nel 2000 Antonio Calò individuò il felice futuro del Primitivo, qualità emergente fra i rossi, accanto al Negroamaro, al Nero d'Avola e a pochi altri. Aveva ragione. (S.T.)
16,00

Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio

Boschèra. Dai vini selvatici al nobile Torchiato del Cansiglio

Angelo Costacurta, Enzo Michelet

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2021

pagine: 144

"Lungo il corso della Livenza in direzione di Venezia, volgendosi verso oriente e verso mezzogiorno, il Cenedese gode della esposizione continua al sole ed alla brezza che le viene dal mare, ha in ogni parte poderi coltivati e vigneti [...] hanno ricevuto dalla natura il dono prezioso di produrre ottime uve e vini generosi": così scriveva Andrea Bacci nel '500. Qui, alle pendici del Cansiglio, da tempi antichissimi si produceva un vino dalle uve selvatiche cresciute spontanee arrampicate sugli alberi e gradatamente domesticate. Nei secoli, nonostante guerre, invasioni, dominazioni, epidemie, quell'antico patrimonio genetico non è andato completamente perduto, si è anzi arricchito di nuovi genotipi dalle potenzialità latenti portati da altri popoli. Quando, finalmente, poco più di due secoli fa, i viticoltori hanno preso piena coscienza dell'importanza delle varietà, i diversi genotipi hanno acquisito un nome (Boschèra, Verdiso, Bianchetta...) e dato origine a prodotti particolari e prestigiosi come il Torchiato di Fregona.
15,00

Custoza. Il vino del Garda per il riscatto dalle sconfitte risorgimentali

Custoza. Il vino del Garda per il riscatto dalle sconfitte risorgimentali

Giovanni Boranga, Angelo Costacurta, Sergio Tazzer

Libro: Libro in brossura

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2021

pagine: 112

«Finalmente una vittoria!» è il felice slogan, arguto ed elegante, con cui lo scrittore Cesare Marchi ha salutato il Bianco di Custoza DOC. La vittoria è il vino prodotto negli anni '60 dalla Cantina Sociale di Custoza con un nuovo, innovativo processo di vinificazione. Leggiadro per i riflessi paglierino-dorati dei suoi colori. Profumato, piacevolissimo, fresco e beverino, inebriante per le tante, armoniose coloriture organolettiche. Un riscatto per le vicende storiche accadute su quelle terre, oggi coltivate a vigneto, dove si sono consumate le due cocenti sconfitte del 1848 e del 1866.
15,00

Pergola. Il vino dei ribelli per l'orgoglio delle colline marchigiane

Pergola. Il vino dei ribelli per l'orgoglio delle colline marchigiane

Francesco Tonelli, Graziano Ilari, Armando Roia

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2021

pagine: 160

Tralci di vite ed invitanti grappoli ornano i colli dello stemma della Città di Pergola, nome derivante da una vecchia vite allevata a pergolato ed appoggiata ad un muro di una chiesetta al centro della città chiamata Santa Maria di Piazza. Niente poteva essere più significativo per una città che sarebbe nei secoli diventata famosa per la produzione di vino. ll viandante che casualmente passa per questi luoghi oggi, come nei secoli passati, sente sicuramente parlare di storie di briganti, di tesori nascosti, di Bronzi Dorati, ma soprattutto di un vino: "la Vernaccia rossa di Pergola".
15,00

Malvasia. Il vino prezioso d'Oriente che Venezia rese nobile nel Mediterraneo

Malvasia. Il vino prezioso d'Oriente che Venezia rese nobile nel Mediterraneo

Angelo Costacurta, Sergio Tazzer

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2020

pagine: 128

La Malvasia non sta ad indicare un unico vitigno; ci sono diverse produzioni che all'interno del loro nome contengono "Malvasia" e tra queste varietà non vi è uniformità morfologica. La gran parte delle Malvasie sono uve bianche, ma esistono varietà nere, rosa, grigie, neutre e aromatiche. Fonti storiche attendibili sostengono che il nome "Malvasia" debba prendere in considerazione tanto i fattori storici quanto quelli sociologici. Ai mercanti veneziani va riconosciuto il merito di aver introdotto le Malvasie nelle regioni adriatiche e mediterranee.
15,00

Marsala. Il vino di Garibaldi che piaceva agli inglesi

Marsala. Il vino di Garibaldi che piaceva agli inglesi

Angelo Costacurta, Sergio Tazzer

Libro: Copertina morbida

editore: Kellermann Editore

anno edizione: 2019

pagine: 111

Prima dell'avvento su scala globale dello Spritz, cui auguriamo lunga vita, la richiesta al bancone del bae era molto varia: dal Rosso Antico al Petrus, dalla china al punch (in periodo freddo), dal sabaudo vermut al nazional-popolare Marsala, declinato solitamente femminile: «una Marsala», o anche «una Marsaletta». Sui basti dei muli i barilotti di Marsala raggiungevano dal maggio 1915 al novembre 1918 i nostri soldati in trincea, ma proprio in quel periodo contro la nobiltà del Marsala cospirarono i predoni che iniziarono a demolirne la reputazione. Se Mussolini non avesse fermato ogni inchiesta sugli illeciti arricchimenti e sulle fraudolente forniture alla sussistenza militare, forse la storia del Marsala sarebbe stata diversa, sicuramente all'altezza degli eventi risorgimentali che ne avevano ammantato d'onore e di gloria il nome, grazie a uno del quale non si poteva «parlar male»: Garibaldi. Presentazione di Antonio Calò.
15,00

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